Tag: Alexandre Pato

  • Verso Milan – Chievo, Allegri svuota l’infermeria

    Verso Milan – Chievo, Allegri svuota l’infermeria

    E’ il Milan ad aprire la settima giornata del campionato di serie A dopo la sosta per le Nazionali. In vista del big match contro il Real Madrid di Mourinho al Bernabeu di martedì sera Allegri può esser contento per aver recuperato praticamente tutti i giocatori in organico.

    Ottime notizie anche da Pato cresciuto di condizione con la maglia del Brasile e pronto, finalmente, a deliziare i rossoneri in tandem con Ibrahimovic in attacco. L’ex tecnico del Cagliari inisisterà ancora con Ronaldinho come vertice alto del rombo lasciando a Pato e Ibra la possibilità di dividersi l’area di rigore. L’unico dubbio dovrebbe esser sugli esterni bassi con Bonera, Zambrotta e Antonini a contendersi due maglie.

    Qualche problema per Pioli che oltre a Luciano dovrà rinunciara a Morero e Sardo, Moscardelli sarà il partner d’attacco di Pellissier mentre a centrocampo Fernandes dovrebbe spuntarla su Bentivoglio.
    PROBABILI FORMAZIONI
    Milan (4-3-3):
    Abbiati; Bonera, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Gattuso, Pirlo, Seedorf; Pato, Ibrahimovic, Ronaldinho.
    A disposizione: Amelia, Zambrotta, Yepes, Boateng, Ambrosini, Inzaghi, Robinho. All. Allegri
    Squalificati: nessuno
    Indisponibili: nessuno
    Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Andreolli, Cesar, Mantovani; Fernandes, Rigoni, Marcolini; Bogliacino; Pellissier, Moscardelli. All. Pioli
    A disposizione: Squizzi, Mandelli, Jokic, Constant, Bentivoglio, Thereau, Granoche
    Squalificati: nessuno
    Indisponibili: Luciano, Guana, Morero, De Paula, Sardo

  • Pato segna, Robinho inventa. Allegri può sorridere

    Pato segna, Robinho inventa. Allegri può sorridere

    Pato e Robinho crescono di partita in partita e lasciano ben sperare per il ritorno al Milan dopo il doppio confronto amichevole che li ha visti protagonisti con il Brasile. Il Papero dimostra ancora una volta il suo feeling con il gol segnando la seconda rete consecutiva e dimostrando di aver messo alle spalle i problemi fisici, Robihno molto utilizzato da Allegri e da sempre punto di riferimento per la Selecao ha dimostrato una migliore condizione fisica fornendo due assist e tanti spunti di ottima fattura.

    Buone notizie dunque per Massimiliano Allegri e per il Milan sempre alla ricerca della quadratura del cerchio e di evitare l’Ibradipendenza.

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  • Il Brasile supera l’Iran, segna Pato bene Robinho

    Il Brasile supera l’Iran, segna Pato bene Robinho

    Buone indicazioni per Menezes dall’amichevole di Abu Dhabi, il Brasile supera facilmente l’Iran grazie alle reti di Dani Alves, Pato e Nilmar. Buone le prove dei rossoneri Pato, apparso in buona condizione nonostante venisse da un infortunio e Robinho sempre positivo in Nazionale e protagonista nel primo tempo con un pregevole tiro stampatosi sulla traversa.

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  • Milan, si svuota l’infermeria. Bonera è pronto, Pato quasi

    Milan, si svuota l’infermeria. Bonera è pronto, Pato quasi

    La zampata di Ibrahimovic ha regalato tre punti importanti al Milan in campionato ma ha riportato un pò di tranquillità nell’entourage rossonero partito questa mattina alla volta di Amsterdam dove domani sera affronterà Ajax nel secondo turno della fase a gironi di Champions League.

    Buone notizie per Allegri che oltre ad aver trovato un minimo equilibrio in campo svuota quasi completamente l’infermeria. Bonera è partito con la squadra per l’Olanda e domani potrebbe tornare utile sull’out di destro ma ad entusiasmare il popolo rossonero è il completo recupero di Pato arruolabile già per il match contro il Parma in programma sabato nell’anticipo della sesta giornata.

