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  • Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    Horford rinnova con gli Hawks, Josh Smith è in bilico

    E’ Arrivata finalmente l’estensione di Al Horford (24 anni) con gli Atlanta Hawks.
    Il centro ha siglato un contratto che lo legherà alla franchigia della Georgia per altri 5 anni per un totale di 60 milioni di dollari:

    • Ho voluto questa estensione per rendere facile il lavoro di tutti senza distrarre la squadra, adesso che è tutto sistemato non ho preoccupazioni per la stagione

    Ha dichiarato Horford subito dopo la firma. Adesso tutte le attenzioni degli Hawks si spostano su Jamal Crawford, con il quale vi sono stati ripetuti screzi in Estate in merito dell’estensione del contratto.
    Inoltre nelle ultime ore vi sono parecchie voci in merito a Josh Smith, il quale potrebbe lasciare gli Hawks a febbraio ma non per volontà sua, ma per necessità di bilancio. Smith è appetito da moltissime squadre vista la sua versatilità ed il suo atletismo (al momento è anche il miglior stoppatore in NBA con 4,3 di media a partita. Il numero 5 dei “Falchi” si trova bene ad Atlanta ed il progetto vincente messo sù dalla squadra gli piace molto, ma nell’NBA la volontà di un giocatore non conta quasi nulla quando si è sotto contratto con una franchigia: ci si può ritrovare da un giorno all’altro dalla migliore squadra NBA alla peggiore senza dover battere ciglio per impedirlo.

    Oltre ad Horford (terza scelta assoluta del Draft 2007 dietro solo a Greg Oden e Kevin Durant) sono da menzionare anche i rinnovi di Mike Conley (quarta scelta assoluta sempre del 2007) con Memphis (45 milioni di dollari in 5 anni) e di Jared Dudley con i Phoenix Suns (22,5 milioni di dollari in 5 anni).

    Ancora nessuna novità invece in merito ad Aaron Brooks, playmaker degli Houston Rockets, che ha fatto sapere di non gradire la situazione creatasi in merito al suo rinnovo contrattuale.

    Anderson Varejao intanto (28 anni) ha fatto sapere che vorrebbe lasciare Cleveland. E non è il solo visto che anche Mo Williams ed Antawn Jamison hanno la medesima idea. Se tutto ciò accadesse, Cleveland in pochi mesi avrebbe perso quattro quinti (ci sarebbe da aggiungere anche LeBron James) del quintetto titolare che la scorsa stagione raggiunse il miglior record della Lega.

  • Battaglia tra Argentina e Brasile, la Lituania supera la Cina

    Battaglia tra Argentina e Brasile, la Lituania supera la Cina

    Si è completato il quadro degli ottavi di finale dei Mondiali di basket di Turchia 2010. Oggi gli ultimi 2 incontri in programma che mettevano di fronte la lanciatissima Lituania contro la Cina, e l’Argentina contro il Brasile per il più classico dei derby sudamericani.
    Le sfide sono state molto tirate, soprattutto la seconda dove si è assistito ad un vero scontro epico tra le 2 formazioni pronte a sputare sangue su ogni singolo pallone. Ne è uscita fuori una partita vibrante e sempre in bilico, molto gradevole per chi ha assistito all’incontro dove non c’è stato un secondo di pausa. E sul parquet si è visto un giocatore dalla bravura incommensurabile che risponde al nome di Luis Scola, una partita monumentale per il numero 4 albiceleste che conferma l’ottimo stato di forma e ribadisce con forza di essere al momento il migliore giocatore della manifestazione. Non da meno nel pomeriggio il lituano Linas Kleiza che ha dominato l’incontro contro i cinesi.
    Ma vediamo in dettaglio l’andamento dei match:

