Tag: alessandro del piero

  • Futuro di Alessandro Del Piero, venerdì la verità

    Futuro di Alessandro Del Piero, venerdì la verità

    Nonostante il sorriso di circostanza durante le interviste postpartita e la volontà di pensare alle meritate vacanze, dopo una stagione intensa e comunque vittoriosa, la finale di Coppa Italia persa contro il Napoli lascerà nella mente e nel cuore di Alex Del Piero il ricordo di una serata all’insegna della malinconia, del rammarico per il trofeo sfuggito e, soprattutto, del guardarsi indietro, ripercorrendo con lo sguardo la lunga strada e le tappe di questi diciannove anni in bianconero, il suo unico amore, che lui stesso ha definito “One Love“, stampandolo anche sulla maglia da gioco del suo ultimo capitolo juventino.

    Le vacanze gli serviranno sicuramente a metabolizzare il fiume di emozioni che ha conservato dentro di sè, riuscendo a trattenere la commozione, ad una settimana di distanza dal bagno di folla dello Juventus stadium, con giro di campo annesso per salutare il suo pubblico ma, prima della partenza per qualche località esotica, Del Piero incontrerà ancora la stampa, venerdì prossimo, in un Hotel del centro di Torino nel quale sicuramente si scoprirà il futuro di Alessandro Del Piero.

    Lo ha annunciato quest’oggi Stefano Del Piero, fratello di Alessandro e suo agente, che – in merito al contenuto della conferenza stampa – ha mantenuto uno stretto riserbo, considerando “prematuro” ogni discorso di mercato, rimarcando quanto dichiarato dallo stesso Capitano bianconero (bisognerebbe scrivere ex, ndr) che, fra il serio ed il faceto, la scorsa settimana aveva sottolineato di “non esser più abituato alle trattative di mercato, considerando che da diciannove anni sono fuori dal giro”. L’unico aspetto che sembra trapelare con maggior forza rispetto agli altri, è che la prossima destinazione del numero dieci sarà all’estero, alla luce di quanto dichiarato sempre da suo fratello, che ha fatto riferimento ad un certo interesse del calcio internazionale per Alessandro, manifestatosi dallo scorso mese di Ottobre, ossia in concomitanza con l’ormai celebre discorso all’Assemblea dei soci del presidente Andrea Agnelli, in cui annunciò che il campionato in corso sarebbe stato l’ultimo di Del Piero in maglia juventina.

    Alessandro Del Piero © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    L’aggettivo “internazionale”, dunque, necessita di essere maggiormente approfondito, per comprendere a cosa faccia riferimento nello specifico, anche alla luce del fatto che – come ha rivelato lo stesso procuratore – gli attestati di stima nei confronti di Alessandro sono trasversali, a testimonianza che in questi anni ha “seminato bene”: gli States, che Del Piero ha spesso dichiarato di amare, al punto da sceglierli come frequente meta dei suoi viaggi, oppure la Cina, per raggiungere Marcello Lippi, il mister con cui ha vinto praticamente tutto? Fra le due ipotesi potrebbero collocarsi, naturalmente, altri scenari ben diversi o qualche risvolto clamoroso, come – ad esempio – l’approdo in una grande della Premier League per disputare la prossima Champions League, magari proprio contro la Juventus. Uno scenario che, ad oggi, sembra davvero incredibile e che i tifosi bianconeri si augurano non si materializzi, per scongiurare il pericolo di considerare Alex in veste di “avversario”.

    Quel che è certo è che, “da adesso inizieremo ad approfondire tutte le questioni che si presenteranno, e quando sarà il momento Alessandro renderà tutti partecipi della sua decisione”: parola di Stefano Del Piero, c’è da fidarsi.

  • Del Piero – Juve, il lungo addio del Capitano

    Del Piero – Juve, il lungo addio del Capitano

    Avrebbe voluto congedarsi dal pubblico che lo ha sempre osannato e da quella squadra che ha immensamente amato in tutt’altro modo, con un’altra vittoria e un altro trofeo da poter mettere in bacheca ma il suo sogno Alessandro Del Piero lo ha realizzato la settimana scorsa quando allo Juventus Stadium davanti ai suoi tifosi nella cerimonia di premiazione ha potuto ufficialmente alzare al cielo lo scudetto vinto, il primo del dopo Calciopoli e per questo, forse, il più importante della sua carriera e della ultrasecolare storia della Juve per quello che è stato il tricolore del riscatto.

    Il rammarico per aver visto sfumare l’ultimo obiettivo stagionale, la Coppa Italia persa in finale contro il Napoli, esiste ed è evidente sul suo volto quando il Capitano di mille battaglie va a prendersi la medaglia riservata ai secondi classificati. Mille i pensieri e profondi i sentimenti per quella che poteva essere la “ciliegina sulla torta” di una annata fantastica sotto tutti i punti di vista, consapevole che quella di ieri sera sarebbe stata la sua ultima partita con la Juventus, la sua ultima apparizione con quella maglia bianconera tatuata sulla sua pelle e indossata fieramente e orgogliosamente per 19 lunghi anni, in giro per l’Italia, per l’Europa e per il Mondo. “E’ come andare via di casa per la seconda volta” aveva detto Del Piero in un’intervista. Un divorzio sofferto, un lungo addio. Sarà solo un arrivederci, tornerà a “casa” con un incarico dirigenziale una volta che deciderà di dire basta con il calcio giocato e appendere le scarpe al chiodo perchè la Juve non può fare a meno del suo patrimonio: 8 scudetti (6 più quello revocato e quello assegnato all’Inter), 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa Europea il suo palmares ai quali vanno aggiunti i successi in Nazionale, il Mondiale nel 2006 e gli Europei Under 21 nel ’94 e nel ’96.

