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  • Conte carica la Juve “Scudetto? Il Milan deve sputare sangue”

    Conte carica la Juve “Scudetto? Il Milan deve sputare sangue”

    E’ Conte show nel ritiro della Juventus a Vinovo per la preparazione dell’importante trasferta di Palermo di sabato prossimo. Con le doti carismatiche e da grande “ammaliatore” il tecnico ha radunato la squadra in mezzo al prato prima dell’allenamento per ribadire ancora una volta il concetto: vuole vincere lo scudetto. Per farlo sa che è fondamentale lo sprint finale in queste giornate conclusive della stagione.

    La vittoria di domenica sera contro il Napoli ha “rosicchiato” al Milan due punti importanti in questa fase del campionato, e quello che diventa fondamentale ora è mantenere alta la concentrazione, perchè i rossoneri – spiega Conte – sono favoriti ma non intoccabili.

    Questo il discorso di Conte alla squadra:

    Dobbiamo guardare chi ci sta davanti perché abbiamo raggiunto una maturità tale che noi adesso ce la possiamo giocare fino alla fine. Come vi ho detto prima devono vincere lo scudetto? Allora devono sputare sangue fino all’ultima partita. L’imbattibilità, di cui si parla poco, forse dà un po’ fastidio. Ma che non sarà facilmente ripetibile. Per fare questo, però, non voglio atteggiamenti superficiali, non voglio cali di tensione, non saranno tollerati

    Il riferimento ai cali di tensione è alla partita contro il Milan e soprattutto quella con il Chievo, due risultati che al tecnico bianconero non sono andati a genio.

    Al termine dell’allenamento Antonio Conte era atteso allo Juventus Store di Area12, per partecipare alla prima videochat della stagione con i Member bianconeri. Circondato da affetto dai tutti i presenti ha esposto il suo segreto per trasmettere la mentalità vincente alla squadra.

    Sono arrivato alla Juventus nel ‘91 da una realtà piccola come Lecce e sono riuscito a rimanere per 13 anni in maglia bianconera, a diventare capitano della squadra, ad avere la fortuna e la bravura, concedetemelo, di segnare un ciclo vincente. La Juventus mi ha insegnato a vincere ed è questo l’unico modo per acquisire la mentalità giusta e riuscire a trasmetterla. E poi, quando uno inizia a vincere, non vorrebbe smettere mai…

    E poi i riferimenti all’imbattibilità e gli elogi verso i suoi ragazzi:

    Siamo riusciti a far provare di nuovo orgoglio ai nostri tifosi e a non far gioire nessun avversario e questo è merito dei ragazzi che stanno portando avanti una stagione straordinaria e che fin dal primo giorno hanno dimostrato grande disponibilità. Dopo pochi mesi, battere Milan in casa 2-0 o l’Inter a San Siro e riuscire subito a dare risposte importanti sul campo è stato straordinario, così come il fatto che siamo imbattuti. Se ne parla poco, perché forse dà un po’ fastidio, ma per noi è motivo di grandissimo orgoglio. La squadra deve anche rispecchiare il carattere dell’allenatore, ma da questo punto di vista non ho mai avuto difficoltà, perché ho trovato giocatori di grande temperamento. Ecco perché è stato facile, tra virgolette, far nascere questa squadra. Lo spirito era già innato e ho solo dovuto tirarlo fuori. Questa è una squadra indomita, che mi ricorda molto la Juventus di quando giocavo, e che ha voglia di stupire. Non sono 11 leoni, sono 24 perché tutti sono importanti. E poi ci sono i tifosi che in questo stadio, standoci molto più vicini, rappresentano davvero il dodicesimo uomo in campo. Entrare in campo e sentirli cantare l’inno è entusiasmante e vederli andare via soddisfatti dopo la partita, non solo per il risultato, ma anche per la prestazione della squadra, ci riempie di orgoglio. Quando per strada la gente ti ferma e ti ringrazia per quanto stai facendo è la cosa più bella“.

    Antonio Conte © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Dopo la prestazione contro il Napoli, un elogio non poteva che non essere rivolto a Vidal, grande combattente e trascinatore di questa Juventus:

    L’acquisto di Arturo è stato molto importante. E’ arrivato all’ultimo, dopo aver partecipato alla Coppa America, e un conto è vedere un calciatore all’opera in cassetta, un conto è vederlo da vicino… E’ stato anche il suo acquisto a spingermi a provare nuove soluzioni, perché o cambiavamo o uno tra Marchisio Pirlo e Vidal sarebbe stato di troppo. Abbiamo allora lavorato su una diversa situazione tattica e ci siamo accorti subito della qualità e dell’intensità che Arturo riesce a darci

    E infine, immancabile, un pesiero su Del Piero:

    Da parte nostra c’è sempre stato un occhio particolare verso il settore giovanile. Spesso mi capita, a fine allenamento, di correre attorno a Vinovo, per dimostrare ai giovani che la 1°squadra gli è vicina. Siamo tornati a investire molto. Abbiamo vinto il Viareggio. Perso la coppa Italia. Baroni è un grande. La nostra speranza è quella di trovare un Marchisio, un De Ceglie (non cito Del Piero perchè era nelle giovanili del padova). Bisognerebbe, come in Del Piero, prendere giocatori di primavera di altre squadre e portarli da noi. Però del piero penso sia unico, bisognerebbe clonarlo“.

