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  • Tim Cup, il Napoli fatica ma elimina l’Udinese ai rigori

    Tim Cup, il Napoli fatica ma elimina l’Udinese ai rigori

    Con parecchia fatica il Napoli riesce ad imporsi, ai calci di rigore, contro un Udinese coriacea, andata avanti al 58° con Thereau, rimontata da un rigore di Jorginho, rimasta in 10 dal 69° per il rosso a Widmer e che è stata capace nei supplementari di rimontare il 2-1 siglato da Hamsik.

    Dal dischetto decisiva la parata di Andujar sull’ultimo rigore bianconero di Allan e la susseguente trasformazione di Higuain. Stramaccioni però ha di che essere contento perchè i suoi hanno dato tutto.

    Il Napoli ha dimostrato alcune incertezze, specie nella fase difensiva, già viste in questa stagione e che Benitez dovrà cercare di eliminare per cercare di raggiungere gli obiettivi che si sono posti i partenopei.

    Veniamo al racconto della gara.

    I due tecnici fanno turnover, Benitez non rinuncia a Britos, Gargano ed Hamsik ma dà un turno di riposo, almeno inizialmente, ad Higuain e Callejon.

    Stramaccioni decide di affidarsi a Thereau unica punta e lancia dal primo minuto i giovani Scuffet, Hallberg e Jaadi.

    Si parte ed il Napoli dopo 3 minuti ha già la grossa chance di trovare il vantaggio, Gabriel Silva commette fallo da rigore su Zapata, dal dischetto va Mertens che però fallisce la trasformazione colpendo la traversa. L’Udinese non sta a guardare e al 8° un diagonale di Thereau spaventa la difesa azzurra. Subito dopo risponde di testa Gabbiadini ma Scuffet è pronto e mette in corner. I padroni di casa provano a fare la gara cercando di chiudere in difesa i bianconeri ma la retroguardia ospite tiene. Retto il colpo, intorno alla mezz’ora, l’Udinese inizia a crescere e ad impensierire il Napoli. Al 35° tornano a farsi vedere i partenopei con una conclusione di Gargano che, dopo una deviazione, si stampa sul palo. A parte qualche accelerazione di Mertens non accade altro, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte senza sostituzioni per i secondi 45 minuti. La prima occasione capita all’Udinese ma Andujar è bravo a respingere il tiro di Bruno Fernandes. Il Napoli prova a riprendere in mano il pallino del gioco e va al tiro con Hamsik al 52°, risponde sicuro Scuffet. La difesa di Benitez è distratta e al 55° si fa sorprendere da Thereau, Andujar è costretto all’uscita tempestiva dall’area per anticipare il francese. Al 58° però il contropiede bianconero è vincente con Jaadi che ruba palla e si lancia in profondità prima di servire Thereau che davanti al portiere del Napoli non fallisce. Gli azzurri sono costretti a spingere ma l’Udinese in ripartenza sa far paura. Al 64° Zapata riesce a conquistarsi un altro calcio di rigore, stavolta va Jorginho che non sbaglia e trova la parità. Al 68° altra decisione di Orsato che potrebbe dare una svolta alla gara, Widmer commette fallo e prende il secondo giallo, lasciando i suoi in 10. Ovviamente il Napoli cerca di sfruttare la situazione e a schiacciare  i bianconeri nella propria trequarti. L’Udinese soffre, si chiude e quando può tenta la ripartenza e a 5 minuti dal 90° Bruno Fernandes con un bel tiro costringe Andujar al salvataggio in corner. A parte una conclusione insidiosa di De Guzman non accade altro, dopo 3 minuti di recupero Orsato fischia la fine, si va ai supplementari.

    Inizia il primo tempo supplementare e l’Udinese ha subito la chance di passare in vantaggio, Andujar salva su Aguirre, la palla rimbalza sull’attaccante dell’Udinese e rotola verso la porta ma Mesto salva quasi sulla linea. E’ una buona Udinese nei primi minuti, ci prova anche Kone ma Andujar è attento. Al 99° però è Hamsik ad inventarsi un gran gol con un tiro dal limite che non lascia scampo a Scuffet. I bianconeri però sembrano non morire mai e al 104° la bestia nera del Napoli Kone, trova la conclusione al volo che batte Andujar. Il primo tempo supplementare si chiude sul 2-2.

