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  • NBA: Il lockout prosegue ed i giocatori vanno in tournèe

    NBA: Il lockout prosegue ed i giocatori vanno in tournèe

    Dopo 2 giorni di riunioni (ieri ed oggi) ed oltre 24 ore complessive passate attorno ad un tavolo a discutere sulle possibili soluzioni per porre fine al lockout NBA, ancora non si è trovato un accordo per scongiurare il rinvio della stagione agonistica. Sembra quasi certa la cancellazione della stagione regolare fino a Natale, dopo aver già deciso di abortire le prime 2 settimane con oltre 100 partite eliminate dal calendario ed una perdita complessiva di oltre 40 milioni di dollari per la Lega e 170 milioni di dollari di stipendio ai giocatori.

    NBA.com
    Intanto le stelle del basket americano hanno deciso di andare in tour mondiale: a partire dal 30 ottobre al 9 novembre è prevista una tourneè  con l migliori superstar, come Kobe Bryant (che evidentemente con questo tour vede soddisfatte le sue pretese economiche!), LeBron James,Derrick Rose, Dwyane Wade, Carmelo Anthony, Chris Paul, Chris Bosh, Rajon Rondo, Paul Pierce, Amar’è Stoudemire e Russell Westbrook. Indeciso invece Kevin Durant, che però secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe dare il suo assenso, forse sarà assente Kevin Garnett, mentre Dwight Howard ha già rifiutato. Alcuni di questi giocatori avrebbero già firmato l’adesione per un accordo che assicurerà ad ogni giocatore un introito. Si tratta in questo caso di 6 esibizioni in 4 diversi continenti, sfide in programma tra Portorico, Londra, Macao e Australia, organizzate da Calvin Darden, celebre organizzatore di eventi cestistici. Si cercano impianti da oltre 15.000 posti per assicurare buoni incassi, e parte del ricavato sarà poi anche devoluto in beneficienza.

  • NBA: Niente accordo, ora è a rischio tutta la stagione

    NBA: Niente accordo, ora è a rischio tutta la stagione

    Altro incontro finito male quello di ieri tra i proprietari delle squadre NBA ed i rappresentanti dei giocatori, a questo punto, cancellata la preseson, c’è il forte rischio che l’intero campionato venga cancellato dato che sostanzialmente in ogni riunione avvenuta finora le 2 parti proseguono con le loro idee e non vengono fatti passi avanti nelle trattative per trovare un accordo collettivo che soddisfi sia le esigenze degli owners che quelle dei giocatori.

    NBA.com
    Ieri erano presenti tra gli altri, al meeting, anche alcuni degli atleti più famosi (tra i quali Kevin Garnett e Paul Pierce dei Boston Celtics, Amar’è Stoudemire dei New York Knicks e Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers), forse per dare un segnale ai proprietari delle franchigie, ma tutto ciò non è bastato per avere il via libera alla stesura del nuovo accordo collettivo. I giocatori hanno fatto presente di voler scendere dal 57% al 53% dei guadagni della Lega per i loro contratti ma insistono sul mantenere un salary cap soft, i proprietari invece vogliono necessariamente che le Star NBA scendano al 46% dei guadagni complessivi e spingono per il salary cap hard quindi senza nessuna possibilità che squadre con più disponibilità sforino il tetto massimo di stipendio fissato dalla Lega, questo quindi per dare possibilità di vittoria anche alle squadre più piccole che magari non possono competere con le disponibilità economiche dei team delle grandi città.

    • Oggi l’accordo non si è trovato. Non siamo stati in grado di avvicinarci abbastanza a tal punto da risolvere la questione. Pensiamo ad un accordo collettivo che possa andare bene ai nostri giocatori, non solo stando ad oggi, ma guardando soprattutto al futuro . Vogliamo che si torni in campo, vogliamo giocare a basket e non stare fermi. Ma la realtà è che siamo dipendenti e la NBA è il datore di lavoro, e quindi loro hanno in mano le chiavi fino a quando il lockout sarà concluso“.

    Ha affermato il presidente dell’associazione giocatori. Adam Silver, vice del commissioner David Stern si mostra molto pessimista:

    • Siamo sul punto di annullare il resto della pre-season. Quindi è ufficiale, in sostanza, come abbiamo detto ai giocatori, che se entro lunedi 10 ottobre non avremo un accordo di base, non avremo scelta se non quella di annullare le prime due settimane della stagione regolare“.

    David Stern ha provato in ogni modo a fare da mediatore tra le parti ma il suo intervento non è servito a nulla. Queste le sue parole all’uscita dagli uffici:

    • La posizione ufficiale delle parti era questa: giocatori al 53% ed i proprietari al 47%. Poi c’era un gruppo molto, molto ridotto, che includeva anche me e Adam Silverha portato avanti un’altra proposta che sarebbe quella di dividere gli introiti esattamente al 50%”. Questa proposta comunque per ora non ha trovato successo“.