    Alessandro Del Piero © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Calato il sipario sulla sua carriera in bianconero (da calciatore), per Pinturicchio è arrivato il momento di voltare pagina per un rinnovo di contratto auspicato dallo stesso Alex e da tutti i tifosi bianconeri ma che non è arrivato: “E’ stata una stagione fantastica, questa. Diciamo che la ciliegina non l’abbiamo mangiata, ci siamo accontentati di mangiare la torta tricolore” – ha detto Del Piero al termine del match contro il Napoli – “Adesso vado in vacanza al mare e lì proverò a metabolizzare la situazione. L’immagine più bella? Mi porto dietro 19 anni tutti interi. Avrei scelto un esito diverso per lasciare: c’è l’amaro in bocca, ma siamo orgogliosi per questa stagione fantastica. Ora devo voltare pagina, non smetto e infatti cambio pagina alla mia storia”.

    Il saluto più bello, in un turbine di mille emozioni, ai tifosi bianconeri lo aveva già fatto il 13 maggio 2012, in una mite giornata di primavera davanti non solo ai 40 mila (fortunati, ndr) spettatori dello ‘Stadium’ commossi che un giorno potranno vantarsi di dire “io c’ero“, ma anche a tutti i tifosi bianconeri altrettanto commossi sparsi in tutta Italia e nel mondo che dall’estate del 2006 non attendevano altro che quel momento, vedere nuovamente il simbolo, la bandiera, la leggenda della Juventus alzare la coppa scudetto al cielo e urlare di gioia, riportando il club più titolato d’Italia al successo dopo aver attraversato gli anni più bui della sua storia calcistica, come solo un buon Capitano sa fare, un Capitano che coraggiosamente non ha abbandonato la sua nave che stava per affondare e che ha saputo ricondurla con decisione nel porto più vicino (promozione immediata in Serie A) salvandola dall’inabissamento (la Serie B) tenendo uniti tutti i tifosi e tutto l’ambiente facendo da guida quando alla Juve questa figura era completamente assente. Questo i tifosi lo hanno sempre saputo, la devozione e la gratitudine che il popolo bianconero ha verso la sua bandiera, verso colui che ha fatto la storia del club, è eterno per i motivi sopracitati al di là del record di gol e di presenze con quella stessa maglia. Tifosi che lo hanno ripagato, a loro volta, con il saluto più bello che gli si potesse tributare, esprimendo in poche ma significative parole tutta la riconoscenza che il popolo bianconero ha del suo Capitano e del suo numero 10, oltre ai cori, oltre ai calorosi ringraziamenti per quanto fatto in questi 19 anni, con uno striscione che campeggiava in curva e che parafrasava la celeberrima frase di Boniperti “Del Piero non è importante, è l’unica cosa che conta“. Amen

  • Juventus Napoli 0-2, pagelle. Hamsik taglia la cresta

    Juventus Napoli 0-2, pagelle. Hamsik taglia la cresta

    Nel calcio c’è veramente poco di scontato. Lo ha scoperto il Milan perdendo da assoluta favorita lo scudetto, lo ha scoperto il Bayern Monaco vedendosi sfilare la Champions League da un mai domo Chelsea tra le mura amiche e lo ha scoperto questa sera la Juventus che da fresca Campione d’Italia e imbattuta trova la sconfitta contro un gagliardo Napoli rovinando in parte la festa di addio Alessandro Del Piero. La partita non eccelsa dal punto di vista tecnico ha invece entusiasmato per grinta e carattere delle due squadre che non si sono risparmiate sul campo dando vita ad una bellissima finale Coppa Italia 2012. La Juventus ha pagato forse un leggero appagamento dopo una stagione condotta alla grandissima, il Napoli invece ha ritrovato la carica dei giorni migliori conquistando il trofeo dopo quindici stagione e affievolendo il rammarico per non aver raggiunto la Champions League. Analizziamo adesso, la prova delle due squadre attraverso le pagelle.

    Finale Coppa Italia pagelle Juventus

    Storari: 5,5 Inizia la partita con un grande intervento su Zuniga. Ingenuo sul fallo di rigore sul Lavezzi che ha di fatto rotto l’equilibrio.
    Barzagli: 6,5 Ancora una volta perfetto. Lavezzi e Cavani dal suo lato hanno vita dura.
    Bonucci: 5 Durante la festa scudetto è stato uno dei più euforici ed ha forse pagato in concentrazione. Sbaglia tantissimi appoggi e anche in difesa è meno attendo del solito.
    Caceres: 5 L’assenza di Chiellini lo costringe a spostarsi a sinistra nella difesa a tre. Lui ci mette tanta grinta ma pecca di concentrazione.
    Lichtsteiner 5,5: Alterna buone giocate ad assurde proteste nei confronti dell’arbitro.
    Estigarribia 5: si limita a fare il compitino senza pungere né rendersi protagonista di spunti degni di nota
    Vidal: 5 Il guerriero questa volta corre a vuoto
    Pirlo: 6 Nei momenti in cui lui gira la Juventus torna a far paura, peccato che sia meno brillante del solito
    Marchisio: 6 La condizione non è al massimo ma sopperisce con tanta grinta.
    Alessandro Del Piero: 10 L’ultima partita in bianconero avrebbe meritato forse altro epilogo. La sua classe merita un bel 10.
    Marco Borriello: 5 Avrà anche convinto Conte ma continuo a vederlo avulso dal gioco della Juventus.
    Mirko Vucinic: sv Questa volta non riesce a cambiare la Juventus
    Simone Pepe: 6 Forse avrebbe meritato una maglia da titolare.
    Fabio Quagliarella: 4 Pensa bene di risolvere i problemi con la sua ex squadra facendosi espellere.