    IL VIDEO DEL DISCORSO DI ANTONIO CONTE ALLA SQUADRA

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  • Juventus, è tempo di rinnovi. Matri e Bonucci fino al 2017

    Juventus, è tempo di rinnovi. Matri e Bonucci fino al 2017

    Tempo di prolungamenti in casa Juventus. Dopo Paolo De Ceglie, che nel corso della settimana passata aveva allungato di qualche anno il suo contratto con la squadra bianconera, ieri è stata la volta di altri due elementi il cui accordo scadeva nel 2013. Parliamo del difensore Leonardo Bonucci e dell’attaccante Alessandro Matri i quali, come recita il sito ufficiale della Juventus, hanno rinnovato il contratto sino al 30 giugno del 2017. Una Juventus che guarda al futuro dunque, complice anche l’ok del tecnico bianconero Antonio Conte convinto della potenzialità che hanno i tre giocatori dai quali evidentemente ci si attende tanto in futuro. Ma, a quanto pare, non sarebbe finita qui: a breve infatti potrebbe esserci il prolungamento del contratto di Andrea Barzagli.

    Il centrale, uno dei migliori come rendimento non solo della Juventus ma anche nel campionato italiano nel corso di questa stagione, ha l’accordo in scadenza nel 2013 e l’obiettivo è quello di farlo firmare per almeno altre due stagioni premiandolo anche con un piccolo aumento dell’ingaggio. Il tutto forse anche per respingere le insidie che arrivano dal mercato, considerando che diversi club inglesi oltre che il Bayern Monaco hanno chiesto informazioni sul giocatore. Ma nel giro di breve tempo dovrebbe raggiungersi l’accordo per il prolungamento.

    Alessandro Matri | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Insomma la Juventus guarda già al futuro e considerato il rinnovo di Bonucci e quello prossimo di Barzagli, unitamente alla conferma, scontata, di Chiellini, chissà che il nuovo arrivo nel reparto arretrato non sia solo uno in vista di una stagione, la 2012/2013, che si preannuncia ricca di impegni vista la Champions League ormai raggiunta. Si parla di Alessandro Nesta. Un elemento di provata esperienza indubbiamente, ma per una Juve che punta molto sui giovani non è escluso che alla fine si opti per qualche talentuoso sudamericano. Intanto però si continua a guardare in casa propria e chissà che dopo De Ceglie, Matri e Bonucci e oltre Barzagli non ci siano altri prolungamenti. I tifosi in particolare ne sognano uno, ma al momento appare il più complicato di tutti. Quello di Del Piero, ovviamente.

  • Juve, Jovetic l’erede di Del Piero?

    Juve, Jovetic l’erede di Del Piero?

    Stevan Jovetic per il dopo Del Piero. Sembra questo l’orientamento della dirigenza in vista di quest’estate per colmare il vuoto in campo che lascerà il numero 10 al termine di questa stagione quando le strade della leggenda bianconera e della Juventus si divideranno sì ma solo temporaneamente.

    Del Piero infatti di appendere le scarpe al chiodo, prima di assumere un incarico in società, non ne vuol sentir parlare e, nonostante abbia dimostrato, a dispetto della sua non più giovane età (calcistica s’intende, ndr), di poter essere ancora decisivo, il presidente Agnelli non sembra intenzionato a proporgli un prolungamento del contratto, indispettito forse dall’essere stato messo spalle al muro lo scorso anno dall’uscita del capitano quando Alex espresse pubblicamente tramite un video la volontà di firmare il rinnovo in bianco.

    Nella lista di Marotta è entrato così anche l’attaccante montenegrino della Fiorentina che alla Juve ritroverebbe il compagno in nazionale Mirko Vucinic. Nonostante la giovane età, 23 anni il prossimo mese di novembre, Jovetic ha già accumulato una discreta esperienza nel nostro campionato essendo sbarcato a Firenze nell’estate del 2008 per volere del ds viola Pantaleo Corvino che, pur di non lasciarsi soffiare il talento appena 19enne, assicurò un assegno sostanzioso di 8 milioni di euro al Partizan Belgrado. Una mossa rivelatasi subito azzeccata perchè a suon di gol, soprattutto in Champions, e di prestazioni brillanti, Jovetic convinse l’allora tecnico Prandelli di meritarsi un posto tra i titolari insidiando la leadership di uno come Adrian Mutu. Poi la stagione maledetta con l’infortunio rimediato in allenamento ai crociati del ginocchio che lo costrinse a stare lontano dai campi per 9 mesisaltare l’intero campionato 2010-2011, quest’anno il grande rientro con la sua migliore stagione a livello realizzativo, 12 reti in 20 presenze che però non stanno aiutando la Fiorentina ad uscire dalla crisi.

    Stevan Jovetic © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Se il suo talento è indiscutibile, quello che potrebbe turbare i possibili acquirenti è l’integrità fisica del giocatore poichè quello riportato due anni fa è un infortunio serio. In estate con molte probabilità Jovetic lascerà Firenze, i viola infatti dovranno ripartire con un nuovo progetto tecnico e con un nuovo direttore sportivo, dal momento che la proprietà ha già reso noto che al termine di questa stagione Corvino e la Fiorentina prenderanno due strade diverse, il quale progetto dovrà essere finanziato proprio dai milioni, non meno di 25, ricavati dalla cessione del pezzo pregiato della sua rosa, ovvero Jo-Jo sul quale la concorrenza della big europee quali Real Madrid e Chelsea è agguerrita.

    Ventidue anni dopo Roberto Baggio, con Jovetic Firenze si troverebbe a dover digerire un altro boccone amaro assistendo nuovamente all’operazione che portò il miglior giocatore della Fiorentina ad indossare gli odiati colori bianconeri.