    Si attendono giorni veramente caldi per risolvere la vertenza che potrebbe quindi portare alla cancellazione totale dell’intera stagione agonistica 2011/2012.

  • NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    La NBA osserva un turno di riposo, il programma riprenderà regolarmente questa notte con le partite che daranno il via all’ultima settimana di regular season (termine fissato al 13 di aprile).

    Sono finora 12 le squadre qualificate per la post season (alla fine dovranno essere 16) e la lotta per accaparrarsi un posto utile entra nel vivo.

    Tra le partite da tenere d’occhio segnaliamo la trasferta di San Antonio ad Atlanta, gara da vincere per gli Spurs che con il filotto di 6 sconfitte consecutive (non accadeva dal 1997 e Tim Duncan ancora non era stato scelto dagli “Speroni” al Draft di giugno di quello stesso anno) hanno rimesso in gioco il primo posto della Lega permettendo ai Bulls di Rose (probabile M.V.P. della stagione) ed ai Lakers di farsi nuovamente sotto in vista dello sprint finale. Chicago (che è ad un passo dal seed numero 1 in Eastern Conference) sarà impegnata contro Phoenix, che con la sconfitta di domenica proprio contro i neroargento è stata esclusa matematicamente dalla corsa playoff e quindi potrebbe essere scarica di motivazioni. I Lakers ricevono i Jazz che dopo la chiusura degli scambi, a febbraio, e la cessione di Deron Williams ai Nets sono diventati una delle peggiori franchigie della Lega. Bryant e compagni con un record di 18 vinte e 2 perse guidano la classifica dopo l’All Star Game e sembrano in formissima, fermati domenica solo da Gallinari e dai suoi Nuggets. Il calendario è leggermente favorevole ai Lakers e poi ai Bulls, più complicato quello di San Antonio anche in considerazione dello scontro diretto all’81esima e penultima giornata in casa dei gialloviola campioni che potrebbe sancire il vero ordine di arrivo per la post season.

    Parlando di Western Conference potrebbe esserci uno spiraglio (ma non ci crede quasi nessuno) per i giovani Thunder di Kevin Durant di acciuffare il terzo posto ai danni dei Mavericks di Nowitzki: le 2 formazioni non attraversano però un buon momento di forma, Dallas ha una striscia aperta di 3 sconfitte di fila, Oklahoma City invece è reduce da 2 sconfitte consecutive, le 2 gare di vantaggio dei Mavs però sembrano essere un’ottima dote per portare a termine la stagione con il terzo posto ad Ovest. I Thunder nel prossimo impegno se la vedranno contro Gallinari a Denver (partita che sa di antipasto playoff!) mentre i texani affronteranno la squadra del Colorado dopodomani (e Danilo sarà quindi un pò l’ago della bilancia).
    Parlando proprio di Denver bisogna dire che la squadra è sicura del suo quinto posto e le partite che resteranno da giocare saranno dei test utili per crescere di condizione ed affiatamento in vista dei playoff.

    Da decidere invece gli ultimi 3 posti con 4 squadre rimaste in gioco: Portland è sesta e dovrebbe riuscire ad ottenere il pass senza problemi (gioca contro Golden State, nella notte), stesso discorso per Memphis (calendario più agevole rispetto alle avversarie, incontrano i modesti Clippers), chi rischia di più sono gli Hornets di Marco Belinelli che privi della “stella” West (fuori 6 mesi per i legamenti del ginocchio rotti) incontrano squadre difficili e tra queste proprio i Rockets con i quali si giocano l’ultimo posto utile di post season: Houston in 2 giorni si gioca la stagione con l’incontro di stanotte contro i Kings (insidiosi dopo i progressi dell’ultimo periodo) e poi domani notte con la sfida a New Orleans gara da “dentro o fuori” da vedere assolutamente per i veri appassionati!

