Tag: andrea stramaccioni

  • E’ l’Inter l’anti Juve, i nerazzurri superano la Samp

    E’ l’Inter l’anti Juve, i nerazzurri superano la Samp

    E ora sotto con la Juve. L’Inter batte in rimonta la Sampdoria per 3-2 e si proietta al big match di sabato prossimo, a Torino, contro i campioni d’Italia. Uno scontro diretto per il vertice della classifica. Cosa impensabile fino a qualche settimana fa. Ma prima, aveva detto Andrea Stramaccioni, bisogna pensare alla Sampdoria. Perché il tecnico nerazzurro sa che le partite contro i blucerchiati non sono mai semplici. O banali. E infatti, a San Siro, a passare per primi sono proprio i liguri con Munari abile a sfruttare un mezzo pasticcio di Ranocchia. È il 20’ e i padroni di casa vanno sotto alla prima incursione degli uomini di Ciro Ferrara. Partita tutta in salita? Di questi tempi no. Perché con l’entusiasmo che viaggia a mille gli uomini di Stramaccioni le partite le capovolgono, e le vincono. Ma bisogna aspettare la ripresa. Al 7’ palla in profondità per Milito, che la protegge facendosi mettere giù da Costa. Rigore e rosso. Il Principe trasforma centrando il palo interno: pareggio meritato.

    Marchio di fabbrica – Per trovare il vantaggio l’Inter sfodera l’arma in più di questo inizio campionato. Quel contropiede che sembra ormai diventato un vero e proprio marchio di fabbrica. Al 23’, con la Samp sbilanciata, i nerazzurri partono in velocità prima con Nagatomo, poi con Cassano che apre per Palacio, bravo poi a piazzare la palla nell’angolino più lontano. Rimonta completata e blucerchiati nel marasma. Al 37’ Guarin chiude di fatto il match (contestata la posizione di partenza di Nagatomo), scacciando qualche sasso dallo scarpino dopo un periodo tribolato. In pieno recupero la rete di Eder è materiale buono solo per le statistiche.

    Inter
    Esultanza nerazzurra in Inter-Sampdoria © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

    Tridente “maravilla” – Con quei tre lì davanti c’è sempre da aspettarsi che accada qualcosa. Perché avranno mille difetti, ma segnano a raffica.  E la squadra li cerca, li sostiene, lavora per loro palloni in serie. Per la sfida con la Samp Stramaccioni si affida al 4-3-3, con Cassano e Palacio a scambiarsi spesso le fasce e Milito unico riferimento in avanti In difesa manca Juan Jesus , quindi spazio al tendem RanocchiaSamuel. I liguri giocano con due esterni d’attacco molto larghi – Estigarribia e Soriano – ma il 4-5-1 messo in campo da Ciro Ferrara la dice lunga sull’approccio alla partita. Alla fine, mettici anche la sfortuna, la Sampdoria esce da San Siro con la quinta sconfitta consecutiva in questa stagione. Certo non era quella contro i nerazzurri la sfida da vincere a tutti i costi, ma qualcosa di meglio era lecito attendersi. Per gli uomini di Stramaccioni situazione completamente rovesciata. Ottava vittoria consecutiva e secondo posto in classifica (complice la sconfitta del Napoli con l’Atalanta). Insomma, il tecnico dei milanesi voleva la vittoria contro i blucerchiati per arrivare a Torino da “grande”. È stato accontentato. Ora sotto con la Juve.

    INTER-SAMPDORIA 3-2

    INTER (4-3-3) Handanovic; Zanetti, Ranocchia (dal 39′ s.t. Silvestre), Samuel, Pereira (dal 18′ s.t. Nagatomo); Mudingayi (dal 1′ s.t. Cambiasso), Gargano, Guarin; Palacio, Milito, Cassano. (Castellazzi, Belec, Silvestre, Alvarez, Duncan, Bianchetti, Livaja). All.: Stramaccioni.

    SAMPDORIA (4-3-3) Romero; Berardi (dall’8′ s.t. De Silvestri), Gastaldello, Rossini, Costa; Munari, Tissone, Poli (dal 14′ s.t. Renan; dal 33′ s.t. Maxi Lopez); Estigarribia, Eder, Soriano. (Berni, Castellini, Mustafi, Poulsen, Juan Antonio, Savic, Falcone, Icardi). All.: Ferrara.

    ARBITRO Doveri di Roma.

    MARCATORI Munari (S) al 20′ p.t.; Milito su rigore al 7′ s.t., Palacio al 23′ s.t., Guarin al 37′ s.t.; Eder (S) al 49′ s.t.

    LE PAGELLE

    Rossini 6,5: gli attaccanti dell’Inter lo mettono a dura prova. Lui risponde con reattività risolvendo un paio di situazione molto complicate.

    Costa 5: Fino all’azione del rigore aveva giocato una buona partita. Poi il fattaccio e il cartellino rosso. Questi regali all’Inter non li puoi fare.

    Tissone 6,5: Si sbatte come un dannato per lavorare palloni per le punte. Ma spesso predica nel deserto. Sua la punizione che propizia il gol del vantaggio.

    Munari 7: Segna la rete che spezza gli equilibri, poi fa legna a centrocampo per tutta la durata del match.

    Ranocchia 5,5: Non il difensore degli ultimi periodi. Indeciso sull’azione del vantaggio blucerchiato. In compenso evita il giallo che gli avrebbe impedito di essere disponibile per la trasferta di Torino.

    Guarin 7: Alla fine si scrolla di dosso tutte le polemiche degli ultimi tempi. Sta crescendo, e si vede. Contro la Samp la sua manovra è stata incisiva, mai banane. Segna il gol che, di fatto, regala i tre punti ai suoi.

    Cassano 6,5: Monta e smonta calcio giocato con disarmante disinvolta. Non sempre cinico, ha comunque il merito di sfornare gli assist decisivi.

    Milito 7: Stramaccioni lo aveva detto: Milito è la mia punta. E il Principe certe cose non le dimentica. Grande stato di forma e movimenti micidiali per la difesa doriana.