    Marek Hamsik taglia la cresta

    Finale Coppa Italia pagelle Napoli

    Morgan De Sanctis: 7 Davanti a Prandelli mura quattro sassate bianconere blindando forse definitivamente un posto all’Europeo.
    Hugo Campagnaro: 7 Festeggia la prima convocazione in Nazionale con una prova maiuscola. Perfetto in difesa, semina il terrore anche nelle sortite offensive.
    Paolo Cannavaro: 6,5 Guida bene la difesa, anticipa spesso Borriello ed è bravo a far compattare la squadra durante la reazione bianconera.
    Salvatore Aronica: 6,5 Combatte con il coltello tra i denti facendo perder la pazienza a Quagliarella.
    Cristian Maggio: 6,5 Una spina nel fianco sull’out sinistro bianconero.
    Camillo Zuniga: 7 Corre per cinque ed è pericoloso anche in area bianconera.
    Gokhan Inler: 7,5 Un baluardo davanti alla difesa. Taglia e cuce il gioco che è una meraviglie
    Blerim Dzemaili: 7,5 Alla solita qualità abbina tanta corsa e grinta.
    Marek Hamsik: 8 Dovrà tagliare la cresta ma il gol è ancora una volta un gioiello di grande classe.
    Ezequiel Lavezzi: 7,5 Fischiato per il possibile addio ma prezioso per il Napoli come solo Maradona ha saputo esserlo.
    Edinson Cavani: 7 Freddo dal dischetto, corre sempre in aiuto a chiunque.
    Goran Pandev: 7 Si è ritagliato un bel posticino in questo Napoli merita assolutamente la conferma.
    Dossena e Britos: sv

  • Juve – Napoli finale di Coppa Italia. L’ultima di Del Piero in bianconero

    Juve – Napoli finale di Coppa Italia. L’ultima di Del Piero in bianconero

    Manca ormai poco all’ultimo appuntamento della stagione calcistica, la finale di Coppa Italia che vedrà difronte la Juventus fresca campione d’Italia e il Napoli classificata quinta in campionato. La gara è importante per le entrambe le due squadre che puntano a portare a casa il trofeo: il Napoli perché vinse l’ultima coppa (la supercoppa Italiana ai danni proprio dei bianconeri) 22 anni fa,  la Juventus invece vuole continuare a vincere e accoppiare la Coppa Italia (sarebbe il decimo trofeo e la prima squadra Italiana a riuscire nell’impresa) allo Scudetto, finendo la stagione da squadra imbattuta.

    Nel corso della competizione è stato più tortuoso il cammino per i Campioni d’Italia che ha incontrato ed eliminato Bologna, Roma e Milan, rispetto a quello dei Napoletani più agevole avendo incontrato Cesena, Inter e Siena.
    Nonostante le accuse lanciate  al mister Antonio Conte dal “pentito” Carobbio in merito allo scandalo del calcio scommesse, la società bianconera non vuole perdere la concentrazione evitando di tornare sull’argomento. Ciò che conta è chiudere in positivo la stagione 2011/2012, stagione che ha visto il ritorno alla vittoria della società “fraudata” da Calciopoli.

    Antonio Conte deve rinunciare a Chiellini infortunatosi nell’ultima di campionato contro l’Atalanta, al suo posto giocherà Caceres nel 3-5-2 mentre sulla corsia di sinistra Estigarribia dovrebbe sostituire l’altro infortunato, De Ceglie.  Il portiere sarà Storari che ha giocato tutta la competizione da titolare, mentre ad affiancare Vucinic sarà Alex Del Piero che giocherà la sua ultima gara in bianconero. E a proposito del Capitano dei bianconeri, la società ha deciso di omaggiare la sua bandiera con la maglia che la squadra indosserà stasera all’Olimpico, una maglia che avrà impresso uno scudetto speciale. Così la società ha spiegato in una nota ufficiale:

    Alessandro Del Piero © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    12 settembre 1993, 20 maggio 2012 due date, un unico amore. Quello che ha legato e legherà sempre Alessandro Del Piero e la Juventus. Le date sono quelle della prima partita del capitano in bianconero, quasi 19 anni fa, contro il Foggia e quella dell’ultima, domenica sera, contro il Napoli. Saranno impresse sulla patch che verrà cucita sulle maglie indossate dai giocatori durante la finale di Coppa Italia, insieme a una scritta, One Love. E’ così che la società e i compagni lo onoreranno: con un gesto semplice, ma che riassume nel modo migliore quanto Alex e la Juventus rappresentino uno per l’altra: 19 anni di un unico amore, scolpiti su un’unica maglia e nel cuore“.

    Il tecnico Mazzarri, che deve fare a meno soltanto dello squalificato Gargano, ha un solo dubbio da sciogliere ovvero quello che riguarda il reparto offensivo tra Lavezzi e Pandev, con l’argentino in vantaggio per far coppia con Cavani, mentre sulla fascia sinistra Dossena sembra essere preferito al colombiano Zuniga. Per il resto, solito assetto a cinque a centrocampo, con Dzemaili-Inler-Hamsik in mezzo e il recuperato Cannavaro al centro della retroguardia.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – NAPOLI

    JUVENTUS (3-5-2): Storari; Bonucci, Barzagli, Caceres; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Estigarribia; Vucinic, Del Piero.
    Panchina: Buffon, Marrone, Giaccherini, Pepe, Quagliarella, Borriello, Matri.
    Allenatore: Conte.

