Tag: andrea agnelli

  • Della Valle-Agnelli la sfida non può finire in pareggio

    Della Valle-Agnelli la sfida non può finire in pareggio

    Fiorentina-Juventus è stato un match intenso ed un bello spot per il calcio, vissuto in un clima di accesa rivalità ma nei limiti della sana sportività, con una suggestiva coreografia della curva Fiesole, espressione dell’orgoglio della “Repubblica Fiorentina”. Un fatto da sottolineare, ancor di più alla luce delle premesse con cui la gara si è disputata, frutto dei rapporti tesi fra i vertici dei due club, Della Valle-Agnelli, dettati da cause che vanno ben aldilà degli aspetti sportivi. A testimonianza di ciò, nel post-partita di ieri, il tono dell’intervista di Andrea Della Valle, fratello del patron di Tod’s Diego Della Valle, è apparso inequivocabilmente “ostile” nei confronti della dirigenza bianconera ed, in particolar modo, del presidente Andrea Agnelli, in qualità di rappresentante della “casata” di appartenenza: nessuna stretta di mano, nessun cenno di saluto, posti ben distanziati in tribuna d’onore, pathos alle stelle nel seguire le fasi di gioco nella speranza che la Viola riuscisse nel far cadere la Vecchia Signora.

    L’astio fra la famiglia marchigiana e quella torinese affonda le sue radici in questioni prettamente imprenditoriali, in contese fra la Fiat e i Della Valle per il controllo del Corriere della Sera e per le quote di Rcs, arrivando ad estendersi – in maniera probabilmente strumentale – alle polemiche sulla crisi attuale del sistema produttivo italiano, con Diego Della Valle che attacca senza mezzi termini l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, accusando la Fiat di voler “filar via“, riferendosi alle strategie di delocalizzazione della produzione decise dalla casa automobilistica.

    In particolare, lo stesso Diego Della Valle accusa i vertici dell’azienda automobilistica torinese di scelte imprenditoriali sbagliate, connesse ai ridotti investimenti in innovazione, che hanno condizionato ancor di più l’attuale crisi della principale impresa italiana. In tal senso, nelle sue velenose “frecciatine” alla Fiat, Della Valle non ha esitato a sottolineare – per contrasto – il fatto che la sua azienda non sia in crisi perchè ha continuamente innovato i propri prodotti.

    Una polemica “colorita” e colorata anche dalle conseguenti risposte piccate e risentite dello stesso Marchionne, che ha replicato di non voler parlare “a chi fa borse” perchè “con quanto lui investe in un anno in ricerca e sviluppo io non ci faccio nemmeno un parafango”. Secco e lapidario l’italo canadese dal maglioncino blu, a voler smontare sul nascere una provocazione da non raccogliere, perchè “banale” e, soprattutto, pericolosamente destabilizzante e “populista” perchè rivolta a scaldare gli animi degli operai e del Paese che – secondo il numero uno Tod’s – stavolta, “non farà finta di nulla nonostante gli Agnelli abbiano abbandonato il Paese”.

    Andrea e Diego Della Valle, ostili alla famiglia Agnelli | © Andreas Rentz/Getty Images

    Diego Della Valle, dunque, individua nelle strategie Fiat l’intento di non far nulla per aiutare la nave che affonda, non avendo ponderato in alcun modo quali potranno essere le durissime conseguenze della delocalizzazione produttiva per operai, concessionari e fornitori, privandoli del lavoro e delle certezze sul futuro, già  a dir poco plumbeo. La famiglia Agnelli, invece, respinge al mittente le accuse, rifiutando il confronto sulle tematiche legate alle strategie produttive, probabilmente in maniera fin troppo ostinata, molto vicina alla brillante parodia di Maurizio Crozza che rappresenta Sergio Marchionne mentre tenta di elogiare la varietà della gamma proposta dalla Fiat finendo, poi, ad elencare improbabili modelli di Panda: “con due ruote motrici a destra, fragole con Panda”.