    LITUANIA-CINA 78-67

    I 10 punti nel finale di quarto periodo di uno stellare Linas Kleiza (30 punti e 10 rimbalzi per la nuova ala dei Toronto Raptors in NBA) consentono alla Lituania di battere la cina per 78-67 e di accedere ai quarti di finale della manifestazione dopo essere arrivati all’evento solo grazie ad una wild-card!
    Una favola che continua e che potrebbe diventare anche una bellissima e stupenda realtà se i lituani continueranno a macinare gioco come sin qui finora fatto.
    Alla Cina va riconosciuto comunque l’onore delle armi, una squadra mai doma, ma tatticamente ancora acerba per poter competere con le grandi potenze europee, e psicologicamente fragile alle prime avvisaglie di difficoltà che ha risentito dell’assenza del vero leader Yao Ming alle prese con i primi allenamenti dopo più di un anno e mezzo di inattività per la frattura al piede.
    Inizio gara da brivido per i lituani che sparacchiano malamente da fuori e permettono alla Cina di allungare sul 16-5. “Verdi” che restano vivi solo grazie ad una miriade di rimbalzi offensivi convertiti in punti da seconda chance. Tuttavia la Cina chiude in vantaggio per 22-17 il primo quarto.
    Cina ottima anche in avvio di secondo quarto: Yi Jianliang e una tripla di Sun Yue riportano il “Dragone Rosso” sul +9 (20-29), ma finalmente la difesa lituana ritrova la sua classica grinta, soprattutto sul perimetro: e con facili punti in contropiede si arriva ad un parziale devastante di 16-1 per il primo sorpasso (36-31). Donewald chiama sconcertato un time-out e sarà ancora Liu Wei, con una penetrazione sulla sirena, a tenere i cinesi in scia (43-40 alla fine del primo tempo). La Lituania, stranamente, fatica dall’arco (5/14), ma gode di un vantaggio enorme sotto i tabelloni (25-13 il conto dei rimbalzi, ma sarà addirittura 50-30 al termine della partita).

    Ennesimo inizio di quarto, ed ennesima buona partenza dei cinesi, che si riportano in parità a suon di triple (48-48), ma la palla fatica ad avvicinarsi alla vernice e a Yi Jianliang, e quando le percentuali dal perimetro calano, la Lituania risponde con Gecevicius e Kleiza (55-48), ben sorretti da Pocius e Jankunas per confezionare un secondo parziale mortifero di 16-3 (64-51 al 30esimo). La squadra baltica continua a dominare a rimbalzo, in special modo in attacco, dove ha già 12 punti da secondi possessi (praticamente l’intero divario tra le 2 squadre).
    La Lituania apre il quarto periodo toccando il massimo vantaggio sul +15, ma sbaglia poi un paio di canestri facili e viene immediatamente punita dai cinesi in transizione e con una schiacciata di Yi Jianliang (66-57). L’attacco dei “Verdi” si arena improvvisamente, e la Cina riemerge ancora, prima con una tripla di Wei in contropiede e poi ancora con Jianliang, finalmente cercato vicino a canestro (67-62). Donewald, allenatore cinese, in panchina sorride pregustando una storica rimonta, ma la Lituania mette la palla in mano a Kleiza e chiede a gran voce all’ex-Olympiacos e Denver Nuggets di togliere le “castagne dal fuoco”. Detto fatto. Dieci punti consecutivi e un paio di canestri d’autore dal perimetro per ribaltare completamente l’inerzia e rilanciare i suoi sul +12. Gioco, partita ed incontro per i baltici, cinesi sconfitti ma che non possono rimproverarsi nulla dopo la bella prestazione offerta.

    Lituania: L. KLEIZA (30 pts), L. KLEIZA (9 rbs), M. KALNIETIS (5 ast)
    Cina: W. LIU (21 pts), J. YI (12 rbs), Z. WANG (3 ast)

