Tag: alex ferguson

  • Premier, nuovo passo falso del City. United vola a +7

    Premier, nuovo passo falso del City. United vola a +7

    Nel Boxing Day c’è stata la fuga del Manchester United che vola a +7 rispetto ai cugini del City. L’incredibile vittoria dei ragazzi di Alex Ferguson in casa contro il Newcastle è destinata ad entrare nella storia della Premier League per l’anno 2012. Una gara ricca di emozioni e gol (ben 7). Solito United da rimonta, ma stavolta non si è limitato a farlo una volta ma ben tre volte, prima di siglare la rete dei tre punti al 90′ con Hernandez che fino a quel momento sembrava in giornata no. Per i Red Devils gli altri gol sono arrivati dai piedi di Evans, Evra e van Persie, mentre per il Newcastle Perch, autogol Evans e Cissè. Assente Rooney, infortunato nel corso dell’ultimo allenamento e recuperabile nel giro di 2-3 settimane, la gara di Champions League contro il Real Madrid non dovrebbe essere a rischio.

    Citizens – Il giorno di Santo Stefano vede il City compiere l’ennesimo passo falso della stagione. Sul difficile campo del Sunderland, pur dominando, la squadra di Mancini esce sconfitta con il risultato di 1-0 (rete dell’ex di turno Adam Johnson). Fantastica prestazione dell’estremo difensore dei Black Cats, Mignolet. Ancora tribuna per Mario Balotelli che ormai vive quasi da separato in casa e a gennaio potrebbe lasciare l’Inghilterra.

    Vola lo United di Ferguson © ANDREW YATES/AFP/Getty Images
    Vola lo United di Ferguson © ANDREW YATES/AFP/Getty Images

    Lotta Champions – Il Chelsea vince di misura in casa del Norwich. I padroni di casa, pur definiti ammazza-grandi non sono riusciti ad arginare i blues che, da canto loro, si sono limitati a realizzare il gol vittoria con Mata e controllare la partita. Vittorie anche per Tottenham, Everton e West Bromwich. Gli Spurs distruggono letteralmente l’Aston Villa che dopo aver subito 8 reti allo Stamford Bridge appena quattro giorni fa, ne prende 4 in casa nel Boxing Day. In evidenza il solito Bale che realizza la prima tripletta della sua carriera in Premier. Vittorie di misura per Everton e West Bromwich. I primi superano in casa il Wigan (2-1), mentre l’ex squadra di Di Matteo vince in casa del Qpr (1-2).

    Le altre – Nuova battuta d’arresto per il Liverpool sconfitto dall’ottimo Stoke City. La gara inizialmente sembrava mettersi bene per il Red con il rigore realizzato dopo appena trenta secondi da Gerrard, ma la reazione dei padroni di casa è stata aggressiva, ribaltando il risultato fino al 3-1. Il derby Arsenal-West Ham invece è stato rinviato per ordine pubblico a causa dello sciopero nei trasporti a Londra.

    Fuga per la vittoria – Nei quattro maggiori campionati europei sembra ripetersi sempre lo stesso copione. In Italia Juve, in Germania Bayern Monaco, in Spagna Barcellona e in Inghilterra United. Il +7 dei Red Devils ai danni dei cugini del City sembra segnare la fine del campionato, soprattutto dopo aver visto le prime 19 giornate dove abbiamo potuto notare uno United di grande personalità, che vince tutte le partite in rimonta ed un City che alla prima difficoltà crolla. Nella seconda parte di stagione, gli impegni europei del Manchester United potrebbero favorire la rimonta della squadra di Mancini, che da questo momento, non devono più sbagliare nulla.

  • Cristiano Ronaldo non rinnova, Real Madrid in pericolo

    Cristiano Ronaldo non rinnova, Real Madrid in pericolo

    Cristiano Ronaldo non rinnova il contratto con il Real Madrid. E’ di questa mattina la bomba di calciomercato pubblicata dal quotidiano iberico As, che attraverso le parole del giornalista Manu Sainz afferma che il numero 7 dei Blancos ha deciso di non prolungare il proprio contratto in essere con il club madrileno, che avrà come termine naturale la stagione 2014-2015.