    Dopo il pareggio a reti inviolate di ieri sera, la “partita” resta più che aperta ed il triplice fischio del direttore di gara Tagliavento non sarà sufficiente ad archiviare gli animi più che mai accesi sull’asse Firenze-Torino: con ogni probabilità, l’appuntamento per la “bella” è fissato ben prima della quinta giornata del girone di ritorno.

  • Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    Marco Travaglio contro Agnelli e “Berlusconte”

    La dura conferenza stampa di Antonio Conte e dei suoi legali il giorno dopo la sentenza della Corte d’Appello continua a far parlare scomodando chi per professione e attinenze è spesso apparentemente lontano dal “ludico” mondo del calcio. I toni perentori, la rabbia del mister della Juventus per molti è comprensibile se paragonata all’ingiustizia scritta nelle 13 pagine della sentenza. Per altri nonostante Antonio Conte avesse ragione da vendere i toni e le parole usate in conferenza stampa non sono state ritenute adeguate al blasone del club che lo ospitava e che ha deciso di appoggiarlo. Un ultima parte, a dir la verità più esigua, difende l’operato dei giudici criticando Andrea Agnelli e Antonio Conte per l’ennesima protesta.

    Di questa ultima frangia fa parte Marco Travaglio che questa mattina ha deciso di dedicare l’editoriale de Il Fatto Quotidiano proprio ad Andrea Agnelli ed Antonio Conte scrivendo una fantomatica lettera a John Elkann dicendosi vergognato, da juventino, del teatrino orchestrato dall’attuale società. Di seguito vi riportiamo qualche stralcio del lungo editoriale:

    Marco Travaglio critica Antonio Conte e Andrea Agnelli | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    “Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa.

    Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia). Se condanna Conte in primo grado e in appello – fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea – è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “t i fo s i ” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?).”

  • Juventus festa a Villar Perosa. Elkann punzecchia Zeman

    Juventus festa a Villar Perosa. Elkann punzecchia Zeman

    E’ finita con il risultato di 5 a 1 la classica amichevole di Villar Perosa tra la Juventus A e la Juventus B. Un appuntamento immancabile nell’estate bianconera, condito ancora una volta da dichiarazioni forti. Una volta era Gianni Agnelli a rilasciarle, adesso invece è toccato al nipote John Elkann che stavolta ha preso di mira Zdenek Zeman, allenatore della Roma che nei giorni scorsi aveva lanciato frecciatine ai bianconeri ed in particolare al loro allenatore Antonio Conte.

    Ha vinto più Carrera in una partita che lui in una carriera” ha affermato Elkann, riprendendo una frase già in voga da subito dopo la Supercoppa Italiana vinta contro il Napoli. E proprio all’indirizzo dei partenopei sono indirizzate le altre stoccate del dirigente piemontese, spiegando come sia mancato il cosiddetto spirito olimpico con l’assenza alla premiazione di Pechino. Andrea Agnelli invece si è soffermato sul mercato, non sbilanciandosi tuttavia su chi sarà il giocatore che completerà il reparto avanzato dei bianconeri.

    Ha parlato poi della maglia numero 10, dribblando però le domande dei cronisti con un “al momento giusto andrà sulle spalle di qualcuno”. Ha parlato anche Gigi Buffon, il quale ha donato una maglia a John Elkann, gettando acqua sul fuoco rispetto alle polemiche con Zdenek Zeman e indicando la stampa come mezzo di strumentalizzazione delle dichiarazioni. Ha poi confidato di sentirsi spesso, specie via sms, con Alessandro Del Piero.

    Agnelli, Conte ed Elkann © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto riguarda la partita invece Carrera ha schierato dal primo minuto un undici formato da Buffon tra i pali; Lucio, Bonucci e Rugani in difesa; Padoin, Pazienza, Pogba, Giaccherini e De Ceglie a centrocampo con Quagliarella e Matri in avanti. Inizio migliore per la squadra A che sfiora il gol con Matri, due volte, e Pogba, prima di trovare il vantaggio al 25’ con una punizione di Quagliarella.

