Se già i paragoni con Mourinho erano all’ordine del giorno, adesso Villas Boas avrà un ulteriore motivo per essere soprannominato Special Two: il suo Porto, così come l’Inter dello Special One lo scorso anno, ha centrato il Triplete in questa stagione, conquistando la Coppa di Portogallo, battendo per 6 a 2 il Vitoria Guimaraes, grazie ad una tripletta dello scatenato Rodriguez, ai gol di Varela, Rolando ed Hulk, che si aggiunge agli altri due tituli conquistati in stagione, ossia l’Europa League vinta in finale contro il Braga, ed il campionato lusitano dominato in modo incontrastato.
Il Porto, così, resta l’unica squadra europea che in questa stagione ha centrato il tris, anche perchè il Manchester Utd ed il Barcellona, seppur finaliste di Champions League e dominatrici dei rispettivi campionati, hanno fallito l’assalto alle coppe nazionali: infatti, la FA Cup inglese è stata vinta dal Manchester City di Mancini e la Copa del Rey spagnola dal Real Madrid di Mourinho.
Il tecnico portoghese, annuncia attraverso il suo canale Twitter le sue prossime vacanze in Italia chiedendo consigli sui posti da visitare i soliti mal pensanti però ipotizzano anche qualche incontro con i dirigenti di Roma e Juventus da tempo sulle sue tracce. C’è da dire però che ufficializzato l’addio ad Ancelotti Abramovic le proverà tutte per riportare uno Special ai Blue.
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, sarà altrettanto vero che Villas Boas è destinato a raggiungere i vertici del calcio mondiale in panchina. Intanto, con la vittoria del suo Porto in Europa League nel derby lusitano con il Braga, ha già portato a casa il primo trofeo internazionale. Per questo, molti club importanti hanno puntato l’attenzione su di lui, ritenuto da molti l’erede di Josè Mourinho e già soprannominato Special two.
Villas Boas, però, glissa le attenzioni ricevute, affermando che il merito della vittoria è da attribuire alla squadra, deviando tutti discorsi legati alle ambizioni individuali e parlando solo della sua squadra e dei suoi meriti nel concludere al meglio un percorso lungo e difficile.
Una squadra di qualità il Porto, con giocatori dall’elevato tasso tecnico che ” vende qualità a prezzi elevati, date le elevate clausole rescissorie e, pertanto, vi è una buona probabilità che io rimanga qui per altri dieci anni”.
Presto si capirà se le sue promesse verranno rispettate, o se cederà al fascino delle big Europee.
Il pronostico è stato rispettato, il Porto vince l’ Europa League battendo i connazionali dello Sporting Braga in una delle finali più brutte dello storia del calcio e decisa da Falcao nei minuti di recupero del primo tempo.
Nel primo tempo si è visto pochissimo. Il Braga ha avuto subito una bella occasione con Custodio, poi è stato solo il Porto a cercare di giustificare una presenza in finale. Due occasioni nel primo tempo oltre al gol di Falcao: di Hulk (palo sfiorato con un sinistro da posizione defilata) e Varela (colpo di testa fuori). Il gol viene trovato dalla compagine allenata da Villas Boas non con una giocata frutto degli schemi del portoghese , ma da un banale errore in mezzo al campo del braga che lascia spazio a Guarin che di inventa un meraviglioso assist per Falcao che insacca con un perfetto colpo di testa.
La ripresa si apre con l’ unica palla gol per il Braga: Mossorò, inserito nell’ intervallo, soffia la palla a Pereira e si presenta solo davanti a Helton: il destro non è dei migliori e consente al portiere del Porto di respingere col piede esterno. La partita finisce lì, il Porto potrebbe affondare ma si limita a controllare fino al 90 conquistando, così, il suo settimo titolo internazionale.
Inizia nel migliore dei modi l’ emulazione di Villas Boas nei confronti dello special one Mourinho che nel 2003, vinse l’ allora Coppa Uefa per poi ripetersi in Champions sempre con la squadra lusitana l’ anno dopo. Riuscire nella stessa impresa forse è impossibile ma comunque è un grande inizio per il giovane 32enne allenatore lusitano.
