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  • Juve, sia meno popolare e più popolana

    Juve, sia meno popolare e più popolana

    A pochi giorni dall’inizio ufficiale del mercato, per la Juve, si accostano tanti nomi ma manca quello del suo 12mo uomo in campo.

    E’ ormai qualche anno che lo Juventus Stadium o “Allianz Arena” non fa più paura a nessuno, lo stadio della Juve ha visto squadre di qualsiasi caratura che non sentono il peso del campo.

    Sfacciatamente le avversarie aggrediscono la Vecchia Signora che per nove anni ha dominato la Serie A. Se il primo impatto è stato di riverenza, nei confronti della squadra più popolare d’Italia, la fase successiva degli avversari è stata, all’abbassarsi troppo del team di Massimigliano Allegri, di aggressione e che ha strappato molti punti tra le mura amiche alla Juve.

    Un’involuzione tecnica della squadra c’è stata, anche se i nomi tra le fila bianconere sono tutti comunque di prim’ordine, pur vero è che le crisi singole di vari giocatori e alcuni malumori di spogliatoio durante la stagione non hanno aiutato, però manca quel quid in più che spesso aiuta le squadre, soprattutto in casa, a sopperire a quel deficit momentaneo durante la partita o a dare quella carica in più per affrontare certe partire senza perdere la concentrazione. Manca l’urlo della folla e il pathos di chi aspetta tutta la settimana per vedere i suoi idoli superare l’ostacolo e manca il suo motore trainante, la Curva Sud della Juve.

    Sciarpata dei tifosi della Juve.
    Sciarpata dei tifosi della Juve in Curva Sud.

    Sono tanti i fattori che hanno promosso questo stacco tra il tifo caldo e la squadra e tutto è iniziato proprio quando la società ha deciso di puntare tutto sulla sua popolarità e sul suo merchandising lasciando stare gli “affari di cuore” che rendevano la Juve di lignaggio nobile ma di linguaggio popolano. Tutto è cominciato proprio con il bagno di folla all’innaugurazione del nuovo stadio della Juve dove la nuova presidenza Agnelli radunava i suoi accoliti per trasformarli in spendaccioni clienti. Attenzione, la Juventus è una società quotata in borsa che vive di entrate ed uscite legate allo sport ed alle prestazioni sportive quindi non si sta criticando un’azienda che a casa ha portato ammirevoli risultati sia sportivi che economici ma si vuole puntare il dito in quello che non sta più funzionando rispetto al passato e che ha radici vecchie di ormai undici anni.

    Il nuovo stadio della Juve ha iniziato a creare spaccature proprio nella suddivisione degli spazi comuni, la scelta di una sola curva assegnata al tifo organizzato ha portato inevitabilmente a un compromesso tra i gruppi storici che hanno anche estradizione territoriale e nascita diversa tra loro, ma questo nei primi anni non ha creato alcun problema, nonostante durante l’anno della Serie B e la convivenza temporanea al Comunale avesse lasciato qualche strascico.

    Con lo Juventus Stadium sono arrivati negli anni in sequenza, un rincaro degli abbonamenti per i tifosi popolari della Juve mostruoso (dalla stagione 2011/12 abbonamento in curva a 270 euro fino alla stagione 2020/21 arrivati a 700 euro), una strategia commerciale dal “portafoglio sanguinolento” per chi volesse seguire la squadra in trasferta per l’Europa con la gestione di un tour operator partner commerciale per nulla a buon mercato. Certo i risultati sportivi ci sono, i nomi famosi sono arrivati (Ronaldo su tutti) e il tifoso medio ha sempre aperto il portafoglio per seguire la squadra ma sempre più saltuariamente oppure come in molti casi anche abbonandosi e rivendendo poi i singoli tagliandi per recuperare qualcosa con il cambio nominativo.

    Dallo scandalo dell’inchiesta “Last Banner” e le successive condanne è poi cambiato tutto, il rapporto già complicato tra le tifoserie della Juve e la società si è ulteriormente inasprito arrivando quasi al reciproco silenzio. L’impossibilità di introdurre striscioni, bandieroni, tamburi, megafoni e tutto il materiale che permette ai gruppi organizzati di sostenere la propria squadra è stato come rendere un bravissimo tenore improvvisamente afono. Non basta mettere la musica e fare il gioco di luci prima delle partite o giocare con l’impianto audio dell’Allianz Arena per creare quell’atmosfera da “fiato sul collo” che è in grado di sovverchiare gli esiti delle partite, non basta nel silenzio assordante di un teatro asettico pensare di vincere le partite grazie alle sgroppate di uno svogliato Pallone D’oro, ci vuole la passione tramutata a condottiero che ti urla sul collo cosa fare, un unisono di voci che per mano ti portano alla vittoria. Questo era il tifo bianconero, che in passato nel buio e l’immensità del Camp Nou trascinava Amoruso, Zalajeta e compagni decimati a sbancare Barcellona o che trascinano 20000 juventini a Bari per l’lultima partita di campionato che vale lo scudetto mentre già si stanno addensando le terribili nubi di calciopoli.