    VIDEO HIGHLIGHTS INTER-SAMPDORIA

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  • Inter-Sampdoria, Cassano torna dall’inizio

    Inter-Sampdoria, Cassano torna dall’inizio

    Battere la Sampdoria, è questo l’unico obiettivo dell’Inter: parola di Andrea Stramaccioni. Il turno infrasettimanale, che vedrà di scena i blucerchiati a San Siro, per il tecnico dell’Inter non è un fastidioso passaggio obbligato, ma un passo importante verso il big match di Torino contro la Juventus. Lo ha sottolineato con forza durante la conferenza stampa del pre partita, ma già subito dopo la sfida vinta contro  il Bologna il pensiero di Stramaccioni è stato sufficientemente chiaro. In fondo una grande pensa proprio così. «Se non battiamo la Sampdoria, e ci ritroviamo a -7, quello con la Juve non è più uno scontro diretto». Amen.

    Occhio alla Samp – I liguri si presentano alla sfida esterna contro l’Inter con le ossa rotte. La squadra allenata da Ciro Ferrara non vince ormai dalla terza giornata, quando di fronte c’era il Pescara e le sensazioni erano ben altre. Poi due pareggi e quattro sconfitte. Per la trasferta di Milano l’ex ct della Nazionale under 21 ritrova Romero in porta e Costa in difesa. Fuori invece Obiang e Maresca sostituiti da Tissone e Munari. In avanti, con Maxi Lopez, giocheranno Estigarribia ed Eder. La Sampdoria, nel bel mezzo delle polemiche per i risultati deludenti, dovrà fare molta attenzione: l’Inter di questo periodo è una corazzata. E il fattore psicologico, a secondo di come viene gestito, può risultare l’arma in più o l’ostacolo più grande. In soldoni: giocare con gli esterni d’attacco larghi è un azzardo in periodi di vacche magre. Ma per mister e giocatori l’obbligo è invertire da subito il trend negativo. Costi quel che costi.

    Stramaccioni e Cassano
    Stramaccioni contro la Samp lancia l’ex Cassano dal primo minuto © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Piedi per terra – L’Inter, a differenza della Samp, naviga in bel altre acque. Ma Andrea Stramaccioni non si fida. E non si fida nemmeno del momento difficile dei blucerchiati. «La Sampdoria – ha affermato il tecnico nerazzurro in conferenza stampa – dopo un’ottima partenza, ha rallentato come risultati e non come prestazioni. In alcune gare che ho visto non aveva demeritato, ma è uscita dal campo senza punti, questo dà merito al loro lavoro e non deve ingannarci, arriverà una squadra che vuole invertire il trend e fare punti a San Siro. Hanno le caratteristiche strutturali per darci dei problemi, con due giocatori larghi sulle fasce: è una partita ad alto coefficiente di difficoltà». Insomma, per i nerazzurri è vietato abbassare la guardia. Quella contro la Samp è una partita da vincere. «Dobbiamo mantenere sempre la stessa mentalità perché questo è un campionato molto equilibrato». Quindi niente turnover e spazio all’ex Cassano dal 1’. Perché, nelle parole di Stramaccioni (e nei pensieri?) ci sono solo i blucerchiati. E per superare l’ostacolo che precede lo scontro diretto contro i bianconeri scenderanno tutti i titolari in campo. Anche quel Fredy Guarin tanto criticato in queste ultime settimane. «E’ il giocatore con il margine di miglioramento più ampio» ha spiegato Stramaccioni. Particolare non indifferente: perché la fiducia verso i calciatori non è un dettaglio.

    PROBABILI FORMAZIONI

    INTER (3-5-2): Handanovic; Silvestre, Samuel, Ranocchia; Nagaromo, Mudingayi, Gargano, Guarin, Pereira; Milito, Cassano. All.: Stramaccioni

     SAMPDORIA (4-3-3): Romero; Berardi, Rossini, Gastaldello, Costa; Munari, Tissone, Poli; Estigarribia, Maxi Lopez, Eder. All.: Ferrara

  • Gasperini al veleno “Moratti con me è stato scorretto”

    Gasperini al veleno “Moratti con me è stato scorretto”

    Dopo l’amaro pareggio contro il Milan di ieri sera, il tecnico del Palermo Gian Piero Gasperini si concede ai microfini dei giornalisti per dare sfogo a tutta la sua delusione e rabbia per avere mancato il colpaccio e soprattutto per essere stati in grado di mettere sotto i rossoneri senza però ottenere poi i tre punti ma accontentandosi del pareggio. Però, dalla bocca del nuovo arrivato alla guida dei rosanero non escono solo dichiarazioni rivolte al match appena terminato: c’è infatti spazio e tempo anche per lanciare una frecciatina a chi nel recente passato l’ha criticato. Si tratta infatti di Massimo Moratti il quale, quando a settembre decise di esonerarlo, si lasciò andare a spiegazioni poco piacevoli quando i media hanno chiesto il motivo dei tanti flop. La risposta del presidente fu la seguente: “La colpa per il disastro di questa stagione è di Gasperini, ha rovinato tutto, ha tolto la grinta all’ambiente e si lamentava in continuazione contro i giocatori, davvero pessimo”.

    Poche e semplici parole che hanno però ferito nel profondo l’attuale mister del Palermo che in queste settimane ha ridato forza e determinazione ad una squadra che all’avvio del campionato era di certo partita con il piede sbagliato. Probabilmente spinto anche dai risultati ottenuti in queste partite, nelle dichiarazioni post gara di ieri Gasperini si è quindi lasciato andare punzecchiando Massimo Moratti confrontando le scelte tattiche di Stramaccioni:

    Gian Piero Gasperini AC Siena v US Citta di Palermo - Serie A
    Gian Piero Gasperini © Tullio M. Puglia/Getty Images

    “Ora tutti elogiano la difesa a 3 dell’Inter, ma quando la predicavo io tutti la criticavano: non mi ha dato fastidio il fatto di essere allontanato per i risultati. Quando sono andato via c’è stato nei miei confronti un comportamento molto sgradevole e scorretto, delle frasi del presidente Moratti completamente fuori luogo. Questo è stato l’aspetto che meno ho accettato della vicenda”.