    NAPOLI (3-5-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Dzemaili, Inler, Hamsik, Dossena; Cavani, Lavezzi.
    Panchina: Rosati, Britos, Fernandez, Zuniga, Ammendola, Vargas, Pandev.
    Allenatore: Mazzarri.

  • Juventus, inaugurato il J-Museum

    Juventus, inaugurato il J-Museum

    Tempismo impeccabile, senza alcun dubbio: dopo la festa per il trionfo in campionato, la Juventus celebra se stessa e la sua storia gloriosa nel Museo della propria casa, lo Juventus Stadium: uno spazio interamente bianconero, in cui trasuda lo spirito della società, in cui si respirano i 115 anni di storia del club. L’inaugurazione di ieri è stata l’ennesima celebrazione dello scudetto appena conquistato, con la presentazione della coppa tricolore che va ad aggiungersi agli altri trofei già in bacheca, e la squadra bianconera al gran completo, insieme ad alcune vecchie glorie di rilievo, da Edgar Davids a Ciro Ferrara, da Stefano Tacconi ad Antonello Cuccureddu, da Fabrizio Ravanelli a Massimo Mauro, Moreno Torricelli, Roberto Bettega, Pietro Anastasi e tanti altri.

    Al completo, poi, anche la dirigenza della società, con in testa in presidente Andrea Agnelli, che definisce con orgoglio la Juventus come “una delle quattro potenze d’Europa”, ma anche l’amministratore delegato Beppe Marotta, il consigliere Pavel Nedved, il presidente dello J-Stadium Paolo Garimberti (presidente Rai, ndr), oltre che John Elkann presidente della Fiat e dell’Exor – titolare del pacchetto di maggioranza della Juventus S.p.A. – che si è detto “colpito per gli stimoli che questo museo può dare, per tutti i grandi momenti che la Juve ha dato e per la solidità che la squadra ha mostrato nel corso della sua storia”.

    Inevitabile, dunque, che nel giorno dell’ennesima parata bianconera le dichiarazioni dei presenti fossero all’unisono rivolte a celebrare la straordinaria cavalcata degli uomini di Antonio Conte, ma anche già proiettate alla finale di Coppa Italia contro il Napoli, che potrebbe regalare subito un trofeo da aggiungere alla suggestiva stanza dei trofei del museo: un locale già ricco di coppe scintillanti, ma anche di video vintage in perfetto connubio con la più recente tecnologia interattiva, che rende possibile vivere le partite a contatto virtuale con le glorie della storia juventina. Il museo, poi, presenta anche una sezione dedicata alla tragedia dell’Heysel del 1985, con un totem in ricordo delle 39 vittime ed, in tal senso, alla cerimonia di inaugurazione erano presenti anche i loro parenti.

    A celebrazione delle glorie juventine, invece, è stata adibita una speciale hall of fame, con i plastici degli stadi in cui la Juventus è scesa in campo, e con le maglie dei 36 giocatori bianconeri che hanno collezionato più presenze, fra cui spicca, naturalmente, il recordman assoluto, il simbolo della storia, Alessandro Del Piero, a quota 704.

    Da ricordare, poi, anche la sezione dedicata ai Pallone d’Oro dei giocatori bianconeri, con l’ultimo – in ordine cronologico – conquistato da Pavel Nedved nel 2003, ma anche la stanza dei “palloni storici”, in cui compare, naturalmente, anche quello dell’ultimo scudetto conquistato.

    John Elkann e Andrea Agnelli | © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Un museo di sicuro interesse per i tifosi, che rappresenta una celebrazione di quanto è stato, e di quanto sarà, mantenendo fermi i passaggi cruciali della storia della società, che verranno riproposti dall’enciclopedia interattiva, che racconta tutte le tappe della squadra, con un inevitabile riferimento anche alla parentesi Calciopoli, impresso anche su un pannello speciale, che riporta la frase eloquente “Dal Paradiso all’Inferno e ritorno”, per non dimenticare.

    Lasciando il passato alle spalle e guardando al futuro, però, il tempio della storia bianconera appare come un ulteriore tassello per portare la Juventus a competere, anche a livello di brand, con le grandi del calcio europeo, regalandosi uno spazio autocelebrativo ma, soprattutto, un’ulteriore fonte di guadagni sicuri, da associare ai diversi sold out stagionali dello Stadium.

    L’ulteriore crescita della Juventus passerà, dunque, anche da qui e, da oggi pomeriggio alle ore 14, dopo l’inaugurazione di ieri, il Museo sarà aperto ai tifosi-visitatori che ne rappresenteranno, come sempre, il vero cuore pulsante.

  • Addio Del Piero, i tifosi Juve contro Agnelli “rampollo viziato”

    Addio Del Piero, i tifosi Juve contro Agnelli “rampollo viziato”

    Il calcio italiano è strano, sorprendente, spesso ingiusto. Dopo pochi giorni dal trionfo bianconero in campionato, che è valso il 30 esimo scudetto (28 che si voglia) alla “Vecchia Signora”, in casa Juventus è già tempo di polemica. Nel giorno dell’inaugurazione del “J-Museum, il nuovo museo della storia bianconera, i tifosi non hanno perso occasione per puntare l’indice contro il loro presidente Andrea Agnelli, definendolo tra l’altro “rampollo viziato”, reo di aver scaricato in maniera ingrata Alessandro Del Piero, simbolo e bandiera della gloriosa storia Juventina.

    Già nel mese di ottobre, quando lo scudetto era solo un miraggio per il popolo bianconero, ci furono pesanti polemiche per le parole del presidente bianconero durante una conferenza stampa: “Questo sarà l’ultimo anno di Del Piero con la maglia della Juventus”, frase che mandò su tutte le furie gli ultras bianconeri. “Del Piero è la storia“, urlano a gran voce i tifosi bianconeri. Anche domenica, prima della premiazione scudetto, le parole di Agnelli sono state coperte dagli oltre 40.000 tifosi con un coro significativo: “Un capitano c’è solo un capitano”, parole chiare che fanno ben capire come la pensano i tifosi a riguardo.