    Cambio di campo e si riparte con il Napoli che si getta in avanti e con l’Udinese costretta sulla difensiva. Benitez, vuole vincerla prima dei rigori e decide di giocarsi la carta Higuain che entra al 110° al posto di Zapata. Il forcing del Napoli non ha effetto, i friulani reggono e si va così ai calci di rigore.

    Gonzalo Higuain autore del rigore decisivo | Foto Twitter
    Gonzalo Higuain autore del rigore decisivo | Foto Twitter

     

    Dal dischetto i primi 8 rigoristi sono praticamente perfetti. L’ultimo rigore dell’Udinese tocca ad Allan ma Andujar neutralizza la conclusione del brasiliano. Higuain si presenta con il matchpoint sui piedi e non fallisce il Napoli passa il turno e affronterà l’Inter nei quarti.

     

     

    NAPOLI – UDINESE 7-6 (2-2 d.t.s) (58° Thereau (U), 64° rig. Jorginho (N), 99° Hamsik (N), 104° Kone (U))

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Henrique, Britos, Strinic; Gargano (72° De Guzman), Jorginho; Gabbiadini (83° Callejon), Hamsik, Mertens; Zapata (110° Higuain).

    Allenatore: Benitez.

    Udinese (4-4-1-1): Scuffet; Widmer, Heurtaux, Danilo, Pasquale; Jaadi (73° Kone), Allan, Hallberg (76° Guillherme), Gabriel Silva; Bruno Fernandes; Thereau (73° Aguirre).

    Allenatore: Stramaccioni.

    Arbitro: Orsato.

    Ammoniti: Hallberg (U), Thereau (U), Herteaux (U), Jorginho (N), Mesto (N), Strinic (N)

    Espulsi: Widmer (U)

    Sequenza rigori: Bruno Fernandes (U) gol, De Guzman (N) gol, Guillherme (U) gol, Jorginho (N) gol, Kone (U) gol, Mesto (N), gol, Danilo (U) gol, Hamsik (N) gol, Allan (U) parato, Higuain (N) gol.

  • Udinese il sogno continua, Djordjevic-tris lancia la Lazio

    Udinese il sogno continua, Djordjevic-tris lancia la Lazio

    I posticipi della 5° giornata di Serie A sono stati ricchi di gol ed emozioni ed hanno visto l’Udinese, guidata dall’inossidabile Totò Di Natale, imporsi per 4-2 su un coriaceo Parma e la Lazio, trascinata da una super tripletta di Djordjevic, espugnare con un netto 4-0 il campo del Palermo.

    Veniamo al racconto delle due gare partendo, in ordine cronologico da quella disputatasi alle 19 allo stadio Friuli.

    Antonio Di Natale
    Antonio Di Natale

    L’Udinese si presentava alla sfida con 9 punti conquistati e con la concreta possibilità di riprendersi il 3° posto. Stramaccioni schiera ancora la difesa a 4 con in avanti Di Natale appoggiato da Koné e Thereau. Il Parma invece veniva messo in campo da Donadoni con un 4-3-3 con Mauri, Acquah e Jorquera a metà campo con un trio d’attacco formato da Coda, Cassano e De Ceglie.

    I primi 20 minuti della gara sono privi di emozioni e con la palla che staziona principalmente a metà campo. Poi al 22° il match esplode con Mauri che, imbeccato da Cassano, controlla e batte Karnezis per il suo primo gol in Serie A ed il vantaggio ospite. Neanche il tempo di gioire che al 28° Badu fa la sponda giusta per Di Natale che solo in mezzo all’area colpisce al volo e pareggia. Karnezis sfodera un paio di super interventi e al 45° Di Natale concede il bis: cross basso di Widmer, velo di Thereau e Totò non perdona Mirante. Al riposo però non si va sul vantaggio dei friulani perchè al 3° minuto di recupero Mauri si inserisce in area e subisce il fallo di Widmer, è rigore! Cassano trasforma con un cucchiaio che tocca sotto la traversa ed entra.