    Nella ripresa Carrera rivoluziona la squadra dando spazio, nella formazione A, a tanti giovani oltre ai vari Storari, Vidal, Marchisio e Giovinco. Al 12’ il raddoppio con Pogba, ottima la sua prova, che lancia Matri il quale non sbaglia. Bonatini rimette in carreggiata la squadra B al 18’ ma appena un minuto dopo Giaccherini cala il tris con un bel tiro dal limite. Un tiro a giro sul secondo palo di Giovinco e un gol di Ruggiero nell’angolino basso firmano il 5 a 1 definitivo.

  • De Laurentiis minaccia “il Napoli non va a Pechino”

    De Laurentiis minaccia “il Napoli non va a Pechino”

    Aurelio De Laurentiis continua a far polemica. Dopo quella relativa ad un presunto favoritismo a Milan e Juve in virtù del fatto che il Napoli incontrerà la Roma nell’ultima giornata del campionato di Serie A 2012/2013, oggi è arrivata l’ennesima sparata del presidente partenopeo, che ha riferito l’intenzione di non voler mandare la sua squadra a Pechino, dove l’11 agosto è prevista la finale della Supercoppa Italiana contro la Juventus campione d’Italia. Non sappiamo adesso cosa passa nella testa di De Laurentiis, ma nella nostra rimbombano ancora le sue parole datate poche settimane fa. Proprio il patron azzurro infatti aveva mostrato di avere particolarmente a cuore l’ipotesi di giocare la finale a Pechino e in effetti così è stato deciso e così sarà. Ma se fino a pochi giorni fa il presidente del Napoli era d’accordo a giocare in Cina adesso sembra non esserlo più perchè non ha senso andare in Cina per giocare una partita interrompendo la preparazione della squadra in vista dell’inizio della prossima stagione sportiva.

    Aurelio De Laurentiis © Kris Connor/Getty Images

    Perchè dirlo solo a due settimane dalla partita? Addirittura De Laurentiis si chiede cosa rappresenti questa Supercoppa e ha chiesto al presidente della Juve la disponibilità a non andare a Pechino, giocando andata (4 agosto) e ritorno (12 agosto) in Italia. La proposta del presidente napoletano è stata respinta dal presidente Agnelli anche perchè la stessa Juve ha rinunciato ad organizzare una tournèe proprio per disputare la finale della Supercoppa a Pechino. Una roba del genere non si era mai vista. Non è la prima volta che la Supercoppa italiana si gioca in Cina, ma è la prima volta che un presidente di una squadra partecipante si lamenta dopo essersi dichiarato disponibile. Non mettiamo in dubbio la voglia del patron azzurro di far diventare Napoli una grande squadra, ma certi atteggiamenti fanno chiaramente capire la differenza esistente tra il Napoli e Milan-Inter-Juve.

    Questione di stile potremmo ben dire. E’ bastato il solito sorteggio dei calendari per far indispettire Aurelio De Laurentiis. La trasferta in Cina tanto caldeggiata dal patron azzurro adesso è diventata solo uno stress inutile, parola di De Laurentiis. Sarà anche un grande imprenditore, ma le sceneggiate che continua a regalarci sono sempre più scontate e rendono sempre più evidente il suo egocentrismo. Caro presidente il mondo del calcio non gira intorno a lei.

  • Il Lucio che non ti aspetti “sono 30 gli Scudetti della Juve”

    Il Lucio che non ti aspetti “sono 30 gli Scudetti della Juve”

    Neanche fosse l’ultima moda estiva, il cambio di maglia con dichiarazioni al veleno o i baci sulla nuova casacca (Ibra docet), arrivano con la puntualità di uno svizzero (nonostante il giocatore in questione sia brasiliano) le parole infuocate di Lucio nella prima conferenza stampa dopo l’approdo in casa Juventus. L’addio con l’Inter non sembrava aver lasciato fratture o rancori sopiti da ambo le parti, con la società di Corso Vittorio Emanuele da una parte che necessitava di un taglio al monte ingaggi e alla soglia anagrafica di una difesa fin troppo avanti con l’età, e dall’altra lo stesso Lucio che rivendicava nuovi stimoli dopo aver vinto praticamente tutto con i colori nerazzurri. La rescissione consensuale del contratto sembrava prevedere un lieto fine per entrambi, con tanti saluti e l’approdo al Fenerbaçhe, quando nessuno poteva aspettarsi una manovra di mercato con l’ombra della Juventus pronta all’ingaggio a costo zero di un validissimo elemento. A questo punto a sentire le parole di Lucio viene da chiedersi come si possa in una decina di giorni cambiare completamente opinione sulla propria ex squadra e appoggiare la causa bianconera in modo totale, con una puzza di paraculismo (scusate il termine) fin troppo evidente.