    Nella Eastern Conference (già detto dei Bulls) Miami e Boston si contendono secondo e terzo posto con la squadra di James-Wade e Bosh leggermente favorita (per via del calendario) su quella di Pierce-Allen-Garnett e Rondo. Gli Heat riposeranno, Celtics impeganti invece con i pericolosi Sixers.
    Alle loro spalle l’unico team con la posizione già designata, i Magic, che non possono nè migliorare, nè peggiorare il loro quarto posto (sono impegnati contro i Bucks), Atlanta è quasi sicura del seed successivo, mentre Philadelphia e New York gareggiano per la sesta e la settima piazza: favoriti i 76ers vista la discontinuità dei Knicks (giocano contro i Raptors di Andrea Bargnani) che però se possono contare sulla vena realizzativa di Stoudemire, Anthony e Billups sono un cliente scomodo per tutti i top team. Queste sono le squadre sicure di disputare i playoff ad Est.
    L’ultimo posto sarà occupato da una franchigia tra Indiana (che riposa e parte in vantaggio rispetto alle avversarie), Charlotte (che va a giocare a Cleveland contro la squadra fanalino di coda della Lega per tenere vive le speranze) e Milwaukee (come già detto giocano ad Orlando). I Pacers vincendo le ultime 4 gare sarebbero sicuri della qualificazione (tra l’altro hanno 3 partite in casa ed 1 sola in trasferta!) alle avversarie invece non basterebbe vincerle tutte essendo dietro in classifica.
    Insomma uno sprint finale tutto da vedere, sarà un’ultima settimana elettrizzante.

    Una breve e concisa analisi anche sulle posizioni di fondo: ricordiamo che in NBA non ci sono retrocessioni, sembra che i Cavs avranno il peggior record che permetterà loro di essere posizionati come squadra numero 1 alla Draft Lottery (evento che assegna le posizioni di scelta in vista del Draft), a ruota Minnesota. Le altre squadre invece si stanno dando un pò più da fare, soprattuto i Sacramento Kings (che quasi sicuramente dal prossimo anno saranno gli Anaheim Royals, ma di questo parleremo ampiamente a parte) ed ora anche i Washington Wizards. Qualche vittoria anche per Toronto pur non potendo schierare Bargnani, segno che quest’anno le squadre di coda non ci tengono a farsi battere e a fare da sparring-partner come in passato succedeva abbondantemente, forse considerato anche che nelle ultime “Lotterie” la squadra ultima classificata (e quindi in pole alla Draft Lottery) mai ha ottenuto la prima scelta assoluta: nel 2007 Memphis e Boston ultima e penultima in regular season furono scavalcate rispettivamente da Portland e Seattle (sest’ultima e quint’ultima arrivate con i Sonics che si presero quel fenomeno di Kevin Durant), nel 2008 toccò ai Bulls che dalla nona posizione peggiore salirono fino in cima, clamorosamente e davanti allo stupore degli addetti ai lavori, per scegliere Derrick Rose (a discapito di Miami), nel 2009 fu il turno dei Clippers che scalarono fino al primo posto e scelsero poi Blake Griffin e lo scorso anno, (più o meno dalla stesa posizione dei Clippers) i Wizards scalzarono i Nets e si aggiudicarono una grande promessa del basket come John Wall.

  • All Star Game NBA 2011: Bryant trascina la Western Conference e vince l’M.V.P.

    All Star Game NBA 2011: Bryant trascina la Western Conference e vince l’M.V.P.

    E’ la Western Conference la squadra vincitrice del 60esimo All Star game NBA. La squadra dell’Ovest, guidata da uno spettacolare Kobe Bryant autore di 37 punti, ha superato la squadra dell’Est per 148-143.

    Partita come al solito altamente spettacolare, con attacchi decisamente spumeggianti e difese invece tutt’altro che impeccabili, ma ormai è risaputo che in questa gara la cosa che conta di più è far divertire il pubblico presente e niente diverte gli spettatori quanto l’attacco che prevale sulla difesa!

    L’inizio della partita è tutto per la Eastern Conference con Stoudemire in evidenza, ma Bryant, che segna il primo canestro per la squadra dell’Ovest, riporta la situazione in equilibrio. Il numero 24, aiutato da Durant, scava il primo solco tra le 2 squadre a metà quarto. Entrano le riserve ma la situazione non cambia con la Western Conference che guida alla fine del primo periodo per 37-27.

    Da applausi l’intesa tra Westbrook e Griffin (il rookie dei Clippers protagonista per la terza serata consecutiva dopo la partita tra rookie e sophomore di venerdì e la gara delle schiacciate vinta ieri) che sembrano giocare assieme da una vita, mentre da segnalare la fluidità di gioco del trio Ginobili-Gasol-Nowitzki. I minuti finali del secondo quarto vedono anche il ritorno in campo di Bryant che porta sul +12 la sua squadra siglando a metà gara qualcosa come 21 punti.

    Il ritorno in campo per il secondo tempo vede svegliarsi LeBron James, fino a quel momento un pò fuori contesto e forse fin troppo generoso nei confronti non solo dei suoi compagni con assist a ripetizione, ma anche con i suoi avversari, in primis proprio Bryant. L’ala degli Heat riesce a portare i suoi fino al -4 (83-79) ma l’infortunio di Wade alla caviglia in uno scontro fortuito con Williams e la sua uscita di scena riaprono il palcoscenico alla Western Conference che in pochi minuti si porta sul +14 (100-86). Alla fine del terzo periodo il punteggio recita Ovest 117, Est 100 e già la gara sembra indirizzata verso una ben precisa direzione.

