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  • Inter, felici e CONTEnti, lo Scudetto 2020/21 è nerazzurro

    Inter, felici e CONTEnti, lo Scudetto 2020/21 è nerazzurro

    Il dominio della Juventus in Serie A si ferma a nove titoli consecutivi, a chiudere questa lunga striscia di successi bianconeri ci ha pensato l’Inter di Antonio Conte che ha conquistato matematicamente con quattro giornate d’anticipo lo Scudetto 2020/21.

    Protagonista assoluto è stato certamente il tecnico leccese che pure ha passato anche periodi nei quali ha subito parecchie e pesanti critiche.

    L’Inter infatti non aveva avuto una partenza brillante, tre pareggi ed una sconfitta nel Derby nelle prime sette giornate avevano visto i nerazzurri finire a -7 dal Milan capolista e alle spalle di Napoli, Atalanta, Lazio e alla pari con la Juventus che aveva una gara da recuperare.

    Una serie di otto vittorie consecutive ha migliorato la classifica ed ha un po’ rasserenato il clima nell’ambiente che si era surriscaldato per l’ultimo posto nel girone di Champions League che è anche costato la mancata qualificazione all’Europa League.

    L’Inizio del 2021 non è stato certo da ricordare, sconfitta a Marassi contro la Sampdoria, pareggio a Roma con i giallorossi e con alcuni tifosi sui social pronti a tirar fuori l’hashtag ConteOut.

    Antonio Conte però, sostenuto dalla società, come da suo carattere non ha fatto mezzo passo indietro, anzi nella gara successiva, il bel successo casalingo contro la Juventus, ha messo il primo grosso tassello verso lo Scudetto.

    Il pareggio con l’Udinese è stata solo una piccola parentesi prima di una accelerata prepotente composta da 11 vittorie consecutive compreso un 3-0 nel derby che ha sostanzialmente messo la parola fine sulle speranze delle avversarie.

    I due pareggi con Napoli e Spezia hanno semplicemente rimandato la festa che è arrivata oggi comodamente seduti sul divano.

    Protagonisti, oltre al già citato Antonio Conte (al 4° titolo vinto in Serie A), sono da nominare certamente i difensori, De Vrij, Skriniar e Bastoni.

    Oltre a loro il velocissimo Hakimi, il tanto criticato Eriksen che s’è fatto trovare pronto al momento giusto, il talento e la grinta di Barella, il Jolly Darmian che ha segnato gol pesanti, Alexis Sanchez che s’è fatto trovare pronti, la classe di Lautaro Martinez che è cresciuto ancor di più rispetto alla scorsa stagione.

    Questo titolo però ha certamente la forma dei muscoli, la potenza e la voglia di far gol di Romelu Lukaku.

    L’Inter conquista così il suo 19° titolo, un successo che mancava dal 2010, un successo che va a chiudere il ciclo della Juventus che durava dal 2011/12 ed era stato aperto proprio da Antonio Conte.

    ROSA INTER CAMPIONE D’ITALIA 2020/21

    PORTIERI: Handanovic, Padelli, Stankovic, Radu

    DIFENSORI: De Vrij, Kolarov, Ranocchia, D’Ambrosio, Darmian, Skriniar, Bastoni

    CENTROCAMPISTI: Hakimi, Gagliardini, Vecino, Sensi, Perisic, Young, Vidal, Barella, Eriksen, Brozovic

    ATTACCANTI: Sanchez, Lukaku, Lautaro Martinez, Pinamonti.

  • Trionfo di Conte, con il Chelsea è subito scudetto

    Trionfo di Conte, con il Chelsea è subito scudetto

    Un anno dopo, l’Italia è nuovamente sul trono della Premier League, dopo l’inaspettato successo della scorsa stagione del Leicester guidato da Claudio Ranieri, un altro tecnico italiano ha conquistato il successo nel massimo campionato inglese: Antonio Conte con il suo Chelsea.

    Conte, al primo anno sulla panchina dei blues, ha centrato il massimo obiettivo, quello di conquistare il campionato diventando così il 4° italiano, dopo Mancini, Ancelotti e Ranieri, a finire nell’albo d’oro della Premier League.

    Un successo quello di Conte non certo scontato, il Chelsea arrivava infatti da una disastrosa stagione in cui aveva ottenuto solo un decimo posto.

    Dopo una partenza decisamente positiva, 3 successi nelle prime tre gare, la stagione sembrava virare non certo nel migliore dei modi, il ko casalingo con il Liverpool e il tonfo in casa dell’Arsenal avevano iniziato a far storcere la bocca dalle parti di Stamford Bridge.