    Per la formazioni di domani dovrebbero tornare tra i titolari Zambrotta e Seedorf. L’unico dubbio per Allegri è se confermare Robinho nel tridente d’attacco dando un turno di riposo a Boateng, oppure schierare il ghanese per un undici più coperto. A centrocampo confermatissimo Gattuso dopo l’ottima prestazione contro il Genoa.

  • Pato e Ambrosini out 3 settimane. Allegri lancia Robinho e Boateng

    Costa caro la vittoria in Champions League al Milan contro l’Auxerre. Il giorno dopo, mentre tutti si godono la prima doppietta dell’Ibra rossonero il bollettino medico toglie ad Allegri due giocatori importanti per le prossime tre settimane.

    Capitan Ambrosini uscito dopo appena dieci minuti del match contro i francesi ha riportato una distrazione capsulare del ginocchio sinistro, senza rotture legamentose. Il periodo di recupero è valutabile in circa tre settimane. Anche il Papero rossonero sarà costretto a fermarsi per tre settimane per nuovi problemi fisici che confermano la fragilità del suo fisico. Gli esami su Pato hanno evidenziato una piccola distrazione di alcune fibre del lungo adduttore gamba sinistra. Pato dovrà osservare un periodo di recupero funzionale di 2/3 settimane.

    Tegola per Allegri che in un periodo in cui la squadra deve cercare la giusta amalgama per superare gli ancora evidenti problemi in fase di copertura e recupero palla. Come sostituti, comunque, potrà contare sull’apporto del ghanese Kevin Prince Boateng disimpegnatosi alla grande ieri al posto di Ambrosini e determinante per il primo gol rossonero. In attacco potrebbe partire titolare Robinho, anche se la difficoltà del brasiliano di entrare negli schemi del Milan potrebbe rilanciare Pippo Inzaghi permettendo ad Ibra di spaziare per tutto il fronte d’attacco.

  • Serie A: Il Milan inciampa sul Cesena [analisi+pagelle]

    Serie A: Il Milan inciampa sul Cesena [analisi+pagelle]

    E’ la vecchia storia di Davide che batte Golia: il Cesena supera il Milan due a zero. La “fionda” di Ficcadenti viene traslata dalla Bibbia nelle veloci ripartenze bianconere già ammirate all’Olimpico contro la Roma. In barba alle prime scintille della dinamite offensiva rossonera che con una conclusione a giro di Ronaldinho impensierisce Antonioli, bravo a disinnescare, i romagnoli impiegano una decina di minuti a riprendere confidenza con la Serie A, lasciata diciannove anni or sono contro quello stesso Milan.

    Allora c’era Van Basten, oggi c’è Ibrahimovic: a voi le conclusioni in materia di raffronto. Al Cesena, invece, quelle dirette verso la porta presidiata da Abbiati: due tiri e altrettanti gol. Pur trattandosi della stessa arte per gli sconfitti è sfortuna, per i vincitori è cinismo. Trentunesimo e quarantaduesimo della prima frazione di gioco i minuti del delitto: prima Bogdani stordisce il “Diavolo” con una capocciata e poi Giaccherini lo affossa in contropiede rispedendolo all’inferno.

    E’ notte fonda per il Milan al quale viene per giunta annullato un gol, molto dubbio per la verità l’offside fischiato a Pato. Il secondo tempo ostenta un Cesena che resiste agli urti e imbastisce ripartenze a gogo’, il Milan ci prova con le sue trame ma i ritmi bassi mandano in panne il cervello. Nel finale Ibra fallisce un “generoso” rigore, ennesima prova che questa sera la sorte ha baciato la fronte del “piccolo” Cesena, voltando le spalle al gigante spocchioso.