  • Juve: Higuain, Suarez o Dzeko la cura per l’attacco

    Juve: Higuain, Suarez o Dzeko la cura per l’attacco

    La vittoria sull’Inter nel derby d’Italia ha dato una dose di carica emotiva in più alla Juventus che non ha neanche il tempo per festeggiare il secondo successo stagionale e il quinto del dopo Calciopoli sulla rivale storica (2 quelli dell’Inter e 3 i pareggi, ndr) che è già tempo di proiettarsi alla prossima delicata sfida di campionato contro il Napoli allo ‘Stadium’, ennesimo banco di prova per i bianconeri guidati da Conte che poi incroceranno i partenopei nuovamente il 20 maggio prossimo per la finale di Coppa Italia.

    Nella gara con l’Inter è emerso nuovamente un dato statistico che deve far riflettere i dirigenti in prospettiva della prossima stagione, ovvero la sterilità degli attaccanti e il basso rapporto tra gol e occasioni da rete prodotte nell’arco dei 90 minuti di gara. Basti pensare che domenica scorsa è stato un difensore, Caceres, a sbloccare il risultato mentre poi era stato necessario l’intervento di Alessandro Del Piero, uno che sbaglia raramente quando si tratta di metterla dentro, per mettere il risultato al sicuro.

    Il miglior realizzatore è Alessandro Matri con 10 centri stagionali tutti in campionato, anche l’ex bomber del Cagliari però recentemente è stato colpito dal “mal di gol”, non va a segno da oltre un mese, dal 25 febbraio quando fu autore del pareggio importantissimo ai fini della corsa scudetto ai danni del Milan a San Siro. Poi soltanto una serie di prestazioni sotto la sufficienza, per ultima quella contro l’Inter nella quale ha avuto diverse occasioni per sbloccarsi non sfruttate per imprecisione sottoporta. Il secondo marcatore della squadra, a quota 8, è Claudio Marchisio seguito poi da Mirko Vucinic che, dopo tanti flop, è riuscito ad andare in gol con una certa continuità nelle ultime uscite con Bologna, Fiorentina e Milan di Coppa Italia, risultando decisivo in particolar modo contro i rossoneri siglando la rete decisiva ai supplementari per la qualificazione alla finale. Male invece Fabio Quagliarella, due reti all’attivo per lui e tanti gol sbagliati, ancora peggio ha fatto Marco Borriello, mai andato in rete quando è stato chiamato in causa al contrario di Del Piero se si considera che il numero 10 è l’attaccante che è stato utilizzato di meno (a parte Borriello che però è arrivato a Torino solo a gennaio) di quelli presenti in rosa.

    Nedved e Marotta © Claudio Villa/Getty Images

    E considerando come l’anno prossimo la Juventus tornerà, quasi certamente, a respirare aria europea, Marotta dovrà reperire sul mercato un attaccante, il tanto declamato top player, che possa curare questa “malattia”: in cima alla lista del dg ci sono sempre due nomi, uno è Gonzalo Higuain l’altro è Luis Suarez il quale a fine stagione molto probabilmente lascerà il Liverpool perchè desideroso di giocare la Champions League il prossimo anno. Dei due sicuramente è l’uruguagio che ha le più alte probabilità di indossare la maglia bianconera, sia per l’abbordabile costo del cartellino (27-28 milioni rispetto ai 40 di Higuain) sia perchè difficilmente il Real Madrid si priverà dell’attaccante argentino.

    Ma negli ultimi giorni nella “volata” per l’attacco bianconero si è intromesso anche quell’Edin Dzeko fortemente corteggiato nell’estate di due anni fa dal club di Corso Galieo Ferraris e che a fine stagione potrebbe essere scaricato da Roberto Mancini. Un ritorno di fiamma quello per il centravanti bosniaco che a Manchester è chiuso da Balotelli, Aguero, Silva, Nasri e il rientrante Tevez. Più fredde invece le piste che portano a Robin Van Persie dell’Arsenal, sul quale è forte l’interesse proprio di City e Real, e Leandro Damiao dell’Internacional di Porto Alegre.

  • De Laurentiis sogna Del Piero e attacca Petrucci

    De Laurentiis sogna Del Piero e attacca Petrucci

    Il derby d’Italia disputatosi domenica scorsa ha ridato nuova luce ad Alessandro Del Piero.

    Il capitano della Juventus ha contribuito al successo contro i nerazzurri sancendo il 2-0 definitivo con il quale i bianconeri hanno messo fine all’avventura dell’ex Ranieri sulla panchina dell’Inter.

    Il secondo gol consecutivo nel giro di 4 giorni ha riacceso l’interesse intorno alla bandiera della Vecchia Signora.

    In prima linea un insospettabile Aurelio De Laurentiis, che ha dichiarato la propria ammirazione verso il numero 10 juventino, auspicando il desiderio di averlo all’interno dello staff dirigenziale partenopeo.

    Il presidente del Napoli ha inoltre avuto parole di fuoco verso il “palazzo”, in relazione alla scelta dell’impianto dove si disputerà la finale di Coppa Italia del prossimo 20 maggio, che vedrà sfidarsi la Juventus di Antonio Conte e la squadra partenopea.

