La Juventus strappa un punto al Friuli contro l’Udinese in una partita molto brutta dove ha vinto l’eccessivo tatticismo mostrato dai due tecnici.
Antonio Conte, come nella trasferta al San Paolo contro il Napoli, schiera una Juve con un modulo a specchio rispetto alla squadra avversaria. Ecco quindi che mentre Guidolin schiera Abdi a supporto di Di Natale, Conte risponde con Pepe a supporto di Matri mentre Estigarribia e Lichtsteiner si sistemano alti sulle fasce per contrastare le discese di Isla ed Armero.
Ci si attendeva tanto spettacolo, ma la prima frazione è vara di emozioni con la Juventus che fa la partita rendendosi pericolosa in due occasioni, con Claudio Marchisio che manda fuori da ottima posizione su invito di Estigarribia e Pepe che calcia dal limite in bocca ad Handanovic. La difesa a tre della Juve chiude bene per tutti i 45’ con un solo svarione di Giorgio Chiellini che consente ad Isla di calciare con Buffon prontissimo a chiudere tutti gli spazi al cileno. Si chiude quindi un primo tempo con meglio la Juventus rispetto all’Udinese ma che rispecchia la tensione delle due compagini consapevoli di giocarsi molto in questo match.
Il secondo tempo si apre senza novità fra i 22 in campo con lo spettacolo che continua ancora a latitare. L’Udinese tiene molto meglio il campo nei secondi 45’ con la Juventus che non riesce ad effettuare il pressing asfissiante del primo tempo. Tiri in porta pochissimi con Quagliarella che, subentrato ad uno spento Matri, impegna per due volte Handanovic senza ottenere i frutti sperati. Entra anche Del Piero a 10’ dalla fine ed è proprio il capitano juventino che serve una palla d’oro a Lichtsteiner che da buona posizione spedisce alto. Nel finale di partita c’e’ spazio anche per il nervosismo con l’espulsione di Guidolin che chiude in maniera non positiva un anno friulano veramente da incorniciare.
Si chiude quindi a reti bianche una partita dalla posta in palio altissima che purtroppo non ha dato granchè ai cultori del calcio con le due squadre praticamente bloccate per tutti i 90’.
Udinese Juventus sarà interessante per il duello tattico a distanza tra Guidolin e Conte ma anche per i confronti tra Estigarribia e Basta, Armero e Lichsteiner e quello tra Marchisio e Isla che molto probabilmente decideranno chi vincerà la partita. Tornano dunque in panchina De Ceglie, Quagliarella e Del Piero nonostante la buona prova offerta domenica scorsa.
Una vera e propria battaglia quella andata in scena stasera al San Paolo dove si giocava Napoli – Juventus, recupero della 11esima giornata di Serie A rinviata per motivi di ordine pubblico a causa del maltempo che lo scorso 6 novembre aveva creato disagi nel napoletano e in gran parte della Campania. Partita ricca di gol, ben 6, e di grandi emozioni con un primo tempo giocato magistralmente dal Napoli, andato sul riposo sul 2-0, e un secondo tempo che ha evidenziato il grande carattere della Juventus di quest’anno che è riuscita a rimettersi in piedi dopo l’uppercut micidiale sferrato da Pandev nel gol del 3-1 rimontando fino al 3-3 finale.
Formazione annunciata per il Napoli che perde uno dei Tre Tenori, Cavani, per un infortunio rimediato a Bergamo sabato sera. Mazzarri sceglie il trio Hamsik, Lavezzi e Pandev con Zuniga preferito sulla sinistra a Dossena e Maggio sulla destra che rientra dopo il turno di riposo concessogli dal tecnico partenopeo; bianconeri invece privi di Marchisio squalificato, Conte sorprende un pò tutti ridisegnando una Juve con un 5-3-1-1 anomalo con Chiellini a fare il terzo centrale ed Estigarribia sulla corsia di sinistra tenuto in posizione più bassa per contenere la spinta offensiva di Maggio, Pepe viene utilizzato come interno al fianco di Pirlo e Vidal e a fare la spola tra centrocampo e attacco mentre Vucinic è a sostegno di Matri.
L’avvio del match è tutta di marca napoletana, dopo un timido tentativo di Vucinic il Napoli trova al quarto d’ora un calcio di rigore netto per un fallo ingenuo di Pirlo sul velocissimo Lavezzi: dal dischetto si presenta Hamsik che fa secco Buffon il quale riesce solo a sfiorare la conclusione angolata e potente dello slovacco ma il direttore di gara Tagliavento fa ripetere correttamente per l’invasione dell’area di rigore di due giocatori azzurri; la seconda esecuzione del centrocampista è centrale ma imprecisa con la sfera che sorvola la traversa.