    Il sonoro doppio k.o. con Reds e Gunners però ha dato la sveglia al Chelsea che, sapientemente guidato dal condottiero Conte, ha infilato una serie di 13 vittorie consecutive che ha riportato i Blues in testa con buon margine sulle avversarie.

    L’inizio del 2017 non è stato dei migliori a causa della sconfitta con il Tottenham che di lì in poi si sarebbe rivelato l’unico ostacolo per Conte verso la conquista della Premier.

    L’inaspettata sconfitta casalinga con il Crystal Palace e quella all’Old Trafford contro il Manchester United di Josè Mourinho nel giorno di Pasqua avrebbero potuto aprire crepe nella solidità degli uomini di Conte che invece non sono crollati, hanno retto l’urto del ritorno degli Spurs e poi, non appena il Tottenham perdendo contro il West Ham ha concesso il primo match point, hanno chiuso in bellezza espugnando il campo del Wba con un gol di Batshuayi al 82°, conquistando così la Premier League con due giornate di anticipo.

    Un trionfo quello di Conte che ha un sapore ancora più dolce calcolando che, come già detto, il Chelsea non godeva dei favori del pronostico ad inizio anno, anzi sembrava destinata ad assistere ad una lotta tra le due di Manchester, guidate da Mourinho e Guardiola, con il solito Arsenal di Wenger pronto ad inserirsi.

    Con una campagna acquisti non certo stellare, Kanté, David Luiz, l’ex viola Marcos Alonso e il giovane Belga Batshuayi, i meriti di Conte risaltano ancora di più e con una finale di FA Cup ancora da giocare la bacheca dell’allenatore salentino, già comprendente di 3 Serie A e 2 supercoppa Italiana con la Juventus e appunto la Premier League 2016/17 col Chelsea, potrebbe ulteriormente arricchirsi.

  • Italia: la grande beffa

    Italia: la grande beffa

    “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come fossero partite di calcio”.

    Il celebre enunciato dello statista britannico Winston Churchill si rivela particolarmente adeguato a descrivere l’Italia di Antonio Conte che ha appena terminato la sua spedizione ad Euro2016. Un’Italia da battaglia, fiera e mai doma, che si è opposta con orgoglio e fine disciplina tattica ai Campioni del Mondo della Germania.

    La rappresentativa teutonica, nei 120 minuti di gioco, ha dimostrato di meritare i gradi di favorita che la stampa, unanimemente, gli aveva attribuito alla vigilia della grande sfida. Chi credeva, però, in una prova d’orgoglio, di carattere dell’Italia, non sarà rimasto deluso.

    I quattordici azzurri scesi sul terreno di gioco di Bordeaux, ieri sera, si sono rivelati particolarmente agguerriti e hanno meritato di non perdere nel gioco, acciuffando un prodigioso pari, che non è bastato a scongiurare l’eliminazione dal torneo, patita ai calci di rigore. Si sa che, dagli undici metri, è sempre una lotteria, ma il dispiacere di non poter fare di più e di meglio in questa competizione, laddove vi era la possibilità, rimane tanta.

    A macchiare una prestazione di egregia fattura della nostra Nazionale sono stati in particolare due tiratori scelti, già messi sulla graticola dai tifosi azzurri sul web e nelle conversazioni sostenute nelle piazze e nei bar dello “stivale”: si sta parlando, come ovvio, di Zaza e Pellé.

    Simone Zaza sbaglia malamente il rigore per l'Italia | Foto Twitter
    Simone Zaza sbaglia malamente il rigore per l’Italia | Foto Twitter

    Al primo si rimprovera di essere entrato all’ultimo secondo utile in campo appositamente per tirare i rigori e di aver calciato un penalty improbabile, soprattutto considerata la preparazione dello stesso, con una rincorsa che ha ricordato più una danza tribale che il gesto atletico di un campione. Al secondo si addebita l’irriverenza di un gesto rivolto allo straordinario portiere tedesco, Manuel Neuer, col quale il centravanti azzurro avrebbe mimato l’intenzione di voler calciare l’ormai celebre “scavetto” di tottiana memoria, prima di eseguire, infine, un tiro ad incrociare a pelo d’erba che è terminato irrimediabilmente a lato della porta difesa dal gigante teutonico.

    Se il peccato di Zaza appare tutto sommato veniale, trattandosi comunque di un errore essenzialmente tecnico, quello di Pellé è apparso davvero un modo poco consono di proporsi ad una platea internazionale. Siamo stati la Nazionale dell’orgoglio, della lotta e dell’umiltà ed un gesto di tale superbia è apparso davvero stonato e fuori luogo, giustamente punito dal destino.

