Tag: alex ferguson

  • De Gea al Manchester, adesso è ufficiale

    De Gea al Manchester, adesso è ufficiale

    Il Manchester United di Alex Ferguson mette a segno il terzo colpo del suo mercato estivo assicurandosi le prestazioni del giovane e promettente David De Gea portiere dell’Atletico Madrid e fresco vincitore dell’Europeo Under 21 con la Roquita. Sostituire Van der Sar sarà un compito difficile ma lo spagnolo sembra aver le carte in regola per diventare uno dei migliori della nuova generazione dei portieri.

    David de Gea | © Michael Steele/Getty Images
    In Spagna lo chiamano Van De Gea proprio per il modo di disimpegnarsi in campo simile a quello del portierone olandese. “Mi sento orgoglioso e non vedo l’ora di iniziare a indossare questa maglia – ha dichiarato De Gea a Uefa.com -. Essere cercati da un club del blasone del Manchester United fa ovviamente molto piacere. L’interesse del club è per me uno stimolo ulteriore a lavorare duro. E’ un onore far parte di un club così importante e m impegnerò al massimo per mostrare le mie qualità” Nonostante i venti anni De Gea vanta già una grossa esperienza alle spalle avendo nel suo palamer due anni da titolare con la maglia dell’Atletico Madrid avendo oltretutto contribuito da protagonista alla vittoria dell’Europa League nella scorsa stagione. Ferguson per averlo ha staccato un assegno da 21 milioni di euro mentre il ragazzo si è legato al Manchestger per le prossime cinque stagioni.

  • Raphael Varane, Leo prova lo sgarbo a Mou e Ferguson

    Raphael Varane, Leo prova lo sgarbo a Mou e Ferguson

    La nomina di Leonardo ad amministratore delegato del Paris Saint Germain deve ancora esser ufficializzata eppure, secondo gli addetti ai lavori, il brasiliano è già attivissimo sul mercato. Il principe del Qatar Al Thani ha fretta di far diventare grande il suo giocattolo ed pronto ad aprire i cordoni della borsa per potersi sedere allo stesso tavolo e trattare con le big d’Europa.

    Raphael Varane | © Jacques Demarthon/Getty Images
    Il Psg sembra che sia sulle tracce dell’ivoriano della Juventus Sissoko, Leo vorrebbe poi provare a soffiare al Milan Ganso ed ha una corsia preferenziale per Lucas. Il nome nuovo accostato al Psg è quello di Raphael Varane, il difensore prodigio che ha conquistato la Francia tanto da venir paragonato a Laurent Blanc per capacità di star in campo ed eleganza. Il diciottenne Varane, nonostante la retrocessione del suo Lens ha entusiasmato la Ligue 1 tanto da conquistarsi la maglia dell’Under 21 e disputando 23 partite da titolare. A metter per primo gli occhi sul talentino è stato, come al solito, sir Alex Ferguson che ha subito presentato un’offerta di 10,5 milioni al Lens per strapparlo alla concorrenza. Il Real, invece, gioca sul fascino di Zidane sui giocatori transalpini e spinge sul ragazzo che ha già avuto modo di conoscere il centro sportivo dei Galattici e aver un contatto con Mourinho. Ovviamente ci sono anche gli occhi indiscreti di Lione, Bayern Monaco e dell’Arsenal sul ragazzo, Varane però pare voglia completare la sua maturazione in Francia e proprio su questo Leonardo pare voglia far leva per dar il primo dispiacere alle big d’Europa.

  • Juve, Conte vuole Nani

    Juve, Conte vuole Nani

    Trascorso il weekend che ha regalato una splendida finale di Champions vinta dal Barcellona e un’altrettanta finale di Coppa Italia andata all’Inter su un Palermo comunque meraviglioso, come di consuetudine il lunedì si riprendono tutti i contatti con agenti dei giocatori e dirigenti sportivi interrotti per il fine settimana.
    La Juventus in questo senso ha tante carne al fuoco: Aguero, Ribery, Tevez, Higuain, Benzema e Sanchez sono solo alcuni nomi della lista della spesa di Marotta. Ma il primo appuntamento che il dg ha in programma in agenda è quello con Sir Alex Ferguson per il portoghese Nani.