    Fra due anni quindi l’avventura spagnola di Ronaldo, in un modo o nell’altro, terminerà. Resta da capire se il Real Madrid vorrà privarsi del calciatore già al termine di questa stagione oppure se aspetterà fino all’estate del 2014, augurandosi in un dietrofront del portoghese per quella data rispetto allo stato attuale delle cose, che vede CR7 un corpo estraneo all’interno dello spogliatoio Real.

    Il giornalista di As conferma quanto trapelato in queste settimane, ovvero di un Ronaldo triste non per i soldi ma per ben altri motivi, contingenti verosimilmente ad uno spogliatoio sempre più compatto contro il connazionale Mourinho, anche lui vicino all’addio.

    Cristiano Ronaldo al passo d'addio | ©Jorge Guerrero/AFP/Getty Images
    Cristiano Ronaldo al passo d’addio | ©Jorge Guerrero/AFP/Getty Images

    E non è difficile ipotizzare un prossimo futuro ancora insieme per Mourinho e Cristiano Ronaldo, con il Psg che resta ancora oggi una valida alternativa per i due portoghesi all’indomani della loro dipartita dalla Spagna, sia che Ancelotti vinca o meno la Ligue 1.

    Non vanno però dimenticate le parole di ampia stima da parte di Sir Alex Ferguson nei confronti dello stesso Ronaldo, prossimo avversario in Champions League nell’ottavo di finale più intrigante del torneo.

    E nemmeno vanno sottovalutate le dichiarazioni rilasciate dal terzino sinistro dei Red Devils Patrice Evra, il quale ha rivelato di aver mantenuto un grande rapporto con il suo vecchio compagno di squadra con cui si sente quotidianamente.

    La pista che porta al Manchester United però potrebbe non reggere dal punto di vista economico, visto e considerato che Ronaldo non andrà via dal Real Madrid per meno di 80-90 milioni di euro. Per questo motivo, tra lo United e il Psg, i favoriti restano ancora i francesi.

  • Pallonata a Van Persie, Ferguson sotto shock

    Pallonata a Van Persie, Ferguson sotto shock

    “E’ stata cosa più pericolosa che ho visto su un campo da calcio”. Così Sir Alex Ferguson definisce la pallonata a Van Persie rifilata dal capitano dello Swansea durante il match di ieri pomeriggio, che ha visto i Red Devils pareggiare 1-1 e perdere così punti preziosi nella lotta per il titolo, con il Manchester City portatosi a quattro lunghezze dopo la vittoria nel recupero all’Ethiad contro il modesto Reading. Vista la dinamica dell’azione facciamo fatica a pensare ad un gesto involontario di Ashley Williams, che a gioco fermo non avrebbe dovuto avere tale frenesia nel rinviare il pallone, colpendo pericolosamente RVP alla nuca mentre quest’ultimo era finito a terra per un intervento poco ortodosso ricevuto pochi istanti prima dal numero 12 dei padroni di casa Dyer.

    Pallonata a Van Persie, RVP cerca di spiegare le sue ragioni all'arbitro Oliver | ©PAUL ELLIS/AFP/Getty Images
    Robin Van Persie cerca di spiegare le sue ragioni all’arbitro Oliver | ©PAUL ELLIS/AFP/Getty Images

    Ricevuta la pallonata Robin Van Persie si è subito rialzato ed è andato contro il capitano dei gallesi per farsi giustizia. Da lì è scoppiato un parapiglia generale che ha avuto come protagonista lo stesso attaccante olandese, che non si dava pace della decisione arbitrale di lasciar proseguire il gioco. Alla fine della fiera l’ex Gunners è stato sanzionato con un cartellino giallo dall’arbitro Oliver, stesso metro di giudizio adottato anche nei confronti di Ashley Williams.