    Andrea Agnelli © Valerio Pennicino/Getty Images

    Gli stessi supporters hanno invocato e tentato in ogni modo di convincere il loro presidente a rinnovare il contratto a Del Piero, sostenendo che solo il numero dieci bianconero possa decidere quando sarà arrivato il momento di dire basta con la Juventus. E’ su questo punto che premono i tifosi bianconeri. Deve essere solo il capitano a decidere se continuare o meno con la Juventus e non viceversa. Tra l’altro, Del Piero, ha sempre manifestato il desiderio di terminare la carriera in bianconero. La dirigenza juventina potrebbe rinnovargli il contratto in modo gratuito, visto che il premio scudetto di 2 milioni di euro andrebbe a ricoprire l’intero costo contrattuale del capitano.

    I tifosi preparano una vera e propria rivoluzione. Si attendono manifestazioni sotto la sede in corso Galileo Ferraris 32. I supporters bianconeri hanno anche minacciato il loro presidente di non rinnovare gli abbonamenti per il prossimo anno. Che la rivoluzione abbia inizio…

  • Juve, Cavani il top player richiesto da Conte

    Juve, Cavani il top player richiesto da Conte

    Nonostante ancora non sia stata imbastita nessuna trattativa con il Napoli, la Juventus ha individuato, sotto precisa ed espressa richiesta di Antonio Conte, il top player per la prossima stagione, la prima dopo 19 intensissimi anni senza il capitano Alessandro Del Piero che chiuderà la sua lunga avventura in bianconero da calciatore prima di ritornare a Torino in veste di dirigente quando deciderà si smettere con il calcio giocato, che risponde al nome di Edinson Cavani.

    Il Matador è il sogno del tecnico fresco campione d’Italia che si è mosso in prima persona incontrando nei giorni scorsi uno degli agenti del forte attaccante uruguagio il quale qualche settimana fa non si era sentito di escludere al 100%  la possibilità di andare via mettendo così in dubbio la sua permanenza all’ombra del Vesuvio, incertezza derivata da una eventuale mancata qualificazione in Champions League degli azzurri. Il verdetto emesso dal campionato, ovvero la non partecipazione alla massima competizione continentale per club del Napoli che si è dovuto accontentare dell’Europa League, potrebbe favorire così la partenza di Cavani verso altri lidi e la Juventus sarebbe destinazione gradita al centravanti.

    Edinson Cavani © AFP PHOTO / CARLO HERMANN

    Cavani sarebbe la soluzione ideale per l’attacco bianconero in un reparto che quest’anno ha palesato la mancanza di un vero bomber letale in area di rigore (il miglior realizzatore della squadra è stato Alessandro Matri con 10 gol all’attivo) ma allo stesso tempo mobile e funzionale per gli schemi dell’allenatore, d’altronde la “carta d’identità” del Matador parla da sola: 94 presenze e 65 reti nelle ultime due stagioni trascorse nelle fila del Napoli andando sempre oltre i 20 centri in campionato. Numeri e gol incredibili che lo hanno reso celebre e amato dalle parti del San Paolo.

    Ma con quale strategia e con quali argomenti la Juventus proverà a convincere Aurelio De Laurentiis a mollare la presa sul suo gioiello? Quello che di più piace al numero uno del club partenopeo è il cosidetto cash, la proprietà bianconera avrebbe intenzione di stanziare almeno 40-45 milionisolo per l’acquisto di un attaccante di levatura mondiale, se questi “argomenti” non dovessero bastare al produttore cinematografico allora ecco che Marotta proverà ad inserire qualche contropartita tecnica gradita: in queste ore circola il nome di Sebastian Giovinco che però prima dovrà essere riscattato dal Parma, che per aver contribuito alla valorizzazione del fantasista chiede un sostanzioso assegno per la metà acquisita lo scorso anno per soli 3 milioni di euro. Giovinco sarebbe il sostituto perfetto di Ezequiel Lavezzi sempre più vicino ad accasarsi al Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti (l’Inter sta perdendo terreno). Ma ad ostacolare l’eventuale cessione della Formica Atomica è lo stesso Antonio Conte che vuole riportare alla casa madre l’attaccante che ha fatto tutta la trafila nelle giovanili bianconere per presentarsi nella prossima stagione con un tridente atomico composto da Vucinic, Cavani e appunto Giovinco.

    Di certo c’è solo che nulla si muoverà prima della finale di Coppa Italia che vedrà impegnate proprio Napoli e Juventus domenica 20 maggio allo stadio Olimpico di Roma per quello che sarà anche l’atto conclusivo della stagione 2011-2012, dopo quella data potrebbe partire il vero assalto bianconero al Matador con la nuova triade Marotta, Paratici e Nedved che cercheranno di esaudire il desiderio di Conte.

  • Dalla festa alle lacrime, Del Piero “Grazie di tutto”

    Dalla festa alle lacrime, Del Piero “Grazie di tutto”

    Il momento dei saluti è sempre il più triste perché porta con sè, in poche istantanee, i ricordi di quello che è stato, di quello che si è condiviso, di un percorso intrapreso insieme. Nel caso di un uomo simbolo come Alex Del Piero, diciannove anni con la stessa maglia, la commozione, le lacrime, i cori di ringraziamento sono solo l’esternazione tangibile di un rapporto profondo, quasi familiare, con tutti coloro che lo hanno ammirato e sostenuto, prima come ragazzo, poi come uomo, come calciatore decisivo in campo, come
    simbolo di una squadra e dei valori che quella maglia incarna.

