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  • Calciomercato Inter, dopo Cassano assalto Pereira e Gargano

    Calciomercato Inter, dopo Cassano assalto Pereira e Gargano

    Nel momento in cui l’Inter sta di fatto definendo gli ultimi dettagli della trattativa più veloce dell’anno, con l’approdo di Cassano ad Appiano Gentile e i cari saluti all’esodato Pazzini in direzione Milan, il mercato in casa nerazzurra sembra essere in fermento. Stramaccioni era stato abbastanza chiaro sia dopo il ko interno contro l’Hadjuk che nell’ultima amichevole contro il Bizertin: prima del 26 agosto la squadra necessitava di alcuni ritocchi mirati per essere completata e al tempo stesso competitiva su tutti i fronti. Per questo motivo sul fronte terzino sinistro, l’affare Alvaro Pereira ha subito una netta accelerazione con una nuova offensiva di Branca, che ha portato l’offerta nerazzurra ad una cifra vicina ai 13 milioni di euro, limando ulteriormente la soglia dei 15 richiesti dal presidente del Porto Pinto Da Costa. Rimane apertissima inoltre anche la pista che porta a Walter Gargano, coprendo in questo senso quel vuoto che a centrocampo, in teoria sarebbe dovuto essere riempito da De Jong, o da Paulinho.

    Walter Gargano © Giuseppe Bellini Getty Images Sport
    Incassato il conguaglio relativo allo scambio tra Cassano e Pazzini, per un totale di circa 7 milioni di euro, l’Inter dovrà chiudere velocemente l’affare con il Porto per portare in nerazzurro Pereira. Secondo il quotidiano portoghese O Jogo l’asticella dell’offerta sarebbe arrivata a 13, con il Porto che starebbe temporeggiando in attesa di scatenare un’asta tra Inter, Napoli e Chelsea che in realtà stenterebbe a decollare visto il vantaggio accumulato dall’Inter e la preferenza dello stesso calciatore per i colori nerazzurri. Un segnale a favore dell’Inter è stata anche la mancata convocazione di Pereira nella prima partita di campionato, a testimoniare come l’addio con il Porto sia ormai cosa fatta.

    A questo punto bloccato il terzino sinistro, e la seconda punta con Cassano, rimane vuoto il tassello del centrocampista, e quello del vice Milito. Per il primo il nome, in pole c’è Gargano, considerando come tutte le alternative siano sfumate prima di intavolare ogni trattativa. Paulinho dopo il rinnovo con il Corinthians sembra essere lontanissimo, e lo stesso Nigel De Jong più volte accostato ai colori nerazzurri, ha un problema di ingaggio fin troppo elevato per i parametri della nuova filosofia economica interista. A questo punto Gargano, considerando il cambio di modulo di Walter Mazzarri, con l’arretramento di Hamsik e l’inserimento in mediana di elementi come Beherami e Dzemaili, avrebbe le porte chiuse, trovando sempre meno spazio nel centrocampo azzurro. A questo punto l’Inter sta sfruttando il momento con Branca e Ausilio che hanno incontrato Boselli, l’agente del calciatore per definire il prima possibile il passaggio di Gargano in nerazzurro. Rimane da capire, considerando gli ottimi rapporti tra De Laurentiis e Moratti, quale sarà la formula per l’acquisto: prestito con diritto, ma non obbligo, di riscatto pare l’ipotesi più plausibile.

    Infine rimane da capire quale sarà l’ultimo colpo di questa campagna acquisti per incastrare il tassello finale del puzzle richiesto da Stramaccioni. La necessità di un vice Milito rimane sempre in evidenza, ma anche se pare tramontata la pista Quagliarella, è forse il caso di dare una vera e propria chance alle armi fatte in casa, con Longo e Livaja pronti a dire la loro.

  • Cassano all’Inter, agente Pazzini da Galliani

    Cassano all’Inter, agente Pazzini da Galliani

    Manca ormai relativamente poco alla chiusura del calciomercato, e in questi ultimi giorni di fine estate le trattative subiscono accelerazioni degne dei migliori piloti di Formula 1. Esempio? L’idea, trasformatasi in realtà dello scambio tra cugini milanesi con Pazzini al Milan e Cassano a vestire la maglia dell’Inter. Il più bel colpo di scena estivo, dopo aver che rispettivamente le due dirigenze hanno di fatto ‘illuso’ con precisi giochi di ombre i loro tifosi, con i nomi altisonanti di top player inavvicinabili come Lucas, (sponda Inter) e Dzeko e Tevez (sponda Milan) si sta materializzando con uno scambio che alla fine dei conti potrebbe, dico potrebbe accontentare tutti quanti. Cassano in primis, che ha chiesto esplicitamente di essere ceduto; Pazzini che dopo lo sfogo nel giorno della presentazione estiva si è di fatto autoeliminato da un progetto in cui per lui non c’era più molto spazio, e le due società che in questo modo colmerebbero con una ‘pezza’ un buco lasciato vuoto da un calciomercato fin qui avaro di colpi.

    Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano © Emilio Andreoli/AFP/Getty Images
    Lo scambio sarebbe stato avallato dallo stesso Galliani, e dal tecnico rossonero Allegri, che non avrebbe convocato il talento di Bari Vecchia per il match contro la Juventus nel Trofeo Berlusconi. Galliani avrebbe confermato tutto, dichiarando esplicitamente come Cassano abbia chiesto personalmente di essere ceduto, e di come la trattativa con i nerazzurri sia avviata per raggiungere un accordo con lo scambio per Pazzini. Ovviamente viste le differenti valutazioni dei cartellini dei rispettivi giocatori, l’Inter e Massimo Moratti in primis avrebbero chiesto per il benestare della trattativa un conguaglio economico vicino ai 10 milioni di euro. Il Milan sarebbe fermo sui 7 milioni, con la possibilità che l’affare dell’estate si chiuda in tempi brevissimi. In casa Inter nessun storcerebbe il naso, considerando come anche Stramaccioni avrebbe dato il suo assenso all’arrivo di FantAntonio nel club nerazzurro.

    CASSANO PAZZINI
    La domanda a questo punto sorge spontanea: “ Chi ci guadagna tra Inter e Milan in questo scambio?”
    A occhi chiusi volendo fare un’analisi tecnico tattico, il Milan ne trarrebbe assoluto vantaggio, mentre per l’Inter sarebbe un operazione più rischiosa, e forse meno utile. Pazzini in rossonero potrebbe ritrovare la sua vena del gol, da grande bomber di area, somigliando per caratteristiche all’ex di turno Pippo Inzaghi, e proprio i rossoneri orfani di una prima punta d’area troverebbe nel Pazzo un’arma in più per scardinare le difese avversarie. Mentre l’Inter alla ricerca di un vice Milito e con un’abbondanza mostruosa di seconde punte (Palacio, Sneijder, Coutinho, volendo anche Alvarez) dove collocherebbe l’estro di un giocatore come Cassano? Inoltre ci sarebbe da considerare l’aspetto psicologico di un giocatore quantomeno ‘instabile’ e meglio noto alle cronache per le sue ‘cassanate’. Dopo aver giurato amore eterno al Milan, e aver dichiarato come il suo arrivo in rossonero fosse l’ultima tappa della sua carriera calcistica, Cassano aveva precisato come non avrebbe di certo deluso le aspettative, e che se fosse andato via anche dal club rossonero l’avrebbero dovuto rinchiudere in un manicomio. Certo l’Inter è pazza, ma da qui a definirla un manicomio ce ne passa.

  • Cassano per Pazzini, tutt’altro che Fantacalcio

    Cassano per Pazzini, tutt’altro che Fantacalcio

    Quanti di voi solo un mese fa erano disposti a puntare solo un euro su uno scambio tra Inter e Milan tra Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini? Il calciomercato nel corso degli anni ha spesso regalato trattative impensabili lasciando spesso sorpresi addetti ai lavori e tifosi ma quella tra l’ex coppia gol della Sampdoria le supera di gran lunga tutte e se dovesse andare in porto farebbe definitivamente riallacciare i rapporti tra le due società di Milano alla disperata ricerca di idee e invenzioni low cost per abbassare il gap dalla Juventus Campione d’Italia. Pazzini ufficialmente fuori rosa è sin dall’inizio della finestra di calciomercato alla ricerca della maglia del rilancio, Antonio Cassano senza sorriso dopo le partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva è stato escluso dai convocati del Trofeo Berlusconi in programma questa sera.

    Cassano per Pazzini, Milan e Inter trattano | &copy: Getty Images
    Cassano per Pazzini, si tratta I destini di Cassano e Pazzini sono intrecciati sin da quando a suon di gol e grandi prestazioni trascinarono la Sampdoria di Garrone fino al quarto posto in campionato e ai preliminari di Champions League. In blucerchiato i due fecero rivivere la coppia d’oro Mancini Montella permettendo ai tifosi di sognare uno storico scudetto, poi nel gennaio 2011 l’esodo verso Milano: Pazzini acquistato da Moratti per 18 milioni di euro per risolvere la sterilità dell’attacco nerazzurro, Cassano arrivato in rossonero per circa 5 milioni dopo la famosa lite con il presidente Garrone. Fu subito amore. Pazzini si esaltò in nerazzurro segnando gol importanti e scalzando Milito dal ruolo di titolare, Cassano portò entusiasmo in rossonero trovando una straordinaria affinità con Ibrahimovic. L’idillio però con il passare dei mesi è scemato e adesso i due sembrano esser un peso per le rispettive squadre.