    L’esterno offensivo sarebbe stato richiesto da Conte in persona che lo preferisce a Franck Ribery, sia come estro che come età (Nani ha 3 anni in meno rispetto al francese). Il giocatore, in rotta con il suo allenatore che lo ha escluso anche dagli 11 titolari che hanno giocato la finale di Champions a Wembley, potrebbe lasciare il Manchester United in estate e la società bianconera non vuole farsi sfuggire questa opportunità.

    Il prezzo del cartellino è elevato ma più abbordabile rispetto agli altri obiettivi, inoltre pare che nella trattativa possa rientare Claudio Marchisio, fresco di rinnovo con la Juventus fino al 2016 ma deluso dagli ultimi acquisti e probabili arrivi della società proprio a centrocampo, il che potrebbe far riflettere il giovane nazionale a decidere di cambiare aria. Difficile che questo possa concretizzarsi ma nel calciomercato non c’è mai nulla di scontato.

  • Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Si rimane stregati, ammaliati di fronte a tanta bellezza, vieni catturato e proiettato in un’altra dimensione quando ammiri quegli 11 giocatori che corrono su un prato verde e indossano una maglia blaugrana. Stasera, domani, quando si vuole, possiamo affermare con convinzione e fermezza che questo Barcellona è il calcio. Non esistono più aggettivi per definire questo collettivo straordinariamente meraviglioso e, allo stesso tempo, ad oggi non esiste avversario capace di resistere ai Guardiola boys, neanche il Manchester United del leggendario maestro Sir Alex Ferguson che aveva un conto aperto con il Barça e una voglia matta di vendicare quella sconfitta patita nella finale del 2009 giocata a Roma quando furono ancora una volta i blaugrana a soffiargli la terza Champions della sua straordinaria carriera. Nella magnifica e suggestiva cornice di Wembley, il tempio del calcio, il Barcellona compie l’ennesimo capolavoro della sua storia, un altro ai danni dei Red Devils, alzando al cielo di Londra e mostrando al mondo intero la Champions League laureandosi per la quarta volta campione d’Europa.

    E’ il trionfo di Guardiola, alla sua seconda Champions vinta da allenatore, è il trionfo di Lionel Messi, capocannoniere di questa edizione con 11 reti messe a segno in 12 match disputati e che si appresta ad andare a vincere il suo terzo Pallone d’Oro in carriera, è il trionfo della Cantera catalana, ben 10 elementi provengono dal vivaio del club (Xavi, Puyol, Piquè, Busquets, Pedro, Victor Valdes, Bojan, Iniesta, Jeffren e lo stesso Messi), è il trionfo di una città intera, è il trionfo di una mentalità vincente che proietta questo glorioso club nella leggenda del calcio al pari del grande Real Madrid, l’eterno rivale.

    Festeggia il Barcellona quindi che batte il Manchester United per 3-1 al termine di 90 minuti intensi in cui si affrontavano le due squadre più forti d’Europa e del mondo. Va a segno tutto il reparto avanzato blaugrana: è Pedro infatti ad aprire le marcature quasi alla mezz’ora, dopo un dominio assoluto e di possesso palla, che batte sul primo palo Van der Sar imbeccato da una magia di Xavi prima che il Manchester pareggi qualche minuto più tardi con il solito ruggito di Wayne Rooney che con un perfetto destro al volo da dentro l’area buca Valdes sull’angolo più lontano prolungando l’illusione dell’impresa inglese solo fino al 10 minuto della ripresa quando Lionel Messi con una rasoiata da fuori area fa secco Van der Sar, non esente da colpe, per la seconda volta; il tris lo cala l’altra punta di diamante catalana, quel David Villa che aveva trascinato a suon di gol la scorsa estate la Spagna alla conquista del Mondiale e che al 70′ mette la sua personale firma alla finale con un tiro a giro dal limite dell’area piazzandola lì dove il 40enne portiere olandese, alla sua ultima partita in carriera, non può arrivare. Il resto è solo accademia e passerella azulgrana anche se Rooney e compagni sono duri a morire e cercano con insistenza, ma senza fortuna e senza pungere più di tanto, la rete che avrebbe riaperto la partita e che avrebbe rimesso in discussione la finale. Ma la superiorità del Barcellona è schiacciante e a poco servono le proteste di Giggs che reclama un calcio di rigore per un tocco di mano in area di Villa. Onore all’avversario che avrebbe portato a casa sicuramente il trofeo se di fronte non avesse trovato questa squadra di extraterrestri al loro decimo titolo (2 Champions League, 3 Liga, 1 Coppa del Re, 2 Supercoppe di Spagna, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club) in poco meno di 3 anni. Roba mai vista prima.