    Antonio Conte ha costruito una grande Italia | Foto Twitter
    Antonio Conte ha costruito una grande Italia | Foto Twitter

    Ma le dietrologie e i “j’accuse” del caso non producono frutti rigogliosi e succulenti. Resta comunque la soddisfazione di aver assistito ad una Nazionale degna di essere chiamata tale e, nonostante alla vigilia il bagaglio tecnico a disposizione di Conte non apparisse competitivo, l’Italia ha eliminato la Spagna Campione d’Europa e hanno dato filo da torcere alla Germania Campione del Mondo.

    Ora spazio a Ventura che avrà il non facile compito di rimotivare un gruppo che aveva trovato solidità e compattezza granitiche. La base tecnico-tattica potrebbe non essere del tutto dissimile dall’impostazione di Conte (si dovrebbe ripartire dal 3-5-2), con la speranza che il prossimo biennio produca qualche talento in più e ci veda sempre e comunque protagonisti per il prossimo mondiale in Russia.

  • Italia, un attacco tutt’altro che Immobile

    Italia, un attacco tutt’altro che Immobile

    L’Italia di Antonio Conte ha effettuato l’ultimo test prima di partire per la Francia. Al “Bentegodi” di Verona si vede un attacco frizzante, con Zaza e Immobile che sembrano cresciuti insieme legati solo da un pallone, tuttavia ci vogliono un calcio di rigore realizzato da Candreva nel primo tempo e una rete di De Rossi nella ripresa per comporre il risultato.

    Antonio Conte sa di avere una macchina non perfetta, ha lacune qualitative in confronto alle compagini quotate per la vittoria finale, ma sa e dimostra anche questa sera che la sua creatura è tosta, organizzata e sopperisce a quelle lacune, quando gira, con un gran lavoro di squadra.

    Lo stadio dimostra di apprezzare e incita la Nazionale dal primo all’ultimo minuto portando un boato quando nella ripresa, in un contropiede che poteva diventare pericoloso, vede Zaza rincorrere l’avversario fino all’area di rigore di Buffon.  Il pubblico gradisce la prova contro un avversario che qualche mese fa ci aveva bloccato in un pareggio, mentre oggi è sembrata piccola cosa, ma il merito è dell’impostazione che gli azzurri hanno dato alla partita.

    Candreva sblocca il match su calcio di rigore | Foto Twitter
    Candreva sblocca il match su calcio di rigore | Foto Twitter

    Da questa a partita escono alcune indicazioni più che altro per i giornalisti che possono già scrivere dell’attacco contro il Belgio composto da Immobile e Zaza, infatti i due dimostrano un’ottima intesa ed un’altrettanta attitudine al sacrificio per pressare e ripiegare quando serve. Bene anche Giaccherini, probabilmente il più in forma degli azzurri.

    Festeggiamenti dopo la rete di de Rossi | Foto Twitter
    Festeggiamenti dopo la rete di de Rossi | Foto Twitter

    In difesa i tre bianconeri sono al solito granitici e coordinati, anche se Chiellini è apparso un po’ più indietro nella condizione ma sempre puntuale nelle chiusure. El Shaarawy e Candreva spingono bene devono solo coordinarsi meglio con gli interni per evitare falle, Parolo c’è crea, s’inserisce e qualche volta sparisce ma è perché fa il lavoro oscuro di recupera palloni.

    L’unica nota stonata arriva da Thiago Motta che verticalizza solo a tratti e spesso è troppo lento nella manovra, così in fase di costruzione sopperisce Bonucci con i soliti lanci mentre in copertura ha sempre bisogno di un ulteriore filtro che lo aiuti. Insomma se dopo le polemiche per il numero di maglia ci si aspettava una reazione si è rimasti delusi.

    Le indicazioni, tutte positive, dicono anche che è difficile pensare di fermare una fonte di gioco nell’Italia perché quando il gioco non viene creato dal regista avanzato o arretato che sia in quella fase ecco che gol e assist arrivano dagli esterni. In questo caso Candreva che è salito ancora di condizione rispetto al match precedente con la Scozia.

    La nostra Nazionale lavora l’avversario con il ritmo e lo avvolge nella manovra, fa fatica a segnare con l’attacco ma ha armi imprevedibili da sfoderare e poi ha fame, ha la stessa fame di quella Juventus del primo anno di Conte. Se trovasse nella fase a gironi l’iniezione di autostima giusta, magari proprio contro il Belgio potrebbe diventare un cliente scomodo per chiunque. In ogni caso in questa Italia non ci sono “prime donne” e l’indicazione più importante la da anche la voglia di lottare che hanno gli azzurri.