    Di certo quindi dalle parole del tecnico rosanero c’è ancora un po’ di delusione per l’esonero ma soprattutto quello per cui ieri sera è arrivato a tirare in ballo l’Inter sono le parole che Moratti ha rivolto nei suoi confronti, infangando non solo il lavoro svolto ma anche il suo modo di allenare. Ora non resta che aspettare la risposta del presidente neroazzurro.

  • Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    Inter, Stramaccioni sulle orme di Mourinho aspettando la Juve

    E sono sette. L’Inter allunga la striscia sorprendente di successi ottenuti tra campionato e coppa, e comincia a riscrivere la lista degli obiettivi stagionali. Alzando il tiro, ovviamente, verso traguardi e avversari diversi rispetto a qualche settimana fa. Nel caso concreto, verso quella Juve, ad oggi imbattibile, che domina la serie A in lungo e in largo. E hai voglia a dire che Stramaccioni non somiglia per niente a Mourinho. Il percorso appare ormai tracciato. E l’ambiente è in fermento per un gruppo che  cresce costantemente sul piano della personalità e del gioco, dando un senso logico alle speranze di scudetto. Insomma, ancora qualche settimana da dedicare alle polemiche nostrane, tra gol annullati e soliti sospetti, una ostica gara casalinga contro la Samp – confronto mai banale – e poi sarà sfida alla capolista. Un match che dirà tantissimo sulle reali potenzialità del team nerazzurro. Ma da Milano arrivano voci che invitano alla calma. Un passo per volta, certo. Perché a guardare troppo lontano poi si perde il senso dell’orientamento. Lo dice chiaro il tecnico dell’Inter. «Noi sappiamo che affinché Juve-Inter abbia un valore d’alta classifica dobbiamo vincere contro la Sampdoria mercoledì».  dice Andrea Stramaccioni. Giusto. Ma la squadra continua a macinare punti e prestazioni da “grande”. Vale ancora la pena nascondersi? «Abbiamo tracciato un solco, e fare 8 vittorie di fila fuori casa è tanto. In questa squadra c’è grinta, fame, applicazione: sempre. Ringrazio i giocatori e cerco di dimostrare che Moratti non ha fatto una pazzia a prendermi…». E intanto, con 7 successi in fila, ha eguagliato la serie del ’61-62 di Helenio Herrera.

    Andrea Stramaccioni
    Il tecnico dell’Inter, Andrea Stramaccioni. La grinta in vista della Juve © Claudio Villa/Getty Images

    Stiamo crescendo, parola di Strama — Nella conferenza stampa del dopo partita di Bologna, Andrea Stramaccioni ha indicato la parola chiave per il futuro: crescita. «Siamo alla nona giornata – ha spiega il tecnico nerazzurro -, quindi non è intelligente parlare di obiettivi ma solo di crescita. Quella crescita che ha avuto la Juve lo scorso anno: all’inizio ha fatto fatica, poi ha trovato la quadratura ed è andata a vincere lo scudetto». Buone sensazioni, quindi. «Il nostro obiettivo è tornare in Champions – ha aggiunto l’allenatore – e l’importante è che io veda una squadra che migliora». In pratica: lo scudetto è un obiettivo concreto, ma occhio a sbilanciarsi. Perchè lì davanti i bianconeri sembrano inarrestabili. Guidati da un centrocampo da paura.

    Cuore Inter – L’spetto più bello messo in mostra dall’Inter delle ultime uscite è il cuore. L’attitudine al sacrificio. Al Dall’Ara Milito e Palacio hanno macinato chilometri. Giocando per la squadra. Senza paura di scendere nelle officine affollate del centrocampo e di sporcarsi gli scarpini. Segnali da un gruppo che, al di là delle frasi di circostanza, allo scudetto ci pensa eccome. E a ragione. La difesa è diventata un fortino alla “Josè”: gli interpreti variano, ma i gol presi sono sempre di meno. Premessa, questa, che rafforza l’autostima della squadra. Vedi, tanto per dire, Andrea Ranocchia. Uno che, passati gli incubi, ora entra e fa gol. E che in copertura non sbaglia quasi nulla. Risorto. Per il centrocampo Stramaccioni, del resto, ha l’imbarazzo della scelta. Con un Cambiasso ritrovato, stile “Bernabeu”, la quantità è ritornata di casa. Poi Guarin e Gargano: due che non perdonano. Là davanti il discorso si complica. Manca, probabilmente, un vice Milito. Questo gli uomini mercato di Massimo Moratti lo sanno bene. Ma il tridente Cassano, Palacio, Milito piace. E tanto. In attesa del ritorno di Wesley Sneijder: un top player che alzerà ancora l’asticella della qualità. E le chance dell’Inter di vincere lo scudetto. Insomma, nessun segreto. I nerazzurri ci sono per la lotta al vertice. L’importante è pensare davvero da grande.

  • L’Inter sbanca Bologna e si lancia all’inseguimento della Juve

    L’Inter sbanca Bologna e si lancia all’inseguimento della Juve

    Settebello Inter! Stramaccioni e i suoi uomini continuano la loro marcia trionfale, espugnando il Dall’Ara contro il Bologna di Pioli con un rotondo 3 a 1 che ammette poche repliche. Sette vittorie consecutive tra campionato ed Europa League, sono più che un segnale delle condizioni di salute di una squadra che sicuramente si lancia alla rincorsa della Juventus. Un super Palacio, in veste di assist man (2 oggi), un Milito che torna al gol dopo un lungo digiuno (nonostante i 24 gol nell’anno solare) e un Cambiasso straordinario, sono gli ingredienti vincenti scelti e mescolati da Stramaccioni. Ora l’Inter non deve più nascondersi. Dopo la sconfitta della Lazio, e in attesa del Napoli, i nerazzurri sono assolutamente gli antagonisti principali della Juventus nella corsa allo scudetto. In attesa del match del 3 novembre, gli errori arbitrali evidenziati oggi a Catania faranno salire i titoli sulle prime pagine dei giornali. Morale della favola? Il Derby d’Italia è già bello che infuocato!

