Tag: andrea agnelli

  • Del Piero impressionato da questa Juve non esclude un ritorno

    Del Piero impressionato da questa Juve non esclude un ritorno

    Il binomio Del Piero-Juventus è di quelli indissolubili nonostante l’addio, nonostante tutto e lo conferma lo stesso Alex Del Piero in una intervista a RaiSport per “Zona 11pm:

    Il primo aggettivo che mi viene in mente per la Juve di quest’anno è: impressionante. Nonostante una partenza che poteva sembrare addirittura in sordina, se paragonata alle dieci vittorie consecutive della Roma (altra impresa straordinaria), alla fine del girone d’andata i numeri sono mostruosi. Il motore è Conte, ovviamente, ma anche i giocatori, soprattutto la loro disponibilità e la fiducia nel progetto, e poi, ovviamente, la società”.  

    L’ex capitano bianconero ha poi ipotizzato un suo ritorno nel club di Torino, magari come dirigente:

    Alessandro Del Piero | © Brett Hemmings / Getty Images
    Alessandro Del Piero | © Brett Hemmings / Getty Images

    La mia storia d’amore con la Juve non potrà mai finire, il mio passato bianconero era, è e resterà incancellabile, anche se il primo giorno che ho lasciato la Juve mi sono sentito stranito. Un mio eventuale ritorno? Assolutamente non è precluso proprio per quell’ amore di cui parlavo prima. Nella mia vita non ho mai chiuso le porte a nulla e a nessuno, figuriamoci se le chiudo ad un eventuale ritorno alla Juve“.

    Infine Del Piero ha parlato del Sydney e della sua scelta di andare a giocare in Australia:

    Perché ho accettato di venire al Sidney? La scelta dell’Australia è stata di vita e di curiosità: dopo tanti anni trascorsi in un mondo che conoscevo alla perfezione, avevo voglia di confrontarmi con il suo opposto. Sono passato da un calcio latino ad uno anglosassone, da una Lega con tante retrocessioni ad una che non le prevede, e questo ti consente anche di pianificare con serenità a livello dirigenziale, per esempio”.  

    Ovviamente non escludiamo che l’ex capitano e numero 10 della Juventus possa ritornare a Torino, anzi, è forse il futuro più probabile per l’attuale attaccante del Sydney FC. Sebbene non sia stato idilliaco il rapporto tra Agnelli e Del Piero, al momento del suo addio, il giocatore ha sempre avuto ottimi rapporti con i tifosi e con la squadra in generale.

  • La Juventus sposa Adidas 190 milioni in 6 anni

    La Juventus sposa Adidas 190 milioni in 6 anni

    La Juventus dice addio a Nike, dalla stagione 2015-2016, a fine contratto con l’azienda statunitense, il club di Corso Galileo Ferraris vestirà la maglia del nuovo sponsor tecnico: Adidas. (altro…)

  • Del Piero alla mostra sulla famiglia Agnelli

    Del Piero alla mostra sulla famiglia Agnelli

    Un anno e due giorni dopo, Alessandro Del Piero ritorna in casa Juventus, laddove aveva salutato tutti prima di partire per la lontana Australia ed intraprendere l’avventura con il Sydney. Il ritorno è ancor più importante se si considera la circostanza in cui è avvenuto, oltre che il “luogo”, ossia il museo dedicato alla Juventus all’interno dello Stadium. Alessandro Del Piero, numero dieci e capitano indimenticabile, non poteva mancare all’inaugurazione della mostra dedicata alla famiglia Agnelli dal titolo “Il Lunedì si parlava di calcio: “Agnelli-Juventus 90 anni di passione bianconera“. Una famiglia che lo ha amato in veste di tifosa, in particolare nella persona dell’Avvocato Agnelli, colui che lo ribattezzò “Pinturicchio” e che usava telefonarlo alle sei del mattino per sapere se fosse già sveglio e che, nella persona del presidente Andrea Agnelli, ha deciso di portare al capolinea l’avventura di Alex con la Signora. A distanza di un anno, però, non può più esserci posto per i rancori – sempre celati con signorilità – nè per sentimenti differenti dalla stima per la società, dal legame con gli uomini e dal sentirsi a casa ritrovando i suoi ex compagni freschi del bis-scudetto. Senza dimenticare, ovviamente, la passione e l’affetto dei tifosi che, al suo arrivo, non si sono risparmiati nei cori e nelle manifestazioni d’entusiasmo, urlando il suo nome fino a sovrastare per alcuni minuti la voce del presidente Agnelli che stava completando il suo intervento.