    Ora il tempo dei test per gli azzurri è finito e si va in Francia sapendo già (domani l’annuncio ufficiale) chi sarà il prossimo CT della Nazionale. Si parte con o senza consensi, con o senza qualità tecniche, con o senza favori del pronostico ma si va senz’altro con tanta voglia di fare bene e la consapevolezza di essere una squadra. Forza azzurri!

  • L’Italia fortino del Conte dimezzato

    L’Italia fortino del Conte dimezzato

    Il gruppo azzurro di Antonio Conte non parte certamente con i favori del pronostico, ma oltre alla considerazione meramente oggettiva sui valori dei prescelti, aumenta anche lo scetticismo derivante dalle scelte ponderate dal Commissario Tecnico.

    L’Italia è alla fase finale del torneo continentale con il ruolo di outsider, ma tra le compagini che ricoprono questo ruolo sembra avere meno credito in patria che all’estero, eppure Antonio Conte dalle macerie di Brasil 2014 ha ricavato una Nazionale che non solo è arrivata prima nel proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei, ma ha anche convinto con il gioco nella maggior parte delle prestazioni. Inoltre il gruppo azzurro è rinnovato rispetto alla squadra di Prandelli che fallì clamorosamente in Sudamerica.

    Il credito scarso che i “pallonari nostrani” danno alla Nazionale è soprattutto riferito proprio alla composizione dei ventitré che il C.T. ha fatto escludendo alcuni più graditi dal popolo e che forse nell’ultimo anno hanno fatto vedere cose migliori rispetto a chi partirà per la Francia.

    Antonio Conte | Il Pallonaro
    Antonio Conte | Il Pallonaro

    Parafrasando l’opera di Calvino pertanto Antonio Conte si ritrova dimezzato nella fiducia del popolo e nella rosa dove, a causa di infortuni, in un solo colpo si è ritrovato a dover fare a meno di una parte importante dei suoi uomini “chiave“, Claudio Marchisio e Marco Verratti. Ecco che, come in passato, la fiducia nel tecnico della Nazionale viene spaccata dall’opinione pubblica che, dati alla mano, è pressoché assente durante amichevoli e match di qualificazione mentre si decuplica con l’avvicinamento delle fasi finali dei tornei continentale e mondiale, trovando accoliti pronti a criticare ogni passo del C.T. e preparando l’humus giusto per rimettere in piedi “il fortino azzurro” che portò poi i successi di Spagna ’82 e di Berlino nel 2006. Se ci si aggiunge inoltre la peculiarità del carattere di Conte il gioco è fatto, prepariamoci alla carica giusta fatta di difesa ad oltranza del gruppo e tanto orgoglio da tirar fuori, o almeno questo è il palese intento del tecnico pugliese.

    Al di là dei nomi, sui quali come sempre l’Italia pallonara si divide, ci sono un paio di riflessioni da fare che potrebbero far capire facilmente perché non c’è appeal per questa squadra, almeno solo in partenza perché con l’arrivo delle prime partite lo stivale come sempre sarà pronto a tingersi d’azzurro a difesa del gruppo che, almeno si spera, prenderà la tenacia di Antonio Conte.

    L’avversario principale nel nostro girone è il Belgio e la squadra di Wilmots parte come favorita per il primo posto del gruppo.

    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro
    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro

    La rosa scelta dal tecnico ha un valore globale di 460 milioni di Euro, la nostra di soli 272 milioni e consideriamo la valutazione eccessiva di Bonucci (30 milioni) che è il più quotato ma al tempo stesso la mancanza di Marchisio e Verratti che alzerebbero il valore sensibilmente. Questo raffronto impietoso sui valori di mercato delle due rose è paragonabile in partenza al raffronto che si può fare tra il Milan e la Juventus ad inizio stagione, confronto monetario che poi il campo può sempre rovesciare o confermare. Antonio Conte già dalle prime partite aveva scelto una strada che guardasse poco al nome ed alla valutazione escludendo reduci quotatissimi allora di Brasil 2014 come Balotelli, Pirlo e Cassano e inserendo davanti Zaza e Pellè mentre a centrocampo le chiavi erano state date da subito a Verratti. Questa riflessione va fatta soprattutto pensando a quanto talento nel potenziale c’era e quanto poi è andato perduto davanti per arretrare in mezzo al campo. In questa Italia non c’è e non ci potrebbe essere un gruppo di attaccanti pauroso, non c’è un lume a centrocampo imprescindibile e in difesa c’è l’aggrapparsi al gruppo più consolidato italiano che ha espresso la Serie A. Ma soprattutto, in due anni l’espressione del calcio italiano si è deprezzata confermando l’impoverimento tecnico.