    Era doveroso un tributo, come quello che l’intero Juventus Stadium gli ha riservato domenica scorsa, ma era doveroso anche un bagno di folla, per salutare meglio coloro che non erano presenti nel “tempio”: d’altronde, mister Conte lo aveva “ordinato” ai calciatori, incitando tutti a festeggiare a dovere questo scudetto affinchè rimanesse bene impressa nella memoria l’atmosfera di euforia ed entusiasmo che, da Trieste in poi, si è propagata da Torino all’intera Italia bianconera.

    La squadra ha seguito di buon grado l’invito del suo mister, festeggiando sul pullman scoperto che ha attraversato le strade di Torino, partendo proprio dallo stadio e proseguendo per Porta Susa, Via Micca, Piazza Castello, terminando il suo percorso al Parco del Valentino: lo ha fatto cogliendo a pieno lo spirito della celebrazione, agitando simboli con il numero “30”, riproponendo il cerimoniale della consegna della Coppa scudetto, intonando i cori da stadio, fomentando i 400 mila assiepati ai bordi delle strade, sulle pensiline dei tram, sui tetti delle edicole. Atmosfera da brividi, di un’intensità difficilmente descrivibile a parole, che si percepiva sui visi dei presenti, ragazzi, bambini, anziani, intere famiglie giunte per celebrare il ritorno della Signora alle vecchie abitudini.

    Del Piero e Buffon festeggiano | Il Pallonaro

    Ma non solo: in una perfetta altalena di emozioni, fra la dolcezza e la nostalgia, fra l’euforia ed il velo di malinconia, su quel pullman scoperto c’era – anche e soprattutto – il Capitano, con la sua tuta gialla, il suo sorriso emozionato e discreto, la sua voglia di godersi ancora l’affetto della sua gente, che lo invoca, lo fotografa, gli tributa applausi all’insegna di “Grazie di tutto, Del Piero grazie di tutto”: il suo sguardo incrocia per qualche istante gli occhi di chi, fino a quel momento, lo aveva seguito e ammirato solo da lontano, apprezzando l’essenza profonda che quell’uomo di 38 anni ha rappresentato per i colori della Juventus. Noi che lo abbiamo visto sbocciare come un fiore a primavera, consacrato nell’Olimpo dei più grandi, che lo abbiamo visto piangere di dolore per l’infortunio del ’98, soffrire per le critiche e l’astinenza da gol, che lo abbiamo visto segnare a Bari, tenendo per sé l’immenso dolore interiore. Lo abbiamo visto diventare campione del Mondo e poi scendere in serie B, sempre con la fascia da capitano stretta al braccio, con l’umiltà di sempre, con lo stile di pochi. Lo abbiamo visto riportare per mano la sua squadra in serie A, diventare papà di Tobias, poi di Dorotea e di Sasha, raccogliere la standing ovation del Bernabeu, commuoversi per l’ultimo gol, l’ultimo giro di campo, l’ultimo saluto alla curva che lo osanna, e che piange più di lui nel giorno dei saluti. Lo abbiamo visto, sul pullman scoperto, stringere forte la Coppa dello scudetto, alzarla più volte al cielo, al fianco di Gigi Buffon amico-compagno di tante battaglie che, insieme agli altri, gli ha dedicato più volte il “suo” coro, quello più significativo e rappresentativo: “Un Capitano, c’è
    solo un Capitano”.

    Un altro sorriso sul suo viso, le mani alzate a salutare la folla, in un tripudio di decibel ed emozioni, e poi il gesto più bello ed intenso, un inchino, ennesimo segno di gratitudine al popolo bianconero, di infinito amore e stima reciproca, un legame che resterà indelebilmente simbiotico. Un’immagine realmente emozionante, di quelle che restano impresse nella memoria per sempre, di quelle che regalano la piacevole sensazione di aver vissuto e goduto appieno l’atmosfera di un momento che rimarrà nel cuore, nonostante
    gli eventi futuri, perché la Storia rimane, sempre e per sempre.

    Foto di Simona Granieri

  • Del Piero “Juve non ritirare la maglia numero 10”

    Del Piero “Juve non ritirare la maglia numero 10”

    Smaltita l’euforia per la conquista dello scudetto e l’estasi per il saluto davanti ai suoi tifosi al 57′ di Juventus Atalanta, Alessandro Del Piero si è dedicato oggi, 14 Maggio, al suo nuovo progetto editoriale presentando al Salone Internazionale di Torino il suo nuovo libro “Giochiamo Ancora” scritto con l’inviato di Repubblica Maurizio Crosetti.

    Accolto con cori da stadio come se quelli di ieri non fossero bastati, il giocatore ha presentato il suo racconto di quasi vent’anni trascorsi alla Juventus che in due settimane ha venduto centosettantamila copie. Al termine della presentazione il capitano bianconero si è soffermato molto con i giornalisti sulla lunga giornata di ieri intensa di emozioni :

    Ci sono momenti incredibili che ti riempiono per sempre. Come la vittoria di uno scudetto, di una Coppa. Ho vissuto tanti momenti esaltanti qui a Torino, l’ultimo ieri, per noi è stato uno scudetto particolare per tutto quello che è avvenuto dal 2006 a oggi. E’ stata una giornata difficile da descrivere: incredibile, intensa, triste e bellissima. Stanotte ho dormito poco e bene. Ieri abbiamo festeggiato per l’ultima volta, ora pensiamo solo alla Coppa Italia“.