    L’Inter valuta Pazzini 13 milioni di euro, ufficialmente Cassano non ha un prezzo ma gli ambienti vicino ai rossoneri parlano di una valutazione intorno agli 8/9 milioni di euro. Uno scambio alla pari è impensabile perché sarebbe molto svantaggioso per l’Inter che realizzerebbe una pesante minusvalenza. Da domani Beppe Bozzo e Tullio Tinti procuratori di Cassano e Pazzini cercheranno la soluzione migliore per i propri assistiti e per le due società.

    Cassano per Pazzini. Affinità L’affinità tra Cassano e Stramaccioni è sicura. Fu Sneijder a raccontare a Cassano l’impatto devastante e positivo dello “Strama” nello spogliatoio nerazzurro, Pazzini invece è la tipologia di prima punta perfetta per Allegri. E’ solo Fantacalcio? Vedremo…

  • Nocerino è sempre il bomber, inedito Cassano

    Nocerino è sempre il bomber, inedito Cassano

    Il Milan di Allegri conquista ancora una vittoria nelle amichevoli estive. Questa volta il blasone degli avversari e la loro qualità tecnica è notevolmente inferiore a quella dei rossoneri che in questo ritiro stanno cercando di dimenticare il modo di giocare con Ibrahimovic, mettendo in naftalina le continue verticalizzazioni promuovendo un più ragionato e ampio possesso palla. Milan-Deportivo Olimpia, come dicevamo, non è il match per capire il valore dei rossoneri ma può esser preso come esempio per capire le idee di Allegri per la mediana e l’attacco dove ad oggi manca una vera prima punta. Il tecnico livornese in attesa del rientro di Pato e di qualche colpo di mercato in avanti ha adottato lo schema spagnolo con Cassano nel ruolo atipico di prima punta alla Fabregas e i mobilissimi El Shaarawy e Robinho ai lati per un attacco senza punti di riferimento per gli avversari e bravo ad aprire spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

    Antonio Nocerino ancora bomber | ©ALBERTO LINGRIA/AFP/GettyImages
    Milan-Deportivo Olimpia la partita Allegri inizia il match con Bonera e Acerbi coppia centrale, Abate e Antonini sugli esterni. A centrocampo Montolivo occupa il ruolo di play basso con ai lati Nocerino e Constant. I rossoneri partono forte e fanno incetta di occasioni da gol, Antonini ed El Shaarawy sprecano da ottima posizione, Cassano, quest’oggi ispirato, regala invece assist a ripetizione. A sbloccare la partita è Robinho con un tiro dalla distanza, poi sale in cattedra bomber Nocerino che per ritrovare il feeling con il gol in vista della prossima stagione sfrutta al meglio uno scambio tra Cassano e Robinho per la prima rete e di Abate per il secondo gol. Nella ripresa tanti i giovani in campo e ritmi più blandi. E i campioni dell’Honduras trovano la rete della bandiera ad quindici dal termine.

    Bene Cassano e Montolivo. No El Shaarawy, Acerbi e Constant Milan-Deportivo Olimpia può esser considerata la prima vera partita di Cassano del dopo Ibra. Il barese scontento delle partenze sembra aver trovato nel nuovo ruolo qualche motivazione per riprendere la sua storia rossonera. Bene anche Montolivo nel ruolo di regista basso anche se l’esperimento è da rivedere. Ancora fuori condizione e macchinosi Acerbi e Constant, deve iniziare ad esser più concreto sotto porta El Shaarawy.

    Video Milan-Deportivo Olimpia 3-1 highlights
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  • Kakà al Milan, una locandina per i tifosi

    Kakà al Milan, una locandina per i tifosi

    In questa calda estate del 2012, in un periodo in cui non si fa che parlare di spread e contro spread, ecco che mi sembra di essere tornato indietro nel tempo con il Milan ed il Real Madrid a parlare di Kakà.

    Riemergono allora le solite vecchie figure, come quelle del Mediatore dei mediatori, tale Ernesto Bronzetti che questa volta è chiamato a convincere il Real Madrid a “regalare” praticamente l’ex stella brasiliana al suo primo amore rossonero.

    Di una squadra in cui il presidente è unanimemente considerato come uno dei più grandi comunicatori del Mondo, (stendendo un velo pietoso su qualsiasi possibile commento di natura politica), ecco pronta l’idea per cercare di evitare l’esodo di abbonamenti che i tanti delusi tifosi rossoneri si stanno apprestando di disdire a causa delle sanguinose, ma necessarie cessioni di Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic agli sceicchi parigini.