    Lucio © Claudio Villa Getty Images Sport

    È lecito farsi delle domande su quanto determinati calciatori manchino di rispetto prima che ai colori delle società calcistiche agli stessi tifosi che cantano a squarciagola i loro nomi, come quando lo svedese più innamorato del denaro che del pallone, posava baciando la nuova maglia del Barcellona dichiarando ai quattro venti di essere prima juventino, poi interista, poi azulgrana, milanista e infine qatariota sin da bambino.

    Bene il tempismo di Lucio lascia quasi a bocca aperta sbaragliando tutti. Alla domanda (quasi inevitabile) che si pone a un ex nerazzurro, “Quanti scudetti ha vinto la Juve?’, il brasiliano senza nemmeno esitare un secondo risponde: “La penso esattamente come il nostro presidente, sono 30”. E anche il tifoso più scettico a questo punto sente che c’è qualcosa che non va, perché a stessa domanda, posta solo qualche giorno indietro siamo tutti sicuri che la risposta sarebbe stata un’altra.
    Lucio non contento, magari anche nella speranza di ottenere consensi popolari nel nuovo ambiente rincara la dose:

    “Dopo la scorsa stagione all’Inter avevo deciso di voltare pagina – ha voluto spiegare il difensore brasiliano dal ritiro a Chatillon dei bianconeri -, ora sono felice di essere qua: la Juventus è una grande squadra. Ho scelto questo club perché credo nel progetto e volevo continuare a giocare ad alto livello. Sono uno che onora sempre la maglia e spero di dare il massimo .Se dovessi fare un gol all’Inter esulterei? Come ho detto prima, adesso dipendo dalla Juve, è la mia squadra e sicuramente per me è una situazione normale…. esultare non è un problema”.

    Per la serie ‘sputo nel piatto dove ho appena finito di mangiare’. I tifosi nerazzurri sono belli che vaccinati a queste tipologie di situazioni, dopotutto con il passaggio di Ronaldo nell’altra sponda del naviglio, il tradimento calcistico è un affare ben metabolizzato, ma sinceramente il voler prendere in giro i tifosi, con questi atteggiamenti sicuramente poco eleganti fa capire come nel calcio il rispetto e la riconoscenza siano un concetto noto solo a pochi eletti.

  • Ufficiale senza stelle la nuova maglia della Juventus

    Ufficiale senza stelle la nuova maglia della Juventus

    A distanza di un paio di mesi ritorna la polemica sugli scudetti vinti dalla Juventus. Il tutto nel giorno della presentazione, svoltasi allo Juventus Stadium, delle maglie relative alla stagione 2012/2013 dei bianconeri. Come preannunciato sulla casacca dei torinesi non compariranno le stelle, bensì la scritta “30 sul campo”. Una scelta fortemente voluta dal presidente dei bianconeri Andrea Agnelli che non lesina polemiche nei confronti della Figc.

    Noi li contiamo in fila e il risultato ci viene 30 – ha affermato –. Poi guardo l’aritmetica della Federazione e mi accorgo che sono 28. Non ci troviamo d’accordo. Così abbiamo deciso di togliere le 2 stelle dalle maglie perché non riconosciamo questo conteggio“. Nelle ore precedenti la presentazione tra i tifosi e sul web era circolata la foto della nuova divisa, con tre stelle sopra lo stemma societario. Ma si tratta quella in vendita presso gli store ufficiali dei bianconeri.

    Classica la prima maglia: strisce verticali bianco e nere, con al centro il tricolore e sul lato del cuore lo stemma con sotto la scritta “30 sul campo” color oro. Sul colletto invece la celebre frase di Giampiero Boniperti “vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta”. Al centro della maglia, griffata ancora una volta Nike, lo sponsor con scritta bianca su sfondo nero.