    ARGENTINA-BRASILE 93-89

    Un monumentale (a dir poco) Luis Scola trascina l’Argentina al successo contro il Brasile in una vera e propria battaglia.
    Dieci punti del numero 4 negli ultimi 3 minuti di gioco, 8 di fila, danno all’Argentina la vittoria sul Brasile per 93-89 nella partita più bella e appassionante vista finora al Mondiale. L’Argentina, pur priva di Ginobili e Nocioni, fa valere la sua esperienza e la superiorità assoluta del pivot degli Houston Rockets (37 punti per il capocannoniere del torneo, con 9 rimbalzi) che trova in Delfino (con il tiro dalla lunga distanza) e nel semi sconosciuto Jasen (con una difesa sublime) l’aiuto necessario per battere la squadra di Ruben Magnano, ex varesino, che con l’Argentina aveva vinto l’Olimpiade di Atene. Il Brasile ricco di talento, sospinto dai 32 punti dell’ex fortitudino Huertas, perde lucidità nelle azioni decisive e deve soccombere ma può camminare a testa alta per quello che ha fatto vedere in campo.
    Il primo tempo è un enigma, Delfino e Scola da una parte, Barbosa, Huertas e Varejao dall’altra guidano le 2 squadre a molti cambi di leadership dell’incontro (12 i cambi totali nel primo tempo, +6 Argentina, +3 Brasile i massimi vantaggi registrati), ed è Marcelo Machado, visto anche a Rimini, che con 8 punti in 5 minuti, riporta il Brasile dal -6 al +2 dell’intervallo (favolosa una sua tripla con annesso fallo che ha ricordato ai più la giocata con cui Sasha Danilovic decise un famosissimo derby di Bologna su un fallo di Dominique Wilkins!)

    Il Brasile prova la fuga a inizio ripresa (46-53), ma è fermato da 2 prodezze di Delfino che tiene a contato l’albiceleste. Il Brasile tiene duro e tenta di ammazzare l’incontro ma qui sale in cattedra Scola che diventa inarrestabile: e quando si rende conto che la difesa è concentrata tutta su di lui inizia a smistare anche assist per i compagni che puniscono ripetutamente dalla lunga distanza o con comodi appoggi sotto canestro. Poi il numero 4 dei Rockets si mette in proprio negli ultimi minuti: 2 canestri per l’85-79 (poi ricuciti da Huertas), e nell’ultimo minuto 3 prodezze in serie con canestro con le braccia di Varejao in faccia, palla rubata in difesa a Barbosa, nuovo canestro a 22 secondi dal termine dell’incontro (89-84), con una percentuale di difficoltà assurda. Il Brasile non si arrende neanche qui ma l’ultima tripla non serve a nulla visto che Scola si prende le sue responsabilità e dalla lunetta sigilla il risultato sul 93-89. 37 punti alla fine, nella grande festa albiceleste per l’ala grande di Houston che si gode il suo gioiello. Dall’altra parte ce ne sono 32 di Huertas che non bastano però ad uno splendido Brasile.

    Argentina: L. SCOLA (37 pts), L. SCOLA (9 rbs), P. PRIGIONI (8 ast)
    Brasile: M. TIEPPO HUERTAS (32 pts), T. SPLITTER (5 rbs), T. SPLITTER (2 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Il Brasile spaventa gli Stati Uniti

    Mondiali di basket Turchia 2010: Il Brasile spaventa gli Stati Uniti

    Vittoria col brivido per gli U.S.A. nella terza gara del Mondiale di basket in corso di svolgimento in Turchia.
    Seppur privi di 2 pedine importantissime come Anderson Varejao e Nené, i brasiliani dimostrano che contro la squadra di “coach K” si può vincere! E per farlo l’unica cosa certa è tenere sempre alta l’intensità su tutti e 2 i lati del campo facendo gioco di squadra in attacco.

