Pronto riscatto era la parola d’ordine in casa Milan dopo la sconfitta di Torino, detto fatto. I rossoneri tornano al successo in campionato in un momento delicato e contro una delle avversarie più rognose e più in forma della stagione, il Palermo di Devis Mangia battuto con un secco e meritato 3-0. Ad illuminare San Siro ci ha pensato un Ibrahimovic in stato di grazia che ha sfornato giocate di qualità e al quale è mancato solo il gol. Alla faccia del “mal di pancia”. Il Diavolo si presenta con il tridente d’attacco Ibrahimovic, Cassano, rinvigorito dopo i gol in Nazionale, e Robinho, recuperato in pieno dall’infortunio e che ha fatto il suo esordio stagionale, anche se Allegri deve fare a meno di due pedine fondamentali come il professore Seedorf, rimasto a casa per infortunio, e il guerriero Boateng, squalificato per l’espulsione rimediata contro la Juventus. Nelle fila dei rosanero, Mangia decide si retrocedere sulla linea dei difensori Migliaccio lanciando a sorpresa Ilicic dall’inizio, rinunciando ad un centrocampo più robusto come si era intuito alla vigilia, a dar man forte a capitan Miccoli ed Hernadez in attacco. Il Milan prende sin dalle prime battute il controllo della gara ma purtroppo perde anche Thiago Silva per infortunio costretto ad uscire dal campo e a far posto a Bonera, preferito a Mexes spedito a sorpresa in tribuna. Nonostante i rossoneri siano padroni del campo, il Palermo tiene bene e non corre grossi pericoli fino alla prima mezz’ora di gioco. Terminata la fase di studio i campioni d’Italia spingono sull’acceleratore con l’intenzione di andare al riposo in vantaggio. Ci provano prima Cassano con una percussione in area e poi Robinho, doppia conclusione ribattuta da Tzorvas, ma l’obiettivo viene centrato solo al 40′ quando Ibrahimovic pesca con un sinistro dolce e preciso sull’altro lato Aquilani, l’ex Juve fa da sponda di testa ad un Nocerino che non deve fare altro che spingere il pallone in rete per il classico gol dell’ex. Ripresa che inizia esattamente sulla stessa falsariga del primo tempo, il Palermo è troppo timido e non riesce a creare particolari grattacapi al Milan che cerca e trova il gol della tranquillità al 55′ con Ibrahimovic ancora protagonista e ancora in veste di uomo assist servendo con un tocco di biliardo la palla del 2-0 a Robinho che il brasiliano, sottoporta, non sbaglia. A sbagliare sottoporta però è proprio lo svedese che fallisce il 3-0 sparando troppo centralmente. Il terzo gol slitta solo di qualche minuto quando Robinho serve l’accorrente Abate, uno stantuffo tutta la gara, che offre a Cassano il privilegio di scrivere la parola fine alla gara realizzando praticamente un rigore in movimento. Nei restanti minuti i padroni di casa non infieriscono sulla “vittima”, Allegri da spazio ad Emanuelson e ad El Shaarawy che prendono il posto di Robinho e Cassano applauditissimi dal pubblico di San Siro. Torna così a camminare in campionato il Milan che vince e convince raggiungendo quota 8 in classifica e che può guardare con più fiducia al prossimo futuro e preparare bene la gara, sulla carta impegnativa non più di tanto, di Champions con i bielorussi del Bate Borisov. Il Palermo torna in Sicilia dalla trasferta milanese ridimensionata, al di là del risultato, per la prestazione fornita. Il tecnico Devis Mangia e sì ambizioso ma forse ancora troppo acerbo per puntare troppo in alto con la squadra rosanero.