    Del Piero torna a Torino | © Brendon Thorne/Getty Images
    Del Piero torna a Torino | © Brendon Thorne/Getty Images

    Nulla è cambiato, dunque, almeno nei sentimenti, nei sorrisi e negli abbracci: ed è proprio questo aspetto che ha voluto sottolineare Gigi Buffon, attuale capitano e “successore” di Alex, al quale lo lega una profonda e sincera amicizia coltivata in anni di militanza comune fra la Juventus e la Nazionale Italiana. Per questo motivo Gigi Buffon, presente alla cerimonia d’inaugurazione, non si è sottratto dallo spendere parole al miele per Del Piero, sottolineando il gran piacere nel rivederlo dopo un anno “nonostante ci fossimo sentiti tramite sms“, evidenziando la gran forma dell’ex capitano che “n0n ha messo su nemmeno un etto a dimostrazione che in Australia non è andato a svernare”. 

    Oltre che per la presenza di Alessandro Del Piero, il clima si è surriscaldato di entusiasmo anche a seguito del discorso del presidente Agnelli che, ricordando i valori della Juventus, ha voluto già indicare l’obiettivo per il prossimo campionato ossia vincere ancora, perchè “la vittoria più bella è quella che deve ancora arrivare”: in tal caso, si tratterebbe del terzo scudetto di fila, che “nessuna Juventus ha mai raggiunto, tranne quella del quinquennio”. Per farlo, il condottiero sarà – come auspicano i tifosi – ancora Antonio Conte, che lo stesso Andrea Agnelli ha ringraziato pubblicamente insieme al dg Marotta, per “un’annata incredibile e per aver compiuto qualcosa di straordinario”.

    Una stagione entusiasmante, dunque, che si completa con un’iniziativa importante e celebrativa di un passato lungo ben 90 anni, dal 1923 al 2013, da Edoardo Agnelli padre dell’Avvocato, ad Andrea, figlio del Dottor Umberto e nipote di Gianni, anch’essi – per diversi anni – presidenti della Signora: quattro presidenze targate Agnelli, trofei e conquiste, frasi celebri, innovazioni, aneddoti curiosi e succosi. Da oggi 15 Maggio 2013 al 1 Settembre 2013 tutto ciò sarà aperto al pubblico che potrà accedervi gratuitamente acquistando il biglietto dello Juventus Museum, mentre coloro che vorranno visitare soltanto l’esposizione pagheranno un biglietto di 5 euro, il cui ricavato sarà devoluto all’Ospedale Sant’Anna di Torino.

  • Andrea Agnelli: “Il calcio italiano è da riformare. Juve mia creatura”

    Andrea Agnelli: “Il calcio italiano è da riformare. Juve mia creatura”

    Andrea Agnelli, presidente della Juventus dal 28 aprile 2010, ha rilasciato un’interessantissima intervista al Financial Times, principale giornale economico-finanziario del Regno Unito nonchè uno dei più autorevoli a livello mondiale. (altro…)

  • Andrea Agnelli difende Conte e Marotta: “non siamo Lord”

    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta: “non siamo Lord”

    L’uragano di polemiche del post-Juventus-Genoa ancora non si è del tutto placato, in attesa di capire quali saranno le conseguenze disciplinari per Antonio Conte e Beppe Marotta a seguito delle loro proteste per la mancata concessione del calcio di rigore da parte dell‘arbitro Guida per il fallo di mano di Granqvist proprio allo scadere del match. Come noto, dapprima era stato il tecnico salentino ad alzare la voce in campo, scagliandosi contro Guida (che glia avrebbe risposto “non me la sono sentita”) e poi con Romeo, giudice di linea che invece avrebbe assegnato il rigore e, poi, anche Beppe Marotta che – sulla medesima linea di Conte – ha sollevato la problematica dei “condizionamenti geografici” dei fischietti considerando la provenienza napoletana (Torre Annunziata, ndr) dell’arbitro Guida. I toni di Conte e Marotta, molto forti, hanno sollevato un vespaio di polemiche ulteriori nella giornata di ieri ma il presidente Andrea Agnelli, intervenuto ieri sera al gala del Calcio organizzato dall’Aic, ha voluto giustificare il suo tecnico ed il suo amministratore delegato, ed ha preferito sottolineare quali fossero le circostanze particolari nelle quali i due sfoghi si sono manifestati.