Tra poco meno di due ore il tempio della Dublin Arena accenderà il suoi riflettori su Porto-Braga, il match tutto lusitano valido per la finale di Europa League. La qualità dei Dragoes contro la determinazione e l’organizzazione tattica dell’undici di Paciencia, l’esito sulla carta appare scontato frutto sopratutto di una stagione da incorniciare per il team della nuova stella Villas Boas.
Questa sera la Dublin Arena di Dublino ospieterà l’inedita finale tra Porto e Braga in una sorta di esaltazione del calcio portoghese, cresciuto grazie all’ombra di Mourinho e Cristiano Ronaldo e adesso pronto a spiccare il volo sia in termini di competitività che di gestione.
Per tradizione, prestigio e organico il Porto di Villas Boas parte con i galloni di favorito ma il Braga arrivato fin a Dublino in sordina ma con pieno merito vuol continuare a stupire regalando il primo trofeo della sua storia ai proprio tifosi. Gli spunti interessanti della partita sono tantissimi:
Villas Boas vs Pacienca i due sono amici ed entrambi vivono all’ombra di Mourinho, il tecnico del Porto fu importante per l’esplosione del collega al Porto grazie alle sue oramai famose statistiche che fecero salire le sue quotazioni e la stima agli occhi di Bobby Robson. Pacienca viene considerato il sostituto ideale di Villas Boas sulla panchina del Porto qualora lo Special Two dovesse decidere di accettare la corte delle tante big d’Europa pronte a puntare su di lui.
Villas Boas grazie ad un attacco super punta sul brio e sul gioco offensivo, Pacienca invece fa dell’organizzazione tattica il punto di forza attuando un gioco poco spettacolare ma altamente redditizio mirato ad asfissiare il gioco avversario.
Altro giro altra corsa, sembra ormai diventata una consuetudine per la Juventus che come l’anno scorso e quello precedente si ritrova a maggio a dover riprogrammare e a dover ricostruire un nuovo progetto e a dover scegliere una nuova guida tecnica che possa riportarla ai fasti di un tempo. Questa volta la scelta pare essere caduta su Antonio Conte, juventino di lungo corso, con un passato glorioso da capitano della Vecchia Signora e attuale tecnico del neopromosso in serie A, Siena. Dopo l’annata fallimentare dei bianconeri, che a meno di sorprese, chiuderanno il loro campionato al settimo posto e fuori da tutte le competizioni europee, il cambio in panchina appare più che mai certo. A quanto pare da indiscrezioni circolanti nell’ambiente, l’ex capitano idolo della curva zebrata è stato bloccato e l’unica causa del suo mancato annuncio ufficiale pare essere la volontà di Beppe Marotta di provare a convincere la rivelazione di quest’anno Villas Boas a sedersi sulla panchina della squadra più titolata d’Italia. Un’impresa titanica, senza le coppe e considerato anche il fatto che lo “Special Two” quest’anno ha stravinto tutto quello che poteva con il Porto e pare avere l’intenzione di giocarsi le proprie possibilità in Champions la prossima stagione, con la squadra dei Dragoes.
Le strade portano quindi tutte all’indiziato principale, voluto dalla piazza, caldeggiato proprio ieri da Nedved e che non dispiacerebbe alla proprietà; con Conte, infatti, andrebbe ad accomodarsi sulla panchina un giovane tecnico italiano e juventino. L’allenatore salentino fu accostato anche due stagioni or sono alla panchina bianconera, ma alla fine l’allora presidente Jean-Claude Blanc decise di puntare su Ciro Ferrara, anche allora l’ex centrocampista aveva appena conquistato una sudata promozione con il Bari e aveva dato prova di essere un tecnico di carattere. Forse fu proprio il suo temperamento a spaventare l’ambiente di corso Galileo Ferraris, ma rispetto a due anni fa le cose sono cambiate, il presidente Agnelli, dopo aver assecondato Marotta la scorsa estate, ha deciso di prendere in mano la situazione, consigliato anche da Nedved, e di scegliere un giovane mister che possa finalmente far rivincere qualcosa d’importante alla sua Juventus, mettendogli a disposizione un tesoretto da 100 milioni per il mercato.