Il risultato si sblocca 7 minuti più tardi quando da un calcio di punizione dalla trequarti scodellato in area, Bonucci sbaglia intervento e serve di testa il liberissimo Hamsik che di testa da due passi deposita la sfera in fondo al sacco per la gioia dei 55 mila tifosi azzurri. La Juve accusa il colpo e con un Pirlo non nella sua serata migliore e che perde diversi palloni, cosa inusuale per lui, al 40′ va sotto di due reti: il regista bianconero è anche sfortunato perchè nell’intento di spazzare, la palla carambola addosso a Maggio e finisce sui piedi di Pandev che batte Buffon di destro incrociando sul palo opposto e va al riposo in vantaggio per due reti a zero.
Nella ripresa però il Napoli concentrato e aggressivo del primo tempo rimane negli spogliatoi mentre la Juve impaurita e ferita entra in campo con un atteggiamento completamente diverso e si trasforma: passaggio geniale di Vidal per Matri che accorcia subito le distanze al 48′, poi Vucinic va via alla marcatura di Cannavaro in velocità ma trova la pronta risposta di De Sanctis che mette in calcio d’angolo. Il Napoli si riorganizza, Lavezzi, il migliore dei suoi, è imprendibile per i difensori bianconeri e guadagna una infinità di punizioni preziose. Ma il San Paolo va in delirio completo quando al 68′ è ancora Pandev, che non fa rimpiangere l’assente Cavani, a freddare Buffon per il 3-1, l’attaccante macedone riceve un cross basso dalla destra di Maggio, Bonucci va a vuoto e l’ex Inter stoppa e gira in rete di sinistro.
Per usare un gergo pugilistico, il montante sferrato da Pandev è di quelli che ti fanno barcollare e rischiano di farti crollare al tappeto senza più rialzarti ma la Juve dimostra di saper incassare anche i colpi più tremendi riaprendo nuovamente la gara 4 minuti dopo con Estigarribia che, lasciato solo, riaccorcia le distanze superando De Sanctis per il suo primo centro in bianconero alimentando le speranze di rimonta. La Vecchia Signora è dura a morire perchè a 10 minuti dal termine Pepe, con l’ennesima azione travolgente e con l’orgoglio, prende palla a centrocampo la porta al limite dell’area e dopo un rimpallo favorevole batte con un preciso destro all’angolino basso l’estremo difensore azzurro per un 3-3 folle che fa più bene alla Juve, che ha rischiato di pagare a caro prezzo l’atteggiamento iniziale troppo remissivo conseguenza del modulo scelto da Conte che forse ha pensato più a non prenderle che ad imporre il proprio gioco, che al Napoli, rimasto a -9 dalla vetta occupata proprio dai bianconeri. La fuga della Juve non si è concretizzata (+2 su Milan e Udinese) ma questo è stato un test probante per la tenuta psicofisica degli uomini di Conte.
La Juventus sbanca l’olimpico di Roma battendo la Lazio in una partita bellissima, con continue emozioni e decisa dal gol di Simone Pepe nel primo tempo.
Alla fine Pirlo è in campo e tutta la Juve tira un sospiro di sollievo, in casa biancoceleste Cissè si accomoda in panchina a vantaggio di TommasoRocchi che affianca l’intoccabile MiroKlosein attacco.
I primi minuti sono di studio con le due squadre a lottare a centro campo e di palle gol nemmeno l’ombra. Il primo sussulto è bianconero con Lichtsteiner che impazza sulla fascia servendo una palla d’oro per Marchisio che spedisce fuori di testa da ottima posizione, ancora Juve con Pirlo che su punizione impegna severamente Marchetti che respinge sui piedi di Lichtsteiner che incredibilmente mette la palla fuori da due metri. Al 21’ Bonucci ne combina una delle sue pasticciando in area e consentendo a Rocchi di presentarsi davanti a Buffon con il portiere della nazionale pronto a chiudere la porta con la collaborazione di AndreaBarzagli. La Lazio sembra riprendersi e proprio nella sua migliore occasione con Rocchi che si vede respingere la palla ancora da Buffon, prende il gol bianconero nel successivo contropiede con Vucinic che apre sulla fascia per Matri che vede pepe solo in area che spiazza Marchetti calciando praticamente un rigore in movimento. Il primo tempo si chiude quindi con la formazione di AntonioConte in vantaggio grazie a Pepe ma soprattutto ad un superlativo Buffon che nega a Rocchi per ben due volte, la via del gol.
Il secondo tempo si apre con nessuna novità fra i 22 in campo con la Lazio che riparte meglio della Juventus dominando i primi 20’ della ripresa. Ma è un dominio che produce il palo di Hernanes e un’ammonizione pesantissima per Marchisio, che diffidato, sarà costretto a saltare la sfida del San Paolo contro il Napoli di martedì. esce Vucinic per Giaccherini al 22’ e da lì in poi è la Juventus a legittimare il risultato proprio con Giaccherini che spara su Marchetti e con Matri che gira splendidamente di sinistro scheggiando il palo a Marchetti battuto. Entra Cissè per Rocchi ma il francese non riesce a cambiare una partita condotta in porto dalla Juventus con grande personalità non rischiando praticamente più nulla nei quindici minuti finali del match.