    Alessandro Del Piero giro di campo © Valerio Pennicino/Getty Images

    Conclusi i festeggiamenti però per Alex è tempo di pensare già al prossimo e ultimo impegno stagionale che lo vedrà impegno nella finale di Coppa Italia contro il Napoli il prossimo 20 Maggio allo stadio Olimpico:

    Adesso dobbiamo pensare a un appuntamento importante come quello di domenica prossima. Da martedì prepareremo questa finale, ci teniamo tutti quanti. L’emozione di ieri, però, devo ancora metabolizzarla“.

    Intanto nelle ultime ore una indiscrezione lanciata da Sky Sport rivelava che la società bianconera avrebbe intenzione di ritirare la maglia numero 10 per celebrare il suo Capitano. Appresa la notizia le parole di Alessandro Del Piero hanno spiazzato i presenti:

    Non voglio che sia ritirata, perché quando ero un bambino io sognavo di poterla indossare e vorrei che anche altri potessero fare lo stesso sogno“.

    Parole che dimostrano ancora una volta l’umiltà di un campione in campo e nella vita.

     

    Juve, ritirare o no il 10 di Del Piero?

    • Si, Del Piero è l’icona della Juve (50%, 169 Voti)
    • No, è un numero troppo importante per essere ritirato (50%, 168 Voti)

    Totale Votanti: 338

  • Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    E’ il trentesimo nel cuore e nella testa di tutti gli juventini, è quello più bello e inaspettato, quello che segna la rinascita dopo l’inferno della Serie B e dopo annate segnate da risultati molto deludenti, è quello che chiude il cerchio e riporta la Vecchia Signora sul trono più alto d’Italia, quello che per rango e blasone le spetta di diritto, prima con 84 punti e senza mai subire l’onta della sconfitta. Merito di un lavoro costante, di una società che c’ha messo un po’ ad ingranare, ma che ha avuto la giusta intuizione nello scegliere un bianconero puro, mettendolo alla guida di una squadra ben costruita, certo con qualche errore, ma ideata con un mix di giovani e veterani, affamati e vogliosi di prendersi quello che da troppo tempo mancava all’ombra della Mole.

    Le Pagelle

    Marotta-Paratici-Nedved 8: la nuova triade nata sotto l’egida di un Agnelli, ha avuto grosse difficoltà al suo primo anno dovendo ricostruire una squadra vecchia e stanca. Specie il duo ex-sampdoriano ha portato quell’esperienza che era mancata alla precedente dirigenza per far risorgere dalle ceneri la gloriosa maglia bianconera. Il terzo elemento aggiuntosi in seguito è colui che ha permesso ai dirigenti di capire cos’è la Juve, cosa vuol dire vivere e indossare determinati colori e combattere per essi.

    Andrea Agnelli 9: ha ripreso da dove Calciopoli aveva interrotto, al suo arrivo ha cancellato quanto fatto nelle annate precedenti e si è accollato il peso di decisioni talvolta impopolari che gli sono però valse il rispetto di tutto il popolo della Vecchia Signora. Ha voluto Conte, ha voluto Nedved in società e ha voluto continuare il progetto dello stadio per regalare una casa alla sua Juventus, una casa dove poter arricchire la propria bacheca.

    Antonio Conte | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Antonio Conte 10: voto massimo per il condottiero della Juve, è riuscito nell’impresa di rinvigorire giocatori che sembravano non essere da grande squadra, ha riportato la juventinità nello spogliatoio e dopo aver conquistato la qualificazione in Champions ha realizzato un capolavoro che neanche ai suoi maestri era riuscito prima, vincere al primo anno senza perdere neanche una partita, un’impresa che rimarrà impressa negli annali della storia bianconera e non solo. Oltre a questo ha regalato alla squadra un’identità ed un gioco che da molti anni non si vedevano alla corte bianconera.

    Gianluigi Buffon 9: è il portiere numero uno in Italia e in Europa da anni, troppe volte messo in discussione e criticato anche dallo stesso popolo bianconero con la memoria troppo corta, quest’anno molto spesso le sue pagelle sono state un s.v. perchè quasi mai è stato chiamato in causa per fare ciò che meglio gli riesce, ha reso più interessante, diciamo così, il finale di campionato con quell’errore di piede nella partita casalinga contro il Lecce che è valso il pareggio dei salentini, ma negli anni a venire nessuno ricorderà quella gaffe. SUPERMAN

    Marco Storari 7: secondo silenzioso e mai invadente, del resto quando a rubarti il posto è un certo signor Buffon, non puoi mica pretendere tanto. Ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa ed è anche merito suo se la squadra dopo aver vinto lo scudetto potrà giocarsi una preziosa finale di Coppa Italia. GREGARIO DI LUSSO

    Alexander Manninger 6: ha vissuto nottate di gloria in maglia bianconera come quella del Bernabeu espugnato con doppietta del capitano, quest’anno ha lavorato in silenzio godendo dei frutti del sudore altrui. ONORE AL MERITO

    Andrea Barzagli 9: una forma spettacolare, preciso negli interventi, mai fuori tempo ha disputato un campionato su livelli da Campione del Mondo ed è certamente uno dei migliori acquisti della gestione Marotta-Paratici. Anche Prandelli sarà stato felice di vederlo così. THE WALL

    Giorgio Chiellini 9: ha cominciato da centrale, poi è passato esterno sinistro, poi terzo di sinistra della difesa a 3, una duttilità tattica e una grinta figlia di chi ha vissuto quel periodo con una gran voglia di rivalsa, con la fame e la rabbia di voler tornare a certi livelli. Giorgione ci mette l’anima e la testa come quando a Roma pareggia con una zuccata il momentaneo vantaggio di De Rossi. KING KONG