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T’aspetti Giovinco, ma ecco Cassano
Buffon 6,5: SuperGigi festeggia le 110 presenze in nazionale con una prestazione che oseremmo definire “normale”, ovvero senza compiere grossi interventi, anche grazie all’aiuto della difesa e alla pochezza dell’attacco avversario. Solo una volta è chiamato all’intervento plastico e si fa trovare subito pronto, confermando, qualora fosse ancora necessario, il suo immenso valore e la sua caratura di portiere da livello mondiale. Barzagli 6,5: Sta vivendo un momento di forma eccellente in maglia bianconera e questo gli è valso la convocazione di Prandelli, dovesse continuare su questi ritmi potrebbe diventare una pedina di grande importanza per la spedizione azzurra in Polonia e Ucraina. Gioca in maniera semplice dando solidità e sicurezza ad un reparto delicato come la difesa. De Rossi 7: A furia di giocare a fianco a campioni del calibro di Pirlo e Totti ha imparato anche lui il mestiere di assist-man, suo, infatti, il lancio illuminante per il primo gol di Cassano. Onnipresente in tutte le zone del centrocampo azzurro non disdegna anche le sortite offensive che ne fanno un giocatore completo sia in fase di difesa sia in quella d’attacco. Giovinco 6,5: E’ la sua occasione e non vuole mancarla, si danna l’anima alla ricerca del gol che gli darebbe la definitiva consacrazione anche con l’azzurro nazionale, ci va vicino più volte ma spesso la mira è imprecisa quando si trova nelle zone dell’area nordirlandese. Da rivedere, ma è sulla buona strada. Cassano 7,5: Fa tutto lui, sigla due reti che spezzano le reni alla compagine celtica. Tanta qualità nelle due marcature, la prima con un preciso tiro al volo di non facile esecuzione, la seconda con un preciso diagonale da fuori area che non lascia scampo a Taylor. Nel finale arriva il colpo del genio che annuncia il ritiro dalle attività fra 3 anni. Italia (4-3-1-2): Buffon 6,5 (31′ st De Sanctis sv); Cassani 6, Barzagli 6,5, Chiellini 6, Balzaretti 6,5; De Rossi 7, Pirlo 7, Montolivo 6,5; Aquilani 6,5 (24′ st Nocerino 6); Cassano 7,5 (10′ st Osvaldo 6), Giovinco 6,5. A disp.: Astori, Maggio, Marchisio, Rossi. Little 6: E’ quello che fra tutti crea maggiori problemi alla squadra azzurra, sulla fascia sinistra tiene a bada le sortite di Balzaretti e lo costringe in qualche occasioni a degli interventi poco ortodossi, come quando scatta bruciando in velocità il terzino del Palermo che si aggrappa alla sua maglia e lo tira giù, l’arbitro non fischia ma sarebbe rigore. Irlanda del Nord (4-4-2): Taylor 6,5; Hodson 5, McAuley 4,5, Baird 5, McGiven 6; Davis 5,5, Norwood 5 (29′ st McLaughlin sv), C. Evans 5,5, Little 6; Healy 5,5 (21′ st Feeney 5,5), Gorman 5 (31′ st McGinn sv). A disp.: Mannus, Little, McCourt.
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Dopo Ibra anche Cassano, il Milan non fa più divertire
La settimana scorsa un’intervista rilasciata in Svezia da Ibrahimovic aveva lanciato il tam tam mediatico montando l’ennesimo mal di pancia della carriera dello svedese con il chiaro intento di batter cassa o agevolare una cessione al termine della stagione. Ieri sera però Antonio Cassano ha scelto una serata di gala condita da una doppietta e da un ottima prestazione per annunciare il suo ritiro tra tre anni, subito dopo il Mondiale di Brasile 2014. Il talento barese in una lunga intervista concessa a Rai Uno nel dopo partita manifesta tutto il suo malcontento evidenziando di sentirsi asfissiato nelle ferree regole comportamentali a cui ha deciso di attenersi per chiudere una dignitosa carriera con qualche successo.