Un progetto, quindi, a lunga scadenza che non preveda cambi a fine stagione come purtroppo spesso avviene in casa Juventus dal 2006 ad oggi. Da non sottovalutare però, un’altra voce proveniente dall’estero e che prospetterebbe il ritorno alla corte degli Agnelli di un altro pupillo dell’era Lippi, Didier Deschamps. Il francese non ha mai smentito il fatto di essersi pentito di aver abbandonato a suo tempo e l’amore che prova per i colori bianconeri sono ben noti. Corsi e ricorsi storici quindi, il passato che torna a bussare alla porta della squadra con più tifosi in Italia, un passato dal sapore di vittorie e che vuole riportare in cima alla serie A e non solo lo stendardo bianconero.
Archiviata l’ennesima sconfitta stagionale, la decima, arrivata in quel di Parma, e aspettando domenica prossima per archiviare una volta per tutte il capitolo Del Neri, la Juventus sta lavorando alacremente per portare a Torino il tecnico che possa dare una volta per tutte la svolta. I nomi si conoscono già, in 3 si giocheranno la panchina: Walterz Mazzarri, Andrè Villas Boas e Antonio Conte. Quest’ultimo è acclamato a gran voce dal popolo bianconero che vuole al timone una persona che conosca bene l’ambiente e che rispecchi la mentalità vincente della Juve. In effetti chi meglio di Conte rappresenta la juventinità, ma la proprietà bianconera non dovrebbe farsi influenzare dai sentimenti e decidere la scelta del prossimo tecnico in maniera del tutto distaccata, cercando di non farsi coinvolgere dall’emotività.
In attesa di capire quale sia il futuro di Mazzarri, in settimana è programmato il faccia a faccia risolutivo, nel bene o nel male, tra tecnico e il presidente Aurelio De Laurentiis, e di Villas Boas, se ne saprà di più dopo la finale di Europa League di mercoledì ed è comunque blindato dal Porto con una clausola da 15 milioni di euro, il favorito numero uno alla successione di Del Neri sembra essere proprio l’ex capitano. In questo momento infatti è il presidente in persona Andrea Agnelli a spingendo forte sulla sua candidatura per far risorgere dalle ceneri la Vecchia Signora.
Conte, ottenuta con largo anticipo la promozione in Serie A con il Siena, ha ottenuto il via libera direttamente dal ds del club toscano Giorgio Perinetti che però auspica che la decisione della Juventus arrivi al più presto: “La Juve lo chiamerà? Non lo so ma mi auguro solo che la decisione sia presa a breve perché dobbiamo programmare la prossima stagione. Il nostro presidente è riconoscente a Conte ed è disponibile a fargli vivere il suo sogno. Ma spero che la soluzione arrivi nei primissimi giorni della prossima settimana“.
Il Siena dunque non si opporrà alla volontà del suo tecnico di inseguire il suo sogno sfumato già due anni fa quando era in lizza con il suo amico ed ex compagno di squadra Ciro Ferrara che ebbe la meglio.
In ogni caso, che sia Conte, Mazzarri o Villas Boas, in settimana o al massimo all’inizio della prossima si saprà il nome del nuovo allenatore della Juventus.
Il Porto, dopo la vittoria nel campionato portoghese, la qualificazione alla finale di Europa Leauge che disputerà contro il Braga, ed alla prossima Champions League, ha intenzione di blindare la sua punta di diamante, l’attaccante brasiliano soprannominato Hulk: infatti, il Porto ha acquistato un ulteriore 40% del cartellino dell’attaccante, giungendo ad avere una quota complessiva dell’85%, e vorrebbe fissare anche una clausola rescissoria di 100 milioni di euro per il suo cartellino, rinnovandogli il contratto sino al 2016.