    I festeggiamenti finali ci regalano una scena commovente: la squadra lascia ad Abidal, operato solo due mesi fa per un brutto tumore al fegato e che ha giocato splendidamente tutta la gara, l’onore di alzare per primo il trofeo con la fascia di capitano al braccio, sotto lo sguardo di milioni di persone e sulle note di “Campeones, Campeones” dei tifosi spagnoli giunti in Inghilterra a sostenere i propri beniamini, e ciò la dice lunga su quanto sia meraviglioso questo gruppo composto da uomini prima che da calciatori. Il Barcellona è campione d’Europa!

  • Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    La finalissima di questa sera alle 20.45 nel tempio di Wembley sarà decisiva per conoscere la squadra che salirà sul tetto d’Europa.
    Che sia il Barcellona di Guardiola o il Manchester Utd di Ferguson, di sicuro è importante capire chi scenderà in campo per dar vita a questa finalissima, quali saranno i protagonisti da ricordare per l’assegnazione della diciannovesima Champions League.
    I tecnici, nelle conferenze stampa di presentazione della gara, sembravano avere le idee più che chiare, ostentando sicurezza sulle formazioni da schierare in campo.

    Pep Guardiola schiererà il suo modulo prediletto, il 4-3-3 con la formazione ideale: Valdes in porta, Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. In panchina, a disposizione, siederanno:  Pinto, Milito, Abidal, Adriano Correia, Keita, Afellay, Bojan, Maxwell.
    Per Sir Alex Ferguson, invece, un 4-4-2 con la buona notizia del recupero di Carrick che dovrebbe partire dal primo minuto in cabina di regia: Van der Sar in porta, Fabio, Vidic, Ferdinand, Evra; Valencia, Carrick, Giggs, Park; Rooney, Hernandez. A disposizione vi saranno: Kuszczak, Smalling, Rafael, Nani, Scholes, Owen, Berbatov.

    A Wembley, il direttore di gara sarà l’ungherese Viktor Kassai, coadiuvato dagli assistenti di linea Gabor Eroes e Gyoergy Ring, e dal quarto uomo Istvan Vad.

  • Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Verso la finale di Champions United – Barça: numeri e curiosità

    Nelle finalissime nulla conta di più del presente, il passato ed i precedenti sono un corollario molto marginale all’economia della gara. Le curiosità e le statistiche, però, pur non avendo peso sui risvolti della gara, costituiscono un bagaglio importante ed un condimento che rende più saporito il “piatto forte”, ossia il match, la finale del decennio com’è già stata definita alla vigilia.
    Manchester Utd – Barcellona
    , in tal senso, offre molti spunti: sarà la 19esima finale della Champions League, e vedrà di fronte due squadre con all’attivo tre coppe conquistate. La vincente di Wembley, dunque, arriverà a quota quattro, agguantando l’Ajax ed il Bayern Monaco. Nel bilancio della sfida per Nazioni, invece, la Spagna è a quota 12 trofei, al pari dell’Italia, mentre l’Inghilterra è a quota 11 Champions.