    DEL PIERO – De Laurentiis è rimasto affascinato dalle ultime prestazioni di Del Piero, tanto da rivelarne un’innata passione, per la quale farebbe carte false pur di poterlo annoverare fra i suoi uomini una volta che deciderà di appendere le scarpette al chiodo. Lo stesso numero uno del Napoli ha però ammesso che al bianconero eventualmente piacerebbe ricevere una proposta dal proprio club, sebbene rimangano forti  dubbi circa un suo futuro a Torino da dirigente, dopo gli screzi avuti ad inizio anno con il presidente Andrea Agnelli.

    aurelio de laurentiis | © Kris Connor/Getty Images

    FINALE COPPA ITALIA – Dopo il sogno, la realtà. Il patron azzurro ha espresso la propria condanna nei confronti della politica antiquata che vige nel “palazzo” (“chi ha cervello faccia in modo che il calcio si modernizzi, chi lo ha guidato finora non mi sembra che abbia avuto grande cervello”), riferendosi implicitamente a Gianni Petrucci (presidente del Coni ndr), il quale aveva precedentemente dichiarato come non fosse in programma alcuna variazione per la finale di Coppa Italia, con lo stadio Olimpico di Roma che rimaneva l’unica soluzione possibile.

    Sia la Juventus che il Napoli continuano la propria battaglia per avere una location diversa, in quanto ritengono che possano nascere dei seri pericoli di ordine pubblico qualora la finale venga disputata nella capitale. Lo spazio per prendere una decisione definitiva non è più così ampio, le due società si incontreranno nei prossimi giorni affinché venga presa una presa di posizione unanime da formulare poi al Consiglio di Lega e al Coni.

  • Del Piero, un momento d’oro. Basterà a far ricredere Agnelli?

    Del Piero, un momento d’oro. Basterà a far ricredere Agnelli?

    Una settimana da incorniciare, indubbiamente tra le più belle delle sua carriera. Un gol al Milan che è servito per conquistare la prima finale post calciopoli, una rete agli acerrimi rivali dell’Inter che ha consentito ai bianconeri di continuare a sperare nel primo posto e mettere in cassaforte una gara sbloccata poco prima da Caceres. Forse, sette giorni fa, Alessandro Del Piero non poteva augurarsi di meglio guardando alla settimana da affrontare. Quello siglato contro i nerazzurri è stato il gol numero 186 in Serie A, ad appena due reti dall’ottavo posto nella classifica marcatori di tutti i tempi occupato attualmente da Beppe Signori.

    Un obiettivo decisamente alla portata del capitano bianconero. In carriera ha già siglato 318 gol, ben 287 quelli in maglia bianconera. Una leggenda insomma. Del Piero è ormai un campione osannato non solo dai propri tifosi, ma rispettato anche da quelli altrui. Roba non semplice di questi tempi, come non è semplice trovare bandiere come lui. Finito nel dimenticatoio per buona parte della stagione, Conte lo ha rispolverato in quest’ultimo periodo, complice le difficoltà realizzative della sua squadra negli ultimi tempi, ma anche a seguito di una promessa fatta in estate e secondo la quale Del Piero avrebbe disputato da titolare tutte le partite di Coppa Italia.

    Alessandro Del Piero © Claudio Villa/Getty Images

    Il risultato? Un gol importantissimo contro il Milan in Coppa e un altro contro l’Inter in campionato, quando Antonio Conte ha levato dal campo Matri, il miglior realizzatore stagionale della Juventus, per far entrare lui. I suoi tifosi, in tutto questo tempo, non lo hanno mai abbandonato. E lui non lo ha fatto con la Juventus, nonostante le parole del presidente Andrea Agnelli che mesi fa annunciò l’interruzione del rapporto tra le parti a fine stagione. Una decisione unilaterale e non appoggiata né dai supporters bianconeri né dallo stesso Del Piero, che più volte ha dichiarato di voler continuare a giocare. Ci sarà un’inversione di rotta da parte del presidente juventino con il prolungamento, anche di una sola stagione, o a fine anno ci sarà la separazione tra le parti?

    Sarà il tempo a dirlo, ma intanto Antonio Conte in vista del rush finale di stagione si ritrova in rosa un giocatore che nonostante l’età vuole ancora continuare a stupire. E chissà che da semplice sparring partner Del Piero non possa ritagliarsi uno spazio ancora più importante. «Sono felice di aver segnato in entrambe le partite – dichiara Del Piero al sito ufficiale della Juventus riferendosi alle gare con Milan e Inter -, mi riempie di orgoglio, perché erano molto importanti per noi. Oggi vincere era fondamentale per rimanere nella scia del Milan. Ora dobbiamo continuare con l’acceleratore premuto – continua il capitano – siamo in finale di Coppa Italia e secondi, a quattro punti dal Milan. Se vogliamo essere grandi non dobbiamo mollare. Il mio futuro? La partita con il Napoli… Voglio godermi questo momento e continuare a lottare partita dopo partita».

    Insomma al momento non si vuole guardare troppo in avanti, bensì concentrarsi sugli imminenti impegni. E il primo si chiama Napoli: una sfida che Del Piero affronterà dall’inizio stavolta? Staremo a vedere.

  • Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Inter all’inferno Juventus in Paradiso

    Non riesce l’impresa dell’Inter di Ranieri di infrangere l’imbattibilità della Juve proprio allo Juventus Stadium, proprio per mano del nemico numero uno, quella rivalità che l’era Calciopoli non ha fatto altro che rafforzare. E proprio a Calciopoli era chiaro il riferimento della coreografia sugli spalti della squadra ospite. Un grande scudetto bianconero centrale che faceva da spartiacque su tutti gli scudetti, ventinove, conquistati sul campo dalla Vecchia Signora come a voler ribadire da parte dei supporters che sulla questione, forse, non si potrà mai voltare pagina.