    LA PARTITA

    Un po’ a sorpresa Stramaccioni rimescola le carte in tavola, abbandonando l’idea del tridente e lasciando Cassano in panchina. Niente chance per Alvarez con l’inserimento di Mudingay in mediana. Spazio quindi al 3-5-2 con il rientro Nagatomo e il tandem offensivo Palacio-Milito.

    Andrea Ranocchia © VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images

    È un Bologna che parte col turbo, pressando altissimo, sul primo portatore di palla, riuscendo a bloccare il gioco nerazzurro e rendendosi sempre pericoloso davanti con le invenzioni di Diamanti che sembra essere davvero ispirato. Match ball sprecato da Ranocchia sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 23’, con un gran colpo di testa che sfiora il palo e termina di pochissimo a lato, per la gioia di Agliardi. Al secondo tentativo è proprio Ranocchiaa portare i suoi in vantaggio al 27’, sfruttando l’assist su calcio di punizione di Cambiasso e superando di testa con una parabola imprendibile il portiere emiliano. Primo tempo che si chiude con il meritato vantaggio nerazzurro.

    Nella ripresa è ancora il Bologna a partire forte, ma su un contropiede velocissimo lanciato da Handanovic è Palacio a servire l’assist perfetto per il 2 a 0 firmato Milito. L’Inter sembra padrona del campo, ma la partita è riaperta da Cherubin al 13’ che anticipa di testa un’uscita un po’ sciagurata di Handanovic e batte il portiere sloveno, portando il punteggio sul 2 a 1. Splendido l’assist di Diamanti per il compagno. Segni di nervosismo in campo dalle panchine dopo un episodio su Palacio, con Baresi e Pioli espulsi. Ne perde lo spettacolo e alla ripresa del gioco al 19’ è l’Inter ad approfittarne con una splendida azione targata Palacio, Cambiasso, con il centrocampista argentino che con un tocco sotto scavalca Agliardi e porta i suoi sul 3 a 1. Nel finale è l’Inter a sfiorare il 4 a 1 su una splendida percussione di Nagatomo, con una conclusione di Cambiasso di poco alta sopra la traversa. Cinque minuti di recupero e l’Inter continua la sua marcia trionfale inanellando la settima vittoria consecutiva.

    PAGELLE BOLOGNA-INTER

    Diamanti 6,5 Ci prova fino all’ultimo, lottando e perdendo ai punti la gara contro Mudingayi, francobollato al suo fianco. Serve uno splendido assist per Cherubin che insacca in rete. Tanta qualità.

    Cherubin 6 Mezzo voto in più per il gol, perché in fase difensiva non c’è niente di sufficiente.

    Taider 5 In mediana soffre le percussioni di tutto il reparto nerazzurro, senza riuscire mai ad arginare l’azione degli avversari.

    Handanovic 6,5 Fa ripartire lui il contropiede nerazzurro con lanci perfetti, e dopo una splendida parata, commette una brutta ingenuità uscendo sciaguratamente e facilitando il gol di Cherubin. Nel finale compie un’altra parata decisiva.

    Juan Jesus 7 Assolutamente devastante nel primo tempo. Chiude ogni spazio e si concede anche il lusso di qualche sgroppata davanti con licenza di tiro. Nella ripresa cala un po’ e prende un giallo ‘tattico’ che gli farà saltare la gara contro la Sampdoria.

    Cambiasso 7,5 Sembra avere il dono dell’ubiquità. È dappertutto. A centrocampo, davanti, in area. Stramaccioni gli cuce addosso questo nuovo ruolo e lui oltre all’assist per Ranocchia confeziona anche il gol del 3 a 1.

    Palacio 7 Dopo aver regalato due gol in due presenze, il Trenza si concede una partita a reti bianche, elargendo 2 assist perfetti a Milito e Cambiasso. Fondamentale.

    BOLOGNA: Agliardi 5,5; Garics 5, Antonsson 4,5, Cherubin 6, Morleo 5; Taider 5, Pazienza 5 (75’ Krhin), Guarente 6 (82’ Kone); Diamanti 6,5; Gabbiadini 6 (75’ Paponi), Gilardino 5,5.
    INTER: Handanovic 6,5; Samuel 6,5, Juan Jesus 7, Ranocchia 7,5; Gargano 6 (88′ Pereira s.v.), Cambiasso 7,5, Mudingayi 6, Nagatomo 6,5; Zanetti 6,5; Palacio 7 (80’Alvarez); Milito 6,5 (66′ Cassano 6).

    Video Gol e Highlights Bologna-Inter
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  • Bologna-Inter, Stramaccioni col dubbio: Alvarez o tridente?

    Bologna-Inter, Stramaccioni col dubbio: Alvarez o tridente?

    Stramaccioni meglio di Mourinho? Un’eresia penseranno in molti, avvicinando il Vate di Setubal, lo Special o che si voglia l’uomo del Triplete all’esordiente Strama! Niente affatto perché numeri alla mano per quanto riguarda le statistiche Stramaccioni con la sesta vittoria consecutiva supera l’allenatore portoghese fermo a cinque vittorie di fila. I numeri nel calcio contano poco si sa, ma il morale per aver trovato una quadratura di una rosa che mostra solidità difensiva e buona propensione all’attacco sono gli ingredienti giusti con i quali l’Inter affronterà il Bologna nella trasferta della nono turno di campionato. Considerando inoltre come la classifica inizi a diventare ‘interessante’ visto lo stop del Napoli, e le sole 4 distanze dalla capolista bianconera, l’imperativo categorico in casa Inter è continuare a strappare i tre punti, per mantenere il passo con le altre davanti e arrivare con il morale inalterato sino al big match contro la Juventus del 3 novembre.

