Tag: andrea pirlo

  • Juve-Milan, allarme Pirlo. Out De Ceglie e Abate

    Juve-Milan, allarme Pirlo. Out De Ceglie e Abate

    Juventus-Milan non è una partita come le altre e la dimostrazione oltre che dalle dichiarazioni dei protagonisti la si è avuta questo pomeriggio con le visite dei rispettivi presidente nelle sedi dei ritiri. A Vinovo ad assistere alla rifiniutura a bordo campo vi era infatti il presidente Andrea Agnelli in compagnia del cugino e azionista di maggioranza John Elkann. A pranzo con la squadra a Milanello si è invece visto il presidente Berlusconi che alla vigilia di una partita importante non ha voluto far mancare la sua presenza a tecnico e giocatori. Il presidente ha tenuto a rapporto la squadra caricando i giocatori e dispensando forse qualche consiglio illuminante per Allegri.

    Andrea Pirlo © Valerio Pennicino/Getty Images
    Nella lista dei convocati delle due squadre non ci sono particolari sorprese, Conte lascia a riposo De Ceglie non al meglio della condizione riproponendo in formazione domani Fabio Grosso. L’allenamento si è però concluso con una brutta notizia per i tifosi bianconeri per una brutta botta ricevuta al ginocchio da Pirlo che ne mette in dubbio il suo utilizzo domani sera. Se l’ex non riuscisse a recuperare verrebbe arretrato Vidal in regia al fianco di Marchisio con l’inserimento di una punta al fianco di Vucinic con Del Piero e Matri in ballottaggio per una maglia. I 21 convocati di Antonio Conte: Buffon, Chiellini, Pazienza, Grosso, Pepe, Marchisio, Del Piero, Vucinic, Barzagli, Elia, Quagliarella, Bonucci, Pirlo, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Krasic, Estigarribia, Storari, Matri, Marrone. In casa rossonera non ci sarà Abate fermato da un problema muscolare e out di destra che sarà preso in consegna da Zambrotta con Antonini preferito a Taiwo sulla sinistra. Si rivedono anche capitan Ambrosini e Boateng, quest’ultimo lanciato dal primo minuto da Allegri alle spalle di Ibrahimovic e Cassano. I 21 convocati di Allegri: Abbiati, Amelia, Roma, Antonini, Bonera, De Sciglio, Nesta, Taiwo, Thiago Silva, Zambrotta, Ambrosini, Aquilani, Boateng, Emanuelson, Nocerino, Seedorf, Van Bommel, Cassano, El Shaarawy, Ibrahimovic, Inzaghi.

  • Juve-Bologna: Le pagelle. Vucinic ingenuo, Portanova imperioso

    Juve-Bologna: Le pagelle. Vucinic ingenuo, Portanova imperioso

    Buffon 6,5: SuperGigi nelle ultime uscite non è stato chiamato a grossi interventi e anche ieri sera se non fosse stato per De Ceglie e la sua ingenuità non avrebbe corso molti pericoli, ma sull’unica occasione ha risposto presente, a mio avviso incolpevole sul gol di Portanova. Chiellini-De Ceglie 5: Uno consente il tiro a pochi passi dalla porta a Casarini, sul quale Buffon mette una pezza, l’altro completa l’opera facendosi sovrastare in maniera beffarda da Portanova, ed è così che la frittata è fatta. L’insufficienza è solo per questo, prima e dopo il gol una partita da sei pieno per entrambe, ma purtroppo pesa quella macchia che ha voluto dire due punti in meno in cascina. Pirlo 7: E’ il faro di questa Juve, nel primo tempo soffre le marcature asfissianti di Ramirez e Mudingayi, ma trova lo stesso il lampo per mandare a rete Vucinic, nel secondo gode di più spazio e porta pericoli costanti sia con i lanci, chiedere a Krasic, sia con azioni personali domandare a Gillet. Eccezionale anche in fase di copertura. Krasic 6: Buono il suo reintegro graduale, Conte, contrariamente a quanto si pensi, lo vede e lo considera come una pedina importante per il suo gioco. Milos viene da un infortunio e non ha ancora quella spinta propulsiva nelle gambe che è la sua caratteristica migliore, sfiora il gol del raddoppio e sbaglia qualche tocco semplice, ma sta tornando e i tifosi non vedono l’ora di vederlo scorrazzare per il campo la sua bionda chioma. Vucinic 5: Fa e disfà. Ottima intesa con Pirlo sull’azione del gol, ma prende due cartellini gialli ingenuamente lasciando la sua squadra in dieci uomini per un tempo intero, forse sul primo l’arbitro è un po’ fiscale, ma sul secondo non può commettere un fallo del genere sulla trequarti avversaria, con Casarin lontano dalla porta. Da rivedere, ma alcuni scambi con Del Piero sembrano mostrare il Vucinic migliore, che a Siena, fatta eccezione per l’assist a Matri, non si era visto. Juventus (4-2-4): Buffon 6,5; Lichtsteiner 6,5, Barzagli 7, Chiellini 5, De Ceglie 5 (29′ st Vidal 6); Pirlo 7, Marchisio 6,5; Krasic 6 (15′ st Giaccherini 6), Vucinic 5, Del Piero 5,5 (1′ st Matri 6), Pepe 6. A disp.: Storari, Bonucci, Elia, Quagliarella.

    ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
      Gillet 7: Non si capisce come un giocatore della sua qualità sia stato relegato per anni nella serie B o a lottare sempre per la salvezza con la maglia del Bari, un portiere con le sue qualità avrebbe meritato sorti migliori e ieri ne ha dato dimostrazione salvando in più di un’occasione il risultato e mantenendolo sul punteggio di parità. Incolpevole sul gol del vantaggio bianconero non è colpa sua se Konè abbandona la palla e lascia lo spazio a Pirlo di pescare Vucinic tutto solo in area. Portanova 7: Ha dei clienti non facili, ma l’ex Siena non sfigura, anzi si dimostra giocatore di qualità e di tenacia, ha il grande merito di riportare in parità la sfida con un imperioso stacco di testa su un calcio d’angolo, sovrastando Chiellini che non è di certo un fuscello. Konè 5: Nervoso, poco lucido e molto molto ingenuo nell’occasione del gol juventino, non si può concedere tutto quello spazio ad uno come Pirlo e l’albanese naturalizzato greco, dovrebbe saperlo. Mudingayi 6,5: Si francobolla a Pirlo e non lo molla un attimo nel primo tempo, lasciandolo soltanto quando il regista bianconero arretra per prendere palla, ma in quel caso lo affida alle cure di Ramirez. Salva sulla linea un tiro a botta sicura di Barzagli e lotta su ogni pallone con grande ardore, a volte pure troppo. Acquafresca 4,5: L’unica domanda che mi sovviene è: Dov’è? Statico,immobile e mai pericoloso, i suoi compagni di certo non lo aiutano, ma si sa che in casa delle grandi il ruolo dell’attaccante è anche quello di sacrificarsi, lui non lo fa e non si capisce cmo Bisoli possa averlo preferito a capitan Di Vaio. Da troppe stagioni vive nell’ombra dopo l’ottimo exploit di Cagliari più nulla sicuramente un giocatore da recuperare. Bologna (4-4-1-1): Gillet 7; Casarini 6, Portanova 7, Antonsson 6, Morleo 6; Perez 6 (1′ st Khrin 6), Mudingayi 6,5, Konè 5, Ramirez 6,5; Diamanti 5,5 (1′ st Pulzetti 6); Acquafresca 4,5 (21′ st Di Vaio 5,5). A disp.: Agliardi, Garics, Paponi, Crespo.