    La Juventus aveva l’arduo compito di portare a casa i tre punti per continuare a rimanere sulla scia del Milan che anche ieri nell’anticipo contro la Roma ha chiaramente confermato che di mollare non ne ha nessuna intenzione; salvare l’imbattibilità stagionale che da settimane ormai fa gola a tante squadre (si è discusso molto alla fine di Juve – Milan in Coppa Italia sulla questione “imbattibilità infranta o no“), salvare l’imbattibilità proprio contro il rivale numero uno di sempre. Conte ci riesce, porta a casa i tre punti battendo per 2-0 i nerazzurri. Fondamentale la mossa di richiamare in panchina Pepe e un poco lucido Matri per l’inserimento di Bonucci e Del Piero. Proprio il capitano chiuderà il match facendosi ancora una volta trovare pronto alla chiamata del mister.

    Nella Juventus si parte con il 4-3-3 con Conte che propone in attacco il tridente formato da Pepe-Matri-Vucinic; centrocampo affidato ai soliti Vidal, Marchisio e Pirlo. In difesa, recuperato Barzagli, si completa il reparto con Chiellini, De Ceglie e Caceres a lavorare sulle fasce. L’uruguagio accenderà le luci dello Juventus Stadium risultando tra i migliori in campo della serata assieme a Del Piero, Buffon e Arturo Vidal.
    Ranieri invece si affida al 4-4-2 con Milito e Forlan sul reparto avanzato, in difesa con Lucio, Samuel, Nagatomo e Maicon; centrocampo affidato invece all’instancabile Zanetti, Poli, Stankovic e Obi con Cambiasso spedito in panchina.

    Parte bene la Juve che riesce a spingere sulla destra trovando da subito due ghiotte palle gol che Matri sciupa malamente, dapprima colpendo centralmente di testa poi sparando alto di destro. Tanti errori dei padroni di casa creano tante occasioni per le ripartenze degli ospiti che sfruttano al meglio le verticalizzazioni. L’ultimo quarto del primo tempo è tutto a favore dei nerazzurri che sulla loro strada trovano il sempre attento Buffon: al 29′ il numero uno para sul colpo di testa di Forlan, qualche minuto più tardi dice no a Milito, al 35′ è il sinistro di Obi ad esaltare ancora una volta il portierone e cinque minuti più tardi tocca anche a Stankovic passare per i “guantoni di Super Gigi“. Poca Juve sul finale complice anche il pressing asfissiante di Poli su Pirlo e il confronto tra Vucinic e Maicon nettamente vinto dal brasiliano.

    Alessandro Del Piero © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Si va negli spogliatoi e subito è Pepe a sprecare un contropiede che probabilmente farà accelerare la scelta di Conte di cambiare qualcosa in campo. Si passa dal 4-3-3 al 3-5-2 con Pepe e Matri che faranno posto a Bonucci e Del Piero. La mossa si rivelerà vincente e, subito dopo il gran tiro di Marchisio che Julio Cesar devierà in calcio d’angolo, arriva il vantaggio bianconero. Dalla bandierina Pirlo scodella un cross perfetto per la zuccata di Caceres che si trova inspiegabilmente solo in mezzo all’aria, dimenticato da Lucio. Per l’Inter la partita finisce con il gol dell’uruguagio, accusa il colpo moralmente anche con la complicità dello Stadio che diventa una bolgia, Ranieri capisce il momento no dei suoi e immediatamente cambia passando al 4-3-1-2 con Pazzini, al posto di Obi, che andrà a fare la terza punta insieme a Forlan e Milito e Faraoni che prenderà il posto di Poli. Per il tecnico nerazzurro però i cambi non avranno gli stessi effetti positivi come per il collega bianconero e infatti al 25′ Del Piero metterà a segno il suo 318esimo gol in carriera, il nono all’Inter e il secondo in cinque giorni, dopo il momentaneo 1-0 al Milan in Coppa Italia, legittimando il risultato. Il gol nasce da una palla dello stesso numero 10 bianconero per Vucinic, ma il montenegrino sbaglia clamorosamente a tu per tu con Julio Cesar. L’azione non finisce e sul proseguo Vidal recupera palla e fintando un tiro riesce a servire un pallone perfetto per il capitano che batte in uscita Julio Cesar. Linguaccia per i 40mila allo stadio e stessi cori che abbiamo sentito martedì sera in Coppa Italia contro il Milan.
    Sul 2-0 l’Inter smette di lottare e rischia anche di subire il colpo del 3-0 con Maicon che salva sulla linea su tiro di Quagliarella servito da Chiellini e lo Julio Cesar che nega la gioia del gol allo stesso difensore bianconero.

    La Juventus riesce a mantenere il passo del Milan lasciando invariata la distanza di 4 punti in classifica. Complice gli interventi sempre perfetti di Gigi Buffon che in questa stagione si fa trovare sempre pronto nelle poche occasioni in cui la difesa non si dimostra attenta e di Alex Del Piero, quel giovanotto appena trentasettenne che una volta chiamato in causa rispolvera le sue scarpine capaci di accendere lo Stadio. In settimana sentiremo tantissimo parlare di rinnovo contratto e recriminazioni sul suo poco utilizzo in questa stagione, soprattutto alla luce dei 14 pareggi dovuti alle innumerevoli occasioni sprecate dal reparto avanzato. Per l’Inter, che incassa la dodicesima sconfitta in campionato, la corsa al terzo posto si complica visto che il divario con la terza in classifica (Lazio) è ormai a 10 punti. L’obiettivo su cui riparare potrebbe essere quello dell’Europa League, anche se la concorrenza non è affatto scontata. Ciò che stasera potrebbe risultare diverso dalle altre sconfitte dell’undici nerazzurro è che per almeno un’ora, tuttavia, si è vista in campo una buona squadra.