    Fino a quando la palla gira in maniera fluida e lineare per trovare buone soluzioni dall’arco (Barbosa e Marquinhos sono micidiali da 3 punti in avvio) e il pick ’n’ roll tra Huertas e Tiago Splitter dà i suoi risultati con un’efficacia vicina al 100%, il Brasile resta in controllo della gara, toccando anche gli 8 punti di vantaggio all’inizio del secondo quarto. Gli “States”, che evidenziano la solita, grave, mancanza di punti di riferimento in vernice, provano costantemente a correre e ad accelerare il gioco, ma ne escono come logica conseguenza molte azioni confuse (21 palle perse alla fine del match, 19 delle quali nel solo primo tempo), salvate soltanto dalle invenzioni di un inarrestabile e solido Kevin Durant (27 punti e 10 rimbalzi per il talento dei Thunder). I problemi di falli di Splitter (13 punti e 9 rimbalzi) e la mancanza di un vero centro alternativo al neo giocatore dei San Antonio Spurs, uniti a una maggior pressione sul perimetro che toglie idee e logica a Huertas, permettono agli americani di rientrare nel terzo quarto con un break che taglierebbe le gambe a qualsiasi avversario. Ma al 30esimo minuto c’è ancora perfetto equilibrio sul 59-61. Il quarto periodo si gioca su livelli adrenalinici veramente alti per non dire al di fuori dalla norma, non accompagnati, però, dalla necessaria dose di intelligenza cestistica: gli “States” si perdono in continue e deleterie soluzioni in 1 contro 1 delle guardie (soprattutto il testardo Derrick Rose che spreca possessi sanguinosi) e da sotto Lamar Odom spreca facili appoggi a canestro che un giocatore del suo livello non dovrebbe mai fare, ed il Brasile, avvertendo le difficoltà avversarie, affretta eccessivamente i ritmi perdendo la coesione e il gioco ordinato e ragionato che ne aveva caratterizzato i quarti precedenti, incaponendosi nelle triple che non portano i risultati sperati e i 3 punti come nel primo tempo. Ne esce un quarto a punteggio bassissimo (9-9) deciso da una stoppatona del tuttofare Durant e da un paio di penetrazioni di Billups: il Brasile resta aggrappato alla partita fino agli ultimi secondi, quando proprio un canestro di Billups in penetrazione, sembra mettere la parola fine all’incontro per il +4 U.S.A., poi Barbosa replica con eleganza superiore veleggiando fra due avversari. 70-68 “States”, con 43 secondi soltanto da giocare. Billups prova a chiudere la ciontesa con la tripla dal palleggio, ma spara sul ferro: rimbalzo di Garcia e ultimo possesso brasiliano, con alte probabilità di forzare la gara all’overtime o addirittura di vincere con un gioco da tre punti. Palla a Huertas, che deve affettare: gioca l’uno contro uno con un Rose neanche attento in difesa, lo porta al limite dell’area piccola, chiude il palleggio, prova a girargli intorno con una virata ma subisce fallo. Il pallone si alza per una parabola beffarda che prende il ferro posteriore ed anteriore e viene sputato fuori dal cilindro! Huertas però va in lunetta, con i liberi del pareggio, ed un pallone “pesantissimo”. Altro ferro però che accompagna la sua parabola. Secondo tiro dunque che viene tirato apposta per sbagliare, per trovare un tap-in od un rimbalzo offensivo per giocare i rimanenti 3 secondi del match. La fucilata dritto per dritto premia lo stesso Huertas sul rimbalzo offensivo: chiuso nell’angolo, il playmaker brasiliano pesca un passaggio col contagiri per il taglio di Barbosa sotto canestro. Ma lì, il giocatore dei Toronto Raptors trova le braccia alzate a muraglia di della difesa U.S.A.. La palla sbatte contro il tabellone, ma resta fuori dal canestro ed il rimbalzo viene catturato dall’onnipresente Kevin Durant. 70-68, suona la sirena, e gli “States” escono indenni.

    Il Brasile ha fatto paura, ora resta da vedere se la prestazione dell’armata statunitense sarà stata solo un mezzo incidente di percorso o se la cosa affonda le radici in qualcosa di ben più grande. Per ora la si è scampata bella…

    GRUPPO B

    BRASILE-STATI UNITI 68-70

    USA: K. DURANT (27 pts), K. DURANT (10 rbs), C. BILLUPS (3 ast)
    Brasile: M. VINICIUS (16 pts), T. SPLITTER (10 rbs), M. HUERTAS (5 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Rondo batte i Cavs, i Suns chiudono la serie contro gli Spurs