    Il principale oggetto del desiderio dei tifosi della Juve è il ritorno di Paul Pogba.
    Paul Pogba, il suo ritorno sarebbe gradito ai tifosi della Juve

    Poi viene la questione sportva, alla Juve certo la popolarità piace, piace sfruttarla anche per fare mercato e far girare i nomi alle varie testate, ma cominciamo da quello che a fronte di opportunità commerciali colte ha perso invece il “cuore”. Il tecnico attuale è succeduto ad Andrea Pirlo uno che il pubblico teneva in palmo di mano, mentre Max Allegri, a cui non vanno addossate tutte le colpe societarie, è divisivo per antonomasia. Gli juventini sanno che se un top player va via ne è già pronto un altro, negli ultimi anni sono andati via giocatori che toccavano il cuore dei tifosi ma sono arrivate solo opportuità commerciali e merchandising. Il colpo Pogba può aiutare a rimettre un po’ di vernice fresca e riesumare ricordi ma serve il ritornare a credere in nuovi idoli. Bene lo snellimento del peso ingaggi ma serve pompare il cuore con nuova linfa juventina non riappesantire il portafoglio con un Di Maria che a 34 anni fa le bizze. Andasse via De Ligt, come le sirene londinesi sussurrano, serve un immediato innesto di pari qualità ed un restyling utile ad Allegri per fare il suo gioco e non per gestire le situazioni, la Juve deve crearle le situazioni agli avversari non subirle e adattarsi.

    In questi giorni leggiamo di Arrivabene che precisa la posizione societaria, il non voler tornare indietro, il voler continuare ad avere un teatro aperto privo di passione per la paura di aver a che fare con tifosi che possano mettere sotto scacco la società. Ma la Juve ha un servizio di sicurezza interno eccellente, ha la capacità e la forza di isolare e non far entrare in casa sua eventualmente chi trascende e allora scelga lei gli interlocutori, sappia parlare con i suoi tifosi e sappia trovare il modo per restutuire al popolo l’arena esattamente come fanno tutte le altre società o come piace chiamarle alla Juve gli altri competitor. Potrebbe essere il più importante colpo di mercato della Juve, quello che da popolare civettuola di corte la riporterebbe ad essere cortigiana del popolo che sa far paura ai nobili di corte perché dietro di sè ha, prima dei nomi in campo, il favore del popolo.

  • Ronaldo e Morata regalano la Supercoppa a Pirlo

    Ronaldo e Morata regalano la Supercoppa a Pirlo

    Una partita brutta, con poche occasioni che ha permesso però ad Andrea Pirlo di conquistare il primo trofeo da allenatore, Cristiano Ronaldo e Alvaro Morata hanno segnato i gol del 2-0 che ha consegnato la Supercoppa Italiana alla Juventus.

    Le due squadre arrivavano da due momenti diversi, il Napoli da uno scintillante successo per 6-0 contro la Fiorentina, la Juventus dal pesante k.o. subito in casa dell’Inter.

    Il campo, tra l’altro non in buone condizioni, però non ha mostrato tutta questa differenza di condizione, la Juventus ha beneficiato del recupero in extremis di Cuadrado che è risultato uno dei migliori.

    Dopo un primo tempo in cui si è vista solo una gran parata di Szczesny su Lozano, nella ripresa ci ha pensato Ronaldo, in una serata non scintillante, a sbloccare la gara facendosi trovare pronto sotto porta a metà della ripresa.

    Il Napoli di Gattuso non ha avuto una reazione veemente ma al 78° ha avuto l’enorme occasione di pareggiare con un calcio di rigore concesso dal VAR per fallo su Mertens. Insigne però ha calciato fuori.

    Un altra super parata di Szczesny e il gol di Morata all’ultimo secondo hanno messo il sigillo sulla SuperCoppa Italiana, primo trofeo da allenatore per Andrea Pirlo

    Veniamo al racconto della finale di Supercoppa dal Mapei Stadium di Reggio Emilia.

    Partenza equilibrata ma senza grossi sussulti nei primi dieci minuti. La Juventus fa la partita ma non riesce a creare pericoli verso Ospina. Cresce il Napoli e al 28° colpo di testa di Lozano da pochi passi, gran risposta di Szczesny. Non succede molto altro, si va al riposo sullo 0-0.

    La ripresa parte con l’ingresso di Bernardeschi per un acciaccato Chiesa. Passa un minuto e proprio Bernardeschi sfiora il gol, blocca Ospina sulla linea. I ritmi rimangono bassissimi e le occasioni non si vedono. Al 64° gran palla in mezzo di Ronaldo, Manolas svirgola e rischia l’autogol, sul corner Cristiano Ronaldo si trova la palla da pochi passi e di forza deposita in rete.

    Al 78° McKennie nel rinviare colpisce il piede di Mertens, il VAR richiama Valeri che assegna il rigore. Dal dischetto Insigne calcia fuori. Szczesny ancora strepitoso al 94° a salvare su una deviazione verso la propria porta di Chiellini. Il Napoli si butta tutto in avanti e al 95° Cuadrado serve un cioccolatino a Morata che deposita in rete il 2-0 prima del triplice fischio che consegna la Supercoppa alla Juventus.