  • Juventus-Parma 4-1, le pagelle. Pirlo fantastico, Giovinco fantasma

    Juventus-Parma 4-1, le pagelle. Pirlo fantastico, Giovinco fantasma

    ©Claudio Villa/Getty Images
    Una Juventus stellare bagna il debutto nel nuovo stadio schiantando il Parma per 4-1, con gol di Lichsteiner, Pepe, Vidal e Marchisio e con il gol della bandiera messo a segno dall’ex Sebastian Giovinco su rigore. Pirlo 8 meravigliosa la partita del regista della nazionale azzurra che manda in gol sia Lichsteiner che Marchisio con due sontuosi assist ed una padronanza del gioco assolutamente unica. Lichsteiner 7 il terzino svizzero spinge in continuazione sulla fascia e non si fa disprezzare nemmeno in copertura.  Segna un gol splendido ed anche storico, visto che è il primo gol della Juventus nel nuovo stadio Barzagli 7 grande sicurezza nel reparto arretrato soprattutto per merito dell’ex Wolfsburg che riesce a comandar e bene la difesa esaltando anche le doti di Giorgio Chiellini Pagelle Juventus (4-2-4) Buffon 6, Lichsteiner 7, Barzagli 7, Chiellini 6,5, De Ceglie 6; Marchisio 6,5, Pirlo 8; Giaccherini 5,5, Matri 6 (57’ Vucinic 6), Del Piero 6,5 (65’ Vidal 6,5), Pepe 7 (65’ Krasic 6). A disp.: Storari, Bonucci, Vidal, Krasic, Elia, Vucinic, Toni. All.: Conte Giovinco 6 sufficienza ottenuta esclusivamente per il rigore trasformato alla fine, per il resto prestazione anonima come tutta la sua squadra. Pellè 4,5 negativo il ritorno in serie A dell’attaccante ex Az Alkmaar, mai pericoloso e mai incisivo per tutta la durata dei 90’ Pagelle Parma (4-4-1-1): Mirante 5; Zaccardo 5,5, Paletta 5, Lucarelli 5,5, Rubin 5; Valiani 5, Morrone 5, Galloppa 5,5, Modesto 5 ( 62’ Biabiany 5); Giovinco 6; Pellè 4,5 (62’ Floccari 5). A disp.: Pavarini, Santacroce, Brandao, Blasi, Nwankwo, Crespo, Pellè, Biabiany. All. Colomba

  • Pazzo-gol e l’Italia si qualifica

    Pazzo-gol e l’Italia si qualifica

    Doveva essere qualificazione e qualificazione è stata, come nel match contro le Far Oer, l’Italia di Prandelli non ha mostrato velocità nel gioco e nelle ripartenze, ma alla fine si è mostrata cinica sfruttando un’occasione fortuita capitata sui piedi di Pazzini ed ha portato a casa vittoria e pass anticipato di due turni per Euro 2012. Gli azzurri come nella partita precedente spingono subito dal primo minuto e arrivano vicini al gol per ben 4 volte nella prima mezz’ora, la prima palla gol capita sui piedi di Pepito Rossi che sfrutta un ottimo lancio di De Rossi, grande protagonista della serata, e si presenta a tu per tu col portiere di riserva Jasmin Handanovic ma l’occasione viene sprecata in malo modo dall’attaccante del Villareal, apparso poco lucido nelle due recenti apparizioni in maglia italiana. Al secondo minuto è Montolivo a sfiorare la rete, inserendosi e arrivato a colpire di testa, spedendo di poco alto, l’invitante cross di Balzaretti, preferito stasera al “russo” Criscito. Al 18° è ancora Rossi a rendersi pericoloso, bell’azione di Cassano che tiene palla e al momento giusto mette in condizione il compagno di reparto di poter battere a rete col suo piede preferito, ma l’attaccante italo-americano ciabatta il tiro e spedisce a lato della porta slovena. Pochi minuti dopo è proprio la nazionale balcanica ad affacciarsi dalle parti di Buffon, con Vrsic che scocca un tiro insidioso che il portiere bianconero respinge bene. Ma è poco prima della mezz’ora che l’Italia ha la più nitida palla per andare in gol, Pirlo illumina per Montolivo, che arriva sul fondo e mette in mezzo, sembra fatta per De Rossi, ma capitan futuro viene beffato al momento di insaccare a porta vuota dalla deviazione di un avversario, che modifica la traiettoria della palla e lo manda a vuoto. Ancora De Rossi si rende pericoloso con un colpo di testa su cross del solito attivissimo Balzaretti, ma il primo tempo si chiude a reti bianche.