“Gioco ancora tre anni, tre anni e mezzo. Voglio fare un buon Europeo e un buon Mondiale, trovare la continuità in azzurro. Poi smetto, perché ormai sono un po’ stanco”. La confessione di Cassano nasce dalla considerazione di esser oramai un punto di riferimento di questa nazionale, la risposta del rossonero è lunga e per molti versi inaspettata “No, i punti di riferimento sono quelli che hanno vinto tutto, Buffon, Pirlo, De Rossi. Sono uno dei più anziani, è da dieci anni che sono in Nazionale e ho solo 25 presenze, faccio sempre dentro e fuori. Speriamo che da qui ai Mondiali possa avere continuità in Nazionale e poi basta. Voglio fare un buon Europeo, un buon Mondiale e tra tre anni e mezzo smetto”.E continua “Sono 13 anni e mezzo che mi gratto la testa ed è un problema, mi gratto il naso ed è un problema, sono un problema sempre e comunque – si sfoga -. Il 70 per cento delle volte è colpa mia, sono sempre io che mi cerco le rogne. Ma nel 30 per cento in cui ho ragione finisce che sbaglio sempre io. Ma comunque a 32-33 anni al massimo smetto, esco dal calcio e mi godo la famiglia. Il calcio per me è stata la cosa più bella del mondo ma adesso sono un pò stanco, tre anni e mezzo e stop. Se no diventa una routine e la routine mi stressa”.
Il buon momento di forma e caratteriale di Cassano è però figlio dell’ottimo rapporto costruito con Cesare Prandelli al quale il barese dedica un ringraziamento “Nel momento di maggiore difficoltà mi è stato veramente vicino, mi ha dato tanta fiducia, mi ha detto che puntava su di me e mi ha dato lo slancio anche per partire bene col Milan. Abbiamo un rapporto stupendo, speciale, e per questo voglio ringraziarlo”. E’ singolare però che siano due rossoneri non cosi troppo avanti negli anni ad annunciare un prematuro addio al calcio adducendo alla routine e allo stress le principali cause. Il malcontento ovviamente ha matrici diverse, Ibra alla perenne ricerca delle emozioni per molti è rimasto scontento della campagna acquisti del Milan a suo dire non idonea per puntare a vincere la tanto agognata Champions League. Al ribelle Cassano il grembiule da perfetto scolaretto cucitagli addosso da Galliani gli sta stretta, opprime le cassanate ma anche il suo estro…
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Doppio Cassano e l’Italia chiude in bellezza
Ultima gara del girone di qualificazione per l’Italia di Prandelli, una partita quella contro l’irlandesi del Nord con dei ritmi molto blandi che gli azzurri hanno amministrato dall’inizio alla fine, rischiando anche qualcosina di troppo e concedendosi alcune leziosità di troppo in fase di palleggio del tutto evitabili. Poche le emozioni durante i 90′ minuti se si eccettuano i 3 gol, la parte più emozionante della partita è sicuramente il pre-gara quando Maldini, Buffon, Cannavaro e Zoff sono stati premiati dal presidente Abete per essere entrati nel club dei centenari con la maglia della nazionale, una sfilata di quattro grandi capitani, con il solo Maldini a non aver eguagliato con la maglia italiana i successi ottenuti con quella rossonera, degli altri tre la storia la conosciamo tutti ed anche abbastanza bene. Tornando alla gara, la prima vera occasione è quella che al 19° vede Chiellini mancare di poco l’impatto con la palla su un bel calcio d’angolo battuto da Giovinco. Due minuti dopo ecco la prima perla di Antonio Cassano, l’attaccante di Bari vecchia sfrutta un bel lancio in verticale di De Rossi e con una demi-volée di destro colpisce con un collo pieno la palla che s’insacca dietro le spalle dell’incolpevole estremo difensore nordirlandese. Passano cinque minuti e gli ospiti chiamano in causa Gigi Buffon, cross in area dalla trequarti e un colpo di spalla più che di testa da parte del numero 3 Cathcart crea qualche pensiero al nostro numero uno che è chiamato ad un intervento impegnativo alla sua destra. Il primo tempo di fatto si chiude qui, solo qualche sussulto da parte dell’undici di Prandelli, soprattutto con Giovinco che sente la partita e vuole dimostrare di essersi meritato oltre che la convocazione, anche la maglia da titolare. Inizia la ripresa e dopo dieci minuti è ancora Cassano a siglare una bella rete, quella del 2-0 con un perfetto diagonale alla destra del portiere da fuori area. Doppietta quindi per Fantantonio che anche con la maglia