    JUVENTUS – NAPOLI 2-0 (64° Cristiano Ronaldo, 95° Morata)

    Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Chiellini, Bonucci, Danilo; McKennie, Bentancur (84° Rabiot), Arthur, Chiesa (46° Bernardeschi); Kulusevski (84° Morata), Cristiano Ronaldo.

    Allenatore: Pirlo.

    Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (84° Llorente); Demme (84° Politano), Bakayoko (67° Elmas); Lozano, Zielinski, Insigne; Petagna (72° Mertens).

    Allenatore: Gattuso.

    Arbitro: Valeri.

    Ammoniti: Cristiano Ronaldo (J), Zielinski (N).

  • Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Questa sera alle 20:45 riprende il cammino della nostra Nazionale nelle qualificazioni per il Campionato Europeo che si disputerà in Francia la prossima estate. Italia-Malta al “A. Franchi” di Firenze rappresenta una piccola tappa di avvicinamento che capita a fagiolo dopo la pausa estiva. L’altro impegno, quello con la Bulgaria, è di caratura diverso ma arriva dopo una settimana che gli azzurri sono tornati insieme, quindi Antonio Conte ha tutto il tempo e le facilitazioni possibili per organizzare e riprendere il discorso interrotto ormai parecchi mesi fa con la Nazionale e i suoi interpreti scelti.

    Sulla carta Italia-Malta è una partita senza storia, una di quelle partite che se prese con la filosofia giusta ti permettono di mettere in cascina tanti gol all’attivo validi per un’eventuale classifica finale che se non risolta dai punti può girare a tuo favore per la differenza reti. Tuttavia è bene ricordare che nel girone d’andata l’Italia s’impose su maltesi solo per 0-1 e quindi la prima cosa su cui lavorare per Conte è la testa degli azzurri, per evitare brutte figure. Testa dei calciatori che, inutile dirlo, fino a tre giorni fa era concentrata sul calciomercato e con l’orecchio teso molti calciatori erano in attesa di notizie, basta pensare per esempio ai due blucerchiati Soriano ed Eder che fino all’ultimo non sapevano in che squadra avrebbero giocato dopo gli impegni con la Nazionale.

    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter
    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter

    Antonio Conte sembra orientato a schierare l’Italia con un 4-3-3, tenendo una certa fisionomia dell’ultima Italia vista e inserendo le motivazioni di alcuni freschi di riconvocazione. Ecco che quindi oltre ai confermati Buffon, Chiellini e Bonucci troviamo nella linea difensiva Darmian e Mimmo Criscito. A centrocampo Conte è stato chiaro, per lui Pirlo e Verratti possono coesistere ed è molto probabile che siano affiancati da Soriano mentre davanti Zaza è per il momento sostituito da Pellè con, di supporto ai suoi fianchi, Candreva ed Eder.

    Per Malta la questione è molto semplice, la missione è come sempre quella di non sfigurare e poi se c’è la possibilità, colpire una nazionale nettamente più forte senza avere paure reverenziali. Pietro Ghedin adotterà un modulo classico (4-4-2) che gli permetterà di mantenere più equilibrio possibile per evitare imbarcate, il resto sarà tanta grinta e coraggio con qualche discreta individualità ma nulla più.

    ITALIA-MALTA – LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (4-3-3): Buffo; Darmian, Bonucci, Chiellini, Criscito; Verratti, Pirlo, Soriano; Eder, Pellè, Candreva.

    All.: Antonio Conte

    Malta (4-4-2): Haber; A. Muscat, Agius, Camilleri, Z. Muscat; Fenech, R. Muscat, Briffa, Failla; Effiong, Schembri.

    All.: Pietro Ghedin.

    Arbitro: Ovidiu Hategan

  • Andrea Pirlo, prima la Champions e poi New York

    Andrea Pirlo, prima la Champions e poi New York

    Si paventava da alcuni mesi al possibilità che il playmaker bianconero potesse smettere o migrare altrove dopo il, allora possibile, approdo della Juventus in finale di Champions League. Adesso che la finale di Berlino è conquistata e imminente arrivano sempre più certezze su Andrea Pirlo.

    Una settimana fa circa con le sue dichiarazioni aveva spaventato l’ambiente durante le canoniche interviste dedicate ai magazine specializzati che si occupano della maggiore competizione europea. Parlava della possibilità di vincere la finale e del sogno che sarebbe stato alzare quella coppa con la maglia della Juventus e poi disse che dopo una finale di Champions, che per la Juventus rappresenta comunque una vittoria, avrebbe potuto pensare di lasciare.

    Andrea Pirlo | Foto Twitter
    Andrea Pirlo | Foto Twitter

    Le conferme poi nei giorni scorsi si sono trovate in alcuni indizi, indizi che riportano sempre alle sue parole ed al passato quando la coesistenza con Allegri era terminata proprio con la sua cessione in bianconero da parte della società di via Turati.