     

    Nella ripresa al 57° Herteaux, su perfetto cross di Widmer, s’inventa una rovesciata fantastica che non lascia scampo a Mirante per il 3-2 Udinese. Al 78° la gara del Parma si complica ulteriormente con Acquah che prende il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Al minuto 83° arriva il colpo del definitivo K.o. con Thereau che ruba palla a Lucarelli, entra in area e piazza il colpo vincente. La gara si chiude sostanzialmente qua e al fischio finale è gioia per i  ragazzi di Stramaccioni che si portano a 12 punti, al terzo posto, a -3 dal duo di testa.

     

    UDINESE – PARMA 4-2 (2-2) (22° Mauri (P), 28°, 45° Di Natale (U), 45°+3 rig. Cassano (P), 57° Herteaux (U), 83° Thereau (U))

    UDINESE (4-3-2-1): Karnezis; Widmer, Heurtaux, Danilo, Piris; Badu, Guilherme (87° Pasquale), Allan; Kone (65° Domizzi), Thereau; Di Natale (71° Muriel).

    Allenatore: Stramaccioni.

    PARMA (4-3-3): Mirante; Mendes (46° Santacroce), Felipe, Lucarelli, Gobbi; Acquah, Jorquera (65° Galloppa), Mauri; De Ceglie (60° Belfodil), Cassano, Coda.

    Allenatore: Donadoni.

    Arbitro: Calvarese.

    Ammoniti: Koné (U), Widmer (U).

    Espulsi: Acquah (P).

     

    I compagni festeggiano Filip Djordjevic
    I compagni festeggiano Filip Djordjevic

    Nel secondo anticipo entrambe le squadre andavano a caccia di punti. Iachini in partenza confermava il 3-4-1-2 visto con il Napoli con le eccezioni di Feddal e Lazaar dal primo minuto per Bamba e Daprelà. Pioli invece schierava i suoi con un 4-2-3-1 con Onazi e Parolo in mediana, Candreva, Mauri e Lulic sulla trequarti alle spalle di Djordjevic.

     

     

     

     

    Anche a Palermo i primi minuti non sono esaltanti, all’inizio cerca di far pressione la Lazio ma i rosanero pian piano crescono e nella seconda parte del tempo creano due enormi occasioni con Vazquez, fuori di poco, e Dybala, ottima risposta di Marchetti. Quando sembra esser tutto pronto per il vantaggio del Palermo, al 45° è la Lazio a trovare il gol: cross forte e basso di Candreva, Sorrentino è superato e Djordjevic è pronto da due passi a siglare il vantaggio.

     

    Nella ripresa è ancora il Palermo ad avere le migliori chance, Feddal ne fallisce una clamorosa. Anche Djordjevic avrebbe la palla dello 0-2 ma il suo colpo di tacco non sorprende Sorrentino. Doppietta solo rimandata perchè al 75° l’attaccante serbo è bravo con una finta a mettere a sedere il difensore avversario e a piazzare un sinistro vincente. La super serata di Djordjevic non è finita qua perchè al 83° il centravanti sfrutta un errore di Andelkovic e dopo il rimbalzo del pallone fredda Sorrentino con un diagonale da posizione angolata. Lo 0-3 sarebbe già troppo pesante per il Palermo, autore di un buonissimo primo tempo, al 92° arriva addirittura il Poker della Lazio con Parolo che aggancia in area una punizione di Ledesma, si gira e supera il portiere rosanero. La Lazio reagisce allo stop di giovedì ed è concreta, il Palermo, ora ultimo con Empoli e Sassuolo a quota 3, gioca bene, fa bel gioco ma non riesce a portar a casa nemmeno un punto.

     

    PALERMO – LAZIO 0-4 (0-1) (45°, 75°, 83° Djordjevic, 92° Parolo)

    PALERMO (3-4-1-2): Sorrentino; Andelkovic, Terzi, Feddal; Morganella, Rigoni, Barreto (82° Quaison), Lazaar (56° Emerson); Vazquez; Belotti, Dybala (76° Makienok).

    Allenatore: Iachini.

    LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Cavanda, De Vrij, Cana, Braafheid (77° Ciani); Parolo, Onazi; Lulic, Mauri (82° Ledesma), Candreva (57° Felipe Anderson); Djordjevic.

    Allenatore: Pioli.

    Arbitro: Di Bello.