  • Juventus – Milan 2-2, le pagelle. Genio Vucinic, male Ibra

    Juventus – Milan 2-2, le pagelle. Genio Vucinic, male Ibra

    La Juve torna in finale di Coppa Italia a distanza di 8 anni dall’ultima volta, pareggiando 2-2 con il Milan nella semifinale di ritorno giocata allo Juventus Stadium. I bianconeri passano con Del Piero ma nella ripresa il Milan riesce a ribaltare il risultato e a ristabilire la parità con il 2-1 conquistato dalla Juve all’andata con Mesbah e Maxi Lopez portando la gara ai supplementari. Negli extra time la squadra di Conte trova il gol qualificazione con una splendida conclusione di Vucinic dalla distanza. Gran bella partita Juventus Milan, con le due squadre disposte a tutto in campo pur di superarsi e primeggiare in una stagione che le vede assolute protagoniste. La Vecchia Signora alla fine del match può vantarsi di aver mantenuto l’imbattibilità grazie all’eurogol di Vucinic e fregiarsi di aver nettamente vinto il confronto con il Milan nel 2012. La Juve in finale attende la vincente dell’altra semifinale Napoli – Siena, andata 1-2 in programma questa sera.

    Juventus – Milan 2-2, la partita

    PAGELLE JUVENTUS

    Storari 6,5 – Sui gol è incolpevole, ma ha il merito di farsi trovare pronto e preparato in tutti gli altri interventi.

    Lichtsteiner 6 – Meno lucido del solito sbaglia qualche appoggio e nn sempre riesce a chiudere dalle sue parti, stanco viene sostituito. (Dal 91’ Caceres 6,5 – Molto meglio del compagno si vede sia in fase difensiva ma è pericoloso anche quando attacca).

    Bonucci 5,5 – L’errore sul gol di Maxi Lopez macchia la sua prova fino a quel momento senza sbavature.

    Chiellini 6 – Anche lui sbaglia sul gol di Lopez ma in compenso si rende protagonista di moltissime chiusure in tutte le zone del campo, molto bene su Ibrahimovic.

    De Ceglie 6 – Pochissimi errori molta corsa ma si vede quasi solamente in difesa, infatti appoggia poco la manovra d’attacco.

    Pirlo 7 – Doveva essere un giocatore finito, a 33 anni e con quasi tutte le partite disputate da titolare in questa stagione tra campionato, Coppa Italia e Nazionale fornisce palloni con la solita classe e anche nei supplementari non si ferma mai.

    Vidal 6,5 – Molta sostanza, motorino infaticabile recupera moltissimi palloni è il primo a fare pressing, finisce zoppicando.

    Giaccherini 6,5 – Corre e gioca in tutte le parti del campo sia a sinistra sia a destra che al centro, fondamentale per gli schemi di Conte, ha il demerito di mangiarsi un gol solo davanti ad Amelia.

    Pepe 5,5 – Perde Mesbah in occasione dell’1-1 e sbaglia molti appoggi, non riesce mai a mettere un cross al centro dell’area avversaria, non è in grande forma e si vede. (Dal 63’ Marchisio 6 – Mette ordine a centrocampo, cerca qualche inserimento senza fortuna).

    Mirko Vucinic © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Vucinic 8 – Sigla un gol fantastico e regala la finale alla sua Juventus, delizia la platea con giocate di classe, a volte si intestardisce e perde qualche pallone ma se lo va a riconquistare, finalmente è un giocatore ritrovato.

    Del Piero 6,5 – Non tradisce le attese, lotta come un leone e sigla l’ennesimo gol al Milan, finchè rimane in campo non sbaglia un pallone, fa salire la squadra e la fa rifiatare nel momento del bisogno, esce tra gli applausi generali del pubblico presente . (Dal 74’ Borriello 4,5 – Al novantesimo minuto solo davanti ad Amelia si mangia il gol che avrebbe evitato i supplementari e non si rende utile nei seguenti 30 minuti di extra time).

    Allenatore Conte 6,5 – Disegna bene la squadra da mandare in campo, tranne il black out del secondo tempo indovina tutte le mosse compreso il 4-4-2 del finale che ha congelato il risultato.

    PAGELLE MILAN

    Amelia 7 – Salva il risultato in almeno un paio di circostanze su Giaccherini e su Borriello.

    Antonini 5,5 – Spinge poco e spesso viene saltato da Vucinic sulla sua corsia.

    Mexes 5,5 – In occasione del gol di Del Piero si lascia andare con molta leggerezza, cresce con il passare dei minuti ma spesso va in confusione; ha dalla sua un grande giocatore come Thiago Silva che ne limita i danni.

    Thiago Silva 7 – E’ sicuramente il migliore in campo dei rossoneri, non sbaglia mai un intervento e chiude in tutte le zone della difesa, eroico rimane in campo zoppicando.

    Mesbah 6,5 – Sigla un bel gol sfuggendo a Pepe e beffando tutta la retroguardia bianconera, poche volte va in affanno chiude in difesa e si propone in attacco, acquisto azzeccato.

    Muntari 6 – Inizia bene pressando tutti e tutto, ma piano piano diventa poco lucido ci prova sempre dalla distanza con pochissima fortuna.

    Seedorf 6,5 – Molti giovani hanno tanto da imparare da questo fuoriclasse che, al rientro da un infortunio, rimane in campo per 120 minuti sempre con la stessa classe; in campo si vede pure l’uomo perché è sempre il primo a chiedere scusa sui falli commessi, lui si che è lontano dalla provocazione.