    ©Dino Panato/Getty Images
    La ripresa inizia con un ritmo molto più blando, la Slovenia che dovrebbe provare a vincere la partita per covare ancora speranze qualificazione, sembra più concentrata a difendere e l’Italia troppo poco attiva e con una manovra compassata, il primo pericolo, infatti, arriva da palla da fermo, con Handanovic che buca l’uscita su calcio d’angolo e dopo un batti e ribatti De Rossi sfiora appena e cerca d’indirizzare verso la porta, ma è troppo debole il tentativo e un difensore ben appostato respinge sulla riga. Sull’azione successiva Pazzini mette in mezzo un pallone pericoloso sul quale s’avventa ancora una volta il centrocampista romano ma la palla viene respinta nuovamente dalla retroguardia slovena. La partita se si esclude qualche lampo, si trascina stancamente verso la fine, quando al 85° succede quello che non t’aspetti, Pazzini, pescato in area di rigore da un lancio senza pretese, sfrutta l’errata respinta del difensore e batte il portiere avversario da due passi, 1-0, 700mo gol casalingo della nazionale e qualificazione in tasca, legittimata anche da qualche sprazzo di genialità di Mario Balotelli entrato ad un quarto d’ora dalla fine ed acclamato dal pubblico mostra qualche numero del suo repertorio, cercando al 92° anche la via del gol, con un tiro da fuori area. Fischio finale dell’arbitro norvegese e missione compiuta per l’undici di Prandelli, che raggiunge la qualificazione ad un evento internazionale, Europeo o Mondiale che sia, con due turni d’anticipo per la prima volta nella sua lunga e gloriosa storia. Diceva il Boiardo: “principio si giolivo ben conduce” e allora non ci resta che sperare ed aspettare che i nostri campioni confermino quanto di buono fatto in questo girone di qualificazione.

  • Italia poco gioco ma 3 punti importanti

    Italia poco gioco ma 3 punti importanti

    E’ un’Italia dai due volti quella che è scesa in campo contro un modesto avversario come le Far Oer, 111ma del ranking Fifa e composta da calciatori semiprofessionisti, lontani anni luce dai nostri lussuosi atleti pagati e ricoperti d’oro dalle proprie società di appartenenza. Gli azzurri schierati da Prandelli e guidati in campo dal duo Cassano-Rossi, nella prima mezz’ora appaiono come padroni della partita e pronti a poter dilagare in qualsiasi momento, una nazionale stile Barça, che però col passare dei minuti appare sempre più vicina al modello lippiano dell’ultimo mondiale fatto di tanta corsa ma di poche idee chiare che neanche il faro del centrocampo Pirlo pare poter riuscire ad accendere. Come detto l’Italia appare padrona del campo e nei primi minuti della gara sfiora più volte il vantaggio prima con Montolivo che ci prova con una bordata da fuori e poi con un’azione sull’asse Pirlo-Cassano con il primo che illumina con un lancio calibrato a scavalcare la difesa avversaria e il secondo bravo a mettere giù in area, un po’ meno a battere a rete e che trova sulla propria strada il portiere isolano Torgard, meccanico di professione ma reattivo fra i pali. I nostri però dopo 10 minuti di pressione passano al 10′, è sempre Pirlo ad illuminare e Cassano a trovare la via del gol, anche in maniera fortunosa, scatto sul filo del fuorigioco rimbalzo vinto con il portiere e il barese insacca a porta vuota, fra le proteste degli avversari che vorrebbero un fuorigioco che pare non esserci. Sembra essere tutto facile, ma ecco che gli azzurri spariscono dal campo e le Far Oer prendono coraggio arrivando addirittura a colpire un palo al 24′ con Olsen, che dopo una bella azione dei suoi sulla destra viene liberato al tiro da fuori che va a stamparsi sulla base del legno alla sinistra di Buffon. Prima della fine del tempo altri due lampi azzurri con De Rossi e Criscito che chiamano in causa il portiere faroerese, il quale risponde presente respingendo con attenzione.

    ©JENS KRISTIAN VANG/AFP/Getty Images
    Rientrano in campo le squadre, ma la musica non cambia, l’Italia riconfermata di Prandelli, pare in pieno possesso delle proprie capacità ma non affonda mai il colpo, Pepito Rossi, vaga senza meta, Pirlo predica nel deserto e sulle fasce Maggio e Criscito appaiono intimoriti dai dirimpettai artigiani. Il Cesare allora prova a mettere mano alla panchina e modificare l’assetto delle proprie truppe in campo, ma anche l’ingresso dei vari Pazzini, Aquilani e Balotelli non cambia la musica, anzi, sono i padroni di casa ad andare vicini al gol del pari, colpendo il secondo legno della serata con Holst che sfruttando un bel cross dalla destra da posizione favorevole manda la palla sulla traversa a Buffon battuto. E’ l’ultimo serio pericolo per la porta dei nostri, che proteggono il risultato senza mai pungere l’avversario se non con vani tentativi poco congeniali al tanto decantato modulo blaugrana, e allora l’Italia catenacciara mantiene il risultato e si riconferma in vetta al girone mettendo in cascina questi punti importanti e arrivando al prossimo impegno contro la Slovenia con una sicurezza in più, quella di saper soffrire anche con le squadre apparentemente materasso. Certo ci aspettiamo di vedere l’undici prandelliano con la stessa verve e foga mostrati nella vittoria contro i campioni del mondo della Spagna, ma si sa trovare stimoli in partite di cartello è sempre più facile, per ora va bene così e sempre forza Azzurri.