    Ammoniti: Parolo (L), Morganella (P), Mauri (L), Cana (L), Marchetti (L), Vazquez (P)

  • Gol di Thereau, l’Udinese espugna l’Olimpico biancoceleste

    Gol di Thereau, l’Udinese espugna l’Olimpico biancoceleste

    Prosegue anche a Roma l’ottimo inizio di stagione della nuova Udinese di Andrea Stramaccioni. Ai bianconeri friulani, adesso al terzo posto solitario in classifica, è bastato un gol dell’attaccante francese Cyril Thereau per imporsi in casa della Lazio. 

    I biancocelesti di Pioli invece proseguono il loro momento negativo, fatto di 3 sconfitte in 4 giornate disputate. Sconfitta ancora più pesante perchè dopo la buona ma sfortunata prestazione di Genova di domenica scorsa ci si attendeva dalla Lazio la conquista dei 3 punti.

    Nelle scelte iniziali Stefano Pioli è costretto a fare a meno di diversi titolari infortunati come Radu, Basta, Gentiletti e schiera la Lazio con un 4-3-3 che vede Marchetti tra i pali, Cana e Novaretti coppia centrale, Onazi-Ledesma-Parolo, in mediana con Felipe Anderson confermato nel trio d’attacco insieme a Klose e Candreva.

    Stramaccioni conferma la difesa a 4 che aveva ben figurato con il Napoli con la scelta di dare un turno di riposo a Di Natale, l’attacco viene quindi guidato dal duo Thereau-Muriel.

    Cyril Thereau
    Cyril Thereau

    L’inizio è equilibrato con l’Udinese leggermente più pericolosa. I bianconeri sbloccano la situazione al 27° quando Badu serve Widmer che è bravo a piazzare il cross vincente per Thereau che si inserisce e supera Marchetti. Subito dopo il gol Stramaccioni è costretto ad effettuare un cambio con Muriel che dopo una forte botta non ce la fa e lascia il campo per l’ingresso di Bruno Fernandes con i bianconeri che si posizionano con un 4-3-2-1 con Thereau unica punta. La prima frazione di gioco non comporta altre emozioni e si chiude sul 1-0 per gli ospiti.

     

     

     

     

    Nella ripresa Pioli si gioca la carta Djordjevic per Felipe Anderson e la manovra offensiva della Lazio ne trae un po’ di beneficio anche se sostanzialmente Karnezis viene impegnato solo con tiri da fuori e qualche cross buttato in mezzo. Stramaccioni dà oltre venti minuti di campo a Di Natale per un Thereau visibilmente stanco. Il tecnico della Lazio si gioca il tutto per tutto inserendo un esterno offensivo come Lulic ed un’altra punta come Keita ma nemmeno la vivacità dello spagnolo serve a modificare il risultato, l’Udinese espugna l’Olimpico e aggancia il terzo posto a nove punti, la Lazio invece rimane ferma a 3.

     

    LAZIO – UDINESE 0-1 (0-1) (27° Thereau)

    LAZIO (4-3-3): Marchetti; Konko, Novaretti, Cana, Braafheid (76° Keita); Onazi, Ledesma (59° Lulic), Parolo; Candreva, Klose, Felipe Anderson (46° Djordjevic).

    Allenatore: Pioli.

    UDINESE (4-4-2): Karnezis; Widmer, Heurtaux, Danilo, Piris; Badu, Guilherme, Allan, Kone; Thereau (65° Di Natale), Muriel (28° Fernandes, 81° Belmonte)).

    Allenatore: Stramaccioni.

    Arbitro: Rocchi.

    Ammoniti:  Novaretti (L), Candreva (L), Lulic (L), Kone (U).

     

  • Ufficiale: Stramaccioni torna in Serie A, allenerà l’Udinese

    Ufficiale: Stramaccioni torna in Serie A, allenerà l’Udinese

    La notizia era nell’aria da qualche giorno, si attendeva che fosse regolata la rescissione del contratto che lo legava all’Inter, ora che tutto è andato a buon fine, sono arrivate le firme e l’ufficialità, Andrea Stramaccioni siederà sulla panchina dell’Udinese nella prossima stagione calcistica, il sito ufficiale dei bianconeri friulani ha così comunicato la notizia:

    Udinese Calcio comunica di aver affidato la conduzione tecnica della Prima Squadra al Sig. Andrea Stramaccioni. Il rapporto con il tecnico nato a Roma il 9 gennaio 1976, avrà inizio a partire dal 1° luglio 2014 e avrà durata biennale. La presentazione del nuovo allenatore delle zebrette avverrà venerdì’ 6 giugno nella sala stampa dello stadio Friuli alle ore 15.