    Chance dal primo minuto per Ricky Alvarez? © Giuseppe Bellini
    Getty Images Sport

    BOLOGNA-Morale inversamente proporzionale quello degli emiliani, che dopo una buona partenza hanno di fatto mollato la presa raccogliendo tre sconfitte nelle ultime quattro partite, scendendo vertiginosamente nella classifica. L’Inter è un avversario difficile, ma dopo l’ultima sconfitta esterna contro il Cagliari, è ora di iniziare a racimolare punti in casa per puntare senza troppa fretta alla lotta salvezza. È una sfida dal sapore particolare tra giocatori di fantasia come Diamanti e Cassano, dotati di genio e sregolatezza al tempo stesso, entrambi in vetrina negli ultimi europei. Il tecnico degli emiliani Pioli dovrebbe schierare un 4-3-1-2 per dare garanzie alla retroguardia e innescare con un centrocampo di qualità il duo offensivo. Nel dettaglio, solita difesa a quattro con Garics, Antonsonn, Cherubin e Morleo. In mediana spazio a Taider, Pazienza e Kone, mentre più avanzato nel suo ruolo preferito alle spalle delle punte agirà Diamanti. Tandem d’attacco composto dal bomber Gilardino in coppia con Gabbiadini.

    INTER- Stramaccioni ha il sorriso amaro dopo aver vinto nell’ultimo turno di Europa League, perdendo però per circa 30 giorni un giocatore in forma come Coutinho per infortunio. In assenza di Sneijder il brasiliano sarebbe stato il sostituto ideale dell’olandese. Potrebbe trovare spazio quindi, Alvarez che dopo la deludente prova di Catania avrà l’occasione di far ricredere i suoi tifosi. Si torna con la difesa a tre dove l’immancabile Juan Jesus ritroverà i suoi compagni Samuel e Ranocchia. In mediana viste le brutte prestazioni di Guarin, si prenota un posto per Gargano in coppia con Cambiasso e in rampa di lancio Nagatomo in ballottaggio con Pereira. Davanti rimangono i dubbi maggiori, con le parole di Stramaccioni in conferenza stampa che lasciano più di qualche dubbio: ‘Cassano gioca’. Vista la vena realizzativa di Palacio con due reti negli ultimi match giocati sarebbe un vero e proprio suicidio calcistico lasciarlo fuori. A questo punto o sarà tridente super offensivo con Cassano, Milito e Palacio, o uno dei tre siederà in panchina pronto a subentrare a gara in corso e dietro le due punte agirà Alvarez.

    PROBABILI FORMAZIONI BOLOGNA-INTER :

    BOLOGNA (4-3-1-2): Agliardi; Garics, Antonsson, Cherubin, Morleo; Taider, Pazienza, Kone; Diamanti; Gilardino, Gabbiadini.
    A disp: Lombardi, Marchignoli, Sorensen, Carvalho, Motta, Abero, Pulzetti, Guarente, Khrin, Riverola, Pasquato, Paponi.
    All.: Pioli

    INTER (3-4-3): Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Zanetti, Gargano, Cambiasso, Nagatomo; Alvarez, Cassano, Milito.
    A Disp.: Castellazzi, Belec, Jonathan, Silvestre, Guarin, Mudingayi, Pereira, Palacio, Livaja.
    All.: Stramaccioni

  • Inter-Partizan 1-0, ci pensano Handanovic e Palacio

    Inter-Partizan 1-0, ci pensano Handanovic e Palacio

    Dalla paura alla festa. A San Siro succede tutto in trenta secondi. Ovvero quelli che passano tra il miracolo di Handanovic sul lanciatissimo Lazar Markovic e il cross di Milito che Palacio trasforma in gol vittoria. È il minuto 42 del secondo tempo. Fino a quel punto l’Inter aveva sciupato almeno 3 azioni da rete nitide e rischiato qualcosa di troppo sulle ripartenze fulminee dei serbi. Transizioni ispirate dal solito Markovic, spina nel fianco della retroguardia nerazzurra per almeno 30 minuti. Nella terza gara del girone H di Europa League l’Inter supera 1-0 il Partizan Belgrado e allunga a sei i punti di distacco da Neftchi e Partizan. Insomma, per gli uomini di Stramaccioni passaggio del turno blindato e quinta vittoria di fila in gare ufficiali.

    Work in progress – L’Inter scende in campo con l’ormai rodato 3-4-3, con Coutinho e Cassano a lavorare palloni sugli esterni per l’avanzato Livaja. E i nerazzurri partono bene. Nei primi venti minuti la squadra di Stramaccioni macina bel gioco e azioni interessanti. Peccato manchi l’acuto proprio sul più bello. Le occasioni migliori nascono dalle accelerazioni di un rigenerato Coutinho. Ma il cinismo è un’altra cosa. Come al minuto 28, quando Pereira mette in mezzo un cross che di piatto il brasiliano spedisce di poco a lato. Alla mezz’ora, però, Cou si fa male e l’Inter è costretta a cambiare faccia. Entra Palacio e si passa al 4-4-2: Mudingayi e Livaja diventano esterni di centrocampo. Ma è il Partizan a farsi pericolso. Al 21’ Markovic sorprende la difesa interista e pesca il palo alla sinistra di Handanovic. Brividi. Gli ospiti crescono, mentre sull’asse Guarin – Cassano i lanci lunghi si sprecano. Idea non malvagia vista la retroguardia serba, ma il barese non è certo Bolt. Nella ripresa Cambiasso e Guarin riprendono il controllo del centrocampo ed è tutta la squadra a crescere. Non cresce invece la “fame” di gol: prima Palacio, poi Cassano sprecano malamente veri e propri rigori in movimento. Al 42’ esce fuori la vera anima dell’Inter: pazza, maledettamente pazza. Il Partizan sfonda in contropiede, la difesa nerazzurra pasticcia il pasticciabile e Markovic, insieme al 1600 tifosi ospiti, pregusta il sapore della rete. E invece Handanovic fa due cose, semplici e complicatissime: prima salva con un vero e proprio miracolo la propria porta, poi rilancia l’azione che porterà al vantaggio dei padroni di casa. Sul capovolgimento di fronte Milito prende palla sul vertice destro dell’area di rigore, pennella un cross che Palacio, grazie anche al sapone sui guanti di Petrovic, mette in rete di testa. Vantaggio Inter, e tabù San Siro stregato pure in Europa.