    A fine partita Ferguson si è scagliato contro lo stesso Williams e il fischietto inglese Oliver, invocando dalla Football Association una pena esemplare per il difensore dello Swansea, dal momento che solo un cartellino giallo non possa bastare per un gesto clamorosamente anti-sportivo e realmente pericoloso, con Van Persie fortunato ad uscirne illeso.

    Il video della pallonata a Van Persie

  • Ferguson incontra Guardiola. Pronto il passaggio di consegne?

    Ferguson incontra Guardiola. Pronto il passaggio di consegne?

    Se tre indizi fanno una prova, ci siamo. Pep Guardiola potrebbe considerarsi l’erede di Alex Ferguson al Manchester United. L’attuale tecnico dei Red Devils, quasi 71enne, avrebbe incontrato a New York l’ex allenatore del Barcellona per parlare della sua successione sulla panchina dello United. Infatti, dopo 26 anni sempre in trincea, lo scozzese potrebbe decidere di abbandonare la squadra inglese e godersi così la ricca pensione. D’altro canto, lo spagnolo è pronto a tornare in pista dopo l’anno sabbatico dichiarato e “quasi” effettuato. Le voci che parlano di un suo ritorno a Barcellona (a causa della brutta malattia che ha colpito Vilanova) sono infondate, anche se nel calcio, nulla è scontato. Ma, il terzo viaggio in poco tempo in America da parte di Ferguson non è passato inosservato e i contatti con Guardiola sarebbero diventati sempre più vivi.

    Concorrenza – Inutile dire che ci sarebbe da superare la forte concorrenza di Milan, Chelsea, Manchester City e il solito Paris Saint Germain (anche se i francesi sarebbero più orientati verso Mourinho). Il prestigio e la storia dello United però potrebbe avere la meglio.

    Guardiola sarà l'erede di Ferguson allo United? © David Ramos/Getty Images
    Guardiola sarà l’erede di Ferguson allo United? © David Ramos/Getty Images

    L’eredità – In principio fu Josè Mourinho, adesso Pep Guardiola. Intanto sulla panchina dell’Old Trafford continuerà a sedersi lui, Alex Ferguson, capace di aprire parecchi cicli (sempre vincenti) nei 26 anni di permanenza (al momento) allo United. La sua eredità è pesante, perché è stato capace di ricominciare da zero quando si è ritrovato costretto a vendere i pezzi pregiati (vedi C.Ronaldo) e le vittorie non sono mai mancate. L’ex tecnico del Barça sarebbe il favorito per la sua capacità di dare un gioco rapido e armonioso alla squadra, al contrario dell’allenatore attualmente al Real Madrid che viene considerato più uno psicologo.

    La squadra – Nella scelta dell’erede, Alex Ferguson probabilmente si consulterà anche con i giocatori presenti in rosa, soprattutto con i vari Rooney, Scholes, Giggs e Rio Ferdinand, pilastri e bandiere della formazione inglese. Il favorito sembrerebbe proprio Guardiola.

    Per dovere di cronaca è giusto ricordare che il Sir Alex Ferguson non ha ancora deciso il suo futuro. Probabilmente, prima di annunciare l’addio al Manchester United vorrà garantire il successore più adatto alla storia dei Red Devils. Sarà Guardiola?

  • Derby di Manchester, Mancini attacca Ferguson

    Derby di Manchester, Mancini attacca Ferguson

    Domenica all’Old Trafford va in scena il derby di Manchester per quello che sarà il big match della 16^ giornata di Premier League. I Red Devils affrontano il derby da primi della classe, con 36 punti conquistati nelle prime quindi partite di campionato. Alle loro spalle i cugini del City, che seguono a tre lunghezze. Favoriti gli uomini di Ferguson, che in casa vantano un ruolino di marcia invidiabile (sei vittorie e un ko, quello contro il Tottenham di Villas-Boas). Sono invece ancora imbattuti i Citizen, che nelle ultime cinque trasferte di Premier hanno raccolto 11 punti, dimostrando di essere tutt’altra squadra rispetto alla compagine modesta di Champions, capace nell’impresa di uscire dalla massima competizione europea senza vincere neanche una partita.