  • Juve, qualcuno fermi Marotta. Mercato incompleto e troppi esuberi

    Juve, qualcuno fermi Marotta. Mercato incompleto e troppi esuberi

    I tanti tifosi bianconeri, sparsi in tutta Italia e nel mondo, speravano vivamente che la campagna acquisti dello scorso anno del dg Beppe Marotta e del suo fido Fabio Paratici condita da troppi giocatori mediocri ed alcune scommesse al limite dell’immaginazione collettiva, fosse condizionata dall’inesperienza del direttore sportivo a guidare un top club. Beh, se la Juventus adesso non è più un top club, lo deve in gran parte anche all’ex ds della Sampdoria che anche in questa sessione di calciomercato ha compiuto una strategia di acquisti e cessione veramente incomprensibile ed in alcuni tratti, denotata da segnali di assoluta incompetenza.

    ©Claudio Villa/Getty Images
    Tre mesi per fare il mercato e quasi 80 milioni spesi, e la squadra di Corso Galileo Ferrari incomincerà la stagione con il reparto difensivo incompleto. Sembra impossibile ed invece Marotta non è riuscito nemmeno ad acquistare un tappabuchi all’ultimo minuto come fece l’anno scorso con Traorè e Rinaudo arrivando addirittura a poter acquistare Andreolli, giocatore che non trova spazio nemmeno nel Chievo e scarto dell’Inter da parecchi anni. Per invogliare la campagna abbonamenti, come se il tifoso medio juventino fosse stupido, il buon Marotta promise l’arrivo di due o tre Top Player. Adesso possiamo dirlo, di Top Player sotto la Mole nemmeno l’ombra ma come l’anno scorso, tanti ma tanti buon giocatori che alzano sicuramente il livello medio qualitativo della squadra (ci voleva poco!) ma che non avvicinano minimamente la squadra bianconera alle corazzate milanesi ed al Napoli, senza considerare le romane. Finisce il calciomercato ed Antonio Conte si ritrova con Krasic che non ascolta i dettami tattici dell’ex capitano bianconero, Ziegler, acquisto a parametro zero, messo fuori rosa per aver rifiutato il trasferimento al Tramzonspor e bocciato sin dal primo allenamento da Conte, un parco attaccanti che potrebbe far invidia all’Inter dei bei tempi in quanto ad inutilità, con tre giocatori (Amauri, Toni e Iaquinta) che probabilmente vedranno il campo con il lumicino. Si è cercato fino all’ultimo un difensore ed arriva un giovane portiere dell’under 21 croata, come se i vari Storari, Manninger e Branescu, giovane promessa rumena non fossero dei portieri ma semplici spettatori da accomodarsi in panchina ed in tribuna. Ma quello che preoccupa i tanti tifosi è la gestione umana di Beppe Marotta dei suoi giocatori, Amauri, fischiato sin dal primo allenamento non ha avuto nessun aiuto dalla società indispettendo il brasiliano che alla fine ha rifiutato il trasferimento all’Olympique Marsiglia, liberandosi a parametro zero l’anno prossimo, gli acquisti e le cessioni a centrocampo risultano, in alcune situazioni, folli: via Melo e Sissoko dentro Pazienza e Vidal, cambio di marcia? Sicuramente no e Marchisio, futuro capitano bianconero dove giocherà? Quasi 30 giocatori in rosa con il solo campionato da giocare e la Coppa Italia da onorare risultano essere un enormità. Come l’anno scorso, anche quest’anno toccherà all’allenatore cercare di sbrogliare la matassa Marottiana con scarse possibilità, sin da ora, di rividere la Juventus in Champions League il prossimo anno e con l’assenza preoccupante della proprietà bianconera oramai situazione abituale e consolidata nel tempo.