    Emblematico, poi, oltre che assolutamente rappresentativo della netta contrapposizione fra le filosofie di gioco dei due club, è il dato che rivela come quello di stasera sarà lo scontro fra la miglior difesa del torneo (quella del Manchester Utd, con appena 4 gol subiti in 12 gare) ed il miglior attacco di questa edizione della Champions League (del Barca con 27 gol segnati in 12 gare).
    Inoltre, a conferma dell’assoluto equilibrio delle forze in campo, parla il bilancio dei 10 precedenti scontri: 3 vinti dal Barcellona (l’ultimo in ordine cronologico quello di Roma nella finale di Champions del 2009), 3 dal Manchester Utd, 4 pareggi. La media dei gol realizzati nei precedenti incontri, 3,1, inoltre, prelude ad una gara emozionante e ricca di gol anche questa sera, nonostante le due squadre siano le formazioni che, nella presente edizione della Champions, abbiano avuto il maggior possesso palla: 62% per il Barcellona contro il 58% per i Red Devils.

    Il curriculum delle due finaliste, nella presente edizione, com’è ovvio che sia, è di tutto rispetto: il Manchester Utd giunge alla finale imbattuto nel torneo con 9 vittorie e 3 pareggi, il Barcellona, invece, con 8 vittorie 3 pareggi ed un’unica sconfitta, contro l’Arsenal nella gara di andata degli ottavi di finale.
    Un dato curioso riguarda, poi, la possibilità – in ambo le squadre – in caso di vittoria della Coppa, di raggiungere un record: se dovesse vincere il Barcellona, infatti, Puyol diverrebbe, insieme a Franz Beckenbauer con il Bayern Monaco, l’unico capitano ad alzare la Coppa per ben tre volte; se dovesse vincere il Manchester Utd, invece, Sir Alex Ferguson eguaglierebbe il record di Bob Paisley, il tecnico del Liverpool anni ’70, che vinse tre Champions con lo stesso club.

    Nella patria dei bookmakers, poi, è più che doveroso offrire una panoramica delle quote della gara, che vedono favorito il Barcellona, con segno 1 quotato 1,95, mentre il pareggio assume quota 3,30, e la vittoria del Manchester Utd, nonostante il fattore campo favorevole, assume quota 3,80.
    Fra tanti numeri e statistiche, concludiamo con un dato “materiale”, ma non per questo secondario: la vincente della Champions League 2011 incasserà un premio di 34 milioni di euro, che – se sommato al ritorno in termini di visibilità, crescita della forza del marchio e diritti tv – secondo uno studio commissionato da Master Card, permetterà di raggiungere un introito di circa 126 milioni di euro. Un motivo in più per conquistare la Coppa dalle grandi orecchie.

  • Ferguson: “Non commetteremo gli errori di due anni fa”

    Ferguson: “Non commetteremo gli errori di due anni fa”

    Il film di questa partita Sir Alex Ferguson lo ha già visto, e non deve avero gradito particolarmente, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, quando i suoi Red Devils lasciarono la scena Europea al Barcellona, sconfitti per 2-0, nella partita che contribuì a lanciare il mito della squadra di Guardiola.

    Per Sir Alex Ferguson, però, la gara di questa sera non darà una rivincita, bensì “la miglior finale dell’ultimo decennio”. Il tecnico dei Red Devils ha la consapevolezza della maturazione della sua squadra negli ultimi due anni, in termini di rafforzamento dello spirito di gruppo e di potenziamento della consapevolezza dei giocatori che hanno dispiutato “una stagione europea perfetta”.

    Nelle finali, però, tutto il cammino percorso si azzera e l’aspetto essenziale è rappresentato dala tenuta mentale, dalla concentrazione e dalla freddezza, ed è su questi due aspetti che il tecnco dello United vuol vedere confermati i miglioramenti della sua squadra, che non dovrà commettere quelle leggerezze che, due anni fa, le costarono molto care.