    RUMOROSA CONFERENZA STAMPA– La vigilia del derby di Manchester è stata resa particolarmente frizzante dalle dichiarazioni al veleno in conferenza stampa di Roberto Mancini. L’allenatore del City infatti si è difeso dalle accuse che lo volevano come il principale responsabile del flop europeo, ricordando come Sir Alex Ferguson abbia impiegato tredici anni prima di vincere la Champions League, e che quindi allo stato attuale delle cose ha a disposizione ancora undici anni per centrare il colpo Champions.

    Manchester City v Manchester United - Premier League
    Mancini e Ferguson fotografati prima del match scudetto dello scorso 30 aprile | ©Michael Regan/Getty Images

    SIR ALEX RISPONDE – Senza voler entrare a gamba tesa in relazione alle dichiarazioni del collega, il tecnico dello United ha voluto ribadire come la propria squadra già in passato abbia dimostrato di poter battere chiunque, senza alcuna eccezione, avvisando dunque  i rivali che la musica da questa stagione potrebbe cambiare in favore proprio dei Red Devils.

    PRECEDENTI – Lo scorso anno fu infatti il City ad aggiudicarsi i due derby di Manchester giocatisi in Premier, entrambi rimasti negli occhi dei tifosi Red Devils. Il primo successo fu l’umiliante 6-1 con cui i Citizen violarono l’Old Trafford a fine ottobre, mentre la seconda vittoria fu quella del 30 aprile, scontro fondamentale per le sorti dello scudetto, tre punti che di fatto si rivelarono decisivi per il trionfo finale della squadra di Mancini.

  • Paul Pogba genio ed umiltà, la Juve ha il suo top player

    Paul Pogba genio ed umiltà, la Juve ha il suo top player

    Paul Pogba, doppia “p” nel nome e cognome: la medesima iniziale di ” promessa”, “predestinato”, o di “prodigio”. Diciannove anni, classe 1993, origini guineiane ma cittadino francese, cresciuto in fretta con il pallone fra i piedi, in una famiglia in cui si respira calcio, considerando che anche i due fratelli maggiori, Florentin e Mathias (fra loro gemelli), sono entrambi calciatori. Ben presto la stella nascente di Paul viene notata da uno dei maggiori conoscitori di calcio del panorama mondiale, dal “totem” degli allenatori Sir Alex Ferguson che nel 2009 lo porta al suo Manchester United, strappandolo al Le Havre senza badare ai convenevoli nella trattativa, promettendo alla famiglia del calciatore una casa e novantamila sterline, ed aprendo, così, un contenzioso con la società francese.

    L’avventura di Paul Pogba con i Red Devils inizia nella formazione Under 18, dove si rivela decisivo in campo – conquistando anche la FA Youth Cup – per poi approdare in prima squadra e ben impressionare quando viene chiamato in causa: dal 1 Luglio 2012, però, si svincola per scadenza di contratto dallo United e, tale circostanza, è ancora oggi uno dei maggiori rimpianti di Ferguson, in particolar modo dopo aver assistito all’exploit di Paul con la maglia numero sei della Juventus.

    L’avventura bianconera l’ha voluta fortemente lui stesso, scegliendo il progetto Juve per cercare di ripercorrere con la maglia della Vecchia Signora le gesta di grandi calciatori francesi, da Michel Platini (che, per ragioni anagrafiche Paul non può ricordare in campo, ndr) a Zinedine Zidane, passando soprattutto per Patrick Vieira, colui che lo ha indirizzato sulla strada per Torino, consigliandogli di preferire tale opzione rispetto a quelle di Milan ed Inter. Il ruolo di Vieira è, così, un elemento ricorrente nell’avventura juventina di Paul anche perchè, fin dalle sue prime apparizioni in campo, i paragoni con l’ex centrocampista di Milan, Arsenal, e Juventus non si sono risparmiati: per la statura, per le movenze in campo, per le capacità atletiche e le lunghe leve, ma probabilmente Paul Pogba ha anche qualcosa in più rispetto a Vieira, perlomeno considerando il paragone alla stessa età.