    A quel punto coach Rivers si gioca il tutto per tutto, LeBron capisce che è il momento di fare sul serio e a furia di punti, assist e rimbalzi porta i suoi compagni sul -2. Qui entra in scena Durant che con 5 punti consecutivi riporta a +7 la Western Conference (142-135) ad un minuto e 40 secondi dal termine. Stoudemire con una tripla e James con un canestro da 2 riportano la Eastern Conference sul -2, ma Gasol con un rimbalzo offensivo sul tiro sbagliato di Bryant ed i liberi di Paul fissano il risultato sul 148-143 finale.

    Prove mostruose per Bryant (37 punti e 14 rimbalzi) e Durant (34 punti) autentici trascinatori della squadra dell’Ovest. In ombra il chiacchieratissimo Carmelo Anthony (solo 8 punti), dalla panchina bene Gasol e Wstbrook autori rispettivamente di 17 e 12 punti. Per la squadra dell’est bene James con una abbondante tripla doppia da 29 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, 29 punti anche per Stoudemire, Wade solo 14 punti per il problema alla caviglia che lo ha costretto a stare fuori per il secondo tempo, mentre Howard si ferma solo a 5 punti. Alla fine l’M.V.P. è Kobe Bryant, e non solo perchè si giocava nella sua Los Angeles, ma perchè ha dato dimostrazione che se gioca a determinati livelli il migliore resta sempre lui, nonostante l’età e nonostante gli acciacchi!

    WESTERN CONFERENCE – Anthony 8, Durant 34, Duncan 2, Bryant 37, Paul 10; Gasol 17, Williams 5, Nowitzki 6, Ginobili 7, Griffin 8, Love 2, Westbrook 12. All.: Popovich.

    EASTERN CONFERENCE – James 29, Stoudemire 29, Howard 5, Rose 11, Wade 14; Pierce 6, Rondo 6, Garnett 4, Allen 12, Bosh 14, Horford 2, Johnson 11. All.: Rivers.

    GUARDA GLI HIGHLIGHTS :

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  • NBA: Stoudemire trascina i Knicks, vince Miami, bene i Celtics

    NBA: Stoudemire trascina i Knicks, vince Miami, bene i Celtics

    4 le partite giocate in NBA disputate tutte nel primo pomeriggio per lasciare spazio in serata al Super Bowl NFL.

    Amar’è Stoudemire trascina i Knicks al successo sui Sixers con una superba prova da 41 punti. Bene anche Landry Fields con una doppia doppia da 25 punti e 10 rimbalzi, 10 punti in 32 minuti invece per il nostro Danilo Gallinari. Philadelphia prova a restare in partita grazie ai 28 punti di Brand, ma alla fine deve cedere il passo per 117-103.

    Continua il periodo positivo per i Pacers dopo il cambio di allenatore: battuti i Nets con una grande prova di squadra (6 uomini in doppia cifra), mentre New Jersey ha in Lopez ed Harris (13 punti a testa) gli unici giocatori a non arrendersi. Finale 105-86, Indiana si porta in zona playoff.

    Vince anche Miami (97-79) che resiste all’assalto di Blake Griffin e compagni: a guidare la formazione della Florida ci pensa Dwyane Wade con 28 punti, 8 rimbalzi ed 8 assist. Los Angeles, ancora priva di Gordon, ha in Griffin il top scorer con 21 punti e 16 rimbalzi.

    Successo strameritato per Boston che con un gran secondo tempo schianta i rivali dei Magic per 91-80. Howard nel primo tempo (22 dei suoi 28 punti totali) prova a tenere botta agli attacchi dei Celtics, ma scompare lentamente nel secondo tempo, quando i lunghi di Boston e Rajon Rondo salgono in cattedra: per il playmaker la palma di migliore in campo con 26 punti e 7 assist. Orlando paga l’orrendo 3/24 da 3 punti, 91-80 il finale per i biancoverdi.

  • All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    Sono ufficiali le formazioni che giocheranno l’All Star Game NBA tra qualche giorno a Los Angeles. Dopo l’elezione tramite voto popolare dei quintetti di partenza dell’Est e dell’Ovest (leggi l’articolo), sono stati gli allenatori a completare i roster con le 7 riserve.