    Se fino a qualche anno addietro ci ritrovavamo a discutere se inserire tra i centrocampisti Roberto Baggio per portare un attaccante in più tra Signori o Massaro, oppure nel pre-partita eravamo indecisi su chi era più in forma tra Del Piero o Totti da mettere insieme a Vieri davanti oggi siamo ridotti ad arrovellarci ed incupirci dietro alle esclusioni di Pavoletti e Bonaventura, entrambi per carità reduci da buone stagioni ma dalla certa non imprescindibilità. Perché a parte rare eccezioni non ci sono giocatori imprescindibili.

    La seconda riflessione è più tecnica. Conte ha rovesciato la Nazionale in due anni sempre ruotando intorno ad alcune certezze tattiche, il 3-5-2 è il modulo che più facilmente può essere trasformato in corsa e guardando la rosa scelta ci si rende conto che questo sarà il leitmotiv del nostro Europeo con il cambio in difesa a quattro quando serve e il cambio a tre davanti quando è permesso. Per farla breve, contro il Belgio probabile una partenza con il 3-5-2 mentre contro l’Irlanda è molto probabile un 4-3-3 all’inizio, ma in entrambi i casi in corsa con gli uomini scelti si può ragionare tranquillamente su cambi di modulo.

    Difficile prevedere dove può arrivare questa Nazionale, ma è molto facile immaginare che visti i suoi componenti, a differenza di altre rassegne dove siamo andati come favoriti svogliati, la squadra darà il massimo per arrivare più lontano possibile contro avversari più forti e contro chi non gli da credito anche fra le mura amiche.

  • Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Svelata la lista dei 23 convocati per Francia 2016, Antonio Conte ha sciolto le riserve, i 23 azzurri che patiranno per la spedizione francese saranno annunciati ufficialmente questa sera, 31 maggio, in diretta TV dall’auditorium Rai del Foro Italico.
    Intanto però filtrano le prime indiscrezioni che, sembra, troveranno conferma questa sera alle 20.35: out Montolivo per un problema muscolare, a centrocampo Sturaro preferito a Jorginho. Altro escluso dalla lista dei convocati è Bonaventura al quale il mister ha preferito Bernardeschi. La regia verrà affidata a Thiago Motta o De Rossi.
    Restano a casa anche Rugani, Zappacosta, Benassi e Astori.
    Antonio Conte ha invece deciso di portare tutti i 5 attaccanti a sua disposizione, quindi Insigne, Immobile, Eder, Pellé e Zaza staccano il pass per Euro 2016.

    Alle 23 scelte di Conte si aggiungeranno le riserve Zappacosta, Benassi e Rugani che lavoreranno con la squadra perché, in caso di infortunio fino a 24 ore prima della gara inaugurale, si può procedere a una sostituzione.

    Ecco la lista dei convocati per Francia 2016:

    Portieri: Buffon (Juve), Marchetti (Lazio), Sirigu (Psg);

    Difensori: Barzagli (Juve), Bonucci (Juve), Chiellini (Juve), Darmian (Manchester United), De Sciglio (Milan), Ogbonna (West Ham).

    Centrocampisti: Bernardeschi (Fiorentina), Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), El Shaarawy (Roma), Florenzi (Roma), Giaccherini (Bologna), Sturaro (Juventus), Thiago Motta (Psg), Parolo (Lazio).

    Attaccanti: Eder (Inter), Immobile (Torino), Insigne (Napoli), Pellè (Southampton), Zaza (Juve).

    Riserve: Zappacosta (Torino), Rugani (Juventus), Benassi (Torino)

  • L’Italia di Conte si ferma sul pari con la Romania

    L’Italia di Conte si ferma sul pari con la Romania

    Niente da fare, l’Italia di Antonio Conte non riesce a chiudere il 2015 con un successo.

    Nella sfida amichevole di Bologna contro la Romania, con “la Marsigliese” che ha accolto in campo le due squadre per non dimenticare i tragici fatti di venerdì 13 a Parigi, gli azzurri non sono riusciti ad andare oltre ad un pareggio per 2-2.