    Andrea Stramaccioni
    Andrea Stramaccioni

    Dunque Andrea Stramaccioni ritorna ad allenare dopo un anno di stop al termine dell’avventura sulla panchina dell’Inter iniziata prima con la guida della primavera, con la quale trionfa nella Next Generation Cup, la Champions League giovanile, poi con il passaggio in prima squadra alla fine di marzo del 2012 per sostituire l’esonerato Claudio Ranieri e proseguita per tutta la stagione 2012/2013 con risultati non certo esaltanti, eliminato agli ottavi di finale di Europa League con il Tottenham, semifinalista di Coppa Italia e con un nono posto in Serie A realizzando uno score davvero non invidiabile fatto di 16 vittorie, 6 pareggi e 16 sconfitte record negativo per il club nerazzuro. Alla fine della stagione viene esonerato ed il suo posto viene preso da Mazzarri.

    Oggi si è giunti alla rescissione del contratto che legava ancora il tecnico romano con l‘Inter, si parla  di un accordo tra le parti che ha previsto per l’allenatore il riconoscimento di metà dell’ultimo anno d’ingaggio, quindi circa 750mila euro rispetto a quello che prevedeva il contratto ovvero un milione e mezzo a stagione.

    Stramaccioni non era stato il primo nome come sostituto di Francesco Guidolin sulla panchina friulana. Fino a qualche giorno fa sembrava esserci un ballottaggio proprio tra lo stesso Stramaccioni e Del Neri che sembrava vinto da quest’ultimo. Pareva tutto fatto con l’ex tecnico di Chievo, Juventus e Genoa, ma alla fine la trattativa è saltata pare per divergenze sui dettagli finali del contratto.

    Ora che tutto è fatto toccherà a Stramaccioni rimettersi in gioco sulla panchina dell’Udinese, provando a cercare di entrare nel cuore dei tifosi friulani e a ripetere le ottime stagioni del suo predecessore Guidolin.

  • Stramaccioni esonerato, l’Inter ora aspetta Mazzarri

    Stramaccioni esonerato, l’Inter ora aspetta Mazzarri

    Manca ancora l’ufficialità ma secondo quanto comunicato da Sky il Presidente dell’Inter Massimo Moratti avrebbe preso la sua decisione: Stramaccioni esonerato ora l’Inter ricomincerà la rifondazione della squadra partendo dalla panchina. (altro…)

  • Infortuni Inter: possono essere un alibi per Stramaccioni?

    Infortuni Inter: possono essere un alibi per Stramaccioni?

    L’Inter, partita come una delle favorite per vincere il titolo finale, si è risvegliata sudata in un incubo che sembra non trovare più fine. Dall’impresa alla crisi. Era l’inizio di novembre quando i nerazzurri espugnarono con una convincente prestazione l’inviolato Juventus Stadium proprio ai danni dei campioni d’Italia con il punteggio di 3-1. La vetta era vicina e, dopo un filotto di gare utili consecutive, i ragazzi di Stramaccioni erano arrivati alla sfida di Torino con l’etichetta di anti-Juventus. Il Milan faticava a trovare un’identità, il Napoli e la Lazio non avevano ancora accelerato il passo: praticamente un altro periodo rispetto ad oggi. I partenopei sono secondi, i cugini rossoneri si sono svegliati e le varie Lazio, Fiorentina e Roma hanno scavalcato l’Inter in classifica. Morale: la squadra di Stramaccioni si trova adesso in settima posizione, addirittura fuori dall’Europa League, l’unica magra consolazione a disposizione dell’Inter di una stagione da dimenticare in fretta. Paradossalmente, da dopo la vittoria contro la Juventus, il meccanismo Inter è andato in tilt e sono arrivate sconfitte su sconfitte: siamo già a quota 12 e il campionato non è ancora finito. Tra dissidi interni (caso Sneijder/Cassano), errori arbitrali (troppi rigori generosi/inventati fischiati contro l’Inter) e infortuni, la barca sta affondando. Tutta colpa dell’ammiraglio Stramaccioni?