    Ricardo Kakà ©Manuel Queimadelos Alonso/Getty Images

    Le minestre c.d. riscaldate dalle parti di Milanello, seppur di indubbia qualità, non hanno mai avuto tanta fortuna si pensi al ritorno di Arrigo Sacchi, Rudd Gullit e per ultimo, ma non per importanza, Andry Shevchenko. Ecco che quindi di poca comprensione calcistica, ma soprattutto logica, appare il trasferimento del tanto amato Ricardo al club di Via Turati considerata la presenza in rosa di giocatori molto validi (Boateng, Cassano, El Sharaawy), che possono ricoprire con prestazioni sicuramente convincenti il ruolo del brasiliano appena scaricato da Josè Mourinho. Per adesso le parti si stanno parlando ma qualora il Real Madrid dovesse decidere, magari verso la fine del mese di agosto, di pagare parte dell’ingaggio di Kakà e con la sensibile riduzione dello stesso da parte di quest’ultimo, allora la possibilità di rivedere il brasiliano vestire di nuovo la maglia n.22 (che per giunta è stata lasciata libera da Nocerino) potrebbe diventare realtà.

    I tifosi non sono affatto contenti della campagna di ridimensionamento rossonera che invece di andare a colmare le lacune di una rosa assolutamente inadeguata al momento di lottare per i vertici della Serie A, soprattutto in difesa, pensa a ricreare nostalgici scenari cercando di piazzare la bella faccia del brasiliano nel buco lasciato dallo svedese e senza andare a colmare soprattutto, la voragine lasciata aperta dalle partenze di due dei difensori più forti al mondo mai visti sul campo di gioco tali Alessandro Nesta e Thiago Silva

  • Cassano deluso dal Milan, spunta l’ipotesi Inter

    Cassano deluso dal Milan, spunta l’ipotesi Inter

    In casa Inter spunta un nuovo nome, Antonio Cassano. Il talento di Bari Vecchia, da tempo stimato dai nerazzurri, è alquanto deluso dalle strategie di mercato del suo club attuale, il Milan. L’ex Samp ha preso il posto di Ibra per quanto riguarda i mal di pancia rossoneri e come rilanciato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, è tentato dall’idea di approdare sull’altra sponda del Naviglio. Quello tra Cassano e l’Inter è un amore mai iniziato nonostante sia noto a tutti la fede interista del barese e nonostante il presidente Moratti abbia sempre stimato il talento della nazionale italiana. Non è la prima volta che il nome di Cassano viene accostato al club interista, nel 2006 i nerazzurri sotto consiglio di Roberto Mancini avevano la possibilità di prenderlo ma non se ne fece nulla con Cassano che passò al Real Madrid senza riscontrare successo. Tornato in Italia alla Sampdoria il suo immenso talento è tornato a brillare prima che una lite furibonda con il presidente Garrone decretò il suo addio a Genova.

    Antonio Cassano © FRANCK FIFE/AFP/GettyImages

    Anche in quell’occasione l’Inter era in prima fila per acquisire le sue prestazioni, ma a spuntarla fu il Milan che a costo zero mise sotto contratto l’ex Roma. Il resto è storia recente, con Cassano che ha ben figurato in rossonero nonostante il lungo stop per un problema cardiaco. Negli ultimi Europei di calcio ha confermato di poter tornare sui suoi livelli ed anche grazie a lui la nostra Italia si è spinta fino alla finale persa poi a Kiev contro le furie rosse. Il ridimensionamento del Milan è sotto l’occhio di tutti e a Cassano sembra non allettare più l’idea di restare in rossonero. Il barese non si sente al centro del progetto milanista, a questo aggiungiamo qualche problema di natura economica per quanto riguarda l’adeguamento dell’ingaggio e possiamo ben intuire che il suo futuro potrebbe essere lontano da Milanello. Dopo l’ipotesi di qualche settimana fa di un ritorno alla Samp, dove Cassano è tornato ad essere quello degli anni d’oro, adesso spunta la suggestione Inter.