    Era una di quelle giornate in cui va tutto storto. Come non c’era da esaltarsi dopo la scorpacciata di gol contro il Lecce, altresì non c’è da deprimersi a fronte della disfatta odierna. Il Milan non ha sottovalutato l’avversario, anzi. Il tallone d’Achille scoperto è rintracciabile nell’eccedenza di frenesia: tutti all’arrembaggio, tutti alla ricerca della giocata, troppi mastri e pochi operai. Considerando le cinque stelle offensive annoverate dal Milan, l’ultimo uomo sulla faccia della terra che mi sarei aspettato facesse la prima punta era Gennaro Ivan Gattuso. Addirittura Ibra e Pato si defilavano a turno sulla fascia per aprire gli spazi, e di chi? L’uomo che al posto dei piedi monta due ferri da stiro! Con Pirlo decisamente sottotono si stenta come al solito, ma niente paura ci sono Ronaldinho e Ibra a macinare gioco, no? Ebbene, stasera abbiamo capito che tre cervelli sono inutili se non c’è una testa comune che li ospita. Ronaldinho è stato addirittura limitato dai ritorni a riva dello svedese in cerca del pallone. Il “genio” ha stravolto l’assetto del Milan ed, almeno per stasera, è stato un male. Per Pato numeri e dribling, nella propria trequarti però, troppo lontano dalla porta poiché intento a coprire le partite offensive di “Gattuso” in una messa in scena del teatro dell’assurdo. Altro che capovolgimento di ruoli, stasera il campione del mondo sembrava un elettricista che voleva riparare una perdita d’acqua. Naturalmente, oltre ad essere inconcludente in avanti, lasciando scoperto l’uscio, ha consegnato al Cesena l’unica chiave della retroguardia rossonera: il contropiede.

    Ad Allegri l’onere di porre fine ad eventuali crisi d’identità e di trovare un nuovo ed efficace assetto, implementato dall’approdo del duo Ibra-Robinho, e capace di far coesistere le virtù individuali di ogni fuoriclasse assurgendo all’ideale di collettivo: e guai a chi dice che gli allenatori guadagnano troppo. Fronte opposto, i romagnoli sono riusciti ad emulare il modello teutonico ostentato da Loew durante la recente rassegna mondiale. In fase di non possesso il Cesena era più intricato da districare di un cubo di Rubik.

    Davanti, al pari dei rossoneri, reggeva un coraggioso tridente composto dal baluardo Bogdani e dalle frecce Giaccherini e Schelotto, micidiali nel conferire profondità alla squadra. Vittoria meritata per il Cesena. Sconfitta meritata per “gli altri” in campo. E sì, perché stasera erano undici giocatori non il Milan, nè tantomeno una squadra degna di questo nome. Senza Nesta e con una morfologia ancora da definire, se proprio si doveva  perdere, è stato un bene che la sconfitta sia arrivata oggi. Dalla prossima gara in poi, vietato sbagliare!

    MILAN

    Abbiati 6: Incolpevole su entrambi i gol, evita il tre a zero.

    Bonera 5,5: Nella prima frazione fa buona guardia sulla fascia, nella ripresa viene impiegato da centrale e perde la bussola.

    Papastathopoulos 4,5: Su un gol e mezzo del Cesena è l’indiziato numero uno. Prima prova ad anticipare in gamba tesa Bogdani fallendo miseramente, poi innesca il contropiede romagnolo e per giunta si perde l’inserimento di Giaccherini. Fossimo stati al Giro d’Italia la maglia nera non gliel’avrebbe tolta nessuno.

    Thiago Silva 6: Unica sufficienza in difesa per il Milan, il che è tutto un dire. Gli manca Nesta e prova a dedicargli un gol, ma la mira lo tradisce come i compagni di reparto. Nella ripresa esce per “l’anonimo” Abate (5,5).

    Antonini 5,5: Qualche scorribanda in attacco e qualche leggerezza in difesa. Non basta per la sufficienza.

    Gattuso 5: A trent’anni decide di cambiare ruolo. Il Milan quest’anno ha speso quarantatre milioni per potenziare il parco attaccanti, poteva dirlo anche prima di nutrire mire offensive. In linea d’aria gioca davanti ad Ibrahimovic ed è più un fastidio che un risolutore per noti limiti tecnici. Lascia i compagni in balia delle ripartenze avversarie: roba che neanche i mocciosi all’oratorio del “voglio segnare io”.

    Pirlo 5,5: Questa sera ha illuminato meno di un accendino.

    Ambrosini 5,5: A tamponare tampona. Il problema è che non disinfetta e il Milan prende due infezioni: Giaccherini e Bogdani.