    Uno strepitoso e incredibile Rajon Rondo quasi da solo riesce a battere i Cleveland Cavaliers di LeBron James e porta i suoi Boston Celtics di nuovo in parità nella serie di semifinale di Eastern Conference.
    Gara pazzesca del playmaker con il numero 9 che realizza la sua quarta tripla doppia nei playoff con numeri difficilmente eguagliabili: 29 punti, 18 rimbalzi e 13 assist, prestazione veramente da alieno che oscura tutto e tutti, anche la super stella LeBron James.
    Cleveland parte forte aprendo il match con un 7-0 di parziale ma Boston non si disunisce come in gara 3 ed addirittura va in fuga per il +9 di fine 1° quarto con 31 punti a referto ed un Rondo già a quota 11. James non è in forma come nel match precedente dove da solo ha letteralmente fatto a pezzi la difesa biancoverde e così i Celtics mantengono il vantaggio anche all’intervallo.
    Nella ripresa Cavs più aggressivi e tonici che riescono ad impattare anche il match sul 67-67 a circa 2 minuti dalla fine del terzo periodo, pare l’avvio di una rimonta di Cleveland ma l’inizio dell’ultimo periodo spazza i dubbi con il 10-0 di Boston che si riporta sulla doppia cifra di vantaggio. La ditta James-Varejao non s’arrende ed il gioco da 3 punti del brasiliano consente ai Cavs di avvicinare ancora una volta gli avversari sul -2 a meno di 5 minuti dalla fine. Ma è l’ultimo canestro dal campo per Cleveland. Rondo riprende il suo dominio, Pierce schiaccia sulla testa degli avversari anche se alla fine avrà solo 9 punti e Boston conquista meritatamente una fondamentale gara 4. Oltre alla super prestazione di Rondo ci sono i 18 punti a testa per Garnett e Ray Allen, buono il contributo dalla panchina di Tony Allen che segna 15 punti.
    Cleveland ha tutto il quintetto in doppia cifra con James a guidare lo score con 22 punti (a cui aggiunge 9 rimbalzi e 8 assist per sfiorare un’altra tripla doppia), 14 punti per Jamison, 13 per Williams e 10 per Parker. Ottima la prova di O’Neal con 17 punti, 5 rimbalzi e 2 stoppate ma coach Brown ancora una volta lo esclude nelle fasi calde della gara, cosa che sa alquanto di inspiegabile!
    Pessime le percentuali al tiro da 3 delle 2 squadre (addirittura 1/14 per i Celtics) ma il dominio a rimbalzo (47-33) è netto per i padroni di casa e la pessima prova della panchina dei Cavs (solo 11 punti) permette ai biancoverdi di vincere la gara. Prossima partita a Cleveland martedì 11.

    I Suns piegano ancora una volta in casa gli Spurs e si prendono la vendetta dell’ultima serie playoff disputata contro i Texani tra mille polemiche e danno il benservito agli avversari con un bel “cappotto” per 4-0!
    Come successo in gara 3 gli Spurs partono meglio con Phoenix che va sotto anche di 9 lunghezze ma che prontamente recupera con 9 punti consecutivi del duo Barbosa-Dudley. Phoenix schiaccia sull’acceleratore e mette la freccia con due triple di fila di Nash e Dudley.
    Nel terzo periodo i Suns volano sul +11 con due triple ravvicinate di Frye mentre Nash è costretto ad uscire dal campo per un colpo all’occhio ricevuto involontariamente da Tim Duncan (e sembrano rivedersi i fantasmi di qualche anno fa quando fu Parker a infortunare il playmaker arancioblu). San Antonio non molla e trascinata da Parker trova il vantaggio con il 2/2 dalla lunetta di Ginobili. Steve Nash però rientra in campo con un occhio semi chiuso dal gonfiore e mette in scena un incredibile show che trascina i Suns verso la finale di Conference: una tripla, due stupende penetrazioni, due assist per Stoudemire, un no look pass per il gioco da 3 punti di Dudley. Dopo lo show di Nash, la tripla di Richardson (+10) sembra chiudere definitivamente gara 4 e la serie ma va in scena l’ultimo sussulto degli Spurs che con il gioco da 4 punti di Hill si riportano incredibilmente a -2. Phoenix però è glaciale dalla lunetta, Ginobili sbaglia la tripla e Phoenix si toglie dalla spalle lo spauracchio San Antonio dopo le ultime 4 eliminazioni consecutive.
    Ottimo Stoudemire con 29 punti, Nash ne aggiunge 20 con 9 assist e dalla panchina fondamentale l’apporto di Dudley con 16 punti (3/3 da oltre l’arco dei 3 punti). Per gli Spurs, 15 punti, 6 rimbalzi, 9 assist e 5 recuperi per un Ginobili che chiude con 2/11 dal campo, 22 punti di Parker, Duncan e Hill ne portano 17 a testa alla causa ma non bastano per battere questi Suns. Potrebbe essere stata la partita che ha segnato la fine del ciclo vincente dei San Antonio Spurs. Phoenix ora molto probabilmente attenderà che i Lakers chiudano i conti contro i Jazz per una Finale di Conference che preannuncia scintille!