    Dietro invece uno stile che ricorda molto quello di metà anni novanta: sfondo nero con numeri bianchi, nome dei giocatori scritti in nero su sfondo bianco. Completamente nera la seconda maglia con sfondo per lo sponsor bianco, nomi e numeri bianchi. A posare con le nuove divise due vecchie conoscenze come Vidal e Vucinic unitamente al nuovo arrivo Asamoah. Nel corso della presentazione, oltre alla stoccata nei confronti della Figc, Agnelli ha avuto modo di rispondere anche ad Agnelli che aveva stuzzicato i bianconeri con la storia dei 31 scudetti, ovvero della vittoria del campionato di Serie B, prima di parlare poi del caso relativo ad Antonio Conte e il suo interrogatorio davanti al procuratore Palazzi.

    Presentazione maglia Juventus

    Agnelli ha smentito qualsiasi piano B in caso di squalifica di Conte, dando fiducia al proprio tecnico e confidando nella sua onestà. Nel corso della conferenza si è parlato anche di obiettivi da perseguire, con Agnelli che non si è tirato indietro, dichiarando apertamente di puntare a vincere dappertutto, dal campionato alla Champions League per passare da quella Coppa Italia sfumata in finale contro il Napoli e la Supercoppa Italiana in programma a Pechino tra un mese esatto proprio contro i partenopei.

    Il numero uno della società bianconero non si sbilancia poi riguardo alla maglia numero dieci lasciata vacante da Alessandro Del Piero, con la scelta che spetterà cosi direttamente ai giocatori. E proprio riguardo all’ormai ex capitano, sui social network, è circolato un fotomontaggio con lo stesso che indossa la nuova maglia bianconera.

    Intanto i giocatori bianconeri, esclusi quelli reduci dalla fase finale dell’Europeo, si sono ritrovati per le visite mediche. Da domani invece il gruppo si sposterà a Chatillon/Saint Vincent dove comincerà a lavorare sul campo agli ordini di Antonio Conte e del suo staff. Si inizierà a sudare davanti ai tanti tifosi appassionati e pronti a seguire i bianconeri già dai primissimi giorni.

    Ecco le foto della presentazione delle maglie:

  • Raduno Juventus, oggi visite mediche e presentazione maglia ufficiale

    Raduno Juventus, oggi visite mediche e presentazione maglia ufficiale

    I campioni d’Italia della Juventus iniziano oggi, ufficialmente, la preparazione della prossima stagione 2012/2013, con le visite mediche in programma da questa mattina per proseguire, poi, alle 12.30 con l’attesissima presentazione della maglia ufficiale, nel “tempio” dello Juventus Stadium.

    Nella mattinata di domani 12 Luglio, invece, è in programma la partenza per Chatillon, dove i bianconeri, cambiando “base” rispetto alle ultime stagioni, ritorneranno alle vecchie abitudini, fra i verdi monti della Val d’Aosta, dove usavano preparare le stagioni vincenti con mister Marcello Lippi in panchina, negli anni dal 1995 al 2003, che vennero costellati da numerosi successi, sia in Italia che in ambito internazionale.

    Il programma del ritiro valdostano è già definito in linea di massima, con la squadra bianconera che alloggerà presso la scuola alberghiera e si allenerà a porte aperte allo stadio Brunod di Chatillon (nelle sedute mattutine alle 10.30 mentre nelle pomeridiane alle 17, ndr), per poi disputare il 17 Luglio, a Saint Vincent, la prima amichevole stagionale contro una rappresentativa locale. Il 21 Luglio, poi, la Juventus parteciperà Trofeo Tim, classico appuntamento del pre campionato, allo stadio San Nicola di Bari, mentre tra il 28 Luglio ed il 4 Agosto disputerà tre amichevoli “europee” contro Herta Berlino, Benfica e Malaga, per approdare, poi, al primo impegno ufficiale della prossima stagione, in calendario l’11 Agosto, ossia la finale di Super Coppa Italiana contro il Napoli, la “rivincita” della gara dell’Olimpico dello scorso 20 Maggio.