    Purtroppo non hanno trovato spazio tra gli uomini che entreranno dalla panchina nessuno dei nostri connazionali, nè Andrea Bargnani, nè Danilo Gallinari, nè Marco Belinelli, che assisteranno alla manifestazione solo da semplici spettatori.

    le riserve della squadra della Eastern Conference saranno Joe Johnson ed Al Horford degli Atlanta Hawks, Chris Bosh dei Miami Heat (che completa il trio visto che James e Wade partiranno titolari) e i fantastici 4 dei Boston Celtics ovvero Rajon Rondo, Paul Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett che arriva alla sua 14 esima convocazione per la partita delle Stelle e raggiunge i miti Jerry West e Karl Malone nonchè il suo attuale compagno ai Celtics Shaquille O’Neal, l’unico dello starting five biancoverde ad essere rimasto fuori. Boston inoltre avrà anche l’allenatore della squadra dell’est, coach Doc Rivers che ormai può annoverare il miglio record nella Conference prima della pausa per la manifestazione, irraggiungibile sia dai Bulls che dagli Heat.

    Nella Western Conference invece avremo come cambi il duo Spurs (quindi fidato per Popovich) Duncan-Ginobili, poi prenderanno parte anche Russell Westbrook (Thunder), Dirk Nowitzki (Mavericks), Pau Gasol (Lakers), Deron Williams (Jazz) e Blake Griffin dei Clippers, spettacolare ala grande che nel suo primo anno da rookie sta facendo meraviglie a non finire! Un solo dubbio in questa formazione, visto che ancora non è stato rimpiazzato Yao Ming, inabile per infortunio, anche se nel ruolo di centro potrebbe essere spostato Gasol dalla panchina ed il suo posto a sedere sarebbe preso (secondo indiscrezioni dell’ultima ora) da Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, miglior rimbalzista del campionato.

    Questo il quadro completo dei convocati:

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: Doc Rivers, Boston

    Panchina: Kevin Garnett, Ray Allen, Paul Pierce, Rajon Rondo (Boston), Chris Bosh (Miami), Al Horford, Joe Johnson (Atlanta)

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Panchina: Tim Duncan, Manu Ginobili (San Antonio), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Dirk Nowitzki (Dallas), Deron Williams (Utah), Russell Westbrook (Oklahoma City), Blake Griffin (Los Angeles Clippers)

    Unica variazione sarà la sostituzione di Yao (centro titolare dell’Ovest) con Kevin love, come già detto, in pole position.

  • NBA: I quintetti dell’All Star Game

    NBA: I quintetti dell’All Star Game

    Si sono chiuse le votazioni per stabilire i 2 quintetti di partenza dell’All Star game di Los Angeles (in programma dal 18 al 20 febbraio).

    La prima cosa che risalta agli occhi è la presenza, come centro ad Ovest, di Yao Ming, alle prese con l’ennesimo infortunio al piede (che potrebbe mettere a serio rischio la sua carriera NBA). Nonostante il problema fisico del cinese i votanti hanno voluto lo stesso esprimere all’asiatico la loro preferenza. Yao comunque sarà costretto per forza di cose a rinunciare e molto probabilmente il suo sostituto sarà Andrew Bynum dei lakers (tra l’altro secondo nella classifica dei centri della Western Conference.

    Da premettere che il giocatore più votato è stato Kobe Bryant (con 2 milioni e 380 mila voti, seguito da un trio della Florida: Howard dei Magic (2 milioni e 100 mila), James (2 milioni e 53 mila) e Wade (2 milioni e 48 mila voti) degli Heat.

    Per completezza riportiamo i 2 quintetti iniziali (ovviamente al momento includiamo Yao Ming visto che non si conosce ancora il nome del giocatore che gli subentrerà). Ricordiamo che le riserve della gara delle “Stelle” vengono definite dagli allenatori: al momento si sa che il coach Western sarà Popovich (inarrivabile il record Spurs da parte dei Lakers di Jackson che comunque avendo allenato lo scorso anno sarebbe impedito), mentre a giocarsi quello della Eastern ci sono in corsa Rivers (Celtics) e Spoelstra (Heat).

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: da definire

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Questo invece l’elenco completo dei voti ricevuti dai giocatori delle 2 Conference:

    EASTERN CONFERENCE

    Forwards: LeBron James (Mia) 2,053,011; Amar’e Stoudemire (NYK) 1,674,995; Kevin Garnett (Bos) 1,407,601; Paul Pierce (Bos) 804,838; Chris Bosh (Mia) 571,734; Carlos Boozer (Chi) 504,610; Danilo Gallinari (NYK) 390,658; Josh Smith (Atl) 387,843; Luol Deng (Chi) 291,118; Danny Granger (Ind) 279,522.

    Guards: Dwyane Wade (Mia) 2,048,175; Derrick Rose (Chi) 1,914,996; Rajon Rondo (Bos) 1,587,297; Ray Allen (Bos) 890,951; Raymond Felton (NYK) 397,301; John Wall (Was) 337,368; Gilbert Arenas (Orl) 312,903; Brandon Jennings (Mil) 301,225; Jamal Crawford (Atl) 246,130, Joe Johnson (Atl) 224,571.