    Ad inizio stagione per i supporter bianconeri era proprio uno dei punti caldi della contestazione al tecnico, che poi con il lavoro ha conquistato anche  più scettici. Pirlo alla scadenza dell’ultimo contratto (due anni or sono) aveva detto che non ci sarebbero stati problemi per un rinnovo se il progetto bianconero fosse ruotato comunque intorno a lui. Poi l’arrivo di Allegri, il chiarimento, gli infortuni, lo scudetto e Khedira. Una sequenza di cose che hanno fatto ponderare un po’ tutti, intanto in stagione la Juve ha dimostrato di poter sopperire alla mancanza di Pirlo e poi l’arrivo di un’altra stella in mezzo al campo fa aumentare la concorrenza in un reparto che già a detta di molti era uno dei più forti del mondo.

    Proprio con i blaugrana si intreccia la sua storia e si intrecciano le trame per il futuro di Andrea Pirlo. Infatti i New York City, hanno contattato prima Xavi, stella uscente dal club catalano per approdare negli Emirati Arabi e poi si sono rivolti proprio al giocatore della Juventus, trovando un’intesa di massima.

    A rivelarlo è il quotidiano As che è certo delle sue fonti al punto tale che afferma che l’annuncio ufficiale del trasferimento avverrà dopo la partita di sabato dove Pirlo e compagni tenteranno di fare un triplete storico per la Juventus evitando di far raggiungere lo stesso traguardo al Barcellona. Il centrocampista raggiungerebbe così a New York Frank Lampard e David Villa, facendo così aumentare il livello della Major League Soccer.

  • Juventus-Torino, Pirlo decide il derby ma la Roma risponde

    Juventus-Torino, Pirlo decide il derby ma la Roma risponde

    Juventus-Torino, terminata con il punteggio di 2-1, è stato un derby spettacolare. La squadra di Allegri è passata in vantaggio con Vidal; poi a ristabilire la parità ci ha pensato Peres ma, in pieno recupero, un tiro rasoterra angolato di Pirlo ha permesso alla capolista di portare via i tre punti.

    L’avvio del match ha visto una Juventus in palla e meglio disposta in campo, molto brava a pressare i portatori di palla del Torino fino al rigore causato da un fallo di mano di El Kaddouri, Vidal è stato bravo in entrambi i casi in

    Una fase del match Juventus-Torino
    Una fase del match Juventus-Torino

    quanto il direttore di gara Orsato aveva fatto ri calciare il penalty; ma nel momento di massima difficoltà, ecco la risposta della squadra di Ventura con il pareggio siglato da Peres che ha preso palla nella propria area facendosi una lunga sgroppata lungo l’out di destra di 78 metri, con tre avversari saltati prima di scagliare un destro fulmineo che ha lasciato di sasso Storari; la gara è diventata molto più equilibrata e anzi è cominciata a pendere dalla parte degli ospiti che però hanno avuto la colpa di non assestare la mazzata decisiva.

    JUVENTUS-TORINO 2-1 15′ Vidal su rig., 22′ Bruno Peres, 47′ st Pirlo

    JUVENTUS (4-3-1-2): Storari, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra, Pogba, Pirlo, Marchisio (18′ st Pereya), Vidal, Tevez (37′ st Ogbonna), Llorente (13′ st Morata. A disp: Rubinho, Audero, Pepe, Mattiello, Coman, Giovinco. All: Allegri.

    TORINO (3-5-2): Gillet; Maksimovic, Glik, Moretti; Peres, Vives (7′ st Benassi), Gazzi, El Kaddouri (46′ st Sanchez Mino), Darmian; Amauri, Quagliarella (27′ st Larrondo). A disp: Castellazzi, Padelli, Molinaro, Bovo, Perez, Farnerud, Martinez, Jansson, Silva. All: Ventura

    Arbitro: Orsato

    Ammoniti: Glik, Gazzi, Pogba, Lichtsteiner, Amauri, Moretti

    Espulso: Lichtsteiner per somma di gialli al 32′ st.

    Nel posticipo serale la Roma ha sconfitto 4-2 l’Inter riportandosi cosi a tre lunghezze dalla capolista Juventus.

    La prima occasione del match capita alla squadra di Garcia al 19′: tiro di Ljajic dal limite dopo una galoppata di Gervinho sulla destra, Handanovic respinge; due minuti dopo i padroni di casa passano in vantaggio: Ljajic dalla destra crossa al centro, palla tesa e veloce che termina sui piedi di Gervinho che la spinge in rete. Al 36′ occasione per l’Inter grande parata di De Sanctis all’angolino destro su tiro di Kuzmanovic; al 36′ la squadra di Mancini ha pareggiato: calcio d’angolo battuto dalla destra, svetta Ranocchia che incorna di testa e segna la rete del pareggio.

    Al 46′ nuovo vantaggio della Roma: Holebas dal limite lascia partire un siluro di sinistro che si insacca in rete. Al 57′ il nuovo pari fissato da Osvaldo che, riceve palla al limite dell’area e lascia partire il tiro che viene deviato da Astori, De Sanctis spiazzato e palla in rete; dopo soli tre minuti la squadra di Garcia è nuovamente avanti: Totti in area serve Pjanic che si trova all’altezza del dischetto e lascia partire il tiro che entra in porta. Al 92′ la quarta rete con una perfetta punizione di Pjanic che si insacca alle spalle di Handanovic.