    Oggi al via il raduno della Juventus campione d’Italia | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Dalle 10.30 di questa mattina, si sono completate le prime visite mediche dei presenti, presso l’istituto di medicina dello sport, con Simone Pepe, Fabio Quagliarella, Mirko Vucinic, Reto Ziegler, Martin Caceres, Arturo Vidal e Lichtesteiner, fra  i primi a completare il check up, nell’attesa della presentazione organizzata dalla Nike per la divisa della prossima stagione bianconera, resa già famosa dalle innumerevoli indiscrezioni che circolano già da diverso tempo, a partire dalla frase “cult” di Giampiero Boniperti, “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta“.

    La presentazione vedrà protagonista il presidente Andrea Agnelli, che, durante la conferenza stampa in programma, illustrerà la scelta della scritta “30 sul campo” in luogo della terza stella, compiendo una scelta diplomatica, finalizzata ad evitare spunti polemici con le altre squadre, e di “rottura” con il passato, considerando che le due stelle erano presenti sulle divise bianconere fin dal lontano campionato 1981/1982, quando la Signora si fregiò del suo ventesimo scudetto.

    Quest’oggi saranno assenti, invece, gli otto bianconeri reduci dalle fatiche di Euro 2012, Buffon, Giovinco, Marchisio, Chiellini, Bonucci, Barzagli, Pirlo e Giaccherini, che raggiungeranno i compagni in ritiro solo dal 25 Luglio, direttamente a Vinovo, quando il resto della truppa tornerà da Chatillon, dopo aver completato, il 23 Luglio, la prima fase della preparazione.

    Non tutti i membri effettivi della rosa, però, partiranno per Chatillon, anche alla luce della necessaria opera di “razionalizzazione” in programma nelle prossime settimane di mercato, che coinvolgerà quei giocatori che, già da tempo, non rientrano più nei progetti di mister Conte, come Milos Krasic, Felipe Melo, Martinez, Giandonato, Pazienza e lo stesso Ziegler, mentre Vincenzo Iaquinta ha ottenuto qualche giorno di vacanza in più nell’attesa di conoscere la sua prossima destinazione.

    La stagione bianconera, dunque, è ai nastri di partenza, nell’attesa di qualche altra sorpresa di mercato e dell’arrivo del famigerato “top player” che potrebbe rendere ancora più interessante l’estate dei tifosi juventini.

  • Maglia Juventus 30 sul campo, la Lega approva

    Maglia Juventus 30 sul campo, la Lega approva

    La maglia della prossima stagione 2012-2013 per la Juventus probabilmente diventerà un must per i tifosi, considerando la presenza del tricolore ritrovato dopo lunghi anni di assenza, della frase ad effetto di Giampiero Boniperti, ricamata dietro il colletto, “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” ma, soprattutto, dello slogan dell’orgoglio bianconero, quello dei “30 sul campo” riferendosi, naturalmente, agli scudetti conquistati, ostentandoli “nero su bianco”, escogitando una modalità originale di sostituire le tre stelle.

    Nell’incertezza iniziale – subito dopo il trionfo scudetto – fra desiderio di rivendicazione di ciò che appartiene e che le sentenze del post-Calciopoli hanno cancellato e la volontà di lasciare il segno, il presidente Andrea Agnelli aveva annunciato una soluzione che avrebbe stupito i tifosi.

    In realtà, la rinuncia alle tre stelle inizialmente ha deluso i sostenitori più “infervorato” ma, ora, pare sia stata comunque apprezzata, anche perchè (maglie di gioco a parte) chi acquisterà la nuova maglia riceverà un kit con due speciali patch, uno con il tricolore, ed uno con la fatidica scritta “30 sul campo”, da poter applicare a piacimento oltre che la possibilità, negli Juventus Store, di applicare in aggiunta proprio la terza stella per rendere la maglia dei tifosi “un pezzo davvero unico”, come riporta il sito ufficiale del club bianconero.

    Il presidente Lega Calcio Maurizio Beretta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Una via diplomatica per evitare lo strappo con la Lega Calcio che, già subito dopo la festa scudetto bianconera, aveva intimato che le tre stelle sulla divisa ufficiale non sarebbero state “conformi”, anche se, poi, tale dibattito, si è trasformato soltanto in una sterile polemica.