    Centers: Dwight Howard (Orl) 2,099,204; Shaquille O’Neal (Bos) 906,284; Joakim Noah (Chi) 432,127; Andrew Bogut (Mil) 301,896; Al Horford (Atl) 287,083; Roy Hibbert (Ind) 250,614; Andrea Bargnani (Tor) 215,123; Brook Lopez (NJ) 166,844; JaVale McGee (Was) 146,474; Ben Wallace (Det) 113,443.

    WESTERN CONFERENCE

    Forwards: Kevin Durant (OKC) 1,736,728; Carmelo Anthony (Den) 1,299,849; Pau Gasol (LAL) 1,100,772; Blake Griffin (LAC) 1,033,646; Tim Duncan (SA) 839,599; Dirk Nowitzki (Dal) 785,120; Lamar Odom (LAL) 529,854; Kevin Love (Min) 492,173; Luis Scola (Hou) 411,576; Rudy Gay (Mem) 284,021.

    Guards: Kobe Bryant (LAL) 2,380,016; Chris Paul (NOH) 1,281,591; Manu Ginobili (SA) 748,840; Steve Nash (Pho) 718,934; Russell Westbrook (OKC) 660,244; Deron Williams (Utah) 657,806; Tony Parker (SA) 436,958; Jason Kidd (Dal) 394,793; Monta Ellis (GSW) 390,237; Vince Carter (Pho) 353,143.

    Centers: Yao Ming (Hou) 1,146,426; Andrew Bynum (LAL) 974,546; Nene (Den) 599,048; Marc Gasol (Mem) 524,932; Emeka Okafor (NOH) 435,218; Brendan Haywood (Dal) 352,811; Marcus Camby (Por) 279,026; Chris Kaman (LAC) 196,268; Andris Biedrins (GSW) 175,547; DeMarcus Cousins (Sac) 152,976.

  • New York Knicks miniera d’oro per la NBA!

    New York Knicks miniera d’oro per la NBA!

    I New York Knicks, squadra in cui milita Danilo Gallinari, sono la squadra che ha più valore in NBA.
    Superati nell’ultimo anno i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant.
    La franchigia della “Grande Mela” ora ha un valore superiore a tutte le altre 29 squadre (anche se c’è da dire che dei 30 team che fanno parte del massimo campionato mondiale di basket, ben 17 sono in crisi finanziaria): secondo il magazine “Forbes”, i Knicks hanno soffiato il primato ai Los Angeles Lakers visto che un anno fa erano stimati (come valore assoluto) in 586 milioni di dollari. Ora hanno toccato quota 655 milioni con un incremento del 12% sul valore. Il balzo in avanti della squadra, si spiega con l’aumento del prezzo dei biglietti e l’incremento delle sponsorizzazioni al Madison Square Garden (cose che si spiegano soprattutto con l’ingaggio della stella Amar’è Stoudemire in Estate che ha portato più visibilità e sponsor al team essendo uno dei top player della Lega). Anche i Lakers hanno fatto un piccolo passo in avanti (da 603 milioni a 643) ma la crescita non è stata sufficiente per mantenere il primato.

    Il terzo gradino del podio è occupato dai Chicago Bulls (stimati in un valore di 511 milioni), seguiti da Boston Celtics (452), Houston Rockets (443) e Dallas Mavericks (438).

  • NBA: Torna Gallinari ma Knicks KO, cade Utah, bene i Bulls

    NBA: Torna Gallinari ma Knicks KO, cade Utah, bene i Bulls

    Nel giorno dedicato alla memoria di Martin Luther King si sono giocate le prime 3 partite (sulle 13 previste) in programma nel calendario NBA.

    Il rientro di Danilo Gallinari dopo l’infortunio non basta ai Knicks che perdono sul parquet amico battuti dai Phoenix Suns, ex squadra di Amar’è Stoudemire. Iniziano (almeno così sembra) ad oliarsi gli automatismi ed i meccanismi per la squadra dell’Arizona dopo la mega trade con i Magic: Carter torna su alti livelli con una doppia doppia da 29 punti e 12 rimbalzi (5/8 da 3 punti per lui) e sfonda quota 20000 punti in carriera, ben aiutato in primis da Hill che chiude con 25 punti, poi dal solito Nash che abbina 15 punti ed 11 assist ed infine dal duo Frye (18 punti) Lopez (12 punti). Ai Knicks non basta uno Stoudemire formato super con 41 punti, Chandler da 23 punti e Gallinari da 17.