    Andrea Agnelli ha fatto leva, così, sul fatto che non si può essere “lord inglesi” appena finisce una partita, “soprattutto se chiusa in modo eclatante”, precisando che le reazioni di Conte e Marotta rientrano nell’ordinarietà del nostro calcio, perchè “ci sono sempre state” ed evidenziando quello che può essere lo stato d’animo seguente ad una gara vissuta con intensità e partecipazione da entrambi. Ma nessuna estremizzazione da parte del presidente bianconero che, anzi, sottolinea che il clima in casa Juventus è di totale serenità e che non è opportuno, come spesso accade, enfatizzare al massimo tutto ciò che accade alla squadra bianconera, nel bene e nel male. Il presidente Andrea Agnelli, poi, ricalca il tema designazioni lanciato a caldo da Beppe Marotta ma, ovviamente, adopera toni molto più pacati, passando la palla al designatore che “valuterà sull’opportunità di certe designazioni”.

    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta | © Vittorio Zunino/Getty Images
    Andrea Agnelli difende Conte e Marotta | © Vittorio Zunino/Getty Images

    Intanto, però, le contro-reazioni del mondo del calcio alla veemente reazione juventina non si placano e, nella giornata di ieri, si sono registrate molte dichiarazioni al veleno, sia dalle istituzioni calcistiche che dai diretti concorrenti della Juve nella corsa scudetto. In primis il vicepresidente della Federcalcio Demetrio Albertini che ha sottolineato come la Juventus “ha esagerato, è andata sopra le righe”. Poi, anche il portiere Morgan De Sanctis del Napoli – la squadra che lo stesso Andrea Agnelli elogia nel rendimento e definisce la “vera contendente al titolo di quest’anno”  che, a differenza del suo allenatore Walter Mazzarri che ha preferito non commentare gli episodi accaduti in cada d’altri, ha usato toni decisi, invitando le istituzioni ad analizzare molto dettagliatamente “tutte le reazioni e le chiacchiere dei tesserati della Juventus”.

    In ogni caso, però, le parole e le polemiche come si suol dire le porterà via il vento, soprattutto considerando che l’aspetto più importante sarà il risultato del campo, ciò che verrà sancito a fine stagione, come lo stesso Andrea Agnelli – da persona pragmatica qual è – evidenzia: alla fine chi conta, chi ha ragione, è chi arriva davanti a maggio”.

  • Buffon rinnova: “la Juventus è uno stile di vita”

    Buffon rinnova: “la Juventus è uno stile di vita”

    Un rinnovo per altri due anni è quasi un rinnovo a vita a 35 anni, perchè la Juventus “mi è entrata nella pelle, non riesco a immaginarmi con un’altra maglia” e questo mondo è uno stile di vita: parole da innamorato della maglia bianconera, parole da numero uno, parole di Gigi Buffon. Nella conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio per annunciare il rinnovo biennale che legherà Buffon alla Signora fino al 2015, i temi affrontati sono stati molteplici, oscillando tra ragione e sentimento, bilanci sulle stagioni in bianconero (dal 2001 ad oggi) e speranze future, con gli obiettivi da raggiungere. Prima, è giunto il discorso introduttivo del presidente Andrea Agnelli, che ha sottolineato con grande orgoglio il prolungamento di Buffon, elogiandone le qualità tecniche indiscutibili, che gli consentono già di far parte del gotha dei grandissimi della storia della Juventus, e poi ha rivelato come sia bastato soltanto “uno sguardo per prolungare il contratto”.

    Il presidente Andrea Agnelli traccia, così, un excursus degli innumerevoli trofei vinti sul campo dal portierone, dai cinque scudetti in bianconero alla Coppa del Mondo con la Nazionale, e poi candida Buffon al Pallone d’Oro, un riconoscimento che “spero si possa aggiudicare nei prossimi due anni”. Inoltre, in un momento così importante per il club, che si lega ancora per due stagioni ad una sua bandiera, Andrea Agnelli trova giusto rivolgere un pensiero allo zio Gianni (nel decimo anniversario dalla scomparsa, ndr) ed al papà Umberto che, di certo, sarebbero orgogliosi da lassù, perchè “hanno lasciato in buone mani quello che hanno costruito”, citando in tale discorso anche i cugini Lapo e John Elkann.