    Risultati NBA del 9 maggio 2010

    Boston Celtics – Cleveland Cavaliers 97-87
    –> Bos: Rondo 29, Garnett 18, Ray Allen 18 – Cle: James 22, O’Neal 17, Jamison 14
    San Antonio Spurs – Phoenix Suns 101-107
    –> SA: Parker 22, Duncan 17, George Hill 17 – Pho: Stoudemire 29, Nash 20, Dudley 16

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-2
    Magic-Hawks 3-0
    Lakers-Jazz 3-0
    Suns-Spurs 4-0

  • NBA: I migliori quintetti difensivi. Manca Ron Artest

    Sono stati resi noti i 2 migliori quintetti difensivi della regular season 2009-2010.

    All’ufficialità dei risultati ci sono state molte polemiche per via dell’esclusione di qualche giocatore che sicuramente avrebbe dovuto aver maggiore considerazione.

    Il migliore quintetto difensivo dell’anno ha la presenza del miglior difensore della stagione ovvero il centro degli Orlando Magic Dwight Howard. Come Ali sono stati selezionati LeBron James dei Claveland Cavaliers e Gerald Wallace dei Charlotte Bobcats. Guardie invece sono Rajon Rondo dei Boston Celtics e Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers.

    Il secondo quintetto difensivo invece vede la presenza di Tim Duncan dei San Antonio Spurs come centro, di Josh Smith degli Atlanta Hawks e Anderson Varejao dei Cleveland Cavaliers come ali, e di Dwyane Wade dei Miami Heat e Thabo Sefolosha degli Oklahoma City Thunder come guardie.

    Stupisce che non sia stato inserito in nessuno dei 2 quintetti uno dei migliori difensori dell’NBA, ovvero Ron Artest dei Lakers, cifre alla mano che dicono e confermano che è il difensore che concede la minor media punti per tiro al suo diretto avversario. E anche vedendolo in azione nelle immagini di regular season non ci sarebbero dubbi nel dire che è il prototipo di difensore modello!
    Stupisce l’inserimento di Wade che proprio difensore non è, così come le altre 2 super stelle James e Bryant, che alzano il loro livello di difesa solo nei playoff. Rondo probabilmente è stato premiato perchè è il miglior ruba palloni della Lega ma deve crescere ancora molto come applicazione difensiva. Sefolosha sarebbe il secondo migliore difensore dopo Artest ma non è riuscito a prendere posto nel primo quintetto, così come Josh Smith che fa della difesa il suo vero marchio di fabbrica, uno dei pochi assieme ad Artest capace di arginare lo strapotere di LeBron James. Escluso un’altro specialista come Shane Battier degli Houston Rockets. Insomma le polemiche non sono mancate!

  • Jamal Crawford premiato come miglior sesto uomo della stagione

    Jamal Crawford degli Atlanta Hawks ha vinto il premio come miglior sesto uomo dell’anno, battendo la concorrenza di altri grandissimi atleti come Jason Terry dei Dallas Mavericks, Anderson Varejao dei Cleveland Cavaliers, J.R. Smith dei Denver Nuggets, Paul Millsap degli Utah Jazz, Manu Ginobili dei San Antonio Spurs, Lamar Odom dei Los Angeles Lakers, Carl Landry dei Sacramento Kings, Al Harrington dei New York Knicks e Kevin Love dei Minnesota Timberwolves.

    La guardia degli Hawks, ex Bulls, Knicks e Warriors, ha disputato una stagione fenomenale partendo dalla panchina come primo cambio dei titolari scrivendo a referto 18 punti, 3 rimbalzi e 2.5 assist a partita. Crawford ha ricevuto ben 580 dei 610 voti totali di cui 110 sui 122 disponibili come votazioni da primo posto.
    Al secondo posto, staccatissimo, Jason Terry con 220 preferenze, terzo Varejao con 126.