    Il “30 sul campo”, invece, ha ottenuto proprio in queste ore il benestare della Lega Calcio, che, per voce dello stesso presidente Maurizio Beretta, ha annunciato l’approvazione dell’adozione del nuovo logo, su parere dell’ufficio legale.

    Il club juventino, dunque, ha subito provveduto a depositare il nuovo logo che, sempre secondo il presidente Beretta “non presenta controindicazioni”.

    Ne sarà contento il presidente Andrea Agnelli, ma anche la Nike che già si sfrega le mani in prospettiva delle prossime vendite del suo prodotto.

  • Cavani, Juve offre 40 milioni e metà Giovinco

    Cavani, Juve offre 40 milioni e metà Giovinco

    La Juventus non molla la presa su Edinson Cavani. Il bomber del Napoli è il vero sogno per l’attacco bianconero ma è veramente difficile immaginare che il Napoli ceda nella stessa sessione di mercato sia Lavezzi che Cavani. Nonostante questa premessa doverosa la società di Andrea Agnelli sta provando in tutti i modi a far traballare Aurelio De Laurentiis. L’ultima offerta della Juve ammonterebbe a 40 milioni di euro più la metà di Sebastian Giovinco, molto apprezzato dalla società azzurra e autore di una stagione superlativa (15 reti) nella file del Parma. Considerando che la metà di Giovinco è valutata intorno ai 12-13 milioni, il valore complessivo dell’offerta supera di poco i 50 milioni sempre citati dal patron azzurro come richiesta minima per poter trattare la cessione del Matador.

    Adesso il presidente del Napoli deve valutare l’ultima offerta bianconera, offerta folle che in un altro contesto potrebbe risultare decisiva. Nel contesto Napoli invece appare difficile possa essere accolta visto che già uno dei 3 tenori (Lavezzi) sarà venduto prossimamente al Paris Saint-Germain. Vendere anche il Matador potrebbe far insorgere l’intero popolo napoletano già costretto a veder partire un loro idolo come il pocho. Oltre all’aspetto ambientale c’è da valutare l’aspetto tecnico di un’eventuale cessione di Cavani. Mazzarri, già non troppo contento del mercato impostato dal patron azzurro, difficilmente appoggerà dopo Lavezzi la cessione anche del finalizzatore uruguaiano. L’ex attaccante del Palermo è colui che conclude magistralmente le azioni prodotte dalla squadra di Mazzarri e venderlo significherebbe stravolgere il reparto offensivo che tanto ha fatto bene nelle ultime due stagioni. A questo aggiungiamo la volontà ferma del giocatore di voler continuare la sua avventura straordinaria in terra partenopea. La conferma è arrivata proprio per bocca del Matador intervistato da un’emittente uruguagia: “Penso solamente ai quattro anni di contratto che ho col club, sono tranquillo, sto bene a Napoli, felice e contento dell’affetto che mi dimostra la gente. Poi uno non sa mai nel calcio quando arriva il momento in cui cambia il destino. Sinceramente penso solo al Napoli ma al di là di quello che si può dire, finché non ci sono firme o finché una squadra non offre quello che deve offrire per ingaggiarti, non si può affermare che un giocatore va da una parte o dall’altra”.

    Edinson Cavani © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages

    Ma non finisce qua, perchè il patron azzurro deve anche mettere in conto l’imminente (e giusta) richiesta di un ritocco dell’ingaggio da parte dell’entourage del Matador. L’attuale ingaggio percepito da Cavani si attesta sui 2,5 milioni di euro annui, cifra troppo bassa per un giocatore come lui capace di siglare 66 reti in 95 presenze con la maglia del Napoli. Le voci su un possibile raddoppio dell’ingaggio attuale circolate nelle ultime ore, al momento non trovano conferma ma certamente la permanenza del bomber a Napoli porterà ad un meritato ritocco verso l’alto dell’ingaggio. Non solo la Juventus sogna Edinson Cavani. L’attaccante della Celeste è apprezzato da tanti club europei come Real Madrid e Manchester City e francamente appare molto difficile che in futuro non vada a giocare in uno di questi club che lottano per la vittoria della Champions League. Trattenerlo per un anno appare l’ipotesi più probabile, ma Cavani se continuerà a deliziare le platee con le sue magie è destinato a finire in top club europei.