    ROMA-INTER 4-2 21′ Gervinho (R), 36′ Ranocchia (I), 2′ st Holebas (R), 12′ st Osvaldo (I), 15′ st Pjanic (R), 47′ st Pjanic (R)

    Roma (4-3-3): De Sanctis; Maicon, Manolas, Astori, Holebas; Pjanic, Keita (18′ st De Rossi), Nainggolan; Gervinho, Totti (39′ st Iturbe), Ljajic (18′ st Florenzi). A disp.: Skorupski, Lobont, Cole, Strootman, Paredes, Yanga-Mbiwa, Emanuelson, Somma, Destro. All.: Garcia

    Inter (4-3-3): Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, Dodò (37′ st Icardi); M’Vila (22′ st Kovacic), Medel (37′ st Obi), Kuzmanovic; Palacio, Osvaldo, Guarin. A disp.: Carrizo, Berni, Andreolli, Mbaye, D’Ambrosio, Krhin, Donkor, Bonazzoli. All.: Mancini

    Arbitro: Mazzoleni

    Ammoniti: Keita (R); Ranocchia, Palacio, Guarin (I)

    Note: 16′ st allontanato l’allenatore dell’Inter, Roberto Mancini, per proteste

     

  • Juventus, dall’inferno al paradiso in 5 minuti

    Juventus, dall’inferno al paradiso in 5 minuti

    5 minuti, tanti sono passati dal gol di N’Dinga, che aveva regalato il vantaggio per 2-1 all’Olympiacos, sino al tiro di Pogba che è valso il sorpasso per 3-2 per la Juventus.

    Emozioni concentrate nello spazio di poco più di 300 secondi che hanno visto calciatori e tifosi della Juventus passare dal baratro della quasi certa eliminazione al gol che regala ancora ampie speranze di passaggio del turno, in fondo con questo successo tutto rimane nelle mani della Juve. Rimane però il rimpianto di quel rigore fallito da Vidal, anzi ben intercettato da Roberto, che avrebbe permesso ai bianconeri di ribaltare lo scontro diretto ed aumentare le chance di qualificazione.

    Per quanto riguarda le formazioni Allegri sfodera il 4-3-1-2 con Asamoah e Lichtsteiner sulle fasce e Vidal ad agire alle spalle di Morata, preferito a Llorente, e Tevez. 

    Michel sorprende schierando con un 4-3-3 nel quale Dominguez ed Afellay vanno a comporre il trio d’attacco con Mitroglou. 

    Partenza arrembante della Juventus che prova a chiudere dietro gli avversari anche se nei primi 10 minuti Roberto non corre rischi. La Juve insiste e al 21° Vidal ruba un pallone a metà campo, la passa a Pogba che parte in progressione e conquista una punizione dal limite, sul pallone va Andrea Pirlo che trasforma magistralmente. Passano solo 2 minuti e su azione da corner Botia sorprende Chiellini e trova il colpo di testa che vale il pari. I bianconeri paiono accusare il colpo e non riescono a ripartire forte come nei primi minuti. Al 31° Morata dopo una gran giocata di squadra ha la palla per il nuovo vantaggio ma la difesa greca si salva. La Juventus tiene uno sterile pallino del gioco e l’Olympiacos si chiude sfruttando le ripartenze. Sul finale di tempo ci prova Pogba, ma il tiro esce di poco. La prima frazione si chiude così sul 1-1.

    Paul Pogba
    Paul Pogba

    Si riparte senza cambi con la Juventus che prova a spingere ma le maglie difensive greche sono ben serrate e Roberto non corre pericoli. Al 55° ripartenza veloce della Juventus ma Vidal dinanzi a Roberto anzichè calciare, decide di passarla e il portiere greco si salva. Al 60° calcio di punizione di Dominguez, la palla finisce sul secondo palo dove viene rimessa in mezzo da Maniatis per N’Dinga che di testa trova il vantaggio. Nei minuti successivi succede l’incredibile, prima al 64° cross di Pirlo tocco di Llorente, entrato da poco per un Morata in serata no, carambola palo-Roberto e pareggio bianconero. Passa un minuto e Pogba dopo un rimpallo si trova il pallone al limite e lascia partire il tiro vincente per il 3-2. La Juventus non si abbassa e prova a cercare il 4° gol ma al 77° Elabdellaoui lascia partire un diagonale che spaventa Buffon. I bianconeri ci credono spingono a testa bassa e creano diverse palle gol. Nell’ultimo minuto di recupero Tevez si procura un calcio di rigore, Vidal va dal dischetto ma Roberto salva deviando sulla traversa, subito dopo Atkinson fischia la fine.

     

    JUVENTUS – OLYMPIACOS 3-2 (1-1) (21° Pirlo (J), 23° Botia (O), 60° N’Dinga (O), 64° aut. Roberto (O), 65° Pogba (J))

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Asamoah (83° Pereyra); Pirlo, Marchisio (70° Padoin), Pogba; Vidal; Morata (57° Llorente), Tevez.