    E’ stato il secondo miglior realizzatore di Atlanta in stagione dietro al leader Joe Johnson; per ben 27 volte, pur partendo dalla panchina, è stato il miglior realizzatore in singole partite di stagione regolare. Si è classificato settimo assoluto nella graduatoria dei migliori tiratori da 3 punti segnandone 163 (solo Chuck Person degli Indiana Pacers nel 1991-1992 fece meglio partendo dalla panchina con 164), i suoi 18 punti a gara sono la media più alta dopo quella di Ricky Pierce (23 punti a partita nel 1989-1990) per un giocatore che parte dalla panchina. Inoltre Crawford ha fatto registrare anche 9 giochi da 4 punti in stagione (canestro da 3 più fallo per il libero aggiuntivo) e guida la classifica NBA di ogni tempo in questa “specialità” con 28 giocate complessive nella sua carriera.

    Durante la premiazione ha parlato proprio il suo coach, Mike Woodson:

    Sono molto fiero di Jamal, si è subito ambientato e accettato il ruolo di sesto uomo senza obiettare. E’ un grande giocatore in campo ma soprattutto fuori, è un serio professionista e si è sempre allenato dando il massimo. E’ un onore avere un bomber come lui che esce dalla panca“.

    Ecco invece le parole del vincitore:

    Incredibile! Non posso crederci. Sono riuscito a battere giocatori del calibro di Jason Terry e Manu Ginobili. Ringrazio coach Woodson per la fiducia visto il mio avvio di stagione poco felice. E’ stato duro accettare di partire dalla panchina. Ringrazio tutti anche per il mio nuovo soprannome “The Difference”, è un grande onore e spero di poter onorare questo premio“.

  • NBA: Zydrunas Illgauskas vuole ritornare a Cleveland

    Zydrunas Illgauskas, tramite il suo agente Herb Rudoy, ha espresso il suo desiderio di tornare a giocare con i Cleveland Cavaliers, squadra che lo ha scelto al Draft del 1996 col numero 10 assoluto.
    L’agente del Lituano ha detto:

    E’ desiderio di Zydrunas ritornare ai Cavaliers ma solo per un contratto accettabile, magari avrà anche diverse opportunità ma vuole tornare ai Cavaliers perchè è lì che è cresciuto e che ha avuto l’affetto dei fans. Zydrunas voule tornare ai Cavs perchè dopo tutti questi anni vuole portare un titolo in casa Cavaliers e nella città di Cleveland“.

    Illgauskas farebbe molto comodo alla franchigia dell’Ohio visti gli ultimi infortuni di Shaquille O’Neal (che rientrerà solo per i play off per guai ad un dito della mano) e per alcuni fastidi che affliggono il ginocchio di Antawn Jamison, ultimo arrivato ai rosso-oro da Washington proprio per Illgauskas (che però con i Wizards non ha mai giocato ed è stato subito tagliato). Con i soli Anderson Varejao e J.J. Hickson sotto canestro, Illgauskas farebbe comodissimo, ma non potrà firmare nulla fino al 22 di marzo. Inoltre (come si evince dalle parole del procuratore), Big-Z non si accontenterebbe di un contratto al minimo salariale (1 milione di dollari circa) ma vorrebbe qualcosa di più sostanzioso, magari con un prolungamento di contratto visto che l’attuale (pagato però da Washington sulla base di 11 milioni di dollari) scade a giugno.
    Ecco perchè nella trattativa tra Cavs (che gradirebbero una firma fino alla fine dell’anno al minimo salariale) e Illgauskas si sono messe in mezzo altre squadre: i Dallas Mavericks, che hanno i centri Dampier e Haywood infortunati e giocano con Dirk Nowitzki come centro al momento, lo accoglierebbero a braccia aperte. Stesso discorso per i Denver Nuggets che devono fronteggiare l’infortunio di Kenyon Martin e vista la corta rotazione dei lunghi per la squadra del Colorado, sarebbe veramente oro colato il fatto di potersi aggiudicare il Lituano.
    Interessati sarebbero anche gli Atlanta Hawks che potrebbero dare un pò di riposo ad Horford e Josh Smith che finora hanno tirato la “carretta” più del necessario. Ma i Cavaliers hanno un vantaggio da non sottovalutare: la volontà del giocatore che in questi casi risulta molto spesso decisiva.