  • Juventus ritiro estivo a Chatillon. Conte sceglie “l’antico”

    Juventus ritiro estivo a Chatillon. Conte sceglie “l’antico”

    In casa Juventus è tempo di programmare la prossima stagione, partendo dalla sede del ritiro estivo, ossia dal luogo si porranno le fondamenta per costruire la prossima annata che, con il ritorno in Champions League e lo scudetto da difendere, si preannuncia particolarmente intensa. La Juventus ha deciso un “ritorno al passato” in tal senso, scegliendo come base di lavoro Chatillon, preferita alla sede di Bardonecchia – scelta lo scorso anno – ed a quella di Pinzolo, in cui avevano preso il via le recenti annate poco fortunate.

    Ritorno all’antico perchè Chatillon, località prealpina in provincia di Aosta, era stata la sede dei ritiri bianconeri dal 1995 al 2003, proprio gli anni di massimo splendore della Juventus di Marcello Lippi, fra il suo primo e secondo “corso” intervallati dalla parentesi di Carlo Ancelotti. L’accordo fra la Juventus ed il Comune della Val d’Aosta avrà una durata triennale e, in linea di massima, l’approdo della “truppa” di Antonio Conte avverrà fra il 10 ed il 24 Luglio: la squadra alloggerà presso la scuola alberghiera e svolgerà le sedute di allenamento presso lo stadio Brunod dove, con tutta probabilità, potrà affrontare in amichevole alcune compagini locali.

    Difficile stabilire quanta parte di scaramanzia sia stata connessa alla scelta della Juventus ritiro estivo Chatillon Saint Vincent, specialmente in prospettiva del ritorno in Champions, alla luce delle brillanti annate europee con Lippi in panchina preparate proprio nella Vallèè, che portarono proprio alla conquista dell’ultima Champions presente nella bacheca del club, quella vinta nella finale di Roma contro l’Ajax.

    Anche il comunicato ufficiale apparso sul sito bianconero sembra sostenere tale tesi, riferendosi esplicitamente a tali aspetti: “La Juventus ha costruito a Châtillon/Saint-Vincent annate indimenticabili, che hanno portato alla conquista di una Coppa Intercontinentale, una Champions League, una Supercoppa Europea, quattro scudetti e altrettante Supercoppe Italiane. Insomma, presentarsi in Val d’Aosta con lo scudetto sul petto era una piacevole abitudine che la Juve ha subito ripreso”.

    Andrea Agnelli | © Claudio Villa/Getty Images

    I tifosi bianconeri, dunque, sono stati avvertiti con un mese di anticipo e, probabilmente, molti di loro decideranno di programmare le proprie vacanze con una “puntata” a Chatillon, per osservare da vicino l’inizio del cammino dei campioni d’Italia, ripetendo i numeri record dei diversi sold-out della scorsa stagione.

    Oltre alle piacevoli “vecchie abitudini”, poi, la Juventus ha anche stabilito il programma degli impegni estivi, che in gran parte si svolgeranno in Nord America, fra gli States ed il Canada (probabile prossima destinazione di Alessandro Del Piero che, comunque, entro fine Giugno dovrebbe rivelare il suo prossimo approdo) a margine della World Challenge Cup, nella quale si affronterà il gotha del calcio europeo: il 28 Luglio la Juventus scenderà in campo a Washington contro il Dc United, il 31 luglio a Montreal contro il Paris St. Germain di Ancelotti, mentre il 5 agosto a Las Vegas contro il Real Madrid di Josè Mourinho.

    Antipasti molto gustosi in vista del primo vero impegno ufficiale della stagione bianconera, in programma in terra cinese: la finale di Supercoppa italiana contro il Napoli a Pechino, rivincita annunciata della finale dell’Olimpico di Roma dello scorso 20 Maggio.