    Palacio, Cambiasso e Milito
    Palacio, Cambiasso e Milito © Marco Luzzan/Getty Images

    Prove d’Europa – Quando si tratta di Coppa l’Inter cambia pelle. O almeno ci prova. Tra pensieri di campionato e turnover, Stramaccioni prova a disegnare ogni volta un undici nuovo di zecca. Ma alla fine chi risolve la partita è Palacio. Su assist di Milito. Non certo due rincalzi da minestra riscaldata. E Handanovic: la parala su Markovic al 42’ della ripresa vale come un gol. Sono piuttosto le seconde linee a convincere poco. Vedi Matias Silvestre, macchinoso fino a diventare stucchevole. Vedi, ancora, Jonathan. Le sue incursioni appaiono sempre troppo velleitarie. Di certo chi strappa il premio di migliore in campo è Juan Jesus. Per lui partita da leader del reparto arretrato. Alcuni recuperi, sulle verticalizzazioni dei serbi, sono quanto meno provvidenziali.

    Chi ferma Markovic? – Per gli uomini di Vernezovic uscire dal Meazza con un pareggio non sarebbe stato un furto. Il Partizan comanda il gioco per almeno 30’ tra il primo e il secondo tempo, poi però si spegne alla lunga lasciando campo ad una compassata manovra interista. Buona la prova dei giovani (in pratica tutti) che dimostrano personalità e grandi doti tecniche. Il classe ’94 Markovic mette gli incubi alla retroguardia interista in almeno tre occasioni. Le sue accelerazioni, la sua rapidità di esecuzione, il suo senso della “porta” lo impongono come giocatore di livello europeo.

    INTER-PARTIZAN 1-0

    MARCATORE Palacio al 43′ s.t.

    INTER (3-4-1-2) Handanovic; Silvestre, Cambiasso, Juan; Jonathan, Guarin, Mudingayi, Pereira; Coutinho (31′ Palacio); Livaja (7′ s.t. Zanetti), Cassano (31′ s.t. Milito). In panchina: Belec, Ranocchia, Samuel, Gargano. Allenatore: Stramaccioni.

    PARTIZAN (4-2-3-1) Petkovic; Miljkovic, Ostojic, Ivanov, Volkov; Medo, Smilijavic; Tomic (35′ s.t. S.Markovic), S.Ilicic (31′ s.t. Joljc), L.Markovic; Mitrovic (22′ s.t. S.M.Slepovic). In panchina: R.Ilic, Lazevski, Stretenovic, S. Scepovic. Allenatore: Vladimir Vernezovic.

    ARBITRO Liany (Israele)

    LE PAGELLE

    Handanovic 7: il miracolo del portierone nerazzurro al minuto 42 della ripresa pesa come e più di un gol. Salva il risultato e propizia l’azione della rete di Palacio. Per il resto normale amministrazione.
    Silvestre 5: Ce la mette tutta il ragazzo, ma la lucidità è un’altra cosa. I pericoli per la porta nerazzurra arrivano spesso dalle sue parti. Doveva essere la partita del rilancio. Rimandato.
    Cambiasso 6: il Cuchu è uno di quei calciatori che se sono fuori dal campo poi li rimpiangi. Contro il Partizan non sfoggia di certo il vestito migliore, ma il suo contributo di quantità a centrocampo lo garantisce sempre. Buona qualche incursione a fari spenti.
    Juan 6,5: un muro. Dalle sue parti non si passa, e alcuni recuperi in extremis mettono sale ad una prestazione nettamente sopra la sufficienza.
    Johathan 5,5: tanta corsa ma poca incisività. Prova incolore per il terzino brasiliano, che si applica ma soffre limiti evidenti.
    Guarin 6: Non certo un fulmine di guerra il colombiano centrocampista dell’Inter. Al Porto era tutta un’altra storia. La reazione alle tante chiacchiere dei giorni scorsi non è arrivata. In ogni caso le qualità del giocatore sono evidenti.
    Mudingayi 6: Solito gioco sporco. L’idea di Stramaccioni di piazzarlo esterno di centrocampo gli è piaciuto come un’ape dentro i pantaloni. Ma il ragazzo ha svolto il suo ruolo con dedizione. Nel’ultima fase del match lucido nel gestire diversi palloni.
    Pereira 6: Alvaro è il classico motorino di fascia. Non precisissimo sui cross, ma il suo contributo lo ha dato.
    Coutinho 7: fino al fattaccio (infortunio al 28’pt) nettamente il migliore in campo. Lampi di pura classe per un giovanotto che può e deve ancora crescere molto.
    Palacio 6,5: Mezzo punto in più per il gol. Per il resto l’argentino sbaglia qualcosa di troppo in rifinitura e si divora una clamorosa pala gol. L’infortunio ancora non è stato del tutto assorbito.
    Milito 6,5: il principe lo zampino ce lo mette sempre. I movimenti non sono più quelli del “Bernabeu”, ma la classe è quella di sempre. Delizioso il cross che ispira il gol del vantaggio.
    Cassano 5,5: Fantantonio meno meno. La prova del talento di Bari vecchia si cristallizza nel gol sbagliato malamente in avvio di ripresa.
    Zanetti 6: Infinito potrebbe essere un aggettivo riduttivo per il capitano del’Inter. Mai banale le sue partite, sempre concreto quando c’è da dare consistenza al gioco nerazzurro.
    Livaja 5: non morde il giovanissimo attaccante croato. Va bene, i palloni giocabili lavorati per lui sono pochissimi, ma è lecito attendersi qualcosa di più.

    VIDEO INTER-PARTIZAN BELGRADO 1-0

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  • Inter-Partizan per chiudere il girone di Europa League

    Inter-Partizan per chiudere il girone di Europa League

    Battere il Partizan per consolidare la posizione nella mini classifica del girone di Europa League. E guardare alle tre sfide di ritorno con più tranquillità. Questi alcuni dei temi che accompagneranno l’Inter, questa sera al Meazza, nella gara valida per il terzo turno di coppa.