  • NBA: James stende i Lakers

    Risultati NBA del 21 gennaio 2010:

    Grande attesa per la partita che ha messo di fronte nella notte Cleveland Cavaliers e Los Angeles Lakers. Sfida ricca di contenuti a partire dal fatto che le 2 franchigie sono ritenute da più parti le favorite per scontrarsi in finale e giocarsi il titolo e anche per via della presenza nei loro roster dei 2 giocatori di basket più forti al mondo: LeBron James dei Cavs, Kobe Bryant dei Lakers. Annotazione per il numero 24 gialloviola che a 3 minuti dalla fine del primo tempo con un tiro libero ha toccato quota 25000 punti in NBA cifra che lo porta ancora di più nell’olimpo del basket professionistico americano.
    La partita ha vissuto momenti di agonismo molto intensi e un alternarsi di capovolgimenti di fronte che hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, della qualità tecnica delle squadre in campo. I Lakers partono subito forte e chiudono il primo quarto in vantaggio 27- 18.
    I Cavs non si scompongono e riescono pian piano a ricucire lo strappo nel secondo periodo, arrivando a soli 2 punti dai campioni in carica (46-44). Il secondo tempo mostra la determinazione di Cleveland e dei suoi giocatori nel voler vincere in ogni modo la partita e chiudere le 2 sfide stagionali con 2 vittorie (anche a Natale la partita a Los Angeles è stata vinta da James e compagni). Le emozioni non mancano, si gioca punto a punto e sull’80-80 arriva il solito show del fenomeno James: 7 punti consecutivi e Cleveland si ritrova a +7. I Lakers non mollano e annullano lo svantaggio impattando 87 pari. James dà spettacolo: prima stoppa Gasol annullando il possibile vantaggio dei californiani, poi recupera la palla vagante e con un canestro magistrale mette 2 punti di distacco. La svolta del match arriva sull’azione successiva, dove Gasol subisce fallo da Varejao ma sbaglia entrambi i liberi. Il possesso successivo dei Cavaliers manda James in lunetta: LeBron segna il primo libero (segnando il 10 punto consecutivo per lasua squadra) sbaglia il secondo ma il rimbalzo è catturato dal brasiliano Varejao che chiude il match segnando dalla linea del tiro libero i punti della tranquilliità.
    Cleveland si è dimostrata la squadra più in forma del momento, considerando anche le assenze (di non poco conto) di ieri sera: in primis quella di Mo Williams, il secondo “violino” di Cleveland e spalla di James. A cui vanno aggiunte quelle di Jamario Moon e di Leon Powe. Raggiungere la vittoria contro i campioni in carica considerando tutti questi fattori non era semplice ma grazie ai 37 punti di James è stato possibile centrare l’obiettivo. Da notare l’attaccamento del fenomeno numero 23 al suo team, quando alla sirena finale ha mostrato a tutto il pubblico presente alla Quicken Loans Arena la sua maglia, battendosi poi il pugno sul cuore, segno, forse, che i tifosi Cavs potranno rivederlo, anche negli anni a venire, indossare la casacca della loro squadra. Tra i Lakers da segnalare il solito Kobe Bryant (31 punti), ma per il resto, a partire da un Gasol molto spento, non si riscontrano molte note positive. Questa era la prima di una serie di 8 trasferte ad Est. Alla fine di questo ciclo si potrà dire se i gialloviola potranno ambire al repeat oppure se qualcun’altro si accaparrerà lo status di favorito alla vittoria finale.

    Nell’altra partita della notte Denver distrugge i Clippers 105-85 grazie ai 28 punti della stella Carmelo Anthony.

    • Cleveland Cavaliers – LosAngeles Lakers 93-87
      (Cle: James 37, O’Neal 13, Hickson 11, Varejao 11 – Lak: Bryant 31, Gasol 13, Odom 10)
    • Denver Nuggets – Los Angeles Clippers 105-85
      (Den: Anthony 28, Billups 20, Martin 13 – Cli: Smith 21, Kaman 18, R. Davis 9)

    Guarda gli Highlights di Cleveland Cavaliers – Los Angeles Lakers

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