    Più che gli avversari, che pur rispetta e teme, elogiando anche l’operato del collega Guardiola capace di dare un’impronta eccezionale al gioco della squadra, per un tecnico navigato ed esperto come Ferguson, l’attenzione è incentrata soprattutto sui suoi giocatori e sul loro approccio alla gara: “Siamo concentrati soprattutto su di noi, abbiamo in testa il nostro piano di tattica e i giocatori si sono preparati davvero bene”.

  • Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Com’è naturale ed ovvio che sia, ogni torneo di Champions League ha ogni anno, nel mese di Maggio, una sua finale. Quest’anno, però, è d’obbligo parlare non di “una finale”, ma “della” finale. Lo scontro fra le due squadre più forti d’Europa, e quindi del Mondo, fra due impostazioni di gioco differenti che si traducono, però, nel medesimo risultato: la vittoria, la mentalità vincente, il prestigio ed il fascino della maglia, il blasone.

    Manchester United – Barcellona è questo, ma anche di più, non è secondario, infatti, considerare lo scenario in cui la sfda titanica andrà in scena: il tempio di Wembley, la culla dove nacque il calcio, anche se il vecchio impianto è stato demolito nel 2003 per lasciar spazio a questo moderno ed avvenieristico, con 90.000 posti a sedere, il secondo d’Europa dopo il Nou Camp.

    La cornice è importante, ma il contenuto lo è ancor di più: la sfida, dunque, si colora di sfumature interne, di sfide nella sfida, fra mentalità diverse, fra due concezioni differenti del calcio, fra la cultura del palleggio e del gioco orizzontale del Barca ed il lancio lungo ed il gioco sulle fasce all’Inglese. E’ la sfida fra le regine di due dei campionati più affascinanti d’Europa (insieme alla serie A, concediamocelo), fra due Nazioni storicamente contrapposte, già dai tempi del colonialismo d’Oltreoceano che per secoli hanno conquistato il Mondo come in una partita a Risiko.

    Più banalmente, è la sfida fra due grandi allenatori, il decano Sir Alex Ferguson, vero e proprio totem del mondo Red Devils, ed il giovane ma ormai plurititolato Pep Guardiola; la prima sfida fra i due, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, portò alla vittoria della Champions da parte del Barcellona: questa sera è attesa la rivincita, il secondo round.

    La sfida nella sfida dei campioni in campo, poi, comprende una lunga lista di “duelli” più che mai suggestivi. In testa, però, com’è ovvio che sia, lo scontro fra Messi e Rooney. Il Pallone d’Oro, il più forte dei nostri tempi, ed il geniale attaccante, il bambino prodigio che incanta già da anni la Nazionale di sua Maestà Elisabetta. Due modi diversi di vivere il proprio status divino: placido, sorridente e tranquillo Lionel, spesso provocatorio ed irascibile Wayne, nel rispetto della tradizione dei grandi calciatori inglesi, tutti genio e sregolatezza.

    Si commuove Lionel di fronte alle difficoltà che nella sua vita ha dovuto affrontare per crescere, nel vero senso della parola, dati i problemi di statura; le difficoltà affrontate nella vita, invece, hanno contribuito a formare la “scorza dura e lentigginosa” di Wayne, cresciuto nei sobborghi portuali di Liverpool. Un’adolescenza durata poco per entrambi però, predestinati dal Dio Pallone ad emergere in giovanissima età: Rooney è stato il più giovane calciatore a segnare in Premier League, a soli 16 anni e 360 giorni, mentre Messi a 23 anni può vantare già la conquista di due Palloni d’Oro.

    Chi dei due deciderà la sfida, avrà ottime chanche per aggiudicarsi il prestigioso titolo individuale per la prossima stagione ma, comunque vada, resta la certezza che nel loro potenziale c’è la capacità di risolvere in qualsiasi momento la gara, con giocate spettacolari, da cineteca: basti pensare alla rovesciata di Rooney il 12 Febbraio contro il Manchester City, oppure al gol (ed all’azione soprattutto) di Messi nella semifinale contro il Real, dopo aver scartato, con estrema naturalezza, mezza difesa merengues.