    Aquilani 5 – Nervosissimo e spesso ridicolizzato in mezzo al campo, Vucinic gli nasconde il pallone e lui lo scalcia da tergo, fallo di frustrazione è sicuramente il peggiore in campo del Milan (Dal 68’ Nocerino 6 – Meglio del compagno ma non decisivo come al solito).

    Emanuelson 6,5 – Il primo tempo è un disastro, nel secondo tempo cambia posizione e cambia marcia alla partita.

    Ibrahimovic 5 – Poco incisivo come del resto tutto il Milan nel primo tempo, viene sostituito e la partita cambia in bene per i rossoneri (Dal 46’ M. Lopez 6,5 – In un solo colpo si beve la difesa bianconera e porta in vantaggio il Milan, molto più mobile di Ibrahimovic, ci prova in tutte le maniere).

    El Shaarawy 5,5 – Un passo indietro rispetto alle ultime gare disputate non incide mai. (Dal 78’ Inzaghi 5,5 – Tanta grinta, non basta, si accascia al suolo facendo temere il peggio, per fortuna sono solo crampi allo stomaco).

    Allenatore Allegri 5 – Cerca di fare pretattica facendoci rimanere con il dubbio Ibrahimovic dal primo minuto, il risultato è pessimo, si gioca troppo presto le sostituzioni finendo la partita con Inzaghi e Thiago Silva a mezzo servizio, un grande allenatore non dovrebbe fare questi errori da principiante, invece delle solite lamentele dovrebbe fare il mea culpa.

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  • Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Juventus Milan Coppa Italia, a Roma nel segno di Del Piero e Vucinic

    Che sarebbe stata una partita importantissima lo avevano fatto capire i due tecnici alla vigilia, Juventus e Milan si sono dati battaglia per ben 120′, regalando emozioni a tutti i tifosi. Alla fine ad uscire col sorriso dallo Juventus Stadium è Antonio Conte che porta i suoi ragazzi in finale di Coppa Italia migliorando le statistiche (2 vittorie e 2 pareggi) a suo favore contro il rivale Allegri.
    In uno stadio che come prevedibile ha registrato il tutto esaurito è la Juventus che si dimostra più squadra compatta e tenace, grazie al prezioso lavoro dei singoli, grazie ad un capitano che risponde sempre nel migliore dei modi quando il Mister lo chiama. Grazie a quello che si sta rivelando l’uomo in più di queste ultime partite e che risponde al nome di Mirko Vucinic.

    Allegri prova a giocarsi il tutto per tutto recuperando un febbricitante Ibrahimovic, affidandosi all’esperienza di Seedorf e alla sicurezza difensiva di Thiago Silva. Conte invece parte con Alex Del Piero e Mirko Vucinic, affidando la regia del centrocampo a Pirlo con Giaccherini e Vidal a supporto. In difesa si rivede Chiellini.

    Vucinic e Del Piero protagonisti di Juventus Milan Coppa Italia | ©Getty Images

    Al fischio d’inizio è il Milan che prova a fare la partita per ribaltare il risultato d’andata mentre i bianconeri sviluppano il gioco sulle ripartenze. Per il primo guizzo della gara si dovrà aspettare il 20′, quando è Ibrahimovic ad impensierire Storari con un tentativo di cross che si trasforma poi in tiro. Il portiere tocca quel tanto per far cambiare traiettoria al pallone. Al 28′ capovolgimento di fronte, Pirlo lancia Lichtsteiner dalla trequarti, lo svizzero crossa per il capitano che si fa trovare pronto e superando Amelia ribadisce in rete. E’ l’1-0 che accende gli animi dei tifosi sugli spalti, quello di Allegri che reclama per il modo in cui Del Piero si libera di Mexes e soprattutto accende quello dell’undici di Conte che a testa bassa continua a spingere per trovare il colpo del ko. I rossoneri soffrono sopratutto le ripartenze di Vucinic, infatti dai suoi piedi partono tutte le occasioni più importanti della gara. Il Milan accusa il colpo e si non contiene il nervosismo, ne sono prova i brutti interventi di Aquilani su Vucinic e di Muntari su Lichtsteiner. Al 45′ si va negli spogliatoi con la Juventus in vantaggio per 1-0 e la qualificazione in pugno.

    Nella ripresa è tutta un’altra partita. Ibrahimovic non rientra dagli spogliatoi e al suo posto ritroviamo Maxi Lopez. Ma al 6′ è Mesbah che, dimenticato da Pepe, trova la rete del pareggio con un colpo di testa su cross di Mexes. La Juventus sembra accusare il colpo, il Milan trova lo spirito giusto per la rimonta pur non essendo mai veramente pericoloso. Anzi al 68′ è ancora la Juve a rendersi pericolosa con Vucinic il cui tiro va fuori di poco. Al 73′ Conte decide di concedere la standind ovation a Del Piero, acclamato e applaudito da tutto lo stadio che intonerà fino alla fine del match “Un Capitano…”. A prendere il posto del numero 10 sarà Borriello. Allegri risponde alla mossa del collega prelevando Aquilani per Nocerino. All’81’ toccherà a Maxi Lopez impietrire lo Juventus Stadium: dribbling su Bonucci dal limite gran tiro sotto il sette che diventa imparabile per Storari. Allo scadere la palla che potrebbe chiudere il match è per Borriello che sfuma una ghiotta occasione di contropiede concludendo su Amelia. Sul capovolgimento di fronte è Inzaghi a impensierire i 40mila supporters della Vecchia Signora ma il suo tiro viaggia per tutta l’aria piccola bianconera prima di essere spazzata via dalla difesa. I 90′ si chiudono con il vantaggio rossonero.