    Pato 6,5: Pronti-via si becca il cazziatone di Ibra per un passaggio sbagliato, tuttavia risale in fretta la china. Stasera era proprio in forma, purtroppo ad un attaccante non basta se i compagni non ti assistono. Spina nel fianco destro del Cesena, dà anche una mano dietro dove si disimpegna con giocate che vorremmo vedere in zone di campo un po’ più calde. E’ l’anno dell’esplosione, sarà per la prossima…

    Ibrahimovic 5,5: Ha completamente mutato il Milan che può contare su un ulteriore fonte di gioco, magari sarebbe gradevole vederlo più vicino alla porta. Si rende autore di giocate apprezzabili, ma abbisogna ancora di tempo per inserisi a pieno regime nei meccanismi del Milan. Il rigore sbagliato nega la sufficienza ad una sufficiente prova.

    Ronaldinho 4,5: Comincia sfiorando il gol, poi viene segnalato tra i desaparecidos. La dinamicità di Ibra gli sottrae spazi fungendo da criptonite. Dovrebbe schiodarsi dalla fascia ogni tanto, il campo è grande. Lascia il posto ad un intrapendente Robinho (6). Non ha una precisa collocazione? Bene, lui lo trovi dappertutto. E che numeri…

    Inzaghi 6,5: E sempre lui. Sul filo del fuorigioco anima il Milan conferendo profondità alla manovra. Conquista il rigore confermandosi un grande jolly. E’ sempre lui, l’ultimo vero attaccante: Pippo Inzaghi.

    CESENA

    Antonioli 6,5: Grande intervento su Ronaldinho, una vera sicurezza. Tutto dipende: Vecchio? No, esperto.

    Ceccarelli 7,5: Ottimo prospetto. Per lui un assist e tanti spunti interessanti. Prodotto del vivaio, possiede un invidiabile bagaglio fisico.

    Von Bergen 6: Senza infamia e sanza lode.

    Pellegrino 6,5: Tiene in mano la difesa.

    Nagatomo 6,5: E’ una scheggia sulla fascia, davvero niente male.

    Appiah 6,5: Guida il centrocampo con autorità.

    Colucci 6,5: Fa filtro e innesca il contropiede.

    Parolo 7: Giovane assistito da una grande personalità. Annovera pregevoli qualità tecniche e le mette in mostra contro la sua squadra del cuore: il Milan. Magari Galliani e Braida, questa sera in tribuna, hanno segnato il suo nome sul taccuino. Diventerà qualcuno…

    Schelotto 6,5: Può essere la rivelazione del campionato.

    Bogdani 7: Autore del primo gol, tiene sù la squadra facendo a sportellate con la difesa rossonera.

    Giaccherini 7,5: E’ in assoluto il giocatore italiano che più ricorda Messi. Quando parte palla al piede non gliela toglie nessuno: un i-pod che suona R&R. Prandelli non può lasciarsi sfuggire un talento di questa portata. Venticinque anni, un piede-calamità e una velocità imbarazzante: queste le credenziali della nuova freccia all’arco azzurro.

  • Pato tra attacco a 4 punte e Debora Lyra

    Dopo una stagione costellata da tanti problemi fisici, la delusione mondiale e la separazione da Sthephany Brito Pato si è rituffato nel nuovo anno con buoni propositi galvanizzato dalla convocazione in Nazionale e dai nuovi acquisti del Milan in attacco.

    Il giovane carioca applaude le scelte della società ed è pronto ad aiutare in fase di non possesso la squadra per permettere ad Allegri di poter schierare contemporaneamente i 4 quattro fuoriclasse rossoneri.