    Diego Milito, giocatore chiave che è mancato all'Inter  | © GIUSEPPE CACACE/Stringer / Getty Images
    Diego Milito, uno dei giocatori chiave che è mancato all’Inter colpita dagli infortuni | © GIUSEPPE CACACE/Stringer / Getty Images

    INESPERIENZA – Sicuramente i tantissimi infortuni devono in parte incidere sulla valutazione che si vuol fare di Stramaccioni. Lavorare con una squadra dimezzata, senza i principali interpreti della manovra, è un’impresa che forse non riuscirebbe nemmeno al tanto invocato Josè Mourinho. In ogni caso l’attuale allenatore dell’Inter ha la sua percentuale di colpa. Alcune scelte tecniche non hanno convinto la dirigenza e certe dichiarazioni sono frutto della poca esperienza del giovane mister nerazzurro: mettere in discussione la buona fede degli arbitri in una partita dove la tua squadra non ha praticamente tirato in porta è poco professionale. C’è però da dire che quando il puzzle aveva tutti i pezzi, le cose andavano diversamente.

    LISTA INFORTUNI INTER: Veniamo alla parte relativa agli infortuni. In questo momento sono 13 i giocatori nerazzurri fermi ai box per problemi fisici più o meno gravi come evidenziato dalla tabella proposta da QS La Nazione. Una squadra intera fra cui figurano alcuni titolari di primissimo livello.

    • Antonio Cassano: lesione miotendinea bicipite femorale destro
    • Rodrigo Palacio: stiramento bicipite femorale sinistro
    • Fredy Guarin: lesione soleo gamba destra
    • Christian Chivu: problemi al piede destro
    • Gaby Mundigay: rottura tendine d’Achille
    • Ibrahima M’Baye: lesione legamento collaterale ginocchio destro
    • Luca Castellazzi: Lussazione spalla sinistra
    • Joel Obi: lesioni quadricipite
    • Walter Gargano: lesione miotendinea retto femorale coscia sinistra
    • Esteban Cambiasso: scollamento adduttore gamba sinistra
    • Diego Milito: operato al crociato e collaterale esterno ginocchio sinistro
    • Yuto Nagatomo: rottura menisco esterno sinistro
    • Dejan Stankovic: infiammazione tendine d’Achille

    Un vero e proprio bollettino di guerra che certamente ha influito in negativo sui risultati dell’Inter. Anche Moratti ha capito che Stramaccioni può far ben poco di fronte a così tante assenze tanto che ha affermato: “E’ confermato, non si può giudicare chi ha avuto a disposizione 1/3 della squadra. I nomi dei possibili successori li leggo sui giornali, io smentisco ogni contatto con altri tecnici“.

  • Inter-Roma: Stramaccioni vuole la finale di Tim Cup

    Inter-Roma: Stramaccioni vuole la finale di Tim Cup

    Inter-Roma non sarà soltanto il ritorno di una delle due semifinali di Tim Cup: per i nerazzurri questa equivale all’ultima spiaggia per salvare una stagione iniziata tutto sommato bene che rischia di terminare in un vero e proprio incubo. (altro…)

  • Pazza Inter, ad un passo dalla rimonta

    Pazza Inter, ad un passo dalla rimonta

    L’Europa League vede per la prima volta qualificarsi ai suoi quarti di finale una squadra italiana. Da quando l’ex Coppa Uefa ha cambiato nome, nessun club nostrano era mai arrivato a questo traguardo. La Lazio di Vladimir Petkovic arriva ai quarti di finale dopo aver superato in scioltezza lo Stoccarda, strapazzato sia all’andata (2-0) che al ritorno (3-1). Non ce la fa invece l’Inter che nonostante una grande impresa non riesce ad accedere alla fase successiva. Al termine dei novanta minuti di gioco, i nerazzurri hanno pareggiato i conti segnando tre reti ma ai tempi supplementari è arrivato il gol inglese a freddare Moratti e tifosi. Non è bastato il 4-1 di Alvarez: Inter eliminata. La partita degli uomini di Stramaccioni non è però affatto da dimenticare. Anzi, Moratti e company dovranno proprio ripartire dalla gara di ieri per cercare di ricominciare a vincere e convincere anche in campionato.