    Buffon rinnova con la Juventus fino al 2015 | © LBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
    Buffon rinnova con la Juventus fino al 2015 | © LBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

    Parole senza dubbio toccanti ed importanti, che il protagonista di giornata, Gigi Buffon, non può non commentare con una punta di orgoglio, definendole “eloquenti e gratificanti, le terrò nel cuore per sempre” e tornando indietro con la memoria al suo arrivo alla Juventus, nel 2001, quando l’Avvocato ed il Dottore Agnelli erano ancora in vita, e fu proprio Umberto Agnelli a voler fortemente l’acquisto di Buffon: allora, era la Juventus del Lippi-Bis e Buffon proveniva dagli anni di Parma, che lo avevano ormai consacrato ma, nonostante ciò, era preoccupato di capire se fosse all’altezza della realtà Juventus e delle aspettative della piazza: dopo dodici stagioni, ovviamente, tali preoccupazioni si sono rivelate infondate considerando il sodalizio creatosi, lo straordinario rapporto con i tifosi ed il suo ruolo nello spogliatoio, del quale è capitano, nel post-Alessandro Del Piero. Su questo punto Gigi usa ancora parole che esprimono sentimento di grandissimo attaccamento alla squadra: “E’ stata una bella gioia e una grandissima responsabilità”, rivelando un retroscena sul fatto che “Alex mi ha mandato un messaggio ieri sera, si è rivelato una persona con dei sentimenti veri nei miei confronti”.

    La sua Juventus, dunque, è proiettata in questa stagione nel tentativo di raggiungere qualcosa di importante, e di continuare nel processo di crescita in corso che lo scorso anno ha già regalato lo scudetto. Per Buffon, il dna juventino significa ovviamente voglia di vincere e, in particolare,quello che mi manca, cominciamo dalla Champions League e poi le altre coppe di conseguenza”: mica male come aspirazione.

    Sul tema del rinnovo contrattuale, è da sottolineare la cospicua riduzione sull’ingaggio stagionale da parte di Buffon che, però, non vuole definirlo come un sacrificio, perchè bisogna sapere accettare di rinunciare a qualcosa: in tal senso, Gigi Buffon rivela che, inizialmente, aveva proposto alla Juventus un rinnovo soltanto per un anno, per non vincolare la società, ma si è deciso per il biennale perchè la Juve è una società che “programma e non improvvisa”.

  • Buffon rinnova con la Juve fino al 2015, l’annuncio con Agnelli

    Buffon rinnova con la Juve fino al 2015, l’annuncio con Agnelli

    Gianluigi Buffon: un nome, una garanzia. L’estremo difensore bianconero è stato recentemente premiato come il miglior portiere dell’ultimo quarto di secolo e, notizia dell’ultim’ora, ha appena rinnovato il suo contratto con la Juventus fino al 2015. Buffon e la Vecchia Signora, un legame iniziato nel lontano 2001 con l’acquisto dell’allora giovane portiere dal Parma da parte della Juventus per fior di quattrini, un’immensità per un estremo difensore. I risultati non si fanno però attendere perchè in pochi anni Buffon vince tutto quello che c’è da vincere a livello di squadra: campionati, coppe e pure un Mondiale con l’Italia. Gli unici due vuoti in bacheca riguardano il Pallone d’Oro e la Champions League: se per il primo ormai non ci sono più molte speranze visti i fenomeni in circolazione, per il secondo ce ne sono eccome.