    Per adesso non c’è niente di concreto ma aspetto da non sottovalutare è la stima e la simpatia che lega Antonio Cassano ad Andrea Stramaccioni, simpatia resa di dominio pubblico quando alcuni mesi fa l’allenatore dell’Inter imitò in un simpatico video il suo incontro con il barese. Se si dovesse verificare l’ipotesi Cassano per l’Inter, l’ex Real Madrid non troverà di certo un suo vecchio compagno di reparto come Giampaolo Pazzini. I due hanno hanno fatto faville con la maglia blucerchiata e adesso vivono situazioni simili, con i loro nomi al centro delle vicende di mercato. Il bomber di Pescia, arrivato all’Inter nel gennaio 2011, adesso vive da separato in casa prima di conoscere la sua prossima destinazione, che sarà molto probabilmente in Italia per espressa volontà del giocatore. In un calciomercato come quello attuale, dove c’è poca disponibilità economica bisogna avere tante idee e l’idea di un Cassano all’Inter potrebbe già aver stuzzicato i più. Resta da capire adesso se il nome di Cassano sia in grado di stuzzicare la fantasia dei dirigenti nerazzurri ma questo lo scopriremo solo vivendo…

  • Dopo Robinho anche Cassano in partenza, il Milan smobilita

    Dopo Robinho anche Cassano in partenza, il Milan smobilita

    Ora che Thiago e Ibrahimovic non ci sono più, i tifosi rossoneri avevano la speranza di poter contare almeno su quel poco materiale umano rimasto a disposizione. Si dovranno però ricredere in tanti, dal momento che anche altri due attaccanti rossoneri potrebbero presto lasciare la società di Via Turati: Robinho e Cassano. Galliani non dichiara nessuno incedibile, anche perché se si sono venduti i due migliori calciatori nessuno ormai può essere definito tale. In questo senso la giornata di ieri è stata particolarmente interessante. Alle 13 nella sede del Milan sono arrivati infatti gli agenti di Rafael, il portiere del Santos che gode di ottima reputazione tra gli ambienti rossoneri. Probabile un suo inserimento nell’operazione che dovrebbe portare Robinho nuovamente al suo primo amore.

    robinho e antonio cassano | ©Claudio Villa/Getty Images

    Nella serata è arrivata la netta smentita del presidente del Santos, il quale ha affermato come nessun uomo del club si trovasse attualmente a Milano per trattare l’acquisto dell’attaccante. Nonostante le smentite di rito, ieri sarebbe pervenuta l’offerta ufficiale dei carioca per Binho: 6 milioni di euro più il cartellino dell’estremo difensore. Proposta bocciata da Galliani e Braida, dal momento che vorrebbero almeno 10 milioni di euro cash oltre al portiere Rafael, per una cifra complessiva quindi di 15-16 milioni di euro. La volontà di vendere Robinho c’è, considerato il suo ingaggio da 6 milioni di euro netti all’anno (12 milioni lordi), prezzo divenuto ormai insostenibile per le finanze rossonere. Santos e Milan torneranno a parlare nelle prossime ore. Il tempo stringe. Se entro venerdì le due società non dovessero trovare un accordo, per Robinho si chiuderebbe definitivamente la porta Santos e resterebbe invece aperta quella spagnola del Malaga. Ricordiamo che in Brasile le squadre possono comprare fino a questo venerdì.

    Oltre a Robinho potrebbe lasciare Milanello anche Fantantonio Cassano. Riecheggia ancora il suo sfogo durante gli Europei, quando Thiago Silva sembrava in procinto di lasciare la squadra insieme a Ibra. Ciò che l’attaccante barese temeva si è trasformato presto in realtà, e quindi ci si aspettano delle mosse in tal senso da parte del calciatore fin dai prossimi giorni. Galliani ha già fatto capire di non voler trattenere nessuno. L’ipotesi più suggestiva, che vuole Cassano alla Samp, è al momento la più plausibile, dal momento che lui stesso sogna di tornare a vestire i colori della maglia blucerchiata. Dall’altra parte, la famiglia Garrone ha inizialmente escluso tale ipotesi, almeno per quest’anno, sebbene tutto possa ancora succedere da qui al 31 agosto. In ogni caso rimane forte la volontà da parte di Cassano di tornare a Genova, dove ha casa, e non è da escludere che alla fine decida per un clamoroso approdo al Genoa di Enrico Preziosi. Le strade del calciomercato sono infinite.

  • Spagna-Italia gioca Abate. Balotelli alla prova del 9

    Spagna-Italia gioca Abate. Balotelli alla prova del 9

    Il 1 luglio è arrivato. Spagna-Italia ci dirà quale Nazionale salirà sul trono d’Europa. La Roja, che arriva da 4 anni di successi (Euro 2008, Sudafrica 2010), ha la storica occasione di conquistare un fantastico triplete. La squadra di Cesare Prandelli si presenta a Kiev senza pressione, consapevole di essere l’autentica sorpresa di questi Europei. Non dovrebbero esserci sorprese di formazione nelle due squadre, con Del Bosque intenzionato a schierare Fabregas come falso nueve, lasciando ancora in panchina El Nino Torres. Il ct italiano invece conferma il 4-3-1-2 utilizzato nei quarti e in semifinale. Nell’undici titolare torna Abate, con Balzaretti retrocesso in panchina. In attacco Prandelli si affiderà ancora alla coppia Cassano-Balotelli.