della nazionale conferma il buon momento di forma che sta attraversando, protagonista in campo quindi, ma anche fuori viste le dichiarazioni rilasciate a fine gara, quando, forse contagiato dall’Ibra pensiero, annuncia il suo ritiro dall’attività agonistica fra tre anni a causa del troppo stress a cui si sente sottoposto da 13 anni a questa parte. Subito dopo la rete Cassano lascia il campo prendendosi la meritata standing ovation e lasciando il posto ad Osvaldo, esordio per lui in maglia azzurra dopo le polemiche suscitate da alcuni esponenti della Lega. In campo però le cose non cambiano la partita è sempre scialba le occasioni si contano sulle punte delle dita, al 21° ecco la seconda occasione per gli ospiti che con l’attaccante Feeny sbagliano una ghiotta palla gol. La gara si trascina lentamente alla fine quando al 29′ un intuizione di Pirlo, sempre lui, smarca Balzaretti in area che mette in mezzo al volo e McAuley con un intervento goffo e maldestro batte il proprio portiere fissando il risultato sul 3-0. L’ultimo brivido lo regala Giovinco che sempre su lancio illuminante del centrocampista della Juve colpisce al volo ma debolmente e senza impensierire l’estremo difensore ospite. Finisce la partita e il pensiero di tutti adesso si sposta sul campionato che già domenica tornerà con importanti match.
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Serbia-Italia, ultime e formazioni. Prandelli vara l’Ital-Juve
Poco meno di un’ora (20:45) e Serbia e Italia scenderanno in campo per la nona giornata del gruppo C delle qualificazioni agli Europei del 2012. Con gli azzurri che hanno già staccato il biglietto per la Polonia e l’Ucraina, la partita è fondamentale in chiave qualificazione per la Serbia che deve difendere il secondo posto nel raggruppamento dagli attacchi di Estonia e Slovenia per potre accedere agli spareggi che la porterà a scontrarsi con un’altra seconda degli altri gruppi. Non per questo però Prandelli manderà in campo delle seconde linee, anzi. Il ct della Nazionale nonostante in settimana abbia dovuto far fronte ai numerosi infortuni che hanno colpito Mario Balotelli, Giampaolo Pazzini, Mimmo Criscito (rispediti a casa) e i recuperati in extremis, Giuseppe Rossi, o in via di guarigione, Federico Balzaretti, schiererà la formazione migliore possibile con difesa e centrocampo composta per sei/ottavi da giocatori della Juventus ad eccezione di Maggio, che agirà come terzino destro, e Daniele De Rossi: capitan Buffon tra i pali, Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, quest’ultimo traslocato sulla corsia sinistra visto anche l’emergenza nel ruolo, in difesa e Claudio Marchisio e il direttore d’orchestra Andra Pirlo in mediana sono i bianconeri titolari. Dietro le punte spazio a Riccardo Montolivo (che ha vinto il ballottaggio con Giovinco) mentre di punta giocheranno Antonio Cassano e Pepito Rossi, recuperato dall’infortunio al ginocchio. Il ct della Serbia Petrovic ha un solo dubbio di formazione, chi farà d’ariete tra Zigic (favorito) e Pantelic. Per il resto saranno regolarmente in campo gli “italiani” Dejan Stankovic e Milos Krasic, quest’ultimo andrà a comporre il trio dietro l’unica punta con Tosic e Jovanovic, mentre al fianco del capitano in mediana ci sarà Petrovic. Difesa con terzini “inglesi”, Ivanovic (Chelsea), a destra, e Kolarov (Manchester City), a sinistra, con al centro Subotic e Rajkovic. In porta Jorganovic. All’andata, a Genova, finì con un 3-0 a tavolino per l’Italia, assegnato dalla Uefa dopo i vergognosi disordini della tifoseria serba nel settore riservato ai tifosi ospiti dello stadio Marassi che ne impedì lo svolgimento regolare del match e che portò all’arresto di diverse persone tra cui il capo di quei teppisti Ivan Bogdanov, che sta scontando una condanna di 3 anni e 3 mesi nel nostro paese. FORMAZIONI SERBIA – ITALIA (ore 20:45) SERBIA (4-2-3-1): Jorgacevic; Ivanovic, Subotic, Rajkovic, Kolarov; Stankovic, Petrovic; Krasic, Tosic, Jovanovic; Zigic. Panchina: Saranov, Tomovic, Simic, Ninkovic, Tomic, Ljajic, Pantelic, Mrdja. Allenatore: Petrovic. ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Maggio, Barzagli, Bonucci, Chiellini; De Rossi, Pirlo, Marchisio; Montolivo; Rossi, Cassano. Panchina: Sirigu, Cassano, Astori, Nocerino, Aquilani, Giovinco, Osvaldo. Allenatore: Prandelli.