    Paul Pogba dopo il gol contro il Bologna | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Pogba, infatti, sembra avere già la personalità di chi è conscio dei suoi mezzi e del suo talento, ben coniugata con la serietà e l’impegno di chi si sente ancora un giovane che ha tanto da imparare: dopo il gol realizzato nel big match contro il Napoli ha evitato qualunque tipo di “volo pindarico” ed anche ieri sera, dopo il pregevole assist per Giaccherini che ha mandato in gol Quagliarella e, soprattutto, dopo la rete decisiva che ha regalato nei minuti di recupero la vittoria contro il Bologna, il francese ha mantenuto un low profile, senza esaltarsi per la rete personale ma dichiarandosi felice per la vittoria del “team”.

    Su questo aspetto, è certo, pesa l’impostazione di Antonio Conte che stima moltissimo il francesino – al punto da elogiarlo pubblicamente – e potrà avere, così, un ruolo determinante nel suo processo di crescita: gli ingredienti sono di pregiatissima qualità, ma l’imprinting “caratteriale” di Conte potrà rivelarsi un valore aggiunto fondamentale nella formazione della personalità in campo del giovane Paul ed, anche nel post partita di ieri, tramite le dichiarazioni di Angelo Alessio si è percepita tale sensazione. Nonostante Pogba fosse stato il migliore in campo e determinante in zona gol, il vice del tecnico salentino gli ha rimproverato alcuni leziosismi di troppo all’inizio del secondo tempo: bastone e carota, insomma, anche per proteggerlo da quelle che saranno, d’ora in poi, le pressioni maggiori attorno a lui.

    A ben guardare, però, sembra che Pogba sia ben in grado di reggerle, senza “montarsi la testa”, senza uscire fuori dalle righe cercando di dare il meglio in campo: d’altronde non capita a tutti di potersi allenare a stretto contatto quotidiano con Paul Scholes – prima – e con Andrea Pirlo – oggi – due fra i più grandi centrocampisti di tutti i tempi e, soprattutto, due simboli di dedizione al lavoro, serietà e professionalità. Oltre alle doti innate, Pogba può diventare grande facendo conto sul loro esempio.

  • Juve, pronto rinnovo e ruolo da manager per Antonio Conte

    Juve, pronto rinnovo e ruolo da manager per Antonio Conte

    Un Antonio Conte alla Alex Ferguson. E’ a questo che sta pensando la Juventus per il suo allenatore, reduce dalla riduzione della squalifica da 10 a 4 mesi da parte del Tnas. Un legame più forte e duraturo quello che i bianconeri vogliono instaurare con il tecnico che li ha riportati allo scudetto. Attualmente il contratto di Conte scade nel 2015 ma l’obiettivo di Andrea Agnelli è quello di prolungarlo di ulteriori tre anni, come riportato stamani dalla Gazzetta dello Sport. Ma questo prolungamento porterebbe con sé ulteriori compiti da svolgere per l’allenatore pugliese che andrebbe cosi ad occuparsi, unitamente al resto dello staff dirigenziale, Marotta su tutti, anche degli aspetti che concernono il mercato, dando cosi indicazioni concrete in base a quelle che sono le esigenze che ha.

    In tal modo la Juventus dopo essere stata la prima squadra in Italia a costruire uno stadio di proprietà sul modello inglese potrebbe adottare anche la figura dell’allenatore manager, come accade spesso oltre Manica e il cui esempio più lampante è quello relativo ad Alex Ferguson nel Manchester United. In ogni caso il rinnovo non arriverà comunque prima di gennaio 2013, ma la volontà di ambedue le parti è quella di continuare quanto più possibile questo matrimonio.