    Spagna-Italia, centrocampo stellare

    La finale di Euro 2012 vivrà sulla sfida a centrocampo di autentici maestri dal pallone: Pirlo, Xavi, De Rossi, Xabi Alonso per citarne alcuni. Chi riuscirà a conquistare il pallino del gioco avrà grandi chances di vincere la Coppa. Il match d’esordio non fa più testo ormai. L’Italia ha definitivamente abbandonato il 3-5-2 con cui aveva giocato i primi due incontri del girone, utile più a difendersi che a creare gioco. Tornando al 4-3-1-2 Cesare Prandelli ha voluto mostrare al mondo intero come gli azzurri non siano solo catenaccio. Perché quando in squadra si hanno giocatori come Pirlo, Marchisio, Cassano e Balotelli, è impensabile un atteggiamento stile anni ’30.

    Spagna-Italia, capocannoniere

    Tutti gli occhi saranno puntati su di lui, Mario Balotelli. L’attaccante del Manchester City, con la doppietta rifilata alla Germania in semifinale, occupa il primo posto nella classifica marcatori al pari di Dzagoev, Cristiano Ronaldo, Gomez e Mandzukic. Qualora dovesse segnare un gol anche alla Roja, Supermario andrebbe a issarsi sul trono dei capocannonieri di Euro 2012 (terzo italiano dopo Rossi a Madrid ’82 e Schillacci a Italia ’90). Pique e Ramos sono avvisati. Partono più indietro invece gli spagnoli Xabi Alonso, Fabregas e Torres, tutti e tre fermi a quota 2 reti, con El Nino che partirà come nelle ultime due partite dalla panchina.

    Spagna-Italia, sfida tra invincibili

    gianluigi buffon | © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    In finale sono approdate le due Nazionali meno perforate di questi Campionati Europei. Da una parte ci sono le Furie Rosse, perforate una sola volta, all’esordio, proprio contro l’Italia di Prandelli (in gol Totò Di Natale ndr). Dall’altra gli azzurri di Prandelli, due gol incassati nelle prime due partite del girone (Spagna, Croazia), entrambe quando in campo c’era schiera la difesa a 3. C’è poi la storia di Buffon: il portiere bianconero non perde da un anno. E ci fermiamo qua.

    Spagna-Italia, pericolo rigori

    Misurando la temperatura dei tanti forum di calcio presenti in rete, si fa largo il pronostico di una finale che verrà decisa soltanto ai penalty. Italia e Spagna hanno già affrontato la lotteria dei rigori nei turni precedenti. Gli azzurri contro l’Inghilterra ai quarti, la Roja nella semifinale contro il Portogallo di Ronaldo. A questo proposito segnaliamo a Prandelli (forse lo saprà già) questa curiosità: c’è un azzurro che non ha mai sbagliato un calcio di rigore tra i professionisti. Chi è? Ancora lui, Mario Balotelli (2 per l’Inter, 7 per il City, 1 per l’Italia).

    Spagna-Italia, sulle orme di Zoff

    Buffon, Pirlo, De Rossi, Barzagli. Cosa hanno in comune i quattro calciatori italiani? Semplice, tutti e quattro possono eguagliare Dino Zoff, l’unico italiano di sempre ad aver vinto sia il Campionato Europeo (’68) e la Coppa del Mondo (’82). Emozionante vero?

    Spagna-Italia, storico Del Bosque

    Il leggendario ct spagnolo, qualora riuscisse a trionfare sotto il cielo di Kiev, diventerebbe l’unico allenatore nella storia del calcio ad aver vinto i seguenti trofei: Campionato Europeo, Coppa del Mondo, Champions League, Mondiale per Club. Come si dice, la classe non è acqua. Ovviamente tutti i tifosi azzurri si augurano che il vecchio Vicente non raggiunga proprio oggi questo storico traguardo (redazione del Pallonaro compreso, of course).

    Spagna-Italia, precedenti

    Spagna e Italia si sono affrontate in 30 occasioni. Il bilancio è a favore degli azzurri: 10 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte. La musica non cambia se si prendono in considerazione solamente le competizioni ufficiali. Anche qui l’Italia è in vantaggio: 8 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. Volendo restringere ancora di più il campo, nelle fasi finali di un Europeo gli azzurri sono imbattuti: 1 vittoria e tre pareggi.