    “Le decisioni le prende il tecnico ma credo che noi quattro siamo in grado di giocare insieme là davanti. Siamo in grado di dare una mano in fase difensiva e andare in gol”. “Dobbiamo essere felici di essere nel Milan – prosegue Pato – Siamo una grande squadra, siamo forti e dobbiamo fare del nostro meglio”

    Lo straordinario momento di Pato è frutto anche di un nuovo legame amoroso con la bella Debora Lyra. Il Papero rossonero è stato beccato insieme a Miss Brasile 2010 in giro per Venezia

    LA FOTOGALLERY DI DEBORA LYRA

  • Milan a forza 4 con il Lecce. Nel giorno di Ibra brilla la stella di Pato

    Milan a forza 4 con il Lecce. Nel giorno di Ibra brilla la stella di Pato

    Cronaca: Chi ha assistito alla partita e tifava Milan si è senza dubbio divertito. Dinanzi all’ineffabile classe dei rossoneri il Lecce non si è dimostrato altro che una vittima sacrificale sul altare di Ibrahimovic, sceso in campo nell’intervallo tra primo e secondo tempo per ricevere un caloroso benvenuto (e non bentornato, per la sottile differenza che passa tra venire e tornare). Prima di cedere il palcoscenico a Ibra il Milan spiega calcio: con un break a centrocampo i rossoneri recuperono palla, Pato in un fazzoletto di campo stoppa, tira fuori la squadretta e disegna un diagonale imprendibile. Il Milan passa in vantaggio. Pochi giri di lancette d’orologio e i rossoneri raddoppiano con Thiago Silva sugli sviluppi di un’azione da corner a dir poco convulsa. Il Lecce patisce soprattutto il fatto che i blasonati avversari non diano punti di riferimento grazie all’impianto di movimento istallato da Max Allegri al proprio team. La fattispecie della tesi appena avanzata è il tre a zero milanista: Ronaldinho apre col no-look-pass, Pato si infila, circumnaviga l’estremo difensore pugliese e appoggia in rete. Il secondo tempo ostenta un Milan ingordo nonostante i tre gol di vantaggio. E’ Inzaghi, subentrato ad un opaco Borriello, a marcare il definitivo quattro a zero.

    Considerazioni: “Quest’anno vinciamo noi”: ecco a voi le parole di Ibra ai 50.000 di San Siro. Vero è che il buon Zlatan si ritrova un naso alla Pinocchio, ma negli ultimi sette anni chi ha potuto fregiarsi della sua presenza in rosa ha poi puntualmente vinto il campionato. A suffragio del vaticinio di Ibra si sposa perfettamente la performance di un Milan in grande spolvero. Oltre alla super prestazione del golden boy Pato, chiamato quest’anno alla consacrazione definitiva, i rossoneri hanno potuto contare su un Ronaldinho stratosferico: rabone, no-look pass, elastici e chi più ne ha più ne metta. Funambolismi a parte, il numero ottanta rossonero ha impressionato soprattutto per la partecipazione alla fase di ripiego, addirittura abbiamo ammirato uno dai rari tackle che si sia mai concesso in carriera. Ad ottimizzare il rendimento dei due assi brasiliani hanno influito non poco le disposizione del neo tecnico Allegri, oggi al debutto in gara ufficiale: Ronaldinho non viene confinato sul esterno e libero gioca dove più gli conviene, così da mettere a frutto la propria vena fantasiosa sorprendendo sempre l’avversario. Lo stesso Pato appare tirato a lucido dalla guida Allegri, che valorizza i suoi tagli in profondità, vedi tre a zero. Le mezz’ale, alle quali Allegri dedica grande attenzione avendo giocato prorio in quel ruolo, alimentano l’azione rendendosi utili anche in fase offensiva. Per completezza di cronaca c’è da dire che il Lecce si è dimostrato davvero poca cosa. In difesa hanno giocato un ’90 e un ’92, contingenza che certifica lo stato di precarietà in cui versavano i pugliesi. Questo però, non vuole essere un ridimensionamento delle ambizioni scudetto perpetrate dai rossoneri. Anzi proprio l’innesto di Ibra potrebbe risultare determinante in tal senso, giacché Marco Borriello è stato l’unico rossonero a rendersi autore di una prestazione anonima, non solo questa sera ma anche in occasione dei matchs più importanti della scorsa annata: mi riferisco ai due derby, andata e ritorno, e agli ottavi di Champions contro il Manchester. Se il rendimento di Ibra dello scorso anno (29 presenze e 16 gol) è stato reputato scadente, figuriamoci quello di Borriello (37 presenze e 15 gol). La dissertazione è limpida, e la conclusione altrettanto: Borriello non è da Milan (titolare s’intende), Ibra sì. Certamente lo svedese soffre di “mal di Champions”, ma ha scelto la migliore clinica per curarsi: il Milan sette volte campione d’Europa. A supportarlo in questo volo pindarico dalle grandi orecchie potrebbe essere Robinho, indiziato colpo dell’ultima ora prospettato nientemeno che dal presidente Silvio Berlusconi che quest’anno ha deciso di appendere il Milan come manifesto elettorale (vi rimando a un mio vecchio articolo che ipotizza i motivi del cambio di rotta dirigenziale occorso alla società di via Turati). Ora più che mai c’è solo da temere al cospetto dei rossoneri, come scrisse Herbert Kilping, co-fondatore e primo capitano del Milan: “Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”. Cominciate a tremare, il Diavolo è tornato dall’inferno…