    La delusione di Cassano dopo l'impresa sfiorata contro il Tottenham | © OLIVIER MORIN/Staff/ Getty Images
    La delusione di Cassano dopo l’impresa sfiorata contro il Tottenham | © OLIVIER MORIN/Staff/ Getty Images

    IL CUORE NON BASTA – L’Inter ha vinto 4-1 contro il Tottenham e per poco non ha ottenuto la qualificazione, sfumata soltanto ai tempi supplementari. Dopo i primi novanta minuti di gioco i nerazzurri sono riusciti a segnare tre reti con Cassano protagonista assoluto. E’ proprio un suo colpo di testa a dare il via alla rimonta interista; ben servito da Palacio, l’ex rossonero batte Friedel con quello che di certo non è il suo forte: il gioco aereo. Il tempo per rimontare c’è e infatti arriva il raddoppio di Palacio e il gol della liberazione di Cassano. Anzi, l’autorete di Gallas perchè il calcio di punizione del 99 nerazzurro è stato deviato dal difensore inglese. Si va ai supplementari. Handanovic si dimostra super sfoggiando un paio di interventi sublimi ma non può nulla sul tap-in vincente di Adebayor che fredda San Siro. Dopo, come detto, è arrivato il 4-1 firmato Alvarez ma non è bastato. Inter con tanto cuore ma eliminata.

  • La zampata di Gilardino e la crisi dell’ Inter

    La zampata di Gilardino e la crisi dell’ Inter

    L’Inter non riesce a uscire dalla crisi nera che ormai la assale da troppo tempo. Colpa di Moratti, colpa di Stramaccioni, colpa di alcuni giocatori non da Inter e di altri decisamente in calo. Unendo tutti questi fattori riusciamo ad arrivare alla radice della crisi nerazzurra, iniziata, come per scherzo del destino, in una giornata di festa. Era esattamente il 3 novembre quando la banda Stramaccioni sbancava lo Juventus Stadium con il punteggio di 3-1: è nata l’anti-Juve. Non l’avessero mai detto. Da allora è arrivato in filotto deprimente: soltanto cinque vittorie e cinque pareggi in campionato tralasciando le altre competizioni. Il resto tutte sconfitte, più o meno pesanti, con squadre di alta o bassa classifica. Queste statistiche sono da aggiornare perché ieri sera l’Inter ha perso ancora, a San Siro, contro il Bologna non nuova a imprese simili visto che l’anno scorso gli stessi uomini di Pioli sconfissero proprio l’Inter con un secco 3-0. Nell’ultimo incontro il Bologna si è imposto di misura, un 1-0 che ha comunque un sapore molto amaro. Ha deciso il match una zampata di Alberto Gilardino, attaccante dai trascorsi rossoneri che con il suo gol ha messo in ginocchio per l’ennesima volta la squadra di Stramaccioni, sempre più nell’occhio del tornado.

    CRISI D’IDENTITA’ – Chi è l’Inter? Difficile saperlo. A occhio possiamo dire che in questo periodo è una squadra senza capo nè coda. Difesa in bambola al minimo assalto ospite, attacco non incisivo e un centrocampo che non fa filtro: in queste condizioni è difficile ottenere buoni risultati. Il Bologna, a dirla tutta, non è arrivato a San Siro con un atteggiamento di squadra che cerca la vittoria a ogni costo. Gli emiliani hanno fatto la loro partita, ordinata, compatta e concreta. Pioli ha saputo schierare un ottimo undici iniziale con il 4-2-3-1 con Gabbiadini e Diamanti a rifinire alle spalle dell’unica punta Gilardino. Schieramento speculare per l’Inter. Stankovic e Benassi dal primo minuto, davanti spazio a Palacio supportato da Guarin. In porta Carrizo sostituisce Handanovic. Pronti, via. La squadra a cercare la via del gol è quella ospite prima con Gabbiadini poi con Gilardino. Dell’Inter non c’è traccia e più la partita scorre più gli incubi diventano realtà. Il pesante k.o subito a Londra contro il Totthenam per 3-0 si fa sentire non solo sulle gambe ma soprattutto sulla testa dei giocatori di Stramaccioni, incapaci di essere all’apparenza sereni. Al 57′ ecco il vantaggio del Bologna. Lancio perfetto di Perez che pesca in area il Gila: l’ex milanista non ci pensa due volte e colpisce al volo battendo Carrizo. In questa circostanza la difesa nerazzurra si è dimostrata molto poco ortodossa.