    Spagna-Italia, le quote

    Come accennato all’inizio, i bookmakers si fidano maggiormente della Spagna. L’1 degli iberici è dato leggermente sopra la pari (2.20). Match comunque combattuto, dal momento che il 2 dell’Italia è quotato 3.20. Medesima quota per il segno x (3.25). A chi crede nella vittoria della Nazionale azzurra, consigliamo la giocata del primo marcatore: il gol di Mario Balotelli è dato a 7.00. Altissima la quota dell’over (oltre 2,5 gol nell’arco dei 90′ minuti), quotato a 2,6.

    Spagna-Italia, probabili formazioni

    Spagna (4-3-3): Casillas, Arbeloa, Pique, Ramos, Jordi Alba, Xabi Alonso, Xavi, Busquets, Iniesta, Silva, Fabregas.
    A disposizione: Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Jesus Navas, Pedro, Torres, Negredo, Mata. Allenatore: Del Bosque.
    Italia (4-3-1-2): Buffon, Abate, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Montolivo, Cassano, Balotelli.
    A disposizione: De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Maggio, Balzaretti, Thiago Motta, Nocerino, Giaccherini, Diamanti, Giovinco, Di Natale, Borini.

  • Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Questa sera Cesare Prandelli vivrà il suo appuntamento con la Storia, nello stadio di Kiev, affrontando la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica, dopo aver condotto gli Azzurri laddove nessuno, alla vigilia di questo Europeo, aveva pronosticato, neppure nel migliore degli auspici. Eppure, la sua gestione complessiva di questo biennio era stata positiva, con una qualificazione raggiunta in scioltezza e qualche buon risultato nelle amichevoli di primo piano, come la vittoria contro la stessa Spagna nel match di Bari, e di qualche momento buio, come la sconfitta in amichevole contro l’Irlanda del Trap, e contro la Russia pochi giorni prima del via della competizione continentale. Per gli Azzurri, però, le amichevoli da sempre non sono un “indicatore reale” che consenta di testarne la reale forza e, dunque, la valutazione del “corso Prandelliano” dev’essere effettuata alla luce delle partite ufficiali, dove il bilancio è nettamente in positivo.

    Ha saputo valorizzare due giocatori dal potenziale immenso ma dalle difficoltà caratteriali, Balotelli e Cassano, superando gli ostacoli che il suo predecessore Marcello Lippi aveva deciso di non affrontare, ha saputo compattare un gruppo in fase di ricambio generazionale, puntando sulle certezze regalate dal campionato – il gruppo Juventus – ed inserendo qualche elemento di spicco con le giuste motivazioni di chi gioca per la prima volta una competizione tanto importante. Ha avuto il coraggio di scommettere sul suo pupillo Viola, Riccardo Montolivo, nonostante fosse reduce da una stagione tribolata, ed è stato ripagato con buone prestazioni, ha affidato il polso dello spogliatoio ad un leader naturale come Gigi Buffon, ed ha trovato una guida sicura e determinata, ha cementificato gli umori di un gruppo turbato dalle vicende scommessopoli scavando nell’orgoglio personale di ognuno, ma sempre con equilibrio, pacatezza, eleganza, un rivoluzionario in giacca e cravatta, con la forza delle idee, della non retorica.

    Cesare Prandelli è un signore e, per questo, non si scompone di fronte a nulla, mostrandosi sempre impeccabile, coerente con il suo “codice etico“, portatore di valori positivi, di idee di calcio propositive, lasciando i veleni in secondo piano. Eppure, qualche malumore lo ha vissuto anche lui, per le accuse “gratuite” ricevute in fase di preparazione di questo Europeo, così come per le polemiche che hanno anticipato la partenza per gli Europei: segnali di screzi, nuvole scure all’orizzonte che potrebbero incrinare il suo futuro in Azzurro, da questa sera in poi.

    In conferenza stampa il ct ha usato parole moderate in tal senso, com’è nel suo stile: “Io non ho parlato di divorzio, ma faccio le mie riflessioni sulla qualità della vita”. Qualità della vita che significa tanto, perchè porta con sè la serenità necessaria per lavorare al meglio, senza inutili tensioni, come quelle legate alle “accuse di nepotismo” nei confronti del ct, legate alla sua scelta di coinvolgere nell’entourage Azzurro suo figlio Nicolò: “sassolini che tengo nelle scarpe, ma mi ha fatto male leggere certe cose”.

    Polemiche cui si aggiunse la sua frase provocatoria, di evitare la partecipazione dell’Italia agli Europei per “evitare di dar fastidio”: un’esternazione che fu una semplice provocazione, legata al blitz della Polizia a Coverciano, ed alle frasi del premier Monti circa la necessità di chiudere il calcio, ma che diede fastidio a molti, probabilmente anche ai piani alti del nostro sistema calcio. I rapporti con le istituzioni calcistiche sono, poi, un altro “punto caldo” per Cesare Prandelli, alla luce della difficoltà della Nazionale a ritagliarsi un proprio spazio nel corso della stagione, in un calendario fitto di impegni dei club che hanno sempre la priorità, fagocitando ogni spazio, lasciando solo le briciole.