    Manchester United – Barcellona è tutto questo, ma può essere anche di più: sarà Carrick e Giggs contro Xavi ed Iniesta, sarà Vidic e Rio Ferdinand contro Puyol e Piquè, sarà Valdes contro Van der Saar se dovesse finire ai rigori.
    Questa sera, alle 20.45 i riflettori di Wembley inizieranno ad illuminare i loro volti ed i loro cuori: 90 minuti dopo (supplementari e rigori permettendo) conosceremo la regina d’Europa.

     

  • Ferguson: “Ci servono tre acquisti”

    Ferguson: “Ci servono tre acquisti”

    Nonostante la vittoria della Premier e la finalissima di Champions da giocare contro il Barca il 28 Maggio, Sir Alex Ferguson pare intenzionato a rinforzare ulteriormente la squadra con “almeno tre acquisti che rafforzino la qualità complessiva della rosa”.

    In particolare, tale necessità è connessa al fatto che Gary Neville si è ritirato, Giggs e Paul Scholes lo faranno a breve, Van Der Saar a fine stagione: saranno “perdite” di grandissimo peso dato che tutti questi calciatori formano l’ossatura dei Red Devils da anni, anche se per sostituirli in rosa il Manchester dispone di validi elementi.

    Uno dei tre acquisti per colmare i “buchi” potrebbe essere Wesley Snejider che piace da sempre al tecnico dello United, anche se l’intento dell’olandese dovrebbe essere quello di restare in nerazzurro.

  • Manchester prepara la festa per United e City

    Manchester prepara la festa per United e City

    La città di Manchester si prepara ad un week end denso di festeggiamenti, che metteranno d’accordo entrambe le tifoserie delle due squadre cittadine, i Red Devils ed i Citizen.

    Il Manchester Utd, la squadra da sempre protagonista nel calcio cittadino, inglese, europeo e Mondiale, oggi infatti potrebbe conquistare, a due giornate dal termine della Premier League, la matematica certezza della vittoria del campionato: basterà ottenere un pareggio contro il Blackburn per aggiungere il 19 esimo titolo in Premier alla bacheca dei trofei della squadra di Sir Alex Ferguson, (il 12 esimo negli ultimi 19 anni), per poi concentrare l’ attenzione sulla finalissima di Champions League, in terra inglese, nel tempio di Wembley.

    Il campionato, dunque, è una pratica ormai quasi archiviata per i Red devils, che hanno dato un colpo di coda definitivo alle velleità dell’ altra pretendente, il Chelsea di Ancelotti, battendoli all’ Old Trafford e distaccandoli in classifica di sei punti. Il Chelsea, infatti,  impegnato cn il New Castle, dovrà accontentarsi del secondo posto, staccando l’Arsenal, terzo, ed il City, quarto in classifica.

    Proprio l’ altra squadra di Manchester, il City, la sorella minore, oggi pomeriggio alle 16, nello stadio di Wembley, ha la possibilità di vincere il primo trofeo dopo 35 anni di astinenza, giocandosi la finale di Fa Cup contro lo Stoke City. Un trofeo che in Inghilterra viene considerato di grande prestigio ed importanza, che andrebbe a completare un’ annata senz’ altro positiva per la squadra allenata da Roberto Mancini, con il raggiungimento del traguardo importantissimo della qualificazione in Champions league per la prossima stagione, esplicita richiesta della dirigenza e della proprietà, in particolar modo dello sceicco Mansour, per poter beneficiare degli introiti economici derivanti dalla qualificazione e dal prestigio internzionale che scaturisce per chi disputa la massima competizione europea.

    La vittoria della Fa Cup, però, non sarebbe una semplice ciliegina sulla torta, ma potrebbe essere un primo e fondamentale tassello per permettere alla squadra la costruzione di una mentalità vincente ed ambiziosa, che nella sua storia ha raccolto davevro ben poche soddisfazioni: quattro Fa Cup e due campionati, oltre alla coppa di Lega del 1976, ultimo trofeo conquistato in ordine cronologico.