    Leonardo Bonucci 8: rinato, risorto e tornato a nuova vita anche in una stagione decisamente con alti e bassi per lui, ha il merito però di credere in se stesso, di riprendersi una maglia da titolare, di siglare gol importanti come quello a Palermo e di fornire l’assist del gol scudetto a Vucinic. LAZZARO

    Stephan Lichtsteiner 8,5: arrivato in estate per una cifra ragguardevole, il laterale svizzero va subito a segno alla prima giornata, su una schema che molto spesso si ripeterà in stagione e che lo porterà a siglare un’altra rete a Bergamo. Sempre presente in attacco e difesa, un motorino inarrestabile. PENDOLINO

    Paolo De Ceglie 7,5: è sempre stato un oggetto del mistero per tutto il popolo bianconero, ma quest’anno non ha mai sbagliato una gara quando è stato chiamato in causa. SBOCCIATO

    Martin Caceres 7,5: ha fortemente rivoluto la maglia bianconera e la dirigenza ha rinunciato a Guarin per poterlo riaccogliere tra le proprie fila, una scelta decisamente azzeccata visto che appena arrivato ha messo a segno da terzino una doppietta a San Siro contro il Milan in Coppa Italia, ipotecando di fatto la finale. MATURATO

    Andrea Pirlo 10: l’uomo in più di quest’anno, metronomo di un centrocampo perfetto direttore d’orchestra di una squadra che sotto i suoi passaggi ha composto musica. Dato per finito troppo presto dal Milan ha avuto la sua personale rivincita in maglia bianconera. GENIO

    Arturo Vidal 9,5: arrivato come oggetto misterioso del mercato bianconero, ha convinto Conte a cambiare modulo e dire che la mossa è stata azzeccatissima è dire poco, una stagione di altissimo livello quella del Guerriero bianconero, recupera palloni su palloni a centrocampo e non disdegna di siglare gol esteticamente meravigliosi, vedi gol contro il Napoli. RE ARTU’

    Claudio Marchisio 9,5: la stagione della consacrazione per il capitano bianconero del futuro, gol di alta scuola come quello al Parma e prestazioni spettacolari come quella casalinga contro il Milan, dove lascia il segno per ben due volte. PRINCIPINO

    Simone Pepe 8: rinvigorito dalla cura Conte, più libero di agire anche in zona gol e si vede, meglio la prima parte della stagione che la seconda. Fondamentale quello che vale il pareggio contro il Napoli. SOLDATINO

    Emanuele Giaccherini 7,5: Voluto fortemente da mister Conte e difeso a spada tratta dallo stesso tecnico bianconero che ha più volte ribadito che se il ragazzo fosse stato brasiliano non ci si sarebbe sorpresi più di tanto di vederlo indossare la maglia della Juventus. GIACCHERINHO

    Marcelo Estigarribia 7: vera rivelazione della Coppa America è stato un ottimo gregario, nobilita la sua stagione mettendo la firma nella decisiva rimonta di Napoli. EL CHELO

    Elijero Elia-Milos Krasic 6: poche apparizioni per entrambi ma una rete all’attivo per il serbo importante ai fini del risultato. Un unico lampo in una stagione incolore che l’ha visto poi finire ai margini della squadra, probabile il suo addio a fine stagione. Stesso discorso per il vero oggetto del mistero della campagna acquisti bianconera il giovane olandese ha avuto pochissime occasioni di mettersi in mostra e sarà ricordato come una meteora negli annali juventini visto che ha già annunciato di voler lasciare la squadra. DESAPARECIDOS

    Luca Marrone-Simone Padoin 6: entrambe ricorderanno a lungo questa stagione, sempre pronti quando sono stati chiamati in causa, hanno mostrato di essere sempre a disposizione della squadra. Entrambi si levano anche lo sfizio di entrare nel tabellino dei marcatori, il secondo nella gara contro la Fiorentina mentre il primo con un bolide nell’ultima di campionato ieri contro l’Atalanta. GREGARI

    Marco Borriello 7,5: arrivato a Gennaio c’ha messo un po’ per entrare nel cuore dei tifosi bianconeri, ma il gol contro il Cesena, fondamentale per la corsa scudetto gli ha facilitato molto il compito. OPPORTUNISTA

    Fabio Quagliarella 7,5: l’anno scorso fino al suo infortunio la Juventus viaggiava spedita, quest’anno Conte ha dovuto aspettarlo e dosarlo per fargli recuperare fiducia in se stesso, l’allenatore è stato ripagato con prestazioni sempre molto sufficienti. SCUGNIZZO

    Alessandro Matri 8: in molte partite ha tirato avanti la carretta di un attacco che appariva sterile, nelle ultime partite ha perso un po’ di smalto sotto porta, anche per il grosso lavoro di sponde che richiede il mister, ha avuto il merito di siglare forse il gol più importante della stagione, quello del pari a San Siro contro il Milan. UTILE

    Mirko Vucinic 9: doveva essere il top player tanto invocato durante il mercato acquisti, il montenegrino è genio e sregolatezza, ma quest’anno alla corte della Vecchia Signora ha mostrato, specie nella seconda parte di stagione, molta più maturità e costanza nelle prestazioni, suo il gol scudetto. FENOMENO

    Alessandro Del Piero 110 e lode: Laurea summa cum laude per i suoi 19 anni in maglia bianconera, coronati da una vittoria tanto bella quanto inaspettata, in molti sperano che rimanga ancora, ma nel frattempo si godono le giocate che il capitano è ancora in grado di regalare, chiedere a Marchetti in campionato e Stekelenburg in Coppa Italia. Per parlare di Alex servirebbero pagine intere e speriamo che quelle pagine non si concludano il 20 maggio a Roma. INFINITO