  • Juve, via Giovinco e dentro Giaccherini, ultima follia di Marotta

    Juve, via Giovinco e dentro Giaccherini, ultima follia di Marotta

    ©Massimo Paolone / Iguana Press/Getty Images
    A poco più di una settimana dalla fine del calciomercato, la Juventus deve ancora sistemare una rosa che, nelle amichevoli estive, ha dimostrato enormi lacune. Con gli acquisti di Lichsteriner, Vucinic, Vidal ed i riscatti di Quagliarella, Matri e compagnia bella, la compagine bianconera è il club che, insieme a Barcellona, Manchester City e Real Madrid ha mosso più soldi in tutta Europa. Ma, a differenza delle squadre appena nominate, nemmeno lontanamente paragonabili alla Vecchia Signora, Beppe Marotta deve lavorare, ed anche molto, per fornire ad Antonio Conte una rosa competitiva per ben figurare in Campionato, unico obiettivo stagionale del cub di Corso Galileo Ferraris. La rincorsa al difensore centrale, ma soprattutto dell’esterno sinistro di centrocampo, sta prendendo giorno dopo giorno, i connotati di una vera e propria barzelletta. la difesa traballa e non poco, Barzagli è un ottima riserva, Chiellini sta vivendo un momento delicato con il bisogno di avere a fianco una guida sicura nel reparto arretrato guida che, al momento, non può essere rappresentata da Leonardo Bonucci impacciato nelle ultime uscite e sicuramente giocatore sopravvalutato ai tempi del suo acquisto. si spera nell’arrivo di Alex negli ultimi giorni di mercato anche se, bisognerebbe domandare al Dg bianconero, perchè aspettare fino all’ultimo momento per cercare di sistemare un reparto molto delicato quale è quello difensivo. l’acquisto di Vidal, al momento, risulta veramente incomprensibile. il cileno o gioca al posto di Pirlo o Marchisio, oppure si dovrebbe cambiare modulo per trovargli il posto, situazione provata nel Trofeo Berlusconi dove il nazionale cileno è stato provato a sinistra fornendo una prestazione assolutamente imbarazzante con Abate che ha vissuto una serata di assoluta libertà. Le due fasce rimangono il vero nodo, l’effetto sorpresa di Milos Krasic sembra essere svanito e nelle ultime uscite, il serbo sembra essere spaesato nella continua ricerca della posizione voluta da Antonio Conte, ma è sulla sinistra che si sta per consumare l’ultima follia Marottiana con l’arrivo praticamente certo di Giaccherini, soluzione a dir poco discutibile considerando che la Juventus ha cresciuto ed avuto per le mani un giocatore simile ma di livello sicuramente superiore come Sebastian Giovinco lasciato partire, ed ancora non si conosce il perché, alla corte di Colomba a Parma.

  • I numeri della Juve Vucinic prende il 14, Vidal il 22

    In vista del Trofeo Berlusconi la Juventus rende noti i numeri di maglia per la prossima stagione se il numero uno di Buffon o il dieci di Del Piero erano scontatissimi c’era curiosità intorno al numero di maglia dei nuovi arrivi e sopratutto su quello di Arturo Vidal già beniamino del pubblico bianconero.

    ©Getty Images
    Il cileno prende il numero 22, Andrea Pirlo continua a tener fede al suo 21 nonostante il cambio di maglia. Vucinic avrà il 14, Ziegler prende il 16, Lichtsteiner il 27 e la rivelazione Pasquato il 36- Risultano in organico e con il numero assegnato anche Grosso, Iaquinta, Amauri e Martinez nonostante siano ufficialmente sul mercato. 1 Buffon, 2 Motta, 3 Chiellini, 5 Pazienza, 6 Grosso, 7 Pepe, 8 Marchisio, 9 Iaquinta, 10 Del Piero, 11 Amauri, 13 Manninger, 14 Vucinic, 15 Barzagli, 16 Ziegler, 18 Quagliarella, 19 Bonucci, 20 Toni, 21 Pirlo, 22 Vidal, 23 Grygera, 25 Martinez, 26 Lichtsteiner, 27 Krasic, 29 De Ceglie, 30 Storari, 32 Matri, 33 Sorensen, 34 Marrone, 36 Pasquato.