    Stramaccioni tiene molto all’Europa League, è risaputo, ma almeno per ora il campionato ha un’altra priorità. Quindi occhio al turnover e alle soluzioni tattiche che potrebbero venire fuori prima e durante la partita. Il rientro di parecchi elementi consentirà un ricambio meno traumatico rispetto soprattutto alla prima sfida col Rubin Kazan. In pratica i nerazzurri dovranno fare a meno solo di Obi (piccolo fastidio muscolare durante l’ultimo allenamento). Per il resto tutti a disposizione, specie in attacco, dove le scelte sono contate. Ma come si schiereranno i nerazzurri? Confermare la difesa a 3 o ritornare al passato? Probabilmente l’obiettivo sarà anzi tutto risparmiare energie. Di sicuro Palacio dovrebbe essere della partita. Poi spazio a Coutinho per dare rapidità alle transizioni nerazzurre.

    Andrea Stramaccioni
    Andrea Stramaccioni è sempre più idolo della Milano nerazzurra | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Dalla Serbia – Il Partizan sta dominando il campionato serbo. Ma in Europa qualche difficoltà la fa registrare, specialmente in trasferta. Pari casalingo all’esordio nel girone con il Neftchi e sconfitta 0-2 a Kazan. Il tecnico è Vladimir Vermezovic, un allenatore eclettico, che ama cambiare spesso il volto dell’undici schierato in campo. Non a caso nelle due partite fin qui disputate in Europa League, i bianconeri si sono visti prima con un rombo di centrocampo, poi con tre uomini offensivi alle spalle di una punta. Lazar Markovic è il giocatore più significativo per una rosa che, con i doverosi distinguo, sa esprimere talenti di qualità. Ma è l’intero reparto avanzato ad abbassare sensibilmente la media dell’età, e a far salire l’asticella del talento. Mitrovic, Ninkovic e Marko Scepovic. Ragazzi di grande prospettiva. Più esperto Tomic, esterno offensivo già con esperienze di nazionale, e ovviamente il capitano Ilic, con alle spalle una lunga carriera in giro per l’Europa. Certo, i punti deboli ci sono. E sono voragini quando il Partizan gioca fuori casa. La difesa è, stando ai numeri, l’anello debole della squadra allenata da Vermezovic. Ed è lì che l’Inter dovrà attaccare, con rapidità e palla a terra.
    Probabili formazioni:

    INTER (3-4-1-2): Handanovic; Silvestre, Samuel, Juan Jesus; Nagatomo, Gargano, Guarin, Alvaro Pereira; Coutinho; Palacio, Milito.
    PARTIZAN (4-2-3-1): Petkovic; Miljkovic, Ostojic, Ivanov, Lazevski; Kamara, S. Markovic; Tomic, Ilic, L. Markovic; Mitrovic.

    Qui Appiano – “Io posso avere tutte le idee del mondo ma sono i giocatori a metterle in pratica, in campo. Io ho la fortuna di avere con loro un rapporto diretto. Poi, la cosa più importante, è con quanta fame e voglia di fare bene lavorano tutti, e loro lo fanno con tantissima fame e voglia”. È un’Andrea Stramaccioni sereno quello che si presenta ai giornalisti per la conferenza stampa di Inter – Partizan Belgrado. L’attenzione è tutta puntata sulle prestazioni altalenanti di alcuni giocatori in questo avvio di stagione. “Guarin – spiega il tecnico – è stato uno dei più sollecitati con le nazionali, insieme a Gargano e Pereira. Avendo io la possibilità di scegliere tra giocatori che sono tutti bravi, ho optato per qualcun altro, ma il valore di Guarin non è in discussione, né per il presente né per il futuro”. Ma Silvestre e Jonathan un po’ in discussione lo sono. E prova ne è lo scarso utilizzo da parte del mister. “L’ho detto e dimostrato sul campo, non c’è n nessun giocatore in questo organico che non abbia considerazione, non c’è nessuno che abbia avuto poco spazio, sia Silvestre che Jonathan hanno giocato gare importanti da titolari. Ci sono però dei giocatori che sono in uno stato di forma migliore, io do molta importanza a questo. In difesa, poi, molto importante è la continuità. Ma Matias rappresenta il presente e anche il futuro. Se pensate alle difficoltà avute da Ranocchia all’inizio, ci sta che anche Silvestre all’inizio giochi un po’ meno”.

    Qui Belgrado – Nonostante la notizia dei trecento ultrà serbi trovati senza biglietto e pronti alla partenza verso Milano, in conferenza stampa sia Vermezovic sia il capitano Sasa Ilic, hanno preferito concentrarsi sulla gara contro l’Inter. “Davanti a noi abbiamo una partita molto importante per la nostra giovane squadra, possiamo fare esperienza. Sappiamo tutti che l’Inter è fortissima, potrebbero esserci alcuni cambi da parte loro ma per noi non cambia nulla. Faremo la nostra gara, giocheremo al meglio e cercheremo di strappare un risultato positivo. Mi aspetto una partita molto intensa e spero che i miei giochino senza rispettare troppo l’avversario. Si gioca sempre in undici contro undici e non abbiamo nulla da perdere”.

  • Inter slitta l’ingresso dei cinesi in società. Rossi e Paulinho sogni mercato

    Inter slitta l’ingresso dei cinesi in società. Rossi e Paulinho sogni mercato

    Mentre l’Inter di Stramaccioni fa le prove generali per ritornare di nuovo grande, le manovre della dirigenza nerazzurra iniziano a disegnare il futuro prossimo venturo di società e squadra. Ormai è certo lo slittamento dell’accordo con il quale l’Inter darà il benvenuto ai nuovi soci cinesi in società, e soprattutto ai 55 milioni di euro di capitale con cui i nuovi azionisti acquisiranno il 15% delle quote del club nerazzurro.