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Serbia-Italia per il morale e la morale
L’Italia arriva al match di questa sera contro la Serbia con uno spirito diverso e per certi versi insolito. Il cammino di Prandelli fin qui è stato infatti sontuoso regalando il maggior record di punti della storia azzurra e una qualificazione con ben due giornate d’anticipo. Il girone, obiettivamente, non era il massimo della competitività ma memori del tracollo in Sudafrica nel 2006 e il calo di competitività del calcio italiano è comunque un risultato apprezzabile. La partita di questa sera è importante in termini di classifica per i nostri avversari, la Serbia che nella partita d’andata a Marassi diede sfoggio della sua parte peggiore facendo una gran brutta figura a livello internazionale e che questa sera metterà il cuore per superare gli azzurri e aver un riscatto, seppur parziale. Per l’Italia, nonostante le numerose defezioni è importante far risultato per continuare nel filotto di risultati positivi e dar finalmente sfoggio di una qualità diversa e sconosciuto al calcio italiano: la sportività. E’ inutile negarlo, l’Italia può esser arbitro per la qualificazione dela Serbia ma allo stesso può dare un immagine diversa di se all’Europa intera. Passando agli aspetti tecnici, Prandelli si affiderà allo zoccolo duro della Juventus riproponendo per 4/5 la difesa che ha annichilito Ibra e il Milan domenica scorsa con Buffon in porta, Maggio e Chiellini sulle fasce e la coppia Barzagli Bonucci al centro. Il centrocampo parlerà ancora bianconero con Pirlo vertice basso e Marchisio mezzala, gli altri due posti invece saranno occupati da De Rossi e Montolivo. In avanti la coppia Giuseppe Rossi Cassano con Giovinco e Osvaldo pronti a subentrare dalla panchina. Anche la Serbia parlerà molto italiano con Stankovic, Krasic e l’ex laziale Kolarov in campo, Ljajic e Tomivic in panchina. Marko Pantelic sembra favorito su Zigic per il ruolo di prima punta, Tosic, Krasic e Jovanovic giocheranno invece a supporto nel dinamico 4-2-3-1 di Petrovic. PROBABILI FORMAZIONI SERBIA (4-2-3-1): 1 Jorgacevic; 6 Ivanovic, 20 Subotic, 23 Rajkovic, 11 Kolarov; 10 Stankovic, 15 Petrovic; 7 Tosic, 17 Krasic, 19 Milan Jovanovic; 9 Marko Pantelic. A disposizione:(Saranov, Tomovic, Simic, Ninkovic, Tomic, Ljajic, Zigic, Mrdja) All. Petrovic. ITALIA (4-3-1-2): 1 Buffon; 2 Maggio, 15 Barzagli, 19 Bonucci, 3 Chiellini; 5 De Rossi, 21 Pirlo, 8 Marchisio; 18 Montolivo; 10 Cassano, 22 Rossi. A disposizione:(13 Sirigu, 16 Cassani, 17 Astori, 23 Nocerino, 14 Aquilani, 20 Giovinco, 9 Osvaldo). All. Prandelli. Arbitro: Alves Garcia (Portogallo).