    Buffon rinnova con la Juventus fino al 2015 | © Marco Luzzani 7 Getty Images
    Buffon rinnova con la Juventus fino al 2015 | © Marco Luzzani / Getty Images

    ETERNO AMORE – Se non è amore eterno poco ci manca. Secondo quanto dalle fonti più autorevoli, Buffon e la Juventus avrebbero già trovato l’accordo per il rinnovo del contratto del numero uno bianconero in scadenza. Si parla di un possibile prolungamento fino al 2015 e per domani, è attesa la conferenza del numero uno assieme ad Agnelli di fronte ai giornalisti. Nel 2015 Buffon avrà 37 anni suonati e presumibilmente la Juventus sarà il suo ultimo club di livello poi chissà, nulla vieta che Gigi decida di terminare la sua straordinaria carriera in qualche altro campionato “alla Del Piero” per intenderci. Sono molte proprio le analogie fra i due grandi uomini bianconeri. Uno su tutti è il senso di appartenenza e l’impegno mostrato nell’indossare una maglia blasonata come quella della Juventus, onorata con sudore e con orgoglio in ogni situazione. Le sirene di mercato erano forti anche per Buffon. Soprattutto nell’anno della sciagurata retrocessione della Juventus, il portiere bianconero era uno dei giocatori più desiderati dai club europei. In quel periodo il Milan aveva quasi concluso il suo trasferimento in maglia rossonera ma qualcosa bloccò il passaggio. Buffon, rifiutando proposte di livello, come detto del Milan ma anche di squadre estere come il Real Madrid o il Chelsea, decise di scendere in Serie B assieme ai suoi compagni, assieme alla sua Juve. Esemplare anche la scelta di ridursi l’ingaggio e di voler restare bandiera della causa bianconera. Ad oggi Buffon è considerato uno dei migliori portieri del mondo se non il migliore in assoluto.

    MERCATO – La Juventus in pieno mercato trova il rinnovo di un suo giocatore. Nonostante questo, nessuno si dimentica che ai bianconeri servono dei rinforzi, soprattutto nel reparto offensivo. I nomi che si fanno sono sempre quelli e l’identikit pure: è necessario portare a Vinovo un top-player in grado di segnare molti gol e di garantire il salto di qualità a un attacco spesso e volentieri sterile. Ecco dunque l’ultimatum all’ivoriano Drogba che dovrà decidere entro 48 ore. Più facile la pista che porta a Llorente che dovrebbe sì arrivare ma solo a giugno. Nel caso non ci sia l’intesa con i due bomber citati ecco altri nomi d’emergenza: Borriello e Immobile, un usato garantito in quanto entrambi hanno avuto esperienze bianconere e giocano in Serie A. Non serve nemmeno il periodo di ambientazione.

  • Platini tuffo nel passato: “Juve già ai quarti”

    Platini tuffo nel passato: “Juve già ai quarti”

    Anche i presidenti Uefa hanno un cuore, che li rende capaci di un tuffo nei ricordi, di un viaggio nel proprio passato da calciatore, negli anni in cui nacque il soprannome di “le Roi”, in cui “giocavo nel club più forte al mondo, la Juventus”: parole di Michel Platini in persona che ripercorre le tappe della propria carriera, iniziata giocando per strada da bambino, ed approdando poi nel club più importante della propria regione, la Lorena, e di seguito nel primo club di Francia dell’epoca, il Nancy, da cui prese il volo in direzione Torino per vestire i colori della Signora.

    Un percorso “evolutivo” che lo ha portato a divenire uno dei più forti di sempre, un mito per i ragazzini di quegli anni, uno dei pupilli dell’esteta del calcio per eccellenza, l’Avvocato Agnelli: un viaggio nella memoria, dunque, per Platini con tanto di aneddoto familiare in riferimento al cambiamento che, proprio negli anni che lo vedevano protagonista, il mondo del calcio stava attraversando. Quando giocava nel suo primo club, suo padre non riusciva a credere che potessero pagarlo per giocare a calcio (e guadagnava l’equivalente di novanta euro al mese), e poi con il passaggio alla Juventus lo stesso Platini si accorse bene di come gli ingaggi stavano crescendo in maniera esponenziale. Un percorso che conduce anche al momento di dire addio al calcio, quando Michel Platini si accorse di non avere più benzina perchè non riusciva più a segnare al Napoli, proprio sul finire degli anni ottanta quando stava iniziando a brillare la stella di Maradona, e Platini decise di “lasciare spazio a Diego”. 