    Nonostante le tante voci messe in giro, non tutte proprio confortanti, Moratti ha sempre fornito risposte grosso modo positive. L’affare con i cinesi, per il numero uno di Corso Vittorio Emanuele, si farà. E scatta immediato il pensiero a come quei soldi – tanti – potranno essere investiti sul mercato di gennaio. Soprattutto se la squadra saprà arrivare a quella data con il passo della grande. In pratica: se l’Inter tra due mesi dovesse essere in corsa per tutti gli obiettivi, quali saranno gli innesti che la società metterà a disposizione del mister per provare a vincere di nuovo?

    Massimo Moratti
    Massimo Moratti © Claudio Villa/Getty Images

    Capitolo mercato – I nomi che circolano sono tanti. Molti noti, altri del tutto nuovi. Ma in questi casi il pragmatismo obbliga ad andare con i piedi di piombo. Nei giorni scorsi “Pepito” Rossi ha speso parole importanti per la società nerazzurra. “Chi non vorrebbe giocare nell’Inter? E’ una grande squadra, con grandi giocatori, ma al momento non sto pensando a niente se non al ginocchio ed a recuperare al 100%”. Del resto Rossi, all’Inter, troverebbe una vecchia conoscenza. Quell’Antonio Cassano che tanto sta facendo sognare i tifosi della “nord”. “Antonio – ha affermato il talento del Villareal – sta facendo molto bene, lo conosciamo che è un grande calciatore. Non è una sorpresa che stia facendo bene con l’Inter“. Giuseppe Rossi, nonostante l’infortunio al ginocchio, continua ad essere oggetto del desiderio di moltissime società. A partire dalla Roma. Ma per il momento di concreto non c’è nulla. Ma gli uomini mercato interisti guardano anche al di là dell’oceano. Ci sarebbe quel Paulinho al Corinthians, altro pezzo pregiato che suscita interesse nei maggiori casati d’Europa. A partire dal Chelsea. Ma il giocatore, stendo alle sue ultime dichiarazioni, ha in testa solo il club nerazzurro. Probabilmente qualche acquisto a gennaio si farà. A prescindere dai grandi nomi. L’Inter ha dimostrato di essere forte, ma con qualche lacuna sparsa per i reparti. Il sostituto di Milito, per esempio. Cinesi o no, insomma, con l’anno nuovo Moratti metterà mano al portafogli per provare a rinforzare la rosa a disposizione di Stramaccioni. Fair play permettendo.

    In uscita – Per qualcuno che arriva c’è sempre qualcuno che va via. Potrebbe essere il caso di Matias Silvestre. Il difensore, proveniente dal Palermo, non ha convinto lo staff tecnico nerazzurro. La sua partenza, a meno di clamorosi “ritorni di fiamma”, dovrebbe essere sicura. Meno sicura quella di Jonathan, che comunque rimane oggetto semi misterioso per Stramaccioni. Ma il vero cruccio per tecnico e società – e tifoseria – rimane il destino di Wesley Sneijder. Il folletto di Utrecht è ancora nei piani dell’Inter? O si va verso una dolorosissima cessione? L’impressione è che tutto dipenda da come lui saprà, nei prossimi due mesi, adattarsi alla nuova filosofia di gioco che tante soddisfazioni sta dando sul campo domenica dopo domenica. Come dire, con Wes il gioco della squadra potrebbe migliorare ancora. Ma nel caso qualcosa dovesse andare storto, il suo futuro potrebbe essere lontano da Milano.

  • Inter da scudetto con uno Sneijder in più

    Inter da scudetto con uno Sneijder in più

    Con il rientro di Wesley Sneijder alla Pinetina l’Inter svuota l’infermeria e si compatta in vista del doppio impegno di Coppa e campionato contro Partizan Belgrado e Bologna. Roba per cuori forti, perché la squadra di Stramaccioni, in campionato, continua a stazionare lassù, e i pensieri “stupendi” iniziano a circolare insistentemente. Pensieri targati scudetto.

    Scudetto? Vedremo” – Nel dopo partita di domenica scorsa, liquidata la pratica Catania, anche Moratti si è sbilanciato sul futuro: nulla di compromettente, sia chiaro. Ma il presidente nerazzurro non ha nascosto le buone sensazioni che gli giungono dal rendimento sul campo. “Miglioriamo gara dopo gara” ha spiegato il numero uno di Corso Vittorio Emanuele, che ha aggiunto: “Mi piace molto l’unità tra giocatori e mister e la dedizione al lavoro di Stramaccioni”. Pennellate allo zucchero. Rievocando – ma c’è chi parla di blasfemia – Josè Mourinho. Ma l’interessato sminuisce, e si pone sulla scia del patron, “stiamo lavorando bene e non prendiamo gol”. Stramaccioni dixit.

    Go Wesley, go! – Ormai recuperato, Wesley Sneijder scalda i motori in vista dei prossimi impegni. La fisioterapia, a giudicare dai “cinguettii” dell’olandese, avrebbe rimesso benzina sia nel fisico che nella testa del calciatore olandese. “Sono tornato a Milano – ha twittato Wes – non vedo l’ora di allenarmi di nuovo. Mi sento bene“. Certo, intoccabili non ce ne sono, ma il numero dieci nerazzurro occupa un posto speciale nel cuore dei tifosi. E del mister.

    Wesley Sneijder
    Wesley Sneijder pronto al rientro &copy Claudio Villa/Getty Images

    Il folletto, dove lo metto? – Di sicuro, con il ritorno del genio di Utrecht, le soluzioni tattiche trovano un interprete di qualità assoluta. Ma la questione “posizione” rimane. Con il 3-4-3 (ma non l’aveva fatto anche Gasperini?) le cose si complicano un pò. Sull’esterno Sneijder perde metà del proprio potenziale. E anche sulla linea di centrocampo il raggio d’azione non convince. Ma a riguardo il patron nerazzurro ha dato una sorta di consiglio: “Un posto glielo troviamo”. Insomma, per un campione del genere la posizione in campo non è un problema.

    Reduce da 4 vittorie consecutive, domenica prossima l’Inter sarà di scena a Bologna alla ricerca della quinta vittoria consecutiva in campionato. Ma prima c’è la sfida di Europa League contro il Partizan. Un mini tour de force che metterà alla prova la tenuta della compagine di Stramaccioni. Ma, questa volta, con un Wes in più.