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Gestione Cassano, la farsa del codice etico di Prandelli
Di Prandelli, a differenza dei precedenti ct, tifosi azzurri e addetti ai lavori hanno sempre apprezzato la sua coerenza, la disponibilità a spiegare ogni scelta e sopratutto l’utilizzo di un codice etico che prevedeva figli e figliastri. Al gruppo azzurro ha giovato la nuova guida tecnica tanto da ritrovare entusiasmo, risultati e un barlume di gioco che ha portato a paragonare la truppa di Prandelli al Barcellona. Il recupero di Cassano e Balotelli sono sempre stati i fiori all’occhiello dell’ex allenatore della Fiorentina anche se con il barese sopratutto il tanto decantato codice etico è sempre stato interpretato evidenziando una certa elasticità nei ferrei paletti ideati il giorno del suo insediamento con la Federazione. Le scelte tecniche seppur discutibili sono e devono esser un esclusiva del ct anche se al momento è incomprensibile la scelta Osvaldo invece del più sicuro e collaudato Matri o le decisioni di snobbare a prescindere giocatori come Abate, Campagnaro e Cannavaro che per continuità e qualità di prestazione non hanno nulla da invidiare ai convocati. Quello che deve esser chiaro è invece l’indice comportamentale e seppur in emergenza e in difficoltà deve esser identico per tutti. Cassano ieri ha avuto uno dei suoi, sempre più rari, momenti di sbroccamento insultando senza un motivo preciso un giornalista nel bar di Coverciano mettendo a disagio tecnico e Federazione. Il talento di Bari con le solite scuse, pare imposte dal tecnico, è riuscito ancora una volta a cavarsela. Siamo sicuri che per tutti i componenti della rosa basterebbe una scusa?
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Milan-Viktoria, le pagelle. E’ tornato Ibra il Mago
Abbiati 7: Pronti via e subito chiamato al miracolo su un bel colpo di testa di Bakos, poi per il resto della partita, fatta eccezione per qualche brivido che la sua difesa gli fa correre, vive una serata di relativa tranquillità. Averlo tra i pali però fa dormire sonni sereni ai suoi compagni del reparto difensivo. Thiago Silva 7: E’ una certezza, sicuramente uno dei, se non il, difensore più forte che c’è in circolazione in questo momento, mai una sbavatura, mai un intervento avventato, ma sempre coperture e anticipi realizzati con una classe e una tempestività che pochi possono vantare di avere nel proprio bagaglio tecnico. Forma con Nesta una coppia perfetta e quando i due sono in orma ne beneficia tutta la squadra. Seedorf 6: In settimana Allegri aveva detto che giocatori come lui bisognerebbe clonarli, non ha tutti i torti. L’olandese a 35 anni suonati è una pedina fondamentale nello scacchiere rossonero e dopo aver vinto tutto ciò che c’era da vincere non è ancora sazio e lotta indomito su ogni pallone. Contro il Viktoria non è stato protagonista, ma domenica c’è la Juve, la sua vittima preferita e chissà che Clarence non abbia riservato i suoi colpi migliori per la Vecchia Signora. Cassano 6,5: In gol in Champions dopo sette anni esatti, l’ultima al Bernabeu contro il Real, gol che è il numero duemila dell’era berlusconiana, gol che vale il 2-0 e chiude la pratica. Ma in mezzo tanta qualità per Fantantonio che con Ibra al suo fianco appare trasformato, anche perchè libero di muoversi come più gli piace intorno allo svedese e non ad agire da prima punta come già successo. Ibrahimovic 7,5: Fa tutto lui, torna, si procura il rigore (un po’ generoso), lo tira, lo realizza e poi si concede anche il lusso di mandare Cassano in porta con un delizioso assist che il barese non può sbagliare. Non c’è altro da aggiungere, sua maestà Zlatan stende il modesto Viktoria e si prepara ad affrontare la sua ex squadra nel posticipo di domenica sera, di sicuro a Torino non sarà accolto da re. Milan (4-3-1-2): Abbiati 7; Abate 6,5 (42′ st De Sciglio sv), Nesta 5,5, Thiago Silva 7, Antonini 6 (33′ st Taiwo 6); Nocerino 6, Van Bommel 6, Seedorf 6 (25′ st Aquilani 6); Emanuelson 5,5; Cassano 6,5, Ibrahimovic 7,5. A disp.: Amelia, Yepes, Bonera, Ganz. Cech 7: Si mostra molto reattivo e molto capace fra i pali, sventa due volte su Cassano ed una su Ibra in maniera plastica e anche con un certo stile, forse l’omonimia o qualche gene in comune con il più famoso Peter che milita nel Chelsea, gli han dato la carica giusta, sta di fatto che deve piegarsi soltanto per un rigore e per un bel tocco di Cassano che si presenta a tu per tu davanti alla sua porta. Pilar 6: Dopo appena due minuti scatta sulla sinistra e mette in mezzo un pallone interessantissimo per Bakos, che colpisce bene e chiama Abbiati all’intervento prodigioso. Il laterale ceco è molto spesso costretto dall’avanzata di Abate a tenere la guardia alta e a coprire sulle sortite dell’esterno rossonero che in un’occasione, che poi porterà Ibra al tiro da distanza ravvicinata, lo beffa in maniera troppo semplice. Jiracek 7: Dinamico e vivace specie nel primo tempo, molto spesso tiene in apprensione i giocatori milanisti, specie quando palla al piede si fa 40 metri di campo e lascia partire un buon sinistro che sibila al lato della porta difesa da Abbiati. Un giocatore molto interessante. Horvath 6,5: Ha sui piedi la palla del clamoroso vantaggio dei suoi nel tempio di San Siro, ma sarà l’emozione o la troppa foga, sbaglia clamorosamente e spreca la grande occasione che un’azione congiunta tra Bakos e Pilar, con passaggio smarcante del primo, gli aveva fornito. Bakos 6: Parte bene l’unico attaccante ceco, come detto al secondo minuto di gioco colpisce splendidamente di testa e chiama l’estremo difensore milanista ad un intervento non facile, poi si perde tra le maglie della difesa milanista e non è colpa sua se a marcarlo si scambiano due dei difensori più forti del continente. Viktoria Plzen (4-5-1): Cech 7; Rajtoral 6, Cisovsky 5,5, Bystron 6, Limbersky 6,5; Pilar 6 (31′ st Fillo 5), Jiracek 7, Horvath 6,5, Kolar 6,5, Petrzela 6; Bakos 6 (23′ st Duris 5,5). A disp.: Pavlik, Trapp, Reznik, Sevinski, Darida.
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Torna Ibra, torna il Milan
Torna Ibra e torna il Milan. Certo lo scoglio da superare stasera non era così difficile, e sicuramente poco indicativo per testare lo stato di salute di Ibrahimovic e di tutto la squadra rossonera, anche se i campioni cechi partono subito forte e già al secondo minuto si rendono pericolosi con Bakos, che sfruttando un cross di Pilar dalla sinistra, colpisce di testa incrociando e chiama Abbiati ad un intervento straordinario. La risposta dei padroni di casa non si fa attendere, passano appena tre minuti e l’asse Ibra-Cassano costruisce la prima azione della serata, l’attaccante svedese mette in mezzo un pallone interessante, Fantantonio da due passi batte a colpo sicuro ma Cech, omonimo del più famoso collega del Chelsea, compie il primo dei miracoli della serata. Il secondo al 32°, quando Abate tiene viva una palla sulla destra e crossa in mezzo, la palla arriva ad Ibrahimovic che stoppa di coscia e batte a colpo sicuro, forse fin troppo, l’estremo difensore ceco risponde presente. Dopo un iniziale sbandamento adesso la partita sembra volgere tutta a favore dei rossoneri che tengono in costante affanno la difesa ospite. Al 39° però ecco un’altra sortita del Viktoria, un azione confezionata da Bakos e Kolar porta Horvath al tiro dal limite, ma la palla esce fuori di poco ed è l’ultima azione degna di nota del primo tempo. Il secondo tempo si apre ancora all’insegna del Milan, già al primo minuto Emanuelson arriva al limite ma spara alto da buona posizione. Passano solo 5 minuti ed ecco l’episodio che cambia la partita palla in area al solito Ibra, che inventa un numero e coglie in controtempo un avversario che tocca la palla con il braccio, per l’arbitro è rigore, di certo un po’ generoso ma dopo qualche polemica, l’attaccante svedese si presenta sul dischetto e non sbaglia spiazzando, il fino ad allora