    Allenatore: Allegri.

    Olympiacos (4-3-3): Roberto; Elabdellaoui, Botía, Abidal, Masuaku; Maniatis (83° Diamantakos), Milivojevic, N’Dinga (77° Kasami); Dominguez (71° Fuster), Mitroglou, Afellay.

    Allenatore: Michel.

    Arbitro: Atkinson.

    Ammoniti: Tevez (J), Botia (O)

  • Juventus: tragedia greca, Kasami segna e l’Olympiacos vince

    Juventus: tragedia greca, Kasami segna e l’Olympiacos vince

    Una brutta Juventus per almeno 60 minuti, esce con le ossa rotte dallo stadio Karaiskakis e con una sconfitta firmata dalla rete di Kasami nel primo tempo e dalle fenomenali parate del portiere Roberto nell’ultima mezz’ora.

    Una sconfitta pesante che poteva essere un pareggio se non ci fosse stato l’ottimo portiere dei greci ma questo però non deve essere un alibi, la Juventus vista nel primo tempo è stata davvero troppo brutta, troppo sottoritmo e con due dei protagonisti annunciati ed attesi, Pirlo e Tevez (che si è un pochino riscattato nel finale) che hanno disputato una gara decisamente sotto i loro potenziali. Ora, vista la contemporanea vittoria dell’Atletico sul Malmoe, la situazione del girone si complica, niente è impossibile ma adesso a Torino sarà obbligatorio battere i greci.

    Tanto merito va anche al tecnico dell’Olympiacos Michel che ha schierato una squadra quadrata e compatta che ha beneficiato di un ottimo Dominguez, davvero incontenibile a tratti nella prima frazione.

    Per quanto riguarda le formazioni Allegri scioglie i due ballottaggi a favore di Pirlo e Morata.

    Michel invece sistema la squadra con il 4-4-2 puntando sull’estro di Dominguez e sul Bomber Mitroglou davanti, lasciando Afellay inizialmente in panchina.

    Pjatim Kasami
    Pajtim Kasami

     

    Parte subito forte l’Olympiacos con Masuaku che dalla fascia mette un paio di cross bassi insidiosi. Al 7° punizione quasi perfetta di Dominguez con Buffon che vola a deviare in corner. La Juve inizia ad accendersi con Morata che dribbla il difensore avversario ma il suo cross viene respinto in corner e sul susseguente tiro dalla bandierina El Abdellaoui salva sulla linea su un tocco di Tevez. I bianconeri crescono ed al 19° trovano anche il gol ma Tevez è in fuorigioco, rete annullata. La spinta di Masuaku torna a farsi sentire con l’ennesimo cross che permette a Dominguez la gran giocata, palla fuori di poco. Al 35° Pirlo sbaglia nuovamente un passaggio che permette ai biancorossi di infilare un contropiede ben finalizzato da Kasami col tiro preciso da fuori. Morata prova a trascinare i suoi ma una Juve troppo brutta non riesce a rendersi pericolosa, si va al riposo sul 1-0 per i greci.

    La Juventus prova a partire un po’ più forte ma gli errori d’impostazione sono sempre presenti. Al 57° dopo una punizione totalmente sballata finisce la pessima gara di Pirlo. Al 60° Kasami fallisce un occasione ghiottissima per raddoppiare. Al 65° gran giocata di Morata che scambia con Tevez si gira e calcia ma Roberto respinge, Pogba si lamenta con il compagno perchè era messo meglio per calciare a rete. La Juventus cresce e cominciano ad arrivare le occasioni e Roberto sfodera un’altra super parata su Tevez al 75°. 80° miracolo di Roberto che tocca sulla traversa una violenta conclusione di Morata. Il protagonista è sempre Roberto che cala un vero e proprio muro davanti alla sua porta. Allegri prova anche la carta Giovinco per Pogba ma non c’è niente da fare, la gara la vince l’Olympiacos 1-0 ed ora nel girone si fa durissima.

     

    OLYMPIACOS – JUVENTUS 1-0 (1-0) (35° Kasami)

    Olympiacos (4-4-2): Roberto; El Abdellaoui, Abidal, Botia, Masuaku; Milivojevic, Kasami (91° Giannoulis), Maniatis, N’Dinga; Dominguez (84° Fuster), Mitroglou (68° Afellay).

    Allenatore: Michel.

    Juventus (3-5-2): Buffon; Ogbonna (77° Pereyra), Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo (57° Marchisio), Pogba (86° Giovinco), Asamoah; Morata, Tevez.

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Mazic.

    Ammoniti: Lichtsteiner (J), Botia (O), Masuaku (O), Pogba (J), Marchisio (J).

  • Tevez e la Juventus alla conquista di Atene

    Tevez e la Juventus alla conquista di Atene

    Questa sera ad Atene la Juventus  si trova davanti il primo fondamentale snodo stagionale. La gara contro l’Olympiacos vale molto più dei tre punti in palio, vincere nella bolgia di Atene, in un girone decisamente equilibrato con tutte le squadre a 3 punti, potrebbe dare la giusta spinta per il proseguio del cammino europeo e cancellerebbe tutti i dubbi sorti dopo il ko in Europa con l’Atletico Madrid ed il pareggio di sabato scorso in campionato contro il Sassuolo.