    La gran difesa di Chicago è insormontabile per i Grizzlies che devono arrendersi a Rose e compagni: il playmaker dei Bulls segna 22 punti con 10 rimbalzi e 12 assist per una sontuosa tripla doppia, Korver deposita nel canestro avversario 22 punti con 6 “bombe”, Deng risulta immarcabile con 28 punti a referto. Memphis trova in Randolph (21 punti e 13 rimbalzi) e Mayo (15 punti) gli unici ad opporre resistenza ma la squadra viene tradita dalla pochezza di Gay che segna solo 9 punti con un inguardabile 1/10 dal campo.

    Cadono i Jazz a Washington sotto i colpi del trio Wall (19 punti e 15 assist) Young (ormai non solo più una sorpresa, autore di 25 punti) e Blatche (21 punti ed 11 rimbalzi). Bene anche Lewis con i suoi 13 punti ed 8 rimbalzi, a tradire Utah la serata storta di Kirilenko e Millsap alla quale non riesce a sopperire il duo Williams (28 punti ed 11 assist) Jefferson (25 punti e 10 rimbalzi). Washington continua ad andare molto bene in casa dove ha ottenuto finora tutte le vittorie stagionali, urge trovare una soluzione in trasferta dove rimane l’unica squadra ancora a quota 0 nei successi esterni.

    Risultati NBA 17 gennaio 2011

    New York Knicks-Phoenix Suns 121-129
    N.Y.
    Stoudemire 41, Chandler 23, Gallinari 17
    Pho Carter 29, Hill 25, Frye 18

    Memphis Grizzlies-Chicago Bulls 84-96
    Mem
    Randolph 21, Mayo 15, Gasol 12
    Chi Deng 28, Rose 22, Korver 22

    Washington Wizards-Utah Jazz 108-101
    Was
    Young 25, Blatche 21, Wall 19
    Uta Williams 28, Jefferson 25, Millsap 11

  • NBA: Lakers KO a Chicago, Karl a 1000 vittorie contro Bargnani

    NBA: Lakers KO a Chicago, Karl a 1000 vittorie contro Bargnani

    11 le partite disputate nella notte NBA.

    A Toronto George Karl si prende la vittoria numero 1000 della sua carriera.
    Domati i Raptors di Andrea Bargnani (24 punti), che con i 74 punti subiti nel primo tempo scrivono il record negativo per la franchigia canadese. Ben 4 giocatori Raptors sopra i 20 punti (già detto del “Mago” poi ci sono Weems con 21, Kleiza con 26 e 12 rimbalzi e Barbosa con 22) ma non bastano a superare i Nuggets che pur privi di Anthony hanno in Harrington il top scorer della serata (31 punti partendo dalla panchina). Toronto in crisi nera al quarto KO di fila.

    Indiana batte Charlotte grazie a 6 uomini in doppia cifra tra i quali spiccano Granger (18 punti), Rush (16 con 4/8 da 3), Dunleavy (15) e la doppia doppia di Hibbert da 13 punti e 14 rimbalzi. Unica nota positiva per gli ospiti la prestazione di Wallace da 26 punti e 13 rimbalzi.

    Settima vittoria consecutiva per i Knicks di Gallinari (16 punti per lui) trascinati dal solito Stoudemire ancora una volta sopra i 30 punti realizzati (36 e 10 rimbalzi con il neo di ben 11 palle perse). New York è la prima squadra ad aver vinto 10 partite fuori casa quest’anno (contro i Wizards ottava consecutiva) ed è la migliore in trasferta di tutta la Lega. I Wizards si reggono sui 20 punti di Arenas e sulla doppia doppia di McGee (10 punti e 10 rimbalzi) ma alla fine devono cedere il passo.

    Uno strepitoso Derrick Rose da 29 punti e 9 assist trascina i Bulls al successo sui Lakers dopo un brutto avvio di partita. Nel quarto periodo Los Angeles ha 13 punti di svantaggio ma arriva a ridosso degli avversari fino a quando Rose non chiude la pratica a 25 secondi dalla fine. Bryant è il top scorer degli ospiti con 23 punti (ma con 23 tiri presi), Gasol ne firma 21 ed Odom 18 ma è la panchina dei gialloviola a non dare segni di vita. Chicago allunga la striscia vincente a 4 partite.

    Kevin Love porta il sesto successo stagionale ai Timberwolves con una prova da 27 punti e 18 rimbalzi contro Detroit. E’ dai tempi di Rodman che non si trovava una macchina da rimbalzi come lo è ora Love, con l’aggiunta che Rodman non segnava molti punti, il numero 42 di Minnesota spesso e volentieri invece scollina oltre il ventello. Bene anche Milicic che finalmente dopo aver girovagato per tutta la Lega (dopo che proprio i Pistons lo scelsero come secondo assoluto, dietro al solo LeBron James, nel draft del 2003) ha trovato la sua dimensione (11 punti, 5 rimbalzi e 7 stoppate). A Detroit non bastano i 26 punti di un redivivo Hamilton (bene anche il rookie Monroe, lanciato come starter, con 8 punti e 15 rimbalzi).