Continua l’imbattibilità per AntonioConte che potrà guardare alla sfida del San Paolo di martedì con più serenità, vista la condizione mostrata dai suoi uomini contro una buona Lazio che ha veramente poco da recriminare in questa serata che riporta la Juventus in testa alla classifica di serie A.
I gol di Pepe, Matri e Marchisio lanciano una Juventus sempre più convincente in vetta alla classifica di Serie A, i bianconeri di Conte asfaltano il Palermo con un rotondo 3-0 portando a casa l’intera posta in palio e raggiungendo così a quota 22 punti l’altra capolista del campionato, la Lazio di Edy Reja, con la quale la Vecchia Signora si misurerà sabato prossimo nel big match dell’Olimpico valido per la 13esima giornata di Serie A.
La lunga, e forzata, pausa – 22 giorni dall’ultima partita disputata per la sosta delle nazionali e per il rinvio la settimana prima della gara con il Napoli, non ha scalfito la concentrazione degli uomini di Conte che sono riusciti a sfatare il tabù Palermo che puntualmente vinceva a Torino da 3 anni a questa parte, viceversa i rosanero non hanno sfatato il tabù trasferta di quest’anno che ha visto i siciliani conquistare un solo punto nelle 6 gare disputate senza mai riuscire a segnare.
Con Krasic sempre più lontano da Torino e che si accomoda in tribuna, Conte vara il suo 4-3-3 con Vucinic e Pepe a supporto di Matri, Mangia invece, che deve rinunciare ad Hernandez, si affida alle giocate dei due davanti Ilicic e l’ex Miccoli.
La Juventus inizia ad imporre sin dai primi minuti di gioco il suo ritmo e spinge forte sull’acceleratore decisa a trovare il gol del vantaggio, Chiellini sottoporta però è impreciso. Il Palermo risponde con Ilicic che trova uno strepitoso Buffon a chiudergli lo specchio della porta.
Bisognerà attendere il 20′ per raggiungere l’obiettivo prefissato, i bianconeri passano con un colpo di testa ravvicinato di un Pepe ritrovatissimo che sbuca tra due difensori avversari mettendo alle spalle di Tzorvas su un preciso cross di Chiellini. La Juve potrebbe andare subito sul 2-0 e festeggiare la prima rete di Pirlo in bianconero se la traiettoria disegnata dall’ex regista del Milan non si fosse stampata sul palo. Con il passare dei minuti però la Vecchia Signora, che fin lì aveva disputato una gara quasi perfetta con un Marchisio in forma Mondiale pronto a chiudere e a far ripartire immediatamente l’azione e con un Lichtsteiner stantuffo inesauribile sulla destra, cala di concentrazione e lascia qualche varco di troppo agli attaccanti rosanero, soprattutto a Ilicic che però è sempre fermato in maniera impeccabile da Buffon.
Conte intuisce che qualcosa nei meccanismi della squadra si è inceppato e corre ai ripari strigliando i suoi negli spogliatoi. Lo si intuisce perchè la Juve rientra in campo con una cattiveria agonistica e una aggressività maggiore rispetto alla prima frazione e dopo appena 180 secondi raddoppia: Lichtesteiner trova il corridoio giusto per Matri che da posizione defilata sulla destra incrocia sull’angolo opposto trovando il suo quinto centro stagionale. Il Palermo barcolla ed è alle corde, Vucinic si accentra dalla sinistra e con un tiro a giro sfiora di centimentri il secondo palo, poco più tardi azione quasi fotocopia con il montenegrino che invece di tirare serve in mezzo all’area per Matri, il centravanti invece di tirare fa velo, traendo in inganno il difensore siciliano, per l’accorrente Marchisio alle sue spalle che incorona una magnifica prestazione con il gol del definitivo 3-0. Un’azione che si vede fare solo o al Barcellona o alla Play Station. Anche per il numero 8 bianconero, che sta attraversando un periodo di forma eccezionale e senza ombra di dubbio il migliore in campo, si tratta della quinta rete in campionato che gli permette di superare il suo miglior score personale di 4 reti della scorsa stagione.
Gara in ghiacciaia, non succede praticamente più nulla e gli ultimi minuti vengono riservati alle sostituzioni, Conte concede una ventina di minuti a Quagliarella e una decina a Del Piero applauditissimi dal pubblico di fede bianconera.
I prossimi appuntamenti, lo scontro al vertice con la Lazio e il recupero con il Napoli, ci sapranno dire sicuramente quanto questa Juventus può volare in alto. Nel frattempo Conte e i suoi uomini si godono il primato in classifica. Per il Palermo ennesima trasferta amara, Mangia dovrà lavorare molto sull’aspetto psicologico per trovare la giusta cura che permetta di trovare il giusto equilibrio tra prestazioni brillanti in casa, 5 vittorie su 5, e pessime lontano dal Barbera.