    Un pareggio che sa di beffa perchè giunto con il gol di Andone a due minuti dal termine, dopo che l’Italia aveva ribaltato l’iniziale svantaggio, nato dalla ormai consueta distrazione difensiva, con il rigore di Marchisio e il primo gol in nazionale di Gabbiadini, infortunatosi nel finale.

    Al termine del match, ai microfoni della Rai, il Ct Antonio Conte è parso piuttosto arrabbiato per una gara, ben giocata, ma che non ha portato la tanto desiderata vittoria.

    Veniamo al racconto della gara.

    Italia-Romania prima del fischio d'inizio | © VivoAzzurro
    Italia-Romania prima del fischio d’inizio | © VivoAzzurro

    Conte effettua qualche cambio ma mantiene il 4-4-2 con Chiellini spostato sulla fascia, Soriano a centrocampo con Marchisio, El Shaarawy sulla fascia. In avanti confermata la coppia Eder-Pellé.

    Iordanescu schiera i suoi con un 4-3-3 che vede il portiere della Fiorentina Tatarusanu e il centrale del Napoli Chiriches tra i titolari. In avanti trio composto da Budescu, Stancu e Keseru.

    L’Italia prova subito a fare la gara ma il primo pericolo lo crea la Romania, Buffon è bravo a deviare in corner. Al minuto numero 8 il solito pasticcio difensivo azzurro, in questo caso causato da Darmian, spalanca la strada a Stancu che piazza il pallone nell’angolo. Gli azzurri ci mettono diversi minuti a reagire e sostanzialmente, a parte qualche spiovente pericoloso, Tatarusanu non corre rischi. Prima della fine del tempo c’è spazio per una palla in mezzo, controllata male da El Shaarawy, e per un tiro di Marchisio, alto non di molto. Nel recupero vibranti proteste per un rigore non concesso, per fallo su Eder.

    Conte riparte con gli stessi undici e per lo meno nei primi minuti non cambia nemmeno il copione della gara, Italia poco insidiosa. Al 55° però l’Italia arriva al pareggio, Eder si conquista un calcio di rigore che Marchisio trasforma. Passa un minuto ed Eder cerca di procurarsi un altro rigore ma stavolta si prende il giallo per simulazione. Il gol però carica gli azzurri che prendono totalmente in mano la gara. Al 66° gli sforzi portano al vantaggio con Gabbiadini, sul filo del fuorigioco, bravo a girare di testa un cross di Marchisio. Il vantaggio rassicura gli uomini di Conte che provano a chiudere il match mentre la Romania non riesce a rendersi pericolosa. Al 85° l’Italia rimane in 10 perchè Gabbiadini infortunato, deve lasciare il campo a sostituzioni terminate. Gli ospiti tentano un forcing finale che porta al pareggio di Andone che è abile a girare in gol una corta respinta di Sirigu. Il pareggio regala ancora forza alla Romania che cerca addirittura il gol del successo ma non accade altro, la sfida si chiude in parità.

     

    ITALIA – ROMANIA 2-2 (8° Stancu (R), 55° rig. Marchisio (I), 66° Gabbiadini (I), 88° Andone (R))

    Italia (4-4-2): Buffon (69° Sirigu); Darmian, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Florenzi, Marchisio (77° Parolo), Soriano (60° Soriano), El Shaarawy (82° Candreva); Pellé (60° Okaka), Eder (60° Gabbiadini).

    Allenatore: Conte.

    Romania (4-3-3): Tatarusanu; Sapunaru, Chiriches, Grigore, Rat (84° Filip); Hoban, Pintilli (68° Prepelita), Torje (68° Andone); Budescu (46° Maxim), Stancu (85° Ivan), Keseru (46° Sanmartean)

    Allenatore: Iordanescu.

    Arbitro: Jaccottet.

    Ammoniti: Hoban (R), Eder (I), Chiriches (R), Florenzi (I)

  • L’Italia di Conte espugna Baku e vola a Francia 2016

    L’Italia di Conte espugna Baku e vola a Francia 2016

    Missione compiuta, l’Italia guidata da Mister Antonio Conte vince sul campo dell’Azerbaigian e conquista la matematica qualificazione ad Euro2016.

    Gli azzurri dopo aver sbloccato subito il match con Eder, ha commesso le consuete distrazioni viste anche in altre gare, ed ha subito il pareggio dei padroni di casa. Per fortuna di Conte e dei suoi, l’Azerbaigian ha palesato parecchi limiti e prima El Shaarawy sul finire del primo tempo e poi Darmian a metà ripresa, hanno messo al sicuro successo e qualificazione.