    Sicuramente non sarà semplice, i bianconeri dovranno giocare al Karaiskaki in un ambiente caldissimo, per questo motivo Allegri dovrà affidarsi a veri e propri guerrieri come Carlitos Tevez e Arturo Vidal.

    Il cileno ci sarà dal primo minuto, è stato proprio il tecnico livornese a darne conferma in conferenza stampa, oltre a parlare dell’importanza e delle difficoltà dell’incontro:

    Quelli che sono qui stanno tutti bene e possono giocare. Devo ancora fare delle scelte,  giocheranno sicuramente Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Bonucci, Vidal, Tevez e Buffon. Questa sarà una partita importante ma non decisiva. Dobbiamo conquistare più punti possibile tra questa gara di Atene ed il ritorno tra 15 giorni a Torino. Troveremo un tifo caldo ma in campo vanno i giocatori, non i tifosi. Per noi sarà una gara dura sia sotto il profilo fisico che tecnico.

    Carlos Tevez
    Carlos Tevez

    Dunque si parla di 7 titolari sicuri, in realtà paiono 9 quelli certi, rimangono solo due ballottaggi: a centrocampo tra Pirlo e Marchisio con il primo in vantaggio e davanti per trovare il compagno di Tevez, con Llorente che pare ancora in pole position rispetto a Morata.

    Il perno fondamentale dell’attacco sarà sempre lui, l’Apache Carlos Tevez. Il bomber bianconero in quest’inizio di stagione si è rivelato decisivo segnando 6 gol in campionato e sbloccandosi in Champions League con la doppietta all’esordio con il Malmoe, ma sopratutto quando Tevez non ha reso al top, la Juventus ha sofferto come accaduto con Atletico e Sassuolo.

    Dall’altra parte della barricata ci sarà un Olympiacos, che in casa ha dimostrato di essere molto pericoloso sconfiggendo l’Atletico Madrid nel match d’esordio, il cui tecnico Michel si affiderà alla forza del Bomber Mitroglou, alle giocate di Afellay e all’esperienza del difensore centrale ex Barcellona e Monaco Eric Abidal.

     

    OLYMPIACOS – JUVENTUS le probabili formazioni

    Olympiakos (4-4-2): Roberto; Masuaku, Abidal, Botia, Elaboellaoui; Afellay, Milivojevic, Kasami, Maniatis; Dominguez, Mitroglou.

    Allenatore: Míchel.

    Juventus (3-5-2): Buffon; Ogbonna, Bonucci, Chiellini; Asamoah, Pogba, Marchisio, Vidal, Lichsteiner; Morata, Tevez.

    Allenatore: Allegri.

     

  • Fa tutto Chiellini, l’Italia rischia ma batte l’Azerbaijan

    Fa tutto Chiellini, l’Italia rischia ma batte l’Azerbaijan

    Terza partita, seconda nelle gare di qualificazioni ad Euro2016, per l’Italia di Antonio Conte e terzo successo se pur arrivato con modalità diverse rispetto alle due precedenti gare.

    Giorgio Chiellini
    Giorgio Chiellini

    Gli azzurri comandano il gioco per quasi tutta la gara, costruiscono e sprecano tanto e alla mezz’ora del secondo tempo rischiano la beffa.

    Protagonista assoluto del match è stato sicuramente Giorgio Chiellini che sul finire di primo tempo ha sbloccato la gara con un colpo di testa anticipando l’uscita del portiere. Al 75° ha causato, in collaborazione con Buffon, l’autogol che aveva regalato il pareggio agli ospiti e poi qualche minuto dopo, grazie ad un altro colpo di testa, stavolta su perfetto cross di Giovinco, ha trovato il gol del definitivo 2-1.

    Veniamo al racconto della gara.

    Conte non cambia il suo consueto 3-5-2, inserendo Pirlo dall’inizio con Marchisio e Florenzi al suo fianco, Ranocchia-Bonucci-Chiellini nel pacchetto difensivo, Darmian e De Sciglio sugli esterni, Zaza ed Immobile coppia d’attacco.

    Berti Vogts schiera i suoi con un 4-4-2 piuttosto prudente, delegando alla coppia Dadasov-Aliyev il compito di gestire l’attacco.

    E’ l’Italia a fare subito la partita, al 5° già una ghiotta occasione per Marchisio che si inserisce su tocco di Immobile ma calcia alto. Al 9° anche Florenzi non inquadra la porta ma c’è solo una squadra in campo, l’Italia. Per diversi minuti gli azzurri non riescono a trovare spazio e l’occasione arriva da corner con un colpo di testa di Bonucci bloccato dal portiere. L’Italia non trova spazio sulle fasce e quindi diventano importanti i calci piazzati, su un corner al 36° è Ranocchia a sfiorare il gol. E proprio da un corner al 43° arriva la rete: calcia Pirlo, Chiellini stacca bene, anticipa il portiere e di testa fa 1-0. Risultato con il quale si va al riposo.