    Nona vittoria in trasferta per i Thunder (che fuori casa sono secondi solo ai Knicks) grazie ai 29 punti e 10 assist di Westbrook ed ai 25 punti di Durant. Gli Hornets hanno in West il miglior realizzatore con 24 punti e 13 rimbalzi, avrebbero la possibilità di impattare il match nel finale ma 2 triple sbagliate da Belinelli (15 punti) sono fatali alla franchigia della Louisiana. Paul molto in difficoltà contro il dirimpettaio Westbrook mette a segno 18 punti.

    Milwaukee batte Houston grazie ad un Bogut da All Star Game: il centro dei Bucks mette a referto 24 punti con 22 rimbalzi e 5 stoppate. Agli ospiti non bastano i 23 punti di Martin.

    San Antonio, provata la leadership della NBA, non ha più intenzione di mollarla. Battuti anche gli Hawks grazie a 6 uomini in doppia cifra (Ginobili e Jefferson 18, Parker 17, Blair ed Hill 16, Duncan 12), mentre Crawford con 23 punti è il top scorer di Atlanta.

    Portland espugna Phoenix e si prende l’ottavo posto disponibile per la post season scavalcando proprio i Suns. Roy segna 26 punti, Aldridge ne aggiunge 23, Matthews 16 e Camby combina per 16 punti e 18 rimbalzi. Phoenix ha in Nash il leader in punti con 24, ma paga l’ennesima serata storta di Jason Richardson (8 punti, 2/9 dal campo).

    Quarta sconfitta di fila per i Magic che cadono a Salt Lake City al cospetto di uno scatenato Deron Williams da 32 punti e 9 assist. Bena anche Miles che si sta rivelando uno dei migliori sesti uomini dell’anno (26 punti in soli 21 minuti di gioco), mentre ai Magic non bastano i 19 punti (e 10 assist) di Nelson, i 14 (e 12 rimbalzi) di Howard ed i 18 di Bass.

    Settimo successo in fila per gli Heat che forse hanno trovato la giusta chimica di squadra. Wade quasi da tripla doppia con 34 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, James lo imita con 25 punti, 7 rimbalzi e 9 assist, mentre Bosh firma 16 punti. Ai Warriors, privi di Curry, non servono i 20 punti di Monta Ellis. Con la sconfitta di Orlando ora è Miami a prendersi la testa della Southeast Division ed a lanciarsi all’inseguimento dei Celtics.

    Risultati NBA del 10 dicembre 2010

    Toronto Raptors-Denver Nuggets 116-123
    Tor Kleiza 26, Bargnani 24, Barbosa 22
    Den Harrington 31, Nenè 26, Billups 21

    Indiana Pacers-Charlotte Bobcats 100-92
    Ind Granger 18, Rush 16, Dunleavy 15
    Cha Wallace 26, Jackson 15, Mohammed 13

    Washington Wizards-New York Knicks 95-101
    Was Arenas 20, Young 17, Blatche 16
    N.Y. Stoudemire 36, Gallinari 16, Chandler 16

    Chicago Bulls-Los Angeles Lakers 88-84
    Chi Rose 29, Deng 14, Korver 13
    Lak Bryant 23, Gasol 21, Odom 18

    Minnesota Timberwolves-Detroit Pistons 109-99
    Min Love 27, Ridnour 20, Beasley 12
    Det Hamilton 26, Stuckey 19, Prince 10

    New Orleans Hornets-Oklahoma City Thunder 92-97
    N.O. West 24, Paul 18, Belinelli 15
    Okl Westbrook 29, Durant 25, Ibaka 18

    Milwaukee Bucks-Houston Rockets 97-91
    Mil Bogut 24, Jennings 19, Salmons 17
    Hou Martin 23, Lee 16, Lowry 11

    San Antonio Spurs-Atlanta Hawks 108-92
    S.A. Ginobili 18, Jefferson 18, Parker 17
    Atl Jamal Crawford 23, Horford 19, Smith 15, Williams 15

    Phoenix Suns-Portland Trail Blazers 94-101
    Pho Nash 24, Hill 17, Warrick 14
    Por Roy 26, Aldridge 23, Camby 16, Matthews 16

    Utah Jazz-Orlando Magic 117-105
    Uta Williams 32, Miles 26, Millsap 22
    Orl Nelson 19, Bass 18, Carter 17

    Golden State Warriors-Miami Heat 84-106
    G.S. Ellis 20, Lee 13, Williams 13
    Mia Wade 34, James 25, Bosh 16

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