    Il tabellino:
    Milan (4-3-3): Abbiati 6; Bonera 6, Nesta 6.5, Thiago Silva 7, Antonini 6.5; Ambrosini 6.5 (26’st Gattuso sv), Pirlo 7.5, Seedorf 6; Pato 8.5 (31’st Boateng), Borriello 5.5 (15’st Inzaghi 7), Ronaldinho 8. A disposizione: Amelia, Papastathopoulos, Abate, Oduamadi. All.: Allegri.
    Lecce (4-3-2-1): Rosati 6; Donati 5.5, Sini 6, Ferrario 5.5, Giuliatto 4 (32′ Chevanton 5.5 (44’st Brivio sv)); Munari 5 (8’st Piatti 5), Giacomazzi 5, Großmuller 5.5; Mesbah 5; Corvia 5. A disposizione: Benassi, Reginiussen, Gustavo, Bergougnox, Bertolacci. All.: De Canio.
    Arbitro: Peruzzo di Schio
    Marcatori: 16′ e 28′ Pato, 22′ Thiago Silva, 45’st Inzaghi
    Ammoniti: Großmuller (L)
    Espulsi: nessuno
  • Milan: arriva Ibra, adesso so c…i Allegri

    Milan: arriva Ibra, adesso so c…i Allegri

    Ibra è sbarcato a Milano e questa sera a San Siro riceverà la standing ovation del popolo rossonero che vede in lui l’uomo decisivo per compiere il fatidico passo avanti e contrastare quindi gli odiati cugini interisti.

    Indubbiamente lo svedese è uno di quei giocatori che da solo può spostare l’ago della bilancia ma allo stesso tempo è uno restio al sacrifico e in al senso sarà fondamentale il lavoro di Allegri.

    Il tecnico rossonero dovrà trovare l’alchimia tattica giusta per far coesistere il tridente “champagne” (ribattezzato da Galliani) con Ronaldinho e Pato. Sarà importante il lavoro dei centrocampisti per non costringere la difesa a carichi di lavoro supplementari.

  • Coutinho folgora anche Menezes

    Il giovane Coutinho ha impressionato tutti sin dal suo debutto in maglia nerazzurra. Benitez vuol puntare su di lui per la prossima stagione e in Italia sono in molti a scommettere sul suo futuro.

    Che il giovane brasiliano debba esser un predestinato lo si capisce anche dall’inaspettata convocazione da parte di Menezes per il raduno del brasile a Barcellona dal 2 all’8 settembre. Insieme a Coutinho ci sono gli altri “italiani” Pato, Thiago Silva ed Hernanes.

    I 22 convocati:
    Portieri:
    Diego (Almeria), Gomes (Tottenham);

    Difensori: Andrè Santos (Fenerbahce), Dani Alves (Barcellona), Marcelo (Real Madrid), Rafael (Manchester United), Alex (Chelsea), David Luiz (Benfica), Henrique (Racing Santander), Thiago Silva (Milan);

    Centrocampisti: Carlos Eduardo (Hoffenheim), Douglas Costa (Shaktar Donetsk), Fernandinho (Shaktar Donetsk), Hernanes (Lazio), Lucas (Liverpool), Ramires (Chelsea), Sandro (Tottenham);

    Attaccanti: Alexandre Pato (Milan), Andrè (Dinamo Kiev), Hulk (Porto), Philippe Coutinho (Inter), Robinho (Manchester City).