    Il secondo tempo riparte con lo stesso copione, azzurri in avanti con Zaza che prova per due volte in acrobazia a cercare il gol. I minuti passano senza pericoli per Buffon e con il solito Zaza che va altre due volte vicino al gol, la porta però per lui pare stregata. Al 75° arriva come un fulmine a ciel sereno il pareggio dell’Azerbaijan: calcio d’angolo degli ospiti, pasticcio della difesa azzurra con Chiellini che la tocca nella sua porta rendendo vano il tentativo di Buffon. Lo Shock per gli azzurri dura solo pochi minuti perchè al 81° Giovinco pennella per la testa di Chiellini, sempre lui, che insacca il nuovo vantaggio. Nel finale si accende Giovinco che prima si scatena in un azione personale non riuscendo a servire Immobile e qualche minuto dopo centra la traversa. Dopo 3 minuti di recupero arriva il fischio finale che certifica il successo, se pur con qualche sofferenza, per gli uomini di Conte.

     

    ITALIA – AZERBAIJAN 2-1 (1-0) (43°, 81° Chiellini, 75° aut. Chiellini)

    ITALIA (3-5-2): Buffon; Chiellini, Ranocchia, Bonucci; Darmian (81° Candreva), Florenzi (76° Giovinco), Pirlo (73° Aquilani), Marchisio, De Sciglio; Immobile, Zaza.

    Allenatore: Conte.

    AZERBAIJAN (4-4-2): Agayev; Allahverdiyev, Guseynov, Sadygov, Qirtimov (46° Ramaldanov); Abdullayev, Qarayev, Amirquliyev (86° Nadirov), Nazarov; Dadasov (59° Huseynov), Aliyev.

    Allenatore: Vogts.

    Arbitro: Gocek.

    Ammoniti: Dadasov (A), Pirlo (I), Sadygov (A), Zaza (I).

  • Allarme Juve: Andrea Pirlo verso gli States?

    Allarme Juve: Andrea Pirlo verso gli States?

    E’ una voce nata come un sussurro, poi trasformata in chiacchiericcio ed ora un rumors di mercato. Andrea Pirlo è seguito dai Los Angeles Galaxy che starebbero preparando un’offerta da presentare alla Juventus per il trasferimento del centrocampista bianconero a gennaio.

    Tutto nasce da quest’estate, quando nella panchina della Vecchia Signora si è insediato Massimiliano Allegri, da subito le vecchie ruggini tra il giocatore ed il tecnico ai tempi del Milan parevano difficili da sanare. Tuttavia i due protagonisti hanno fatto il possibile per tranquillizzare l’ambiente, con la supervisione della dirigenza bianconera, che per tutti i tifosi rappresentava una garanzia. Difficile infatti immaginare che Giuseppe Marotta avesse fatto una scelta così importante senza prima aver ricevuto garanzie dalle parti sul buon rapporto nel quale costruire un futuro insieme.

    Andrea Pirlo | Foto Twitter
    Andrea Pirlo | Foto Twitter

    Poi quel sussurro, di voci americane, sul finire del mercato estivo e la dichiarazione di Pirlo che diceva di essere allettato dall’interessamento di una società in un campionato che lui stesso considera come una possibile meta per la chiusura della sua carriera, i Los Angeles Galaxy appunto.

    L’uscita di scena di un personaggio forte e storico come Landon Donovan accentua la voglia da parte del club della MLS di riavere tra le proprie fila un campione che possa rivitalizzare l’ambiente ed il profilo giusto dalla stessa stampa americana è stato individuato proprio con Andrea Pirlo. Lo stesso tecnico dei Galaxy, Bruce Arena, ha definito a precisa domanda così la possibile operazione:

    “Ci servirebbe un giocatore di quel tipo”.

    E’ ESPN, l’emittente televisiva internazionale che segue gli sviluppi della Major League Soccer a diffondere ora il rumors di mercato con tanto di offerta pronta per la Juventus e per lo stesso Andrea Pirlo, con il trasferimento previsto per gennaio. ESPN ribadisce che tra il giocatore e i Galaxy c’era già un accordo per portare il regista bianconero in America, ma la cosa si sarebbe dovuta concretizzare alla scadenza del contratto con la Juventus.

    Il cambio tecnico avrebbe accelerato i tempi e anche l’ultimo infortunio del giocatore viene visto come un allontanamento dai campi di gioco più che tollerato dai protagonisti. Per il giocatore sarebbe pronto un contratto addirittura superiore ai 3,8 milioni che percepisce attualmente con la Juventus e nei confronti della società bianconera i Galaxy possono mettere sul piatto della bilancia quella monetizzazione tanto cara al calcio nostrano, concretizzata con un’offerta congrua per l’età ed il valore del giocatore.

    Staremo a vedere, la logica impone pensare che la Juventus difficilmente si voglia privare del suo faro di centrocampo e che per lo stesso giocatore emigrare in un campionato del genere possa significare un definitivo addio anche alla Nazionale, sebbene in questo caso si deve considerare l’età di Pirlo ed il suo apporto futuro agli azzurri.