    C’è sicuramente da migliorare sul piano del gioco, intanto però il primo passo è stato fatto, l’Italia la prossima estate sarà in Francia a cercare di conquistare il titolo europeo.

    Antonio Conte | Foto Twitter
    Antonio Conte | Foto Twitter

    Veniamo al racconto della gara.

    Conte opta per un 4-4-2 con Verratti e Parolo a metà campo sostenuti sull’esterno da Candreva, e non Florenzi, ed El Shaarawy. In attacco coppia Eder-Pellé.

    Prosinecki, ancora imbattuto in gare ufficiali sulla panchina dell’Azerbaigian, schiera i suoi con un 4-1-4-1 che vede Gurbanov unica punta.

    La partenza è buona con l’Italia propositiva ed un Azerbaigian in attesa. I padroni di casa sembrano pian piano crescere ma vengono puniti al 11° da Eder che controlla un lungo e preciso lancio di Verratti, si presenta davanti ad Agayev e lo batte. La reazione degli uomini in maglia rossa non si vede e al 15° Pellé ha la chance del raddoppio, salva Agayev in corner. L’Italia sembra in controllo, l’Azerbaigian non riesce a rendersi pericoloso, al 30° però un’indecisione del duo Bonucci-Chiellini costa cara agli azzurri, la palla arriva infatti a Nazarov che lascia partire il tiro che non lascia scampo a Buffon. La nazionale di Conte si lancia in avanti, creando qualche conclusione pericolosa. Il primo tempo sembra doversi chiudere in parità ma al 43° Candreva scatta sul filo del fuorigioco, si presenta davanti al portiere, mette in mezzo il pallone che El Shaarawy spinge in rete a porta vuota.

    Il tocco vincente di Eder | Foto Twitter
    Il tocco vincente di Eder | Foto Twitter

    La ripresa inizia con un’Italia che nei primi minuti parte con il piede giusto e con la giusta concentrazione. Al quarto d’ora Eder ha l’occasione per chiudere la partita ma il suo pallonetto è salvato pochi passi prima della linea. L’attesa dura solo 5 minuti perchè al 65°, dopo l’ennesimo errore in disimpegno dei difensori di casa, Darmian lascia partire il tiro che vale il 3-1. La gara scivola via con il tranquillo controllo degli azzurri. A tre minuti dal termine Giovinco s’invola verso la porta ma viene steso da Huseynov che prende il rosso. Sulla seguente punizione la Formica Atomica centra la traversa.

     

    AZERBAIGIAN – ITALIA 1-3 (11° Eder (I), 30° Nazarov (A), 43° El Shaarawy (I), 65° Darmian (I))

    AZERBAIGIAN (4-1-4-1): K.Agayev; Medvedev, Huseynov, R.Sadygov, Dashdemirov; Garayev; Ismayilov (90° Mirzabekov), Eddy (66° R.A. Sadygov), Amirguliyev, Nazarov; R.Gurbanov (74° Erat).

    Allenatore: Prosinecki.

    ITALIA (4-4-2): Buffon; Darmian, Bonucci, Chiellini, De Sciglio; Candreva (88° Montolivo), Verratti, Parolo, El Shaarawy (74° Florenzi); Pellé, Eder (78° Giovinco).

    Allenatore: Conte.

    Arbitro: Collum.

    Ammoniti: Medvedev (A)

    Espulsi: Huseynov (A)

  • Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Questa sera alle 20:45 riprende il cammino della nostra Nazionale nelle qualificazioni per il Campionato Europeo che si disputerà in Francia la prossima estate. Italia-Malta al “A. Franchi” di Firenze rappresenta una piccola tappa di avvicinamento che capita a fagiolo dopo la pausa estiva. L’altro impegno, quello con la Bulgaria, è di caratura diverso ma arriva dopo una settimana che gli azzurri sono tornati insieme, quindi Antonio Conte ha tutto il tempo e le facilitazioni possibili per organizzare e riprendere il discorso interrotto ormai parecchi mesi fa con la Nazionale e i suoi interpreti scelti.

    Sulla carta Italia-Malta è una partita senza storia, una di quelle partite che se prese con la filosofia giusta ti permettono di mettere in cascina tanti gol all’attivo validi per un’eventuale classifica finale che se non risolta dai punti può girare a tuo favore per la differenza reti. Tuttavia è bene ricordare che nel girone d’andata l’Italia s’impose su maltesi solo per 0-1 e quindi la prima cosa su cui lavorare per Conte è la testa degli azzurri, per evitare brutte figure. Testa dei calciatori che, inutile dirlo, fino a tre giorni fa era concentrata sul calciomercato e con l’orecchio teso molti calciatori erano in attesa di notizie, basta pensare per esempio ai due blucerchiati Soriano ed Eder che fino all’ultimo non sapevano in che squadra avrebbero giocato dopo gli impegni con la Nazionale.