    Gilardino - Inter-Bologna | © Claudio Villa / Getty Images
    Gilardino – Inter-Bologna | © Claudio Villa / Getty Images

    CASSANO NON BASTA – SuBìta la rete ci si aspetta un’Inter arrembante ma sarà così solo a sprazzi. Gargano corre per mille ma perde altrettanti palloni, inammissibile per chi ricopre un ruolo così delicato. Ranocchia sembra il cugino del roccioso difensore ammirato negli anni passati. L’unico che ogni tanto accende la luce è Cassano, entrato solamente nella ripresa ma il barese sembra predicare nel deserto. Guarin prova a impensierire Curci con delle bordate da fuori ma il portiere del Bologna è bravo a salvarsi in più di una circostanza. A dieci minuti dalla fine potrebbe arrivare il colpo della sconfitta definitiva per l’Inter con un bello stacco di testa di Khrin sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Carrizo devia in corner. Il k.o è però soltanto rimandato. Il Bologna batte l’Inter e ne allarga la crisi.

  • Il Totthenam asfalta l’Inter: 3-0 a Londra. Qualificazione compromessa

    Il Totthenam asfalta l’Inter: 3-0 a Londra. Qualificazione compromessa

    Un’Inter davvero brutta da vedere subisce una pesante sconfitta al White Hart Lane di Londra. Il Totthenam passeggia davanti ai propri tifosi e infligge un sonoro 3-0 alla squadra di un Andrea Stramaccioni sempre più in confusione come i suoi giocatori. La qualificazione al turno successivo adesso è davvero compromessa perchè i nerazzurri per riuscire a ribaltare questo punteggio dovranno sconfiggere la prossima settimana a San Siro il Totthenam con quattro gol di scarto. Impresa non impossibile ma quasi. Soprattutto se si guarda questa partita d’andata dove l’Inter ha giocato malissimo in ogni reparto, mostrando lacune individuali e collettive. La difesa è stata fatta a fette dai velocissimi giocatori del Totthenam, il centrocampo schiacciato dalla pressione inglese: l’attacco non pervenuto. L’infortunio di Milito ha davvero messo in ginocchio l’Inter incapace di creare e di segnare. Cassano, convocato dopo l’esclusione con lite di Catania, va a sprazzi ma il più delle volte gioca a nascondino con i possenti difensori inglesi. L’unico a salvarsi fra i nerazzurri è il solito Handanovic che in più di un’occasione ha salvato i suoi dal tracollo. Davanti c’era il Totthenam, signora squadra, ma così è veramente troppo. Una batosta che influirà anche sul morale e sulla testa dei giocatori. Giocarsela nella gara di ritorno sarà un’impresa stoica. Passiamo però all’analisi della sfida.

    Tottenham-Inter | © Richard Heathcote/Getty Images
    Tottenham-Inter | © Richard Heathcote/Getty Images

    SOLO SPURS – In campo c’è stata una sola squadra: il Totthenam. Dispiace dirlo ma la squadra di Stramaccioni non ha fatto quasi niente. A dire il vero ha avuto due occasioni nitidissime ma le ha incredibilmente sprecate. Andiamo però con ordine. Gli Spurs partono subito a razzo e dopo pochi minuti si portano in vantaggio con il solito Bale, abile a staccare di testa anticipando la difesa nerazzurra. Poco dopo è Sigurdsson a raddoppiare con un tap in vincente a pochi passi da Handanovic. Il punto esclamativo arriva nella ripresa con un altro colpo di testa, questa volta di Vertonghen. Inter ko e incapace di reagire. Nel primo tempo la partita poteva essere riaperta da Alvarez, lanciato da Cassano verso la porta avversaria, ma il giocatore arrivato a tu per tu con l’estremo difensore ha calciato sul fondo. L’altra grande occasione arriva nella ripresa ed è Palacio a spedire addosso al portiere. Sarebbe stato un gol inutile ai fini del risultato ma utilissimo in vista di un ritorno più abbordabile. Così non è stato e l’Inter adesso dovrà scalare l’Everest.