    Da allora, la sua vita ha intrapreso nuovi binari, avvicinandosi alle istituzioni del calcio fino a raggiungere il vertice del calcio Europeo, la presidenza Uefa, un ruolo dal quale ha potuto intraprendere una battaglia che gli sta molto a cuore, quella per la diffusione del Fair Play e dei valori più profondi dell’etica calcistica: una campagna che gli impone la ferma condanna di tutti quei fenomeni “deviati” rispetto alla correttezza ed al rispetto delle regole, dal doping allo scandalo scommesse fino al problema-razzismo negli stadi, una piaga che deve essere combattuta con mano ferma, arrivando anche a sospendere le gare se necessario, per dare un segnale forte che parta dal calcio e possa giungere all’intera società civile.

    Platini tuffo nel passato bianconero | © MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images
    Platini tuffo nel passato bianconero | © MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images

    Fair play non solo nei comportamenti, però, ma anche dal punto di vista finanziario e della “salute” economica dei club affinchè si possa ragionare in un’ottica “egualitaria”, lottando ad armi pari o, perlomeno, non troppo impari: va bene aprire ai ricchi, ma è necessario che questi amino questo sport, che deve vivere di passione. In tal senso, Platini appare concorde con la decisione della Fifa di affidare l’organizzazione del Mondiale 2022 al Qatar, ma auspica che si possa “aprire ai Paesi vicini” e che possa essere disputato in Inverno, per rispetto dei calciatori e degli spettatori, scongiurando il problema del gran caldo.

    Infine, in un ideale cerchio che si chiude, il discorso di Platini torna sulla Juventus – non più del passato ma del presente – analizzando la situazione in Champions League del club bianconero alla luce del sorteggio dello scorso 20 Dicembre: secondo il numero uno Uefa il Celtic non è un ostacolo insormontabile e la Juventus “può considerarsi già una delle magnifiche otto che approderanno ai quarti di finale. Il discorso legato al cammino Europeo dei bianconeri, poi, secondo Platini si spinge anche oltre i quarti di finale, considerando che, nella connotazione degli scontri diretti, alcune grandi si elimineranno tra loro e, di riflesso, ciò potrebbe aiutare la Juventus che ha “aperto un nuovo ciclo e mi pare esistano i presupposti per un futuro particolarmente roseo” anche grazie alla spinta di Andrea Agnelli. 

  • Il vento del Nord, Ghirardi e Della Valle bacchettano Zeman

    Il vento del Nord, Ghirardi e Della Valle bacchettano Zeman

    Zeman punzecchia, le avversarie rispondono. Dopo l’infelice uscita “In Lega soffia il vento del Nord”, in riferimento agli aiuti arbitrali ricevuti costantemente dalle tre strisciate del nord Italia durante la prima fase di campionato, il boemo riceve stizzita la risposta di due presidenti che spesso evitano di entrare in merito a questioni sugli arbitri. Parliamo di Tommaso Ghirardi (presidente del Parma) e Andrea Della Valle (presidente della Fiorentina). Tutto tace invece nei piani alti di Inter, Juve e Milan, veri obiettivi dell’allenatore giallorosso, sempre polemico contro le tre grandi. E’ soprattutto il proprietario del club ducale a bacchettare Zdenek Zeman, invitandolo ad evitare di alzare inutili polveroni intorno alla classe arbitrale.  Una cosa è certa, il boemo non avrebbe mai immaginato di ricevere una risposta da parte dei presidenti di Parma e Fiorentina.

    “Sinceramente non ho capito la battuta di Zeman sul ‘vento del nord, la Roma è a tre punti dalla Champions, siamo tutti lì: nord, centro e sud”. Queste sono le parole di Della Valle, che sottolinea l’equilibrio del campionato (dal secondo posto in giù) nonostante i presunti torti arbitrali.

    Ghirardi risponde alle polemiche di Zeman © Claudio Villa/Getty Images
    Ghirardi risponde alle polemiche di Zeman © Claudio Villa/Getty Images

    Ma è il proprietario del club ducale, Ghirardi, a rispondere con più energia al boemo “Zeman è un grande allenatore, ma deve smetterla di alimentare sospetti” aggiungendo che la classe arbitrale è giovane e qualche errore lo sta facendo (ma mai in malafede) e che dopo mezza stagione ha notato un netto miglioramento. Il patron dei gialloblu ci tiene a sottolineare come anche il Parma abbia subito pesanti torti, ma ha sempre evitato di parlarne proprio per far crescere in serenità le prestazioni degli arbitri. Successivamente lancia forse una frecciatina, parlando della posizione in classifica della sua squadra. “Anche noi potremmo recriminare ma se ci troviamo all’ottavo posto è per quanto dimostrato sul campo”. Chiude la sua risposta a Zeman con un chiaro invito ad evitare di fare polemica.