    Andrea Agnelli, Antonio Conte e John Elkann
    Andrea Agnelli, Antonio Conte e John Elkann © Valerio Pennicino/Getty Images

    Nell’ipotesi in cui ciò avvenisse e senza intoppi, Conte raggiungerebbe quota sette stagioni di fila come allenatore dei bianconeri, sfiorando cosi quanto fatto da Marcello Lippi che ha guidato i piemontesi per otto stagioni anche se a più riprese, mentre sembra essere lontano il primato di Giovanni Trapattoni, il quale per ben dieci annate consecutive è stato alla guida della squadra torinese. Ma in quest’ultimo caso si parla di altri tempi, periodi in cui il verbo esonerare era ben lontano dalla mente dei presidenti. Intanto però si attende l’inizio del nuovo anno che potrebbe portare all’atteso rinnovo contrattuale.

  • Nani messo fuori rosa, duello Juve-Inter a gennaio

    Nani messo fuori rosa, duello Juve-Inter a gennaio

    Il calciomercato si è chiuso da un mese esatto ma i rumors no, quelli vanno avanti sempre. Specie in Italia dove i soldi non sono tanti e allora le società puntano molto sui parametri zero e su giocatori in rottura con le proprie società. E’ accaduto con Llorente, giocatore dell’Athletic Bilbao inseguito a lungo dalla Juventus ma anche dell’Inter che sembra destinato ad arrivare in Italia a fine stagione. Ma c’è un altro giocatore che sembra aver acceso i desideri delle due storiche rivali: si tratta del portoghese del Manchester United Nani. Secondo i media inglesi e lusitani infatti il forte esterno potrebbe lasciare preso i Red Devils nonostante il suo contratto scada nel 2014. I motivi sono molteplici ma tutti legati al rapporto, ormai logoro, tra il giocatore e il suo allenatore Alex Ferguson.

    Nani © Michael Regan/Getty Images

    A sancire la rottura definitva tra i due sarebbe stato l’episodio verificatosi nei giorni scorsi quando a seguito di uno scontro di gioco in allenamento Nani avrebbe colpito il giovane compagno di squadra Petrucci con un pugno. Tanto è bastato al manager del club inglese per metterlo fuori rosa e decidere di cederlo ben prima della scadenza. Si di lui la prima a fiondarsi sarebbe stata la Juventus che a quanto pare avrebbe offerto 15 milioni di euro. A Conte infatti piace tanto il giocatore e già nell’estate del 2011 la formazione bianconera ci provò, ma poi non se ne fece nulla per via della valutazione piuttosto alta del giocatore.

    Questa almeno la versione inglese visto che in Portogallo invece si parla sempre più insistentemente di un interessamento dell’Inter pronta a mettere sul piatto Sneijder, giocatore molto amato da Ferguson, pur di arrivare all’esterno. E in tal caso l’operazione avverrebbe attraverso uno scambio alla pari. Mancano ancora tre mesi alla riapertura delle liste di trasferimento ma il duello sul doppio fronte Llorente – Nani sembra essere cominciato: potrebbe essere un gennaio caldo, almeno dal punto di vista del calciomercato.

  • Rotto il tabù, Andy Murray vince gli Us Open. Djokovic ko in 5 set

    Rotto il tabù, Andy Murray vince gli Us Open. Djokovic ko in 5 set

    Possiamo dire finalmente, gli Us Open 2012 vengono vinti per la prima volta in carriera dallo scozzese Andy Murray che corona il sogno di una vita tennistica, di vincere una prova del grande Slam. Sconfitto in un epica finale il serbo Novak Djokovic che si deve arrendere dopo quasi 5 ore di gioco al quinto set con il punteggio finale di 7-6 7-5 2-6 3-6 6-2.

    Davanti a due connazionali illustri come Sean Connery ed Alex Ferguson, lo scozzese riesce ad uscire vittorioso in una finale dello slam dopo averne perse quattro consecutive entrando definitivamente, considerando anche l’oro olimpico di Londra, nella storia del tennis mondiale.