    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter
    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter

    Antonio Conte sembra orientato a schierare l’Italia con un 4-3-3, tenendo una certa fisionomia dell’ultima Italia vista e inserendo le motivazioni di alcuni freschi di riconvocazione. Ecco che quindi oltre ai confermati Buffon, Chiellini e Bonucci troviamo nella linea difensiva Darmian e Mimmo Criscito. A centrocampo Conte è stato chiaro, per lui Pirlo e Verratti possono coesistere ed è molto probabile che siano affiancati da Soriano mentre davanti Zaza è per il momento sostituito da Pellè con, di supporto ai suoi fianchi, Candreva ed Eder.

    Per Malta la questione è molto semplice, la missione è come sempre quella di non sfigurare e poi se c’è la possibilità, colpire una nazionale nettamente più forte senza avere paure reverenziali. Pietro Ghedin adotterà un modulo classico (4-4-2) che gli permetterà di mantenere più equilibrio possibile per evitare imbarcate, il resto sarà tanta grinta e coraggio con qualche discreta individualità ma nulla più.

    ITALIA-MALTA – LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (4-3-3): Buffo; Darmian, Bonucci, Chiellini, Criscito; Verratti, Pirlo, Soriano; Eder, Pellè, Candreva.

    All.: Antonio Conte

    Malta (4-4-2): Haber; A. Muscat, Agius, Camilleri, Z. Muscat; Fenech, R. Muscat, Briffa, Failla; Effiong, Schembri.

    All.: Pietro Ghedin.

    Arbitro: Ovidiu Hategan

  • Nazionale, Conte riconvoca Giovinco e Criscito

    Nazionale, Conte riconvoca Giovinco e Criscito

    A conclusione della seconda giornata di campionato la Nazionale azzurra guidata da Antonio Conte si ritroverà a Coverciano per la preparazione in vista delle due partite valide per la qualificazione Campionati Europei francesi della prossima estate. Come aveva detto il CT sono stati presi in considerazione gli italiani che giocano in campionati esteri, su 28 giocatori convocati ben 9, inoltre si mantiene la linea di continuità dettata nelle scorse convocazioni anche perché il campo nei mesi estivi ha prodotto poco per poter dare valutazioni differenti.

    Sebastian Giovinco | Foto Twitter
    Sebastian Giovinco | Foto Twitter

    Ecco che quindi come di consueto non manca qualche sorpresa, soprattutto che riguarda i ritorni di Giovinco (ultima convocazione novembre 2014) e di Criscito, inoltre c’è come detto una certa continuità con la conferma per il momento anche per Andrea Pirlo, anche lui migrato in Major League Soccer. Fatto che pone sempre l’eterno dilemma, se si continua a puntare sull’ex-juventino quando le chiavi del centrocampo azzurro saranno date a Marco Verratti?

    Le due sfide in programma contro Malta a Firenze il 3 settembre e contro la Bulgaria a Palermo il 6 settembre non sembrano due appuntamenti con un alto grado di difficoltà, pertanto non sono probanti soprattutto la prima, tuttavia è tempo per il CT di fare delle scelte e consolidare un gruppo unito e coeso lottando contro i ritmi imposti dalle competizioni per club.

    Durante questa stagione inutile dirlo saranno fatte le scelte che determineranno il cammino degli azzurri in Francia nella fase finale, che non è ancora stata conquistata ma salvo cataclismi vedrà tra i protagonisti anche i nostri.

    LITA CONVOCATI DA ANTONIO CONTE:

    Portieri: Buffon (Juventus), Sirigu (Paris Saint Germain), Padelli (Torino)

    Difensori: Acerbi (Sassuolo), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit), Darmian (Manchester United), De Sciglio (Milan), Pasqual (Fiorentina), Ranocchia (Inter).

    Centrocampisti: Bertolacci (Milan), De Rossi (Roma), Florenzi (Roma), Parolo (Lazio), Pirlo (New York City), Soriano (Sampdoria), Verratti (Paris Saint Germain).

    Attaccanti: Candreva (Lazio), Eder (Sampdoria), El Shaarawy (Monaco), Gabbiadini (Napoli), Giovinco (Toronto), Immobile (Siviglia), Pellè (Southampton), Vazquez (Palermo), Zaza (Juventus).