    Insomma, Zeman attacca le tre grandi del Nord e incredibilmente a rispondere sono due presidenti sempre in disparte quando si tratta di giudicare le prestazioni della classe arbitrale. Il boemo subirà il colpo o tornerà presto all’attacco? Ma soprattutto, ci dobbiamo aspettare qualche risposta da parte delle tre strisciate?

  • Nedved elogia Conte: “è un fuoriclasse”

    Nedved elogia Conte: “è un fuoriclasse”

    Il tunnel buio percorso in questi quattro lunghi mesi è finito e, dunque, per Antonio Conte è tempo di rilassarsi un po’ e di celebrare questo momento, che coincide anche con un primo traguardo raggiunto dalla sua squadra, ossia la qualificazione agli ottavi di Champions. Per questo motivo, mister Conte si è concesso una serata di relax, partecipando insieme al presidente Andrea Agnelli ed a Pavel Nedved alla festa per l’inaugurazione di un locale a Courmayer, la splendida località turistica ai piedi del Monte Bianco. Cornice perfetta, scenario innevato e buona compagnia, considerando il grande rapporto che lega il presidente al mister, ancor più consolidato dalle difficoltà di questi mesi in cui Agnelli ha sempre difeso il suo tecnico, e l’amicizia di vecchia data, consolidata anche dagli anni da compagni di squadra, fra Conte e Pavel Nedved, la ex “Furia Ceca” bianconera.

    Antonio Conte non ha voluto parlare con i giornalisti ma, al suo posto, ci ha pensato Pavel Nedved che ha analizzato il difficile periodo trascorso dal mister salentino, focalizzando l’attenzione proprio sulla grande sofferenza di Conte, che “nessuno può immaginare”, anche se è giusto pensare al futuro, cercando di superare la difficoltà “buttandosi tutto alle spalle”. Il ritorno di Conte in panchina significa, in primis, un ritorno alle vecchie abitudini per il mister e per i suoi calciatori, riscoprendo una routine che, prima della squalifica, era una consuetudine: secondo Nedved “questa non è una bella notizia per i calciatori” ma, naturalmente, il ceco usa un tono scherzoso in tali parole riferendosi al fatto che i lunghi mesi distanti dalla panchina porteranno grande carica in Antonio Conte che verrà riversata sulla squadra, che dovrà affrontare sedute di allenamento ancora più intense e dure: “non vorrei essere un giocatore, è finita la festa per chi va in campo”.

    Nedved riabbraccia Conte al rientro dopo la squalifica
    Nedved riabbraccia Conte al rientro dopo la squalifica | © Mario Carlini/Getty Images

    Ma, d’altra parte, il ritorno del mister salentino in panchina secondo Nedved sarà un valore aggiunto fondamentale per la Juventus e, di conseguenza, “avendolo in panchina sarà più dura per gli altri”, soprattutto considerando la grande “fame” di Antonio Conte e la voglia di dimostrare ancora il suo valore che, secondo Nedved “è quello di un fuoriclasse”.

    Pavel Nedved, poi, analizza quello che è stato l’atteggiamento della squadra in questi mesi di assenza forzata del loro  condottiero e, a conti fatti, non può che complimentarsi con la squadra che si trova capolista in campionato e qualificata agli ottavi di Champions League da prima nel proprio girone in attesa del sorteggio del prossimo 20 Dicembre. Antonio Conte, dunque, torna in panchina in un momento importante e la sua squadra lo attende a braccia aperte, anche se finora – sempre secondo Pavel Nedved – ha dimostrato “di essere una grande squadra, con la maturità che serve per andare avanti”. 

    Infine, una battuta del dirigente bianconero sul futuro in Champions della squadra, in attesa di conoscere la prossima avversaria e soprattutto considerando il fatto che per Pavel Nedved questa coppa ha sempre avuto un sapore speciale, avendola tanto sognata da calciatore ma non essendo ma riuscito a vincerla, anche a causa della sua squalifica nella finalissima di Manchester del 2003: “Adesso eviterei il Real Madrid”.