    L’inizio dei supplementari è tutto per la Juventus che dimostra ancora una volta quanto ha a cuore prenotare la finale a Roma. Va vicina al gol in due occasioni, la prima con Marchisio che sciupa una ribattuta di Amelia su gran tiro di Vucinic, e la seconda con Giaccherini che si fa anticipare in uscita da Amelia. A questo punto è ancora Vucinic che sale in cattedra siglando la rete del 2-2 che da l’accesso alla finale: il montenergino riceve palla sulla trequarti e con un gol capolavoro da 30 metri trova la strada per il boato dello Juventus Stadium. Il Milan è battuto, non nel risultato, non nella qualificazione alla Finale del Cup Tim, ma nella resistenza tra le due squadre a non mollare mai. I rossoneri sono stati cinici come al solito nello sfruttare le due occasioni ghiotte, la Juventus, nel confermarsi una sciupona in fase offensiva dimostra ancora una volta di avere grande forza, carattere e cuore.

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  • Juve – Milan, mistero Ibra. Non gioca, forse si

    Juve – Milan, mistero Ibra. Non gioca, forse si

    Non gioca, gioca, anzi no, forse si. Zlatan Ibrahimovic ha la febbre e, contrariamente a quanto annunciato questa mattina, non dovrebbe partire nell’undici titolare del Milan che stasera affronterà la Juventus a Torino per la semifinale di ritorno di Coppa Italia ma dovrebbe accontentarsi di assistere al match dalla panchina. Questo a meno di clamorose sorprese dell’ultimo momento. Pare però che Allegri, in questo senso, stia facendo pretattica.

    Il tecnico rossonero alla vigilia aveva fatto intuire che avrebbe concesso un turno di riposo a chi aveva giocato di più in vista delle delicate sfide con Roma in campionato e Barcellona nei quarti di Champions, dando spazio alle seconde linee nonostante l’importanza della gara. Tra questi rientravano proprio Ibra e Thiago Silva, sostituiti in formazione rispettivamente da Maxi Lopez e Yepes. Questa mattina invece la novità, il gigante svedese e il forte centrale brasiliano erano dati entrambi partenti dall’inizio per fare coppia l’uno con El Shaarawy e l’altro con Mexes.

    Pochi minuti fa l’aggiornamento sulle condizioni di salute di Ibra, vittima di un attacco influenzale e quindi costretto a dare forfait ma a tingere di giallo la vicenda le ultime di Milan Channel che ha dato l’attaccante svedese in campo dal primo minuto, notizia questa che rafforza la tesi della pretattica adottata da Allegri per l’occasione. Chi affiancherà il Faraone dall’inizio lo sapremo solo quando il tecnico campione d’Italia deciderà di comunicare la formazione ufficiale non prima delle 20 lasciando noi e Conte con il dubbio fino all’ultimo momento. Per quanto riguarda il resto tutto confermato con Amelia in porta, Antonini e Mesbah agiranno sulle fasce con Mexes e Thiago Silva al centro della difesa; in mediana ci saranno Muntari, l’ex Aquilani e Seedorf favorito su un altro ex, Nocerino, che aveva segnato nell’ultima sfida di campionato, con Emanuelson vertice alto del rombo ed El Shaarawy che attende con ansia di conoscere il nome del compagno di reparto (Ibra o Maxi Lopez).

    Zlatan Ibrahimovic © Valerio Pennicino/Getty Images

    In casa Juventus Conte ha dato una certezza: giocherà capitan Del Piero, lo aveva annunciato ieri pomeriggio nella consueta conferenza stampa della vigilia. “E’ la gara più importante dell’anno, sarà la partita di Alex” aveva detto ieri il tecnico che dovrà fare a meno di Barzagli che ancora non si è ristabilito completamente dall’infortunio; in compenso Conte recupera Chiellini il quale giocherà dal primo minuto nel 4-3-3 che prevede Storari tra i pali, certa la presenza di Lichsteiner a destra dal momento che il terzino svizzero sarà squalificato per il prossimo impegno di campionato contro l’Inter, Bonucci e Caceres centrali e il difensore livornese dirottato a sinistra; in mezzo al campo niente riposo per Pirlo che sarà al suo posto in cabina di regia con Vidal e Giaccherini al suo fianco, in attacco tridente Vucinic, Del Piero e Pepe. Ma anche in casa bianconera ci potrebbero essere sorprese dell’ultima ora con Conte che potrebbe pensare al solito 3-5-2 quando si tratta di affrontare grandi squadre, con Lichtsteiner che avanzerebbe sulla linea dei centrocampisti e i 3 dietro che saranno Caceres, Bonucci e Chiellini; Giaccherini farebbe l’interno di centrocampo con Pepe spostato a sinistra e Vucinic o Quagliarella ad affiancare Del Piero in attacco. Panchina invece per Matri.

    PROBABILI FORMAZIONI JUVENTUS – MILAN

    JUVENTUS (4-3-3): Storari; Lichtsteiner, Caceres, Bonucci, Chiellini; Vidal, Pirlo, Giaccherini; Pepe, Del Piero, Vucinic. Allenatore: Conte.

    MILAN (4-3-1-2): Amelia; Antonini, Mexes, Thiago Silva, Mesbah; Aquilani, Muntari, Seedorf; Emanuelson; El Shaarawy, Ibrahimovic. Allenatore: Allegri.