Tutto ciò allontana, così, gli interessi dei principali club europei che avevano puntato gli occhi sull’attaccante brasiliano, fra cui anche Inter e Milan, che di certo non sarebbero disposti ad un investimento così elevato per l’attaccante brasilano. Hulk, dunque, resterà in Portogallo, alla corte del tecnico Villas Boas.
Il suicidio calcistico contro il Chievo, che ha spento definitivamente la già flebile fiammella di speranza di qualificazione alla prossima edizione della Champions League, ha convinto i dirigenti della Juventus a chiudere una volta per tutte, dopo vari ripensamenti frutto dei recenti risultati comunque positivi ma non abbastanza (nelle ultime 8 partite, 4 vittorie e altrettanti pareggi), il capitolo Luigi Del Neri con un anno di anticipo su quello che prevede il contratto firmato la scorsa estate e voltare pagina intensificando i contatti e il lavoro di ricerca per portare a Torino un successore che sappia riuscire dove l’ex tecnico della Sampdoria quest’anno ha fallito.
Se prima la lista dei papabili era lunga e contemplava tra questi anche Roberto Mancini, Luciano Spalletti e Louis Van Gaal, che per un motivo o per un altro sono sfumati prima di intavolare una vera e propria trattativa, oggi la stessa si è ridotta a soli 3 nomi: Walter Mazzarri, Antonio Conte e Andrè Villas Boas, e solo ed esclusivamente su questi concentrerà tutte le forze la dirigenza juventina.
Il candidato principale è Walter Mazzarri che è sta meditando seriamente di lasciare Napoli per approdare su quella che una volta era la panchina più prestigiosa d’Italia. Il suo rapporto con il patron Aurelio De Laurentiis, a meno di clamorosi sviluppi, è quasi consumato nonostante il tecnico toscano abbia ancora altri due anni di contratto con il club azzurro. Il richiamo della Juventus lo intriga e per questo Mazzarri sta prendendo tempo prima di far sapere le sue intenzioni al presidente del Napoli. Le divergenze con Beppe Marotta, che risalgono ai tempi della Sampdoria e che potevano rappresentare in un primo momento un ostacolo, sembrano essere appianate tanto che al momento il tecnico del Napoli è il favorito del dg bianconero.
Se Mazzarri è il prediletto del dg, i tifosi bianconeri richiedono a gran voce e sostengono la candidatura di Antonio Conte. Il tecnico che ha riportato il Siena in Serie A ora ha fatto la sua gavetta, motivo per cui fu scartato due anni fa quando gli fu preferito Ciro Ferrara, dopo le esperienze di Arezzo, Bari, Atalanta e appunto Siena centrando due promozioni con i pugliesi e toscani nella massima serie mentre male andò a Bergamo quando decise di dimettersi dopo 13 giornate. Blindato già dal Siena, il club ha fatto sapere tramite il ds Perinetti di liberarlo solo per un grande club come è appunto la Juventus.
Ma il vero sogno della proprietà bianconera è quel fenomeno e astro nascente degli allenatori, il 33enne Andrè Villas Boas. La strada che porta al tecnico portoghese del Porto dei record è la più affascinante ma anche la più complicata perchè, come lui stesso ha ammesso in un’intervista, nel suo contratto, di durata fino al 2013, firmato con i Dragoes esiste una clausola rescissoria di 15 milioni di euro. Tanti soldi che la Juve non è disposta a sborsare. Villas Boas è un innovatore, un portatore di idee proprio quello che servirebbe alla Juve in questo momento per rinascere e ritornare nell’olimpo del calcio italiano ed europeo dopo anni e anni di delusioni. Il forte budget che la proprietà metterà a disposizione per il calciomercato potrebbero indurre il tecnico lusitano a convincere il presidente del Porto a lasciarlo partire in direzione Torino.
Nella prossima settimana, o subito dopo la fine del campionato, se ne dovrebbe sapere di più.