impeccabile, Cech. A questo punto il Viktoria cerca di dare una scossa alla propria partita e di reagire al gol del vantaggio avversario, ma i campioni d’Italia in carica sono ben organizzati e sanno come tenere a bada le sfuriate dei cechi. La gara corre via tranquilla, quando al 66° un altro lampo di Genio del mago di Malmoe, sempre lui, manda in porta el pibe di Bari vecchia che a tu per tu col portiere lo supera con un colpo sotto e sigla il 2-0, un bel regalo per se stesso che non segnava in Champions da 7 anni esatti, l’ultimo gol risaliva infatti al 28 settembre 2004 durante un match al Bernabeu contro il Real Madrid, quando Cassano militava ancora nella Roma, anche in quell’occasione fu il gol del 2-0, risultato poi ribaltato dai blancos; ma un bel regalo anche per il compleanno del presidente rossonero Berlusconi, quella di Fantantonio è infatti la rete numero 2000 dell’era berlusconiana del Milan. Il match di fatto si chiude qui, il Milan amministra la partita e il Plzen cerca invano di accorciare le distanze, ma il risultato non cambia, a San Siro si chiude sul 2-0. Tre punti importanti per la squadra di Allegri che si mantiene in testa al girone a pari punti del Barça corsaro in Bielorussia a casa del Bate Borisov.
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Pato ai box per 1 mese, Milan spuntato in Champions
Un altro problema muscolare, rimediato in occasione del turno infrasettimanale giocato con l’Udinese a San Siro, obbliga Pato a fermarsi per l’ennesima volta. Non è la prima volta che il Papero rossonero è costretto a stare lontano dal rettangolo verde per guai fisici di questo motivo, anzi sembra che per l’attaccante i muscoli siano il proprio tallone d’Achille. L’ecografia a cui si è sottoposto ha evidenziato una distrazione al bicipite femorale della gamba destra che lo fermerà per almeno quattro settimane. Il che vuol dire, per il Milan, giocare le prossime gare con un emergenza in attacco, forse, senza precedenti. Oltre a Pato infatti, anche Ibrahimovic e Robinho, e anche Boateng, sono out e ne avrenno ancora per qualche giorno ragion per cui sabato sera a Cesena il tecnico Allegri sarà costretto a rispolverare Pippo Inzaghi che già mercoledì ha fatto il suo esordio stagionale giocando gli ultimi minuti con i friulani. Sarà lui a contendere il posto in attacco al giovanissimo talento El Shaarawy, autore del gol del pari mercoledì sera che ha salvato il Milan da quella che poteva essere una pesante sconfitta. Il Faraone, così è soprannominato l’attaccante italiano per via delle sue origini egiziane (il padre), ha i numeri per sfondare in un grande club ma, non ancora 20enne, forse è troppo acerbo per caricarsi sulle spalle il reparto avanzato della squadra campione d’Italia in un momento così delicato. Un bel dilemma per Allegri che dovrà scegliere tra l’esperienza di Pippo e l’estro e l’entusiasmo del Faraone. Chi invece sarà certo del posto da titolare è Antonio Cassano. Dato per sicuro partente fino all’ultima ora di calciomercato perchè al Milan non avrebbe trovato più spazio, ora la permanenza a Milano di Fantantonio, per come si sta affollando in questo momento l’infermeria, si sta rivelando vitale. Si potrebbe dire, paradossalmente, che Cassano sia stato il miglior acquisto della squadra rossonera nell’ultima sessione di mercato. Toccherà a lui prendere la squadra per mano e riportarla al successo e, magari, guadagnarsi maggiore fiducia del tecnico per rivelarsi l’arma in più di questo Milan. Cassano poi sarà l’unico attaccante di ruolo disponibile per la Champions League per la sfida con i campioni cechi Viktoria Plzen di mercoledì. Inzaghi e El Shaarawy infatti non sono stati inseriti nella lista Champions da Allegri e quindi, e meno che uno tra Ibrahimovic e Robinho non si renda protagonista di un recupero prodigioso, il tecnico avrà a disposizione il solo attaccante barese in attacco. Probabile dunque l’avanzamento di Aquilani o di Seedorf sulla linea degli attaccanti.