    Cesare Prandelli | © Handout/UEFA via Getty Images

    Per ora, dunque, il futuro di Prandelli è all’insegna dell’incertezza, lasciando ogni valutazione al “dopo”, a mente fredda: “Non pongo alcuna condizione, il rapporto con la Figc è ottimo. Nessuno vuole andare via, ma la qualità della vita degli ultimi due mesi mi porta qualche riflessione. Che cosa mi ha dato più fastidio? Parliamone con sincerità tra qualche giorno, quando sarà finito l’Europeo”.

    Parole che lasciano puntini sospensivi su quello che sarà, da domani in poi il futuro di Prandelli: restare o andar via? Accettare la sfida di continuare la sua rivoluzione, in campo e fuori, rispettando il suo contratto fino al Mondiale 2014, o abbandonare la nave, magari con una soddisfazione in tasca, come fece Marcello Lippi nel 2006?

    Qualche indiscrezione di mercato annuncia che, sulla sua decisione, potrebbe pesare la corte di un grande club, che potrebbe far leva proprio sulla sua voglia di lavoro quotidiano sul campo: dall’Inter, in caso di fallimento di Stramaccioni, alla “sua” Juventus, in caso di allontanamento di Conte nell’ipotesi di processo sportivo.

    Per ora, però, ogni energia del tecnico di Orzinuovi è sulla finalissima di Kiev: l’appuntamento con la Storia non può attendere.

  • Vigilia di Italia-Spagna, Prandelli con il dubbio Cassano

    Vigilia di Italia-Spagna, Prandelli con il dubbio Cassano

    Poco più di 24 ore all’atto finale di questo Euro 2012 che non poche emozioni ha regalato a tutti gli appassionati di calcio, soprattutto quelli italiani. Tifosi che Cesare Prandelli, con le sue scelte portate avanti con caparbietà, ha reso felici e fatto reinnamorare della propria nazionale. Un europeo che ha ridato lustro ad una squadra reduce dal disastro sudafricano e che sembrava aver smarrito ogni traccia di carattere combattivo visto 4 anni prima in Germania, dove la fame e la voglia, più che il tasso tecnico avevano regalato una vittoria insperata alla vigilia.

    Proprio l’agonismo, unito ad un’ottima qualità di gioco, hanno permesso all’undici guidato da Prandelli fuori dal campo e da uno splendido Pirlo in cabina di regia, di raggiungere l’ambita finale contro i campioni in carica spagnoli, già incontrati nella gara d’esordio del girone di qualificazione. I precedenti fra le due squadre ci vedono favoriti ma nel calcio si sa i numeri lasciano il tempo che trovano, visto e considerato che proprio contro la Spagna negli scorsi europei abbandonammo mestamente la competizione, che poi vide trionfare per la seconda volta nella loro storia la roja.

    Cesare Prandelli | © Claudio Villa/Getty Images

    I dubbi della vigilia sono fondamentalmente due per il nostro Ct. Il principale è la presenza o meno di Antonio Cassano uscito un po’ acciaccato dal match contro la Germania, la cosa però non sembrerebbe tanto grave da precludere la presenza in campo del numero 10 azzurro. L’altra novità in formazione potrebbe essere l’utilizzo del recuperato Abate, che a questo punto renderebbe più complicate le scelte in difesa, con l’eventuale sacrificio di uno fra Chiellini e Bonucci o con addirittura un quantomeno improbabile ritorno alla difesa a 3, con la conferma di tutto il blocco difensivo della Juve sulla linea arretrata e il conseguente spostamento sulla linea di mediana di Abate e Balzaretti. 
    Nodi che probabilmente il tecnico di Orzinuovi scioglierà alla fine dell’allenamento previsto per le 17 a Kiev, sede della finale che l’Italia ha raggiunto nella mattinata di oggi.

    Sul versante spagnolo il riserbo sull’undici titolare è massimo ed il timore nei confronti della nostra nazionale è aumentato in maniera esponenziale rispetto alla gara d’esordio, merito soprattutto delle capacità della squadra di Prandelli che con prestazioni di altissimo livello si è guadagnata la stima di tutti gli addetti ai lavori anche oltre i confini italiani.
    Il tecnico Del Bosque pare però intenzionato a riconfermare Torres, che nella gara inaugurale tanti problemi aveva creato alla retroguardia degli azzurri. Inamovibile tutto il blocco barçelonista di centrocampo che a livello mondiale non ha eguali, in quanto a tecnica e qualità, ma che non avrà vita facile contro il centrocampo italiano visto in questi europei.