    Stupenda finale all’Arthur Ashe Stadium gremito per l’occasione in ogni ordine di posti, il primo set dura un ora e ventisette minuti e viene vinto da Murray 12-10 al tie break al sesto set point con il pubblico estasiato dagli scambi prolungati dei due fuoriclasse che non sentono nemmeno il vento che comunque disturba notevolmente il gioco. Nole sente la sconfitta del primo parziale ed in un amen va sotto 4-0 nel secondo set, qui Murray gioca in maniera troppo tranquilla al servizio il quinto gioco che rimette Djokovic in partita con il serbo che si produce in una splendida rimonta sino al 5 pari. Ma qui Murrayrisorge, torna  servire prime palle sopra i 200km/h conquistando anche il secondo parziale con il punteggio di 7-5.

    Andy Murray bacia il suo primo trofeo dello Slam ©STAN HONDA/AFP/GettyImages

    La grandezza di Djokovic viene mostrata nel corso del terzo e quarto set, qualsiasi altro tennista (escluso Nadal) dopo aver effettuato due rimonte e perso i primi due set si sarebbe arreso ma non il serbo che, quindici dopo quindici, riacquista sempre più fiducia nei propri colpi relegando Murray in un angolo e concedendogli la miseria di 5 game in due set.

    Si va al quinto set e la bilancia sembra pendere ovviamente dalla parte del serbo che però, complice anche i crampi, vede svanire anche la terza rimonta perdendo il quinto e decisivo set con il punteggio di 6-2 con Murray a capitalizzare finalmente gli insegnamenti di Ivan Lendl che ha fatto fare il definito salto di qualità allo scozzese in questa stagione.

    Con la vittoria di Murray a Flushing Meadows, i fantastici quattro del tennis mondiale si sono suddivisi democraticamente gli slam stagionali con gli Australian Open vinti a gennaio da Djokovic, il Roland Garros da Rafa Nadal e Wimbledon da sua maestà Roger Federer.

  • Paul Pogba alla Juventus con lo United nel cuore

    Paul Pogba alla Juventus con lo United nel cuore

    Sembra non finire più la storia di Paul Pogba il quale, dopo mesi di lunga trattativa, è riuscito ad arrivare ad indossare la maglia della Juventus. Questa volta però a parlare è proprio il giovane centrocampista francese che ha voluto mettere una pietra sopra al suo passato, spiegando le motivazioni che l’hanno spinto a lasciare il Manchester United e ad approdare tra le fila bianconere. Motivo principale della sua partenza è stata la non perfetta sintonia con Ferguson e soprattutto il fatto che il più delle volte si è visto escludere dai giocatori scelti per affrontare le partite con la spiegazione che è ancora troppo giovane: Pogba è infatti uno dei più grandi talenti del momento e, essendo nato nel 1993, ha davanti a se una lunga carriera da vero protagonista.

    Già nella Nazionale francese il centrocampista si è infatti ritagliato un ruolo importante conquistando con l’under 19 più titoli e soprattutto la fascia di capitano. Per questo motivo le risposte di Ferguson non bastavano più a Pogba, che ha deciso di non rinnovare con lo United e di arrivare ad indossare la maglia bianconera numero 6, permettendo a Beppe Marotta di mettere a segno un colpo importantissimo per il club di Torino.

    Paul Pogba © Claudio Villa/Getty Images

    Inoltre Paul Labile Pogba, questo il nome completo del calciatore, si è fatto notare anche per le parole che ha voluto dire nei confronti del suo ex club: nonostante il divorzio infatti il centrocampista ha spiegato di non poter minimamente parlare male dello United, in quanto resterà sempre nel suo cuore per essere stata una grande famiglia durante questi anni e soprattutto la prima vera grande esperienza dove è cresciuto sia personalmente che come giocatore. Proprio per questo e specialmente perché si sentiva pronto a disputare un vero campionato il francesino ha avuto il coraggio di lasciare Ferguson, il quale invece riteneva che il suo momento sarebbe arrivato più avanti.