  • Juve, è subito Vidal. Milan e Inter riscoprono Cassano e Milito

    Juve, è subito Vidal. Milan e Inter riscoprono Cassano e Milito

    L’Inter continua ad avere un rapporto privilegiato con il Trofeo Tim vincendolo per la settima volta su undici edizioni disputate. Le tre

    ©Giuseppe Bellini/Getty Images
    big del campionato italiano hanno ancora una volta entusiasmato Bari dando vita a tre partite interessanti e ricche di spunti per leggere la salute di Inter, Milan e Juve. Iniziamo con la nostra analisi dal Milan ultima classificata e con un solo gol all’attivo. Le attenuanti per Allegri ci sono tutte, dall’assenza dei sudamericani fino alla lunga lista di infortunati. Analizzando i contenuti della partita a Bari ancora una volta emerge un volitivo Cassano autore del gol contro la Juventus e di tante buone giocate che fanno ben sperare per il futuro. Le note negative sono l’ennesima prova poco convincente di Taiwo in difesa e l’involuzione di Antonini che sono più di un allarme per l’annoso problema sugli esterni. La Juventus scopre Arturo Vidal e il cileno non poteva aspettarsi debtutto migliore. Vidal oltre al gol contro i rossoneri ha fatto vedere le sue immense qualità nel leggere la partita adempiendo, dopo solo due giorni di allenamento, ai dettami tattici di Conte e dimostrando di potre creare una bella cerniera di centrocampo con Pirlo. Proprio dall’ex milanista arriva la seconda nota lieta, disposto come non mai a contenere illumina il gioco e regala ancora una volta un assist a Vucinic per quello che potrebbe esser un lieto lietmotiv della stagione. Per ultimo analizziamo i vincitori e non possiamo che citare Diego Milito. Il principe dopo un anno anonimo ha voglia, complice anche il rapporto con Gasperini, di riprendersi i nerazzurri facendo dimenticare il prima possibile la partenza di Eto’o. Il gol al Milan è un tuffo lungo due anni quando Milito aveva abituato i suoi tifosi ad esser devastante ad ogni minima occasione. Ancora una prova positiva di Obi a centrocampo. [jwplayer config=”240s” mediaid=”92483″]

  • Juve, Marotta e la definizione di Top Player

    Juve, Marotta e la definizione di Top Player

    I tanti tifosi juventini, delusi ed amareggiati per l’ennesima stagione deludente erano stati rassicurati dal Dg bianconero Beppe Marotta sull’arrivo in bianconero di almeno due Top Player. Tale dichiarazione, come è ovvio, aveva creato delle forti aspettative nella tifoseria bianconera desiderosa di rivedere sotto la Mole campioni di rango internazionale. A meno di un mese dalla fine del calcio mercato purtroppo la realtà è ben diversa: acquisti a parametro zero, Pirlo, campione di assoluto valore ma forse sul viale del tramonto, Ziegler, terzino sinistro nella media e Pazienza, interditore di centrocampo di livello più basso rispetto al maliano Sissoko che è partito alla corte di Leonardo al Psg.

    ©Massimo Cebrelli/Getty Images
    I soldi sono stati spesi, quasi 40 milioni di euro per i riscatti di Matri, Quagliarella, Pepe e Motta con l’aggiunta di 10 milioni per Lichsteiner, 12,5 per Vidal e 15 per Mirko Vucinic. Acquisti questi che sicuramente alzano il livello qualitativo della compagine bianconera ma siamo sicuri che basti per competere con le corazzate milanesi ed il Napoli di Aurelio De Laurentiis? Purtroppo il buon Marotta dimostra di perdere il pelo ma non il vizio, si sta concludendo l’ennesima campagna acquisti bianconera piena di buoni giocatori e con una spesa, ad oggi, vicina i 70 milioni di euro ma di Top player nemmeno l’ombra.  Ecco quindi che il dubbio paventato nella scorsa stagione sulle reali capacità del’ex Ds della Sampdoria di guidare una campagna di rafforzamento di un Top Club, quale ancora per poco può definirsi la Juventus, diventa certezza. Il completo ridimensionamento della squadra è servito, adesso tocca ad Antonio Conte fare di necessità virtù con tutte le incognite del caso, rappresentate dal centrocampo affidato completamente a Pirlo che dal punto di vista dinamico non è sicuramente il massimo una difesa da migliorare ed un esterno sinistro ancora da comprare. Un film già visto, ma come al solito la speranza è l’ultima a morire ma forse, non la pazienza dei tanti appassionati bianconeri, arrivata al capolinea.