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  • Zaccheroni choc: “dietro la Juve c’è ancora Giraudo”

    Zaccheroni choc: “dietro la Juve c’è ancora Giraudo”

    Alberto Zaccheroni ha da poco chiuso la sua avventura in bianconero e dimostrando un encomiabile obiettività confessa di non aver meritato la riconferma. In una intervista concessa a “Il Giornale” svela spunti interessanti sulla nuova Juve lasciandosi sfuggire un particolare su Giraudo e il suo rapporto con gli Agnelli:

    Se fosse rimasto, Alberto Zaccheroni sarebbe stato l’unico allenatore in serie A ad aver vinto uno scudetto. Lui e Mourinho, via tutti e due…

    “Uguali ma poi diversi, lui ha sempre bisogno di trovare un nemico, se non lo trova all’esterno, lo cerca all’interno e offende, questo non mi piace. Tatticamente vale poco, mandai dei tecnici a studiarlo a Riscone, nel ritiro atesino dell’Inter. Tutte le sere mi chiamavano e mi dicevano: “Mister, ce ne andiamo, qui non si impara niente”. Quando ha detto che l’Inter avrebbe vinto anche senza di lui ho capito che se ne sarebbe andato. Ma a Madrid farà bene, nessuno come lui sa motivare i giocatori, sfrutta il patrimonio della società, la felicità di ogni presidente”.

    Lui se n’è andato, lei…
    Non mi sarei riconfermato neppure io senza il quarto posto. Eppure era già tutto fatto, mi chiedevano di rinnovare, dicevo che non avevo tempo, troppi impegni, 14 partite in 42 giorni e più della metà dei giocatori infortunati o reduci da infortuni“.

    Com’è finita?

    “La svolta a Siena, 3-0 dopo pochi minuti, poi Grygera si perde Maccarone e c’è il crollo, andiamo a Londra e succede il disastro contro il Fulham. In una squadra ci vuole qualità, e c’era, gambe, e non c’erano, testa, e quella dopo Siena non c’era più. Eravamo lì senza Iaquinta, Amauri, Buffon, Chiellini, Sissoko, Marchisio e forse ne dimentico qualcuno, quel Fulham era poco. Il primo tempo era sempre ottimo, nel secondo sparivamo. E meno male che c’era Del Piero”.

    Ma come?
    “Lui non ha più la forza di prima ma resta l’unico che la mette dentro. L’ho usato con parsimonia, lo sostituivo, lo mettevo in panchina, mi ha sempre seguito. Non ha più i novanta minuti ma resta il migliore. E con lui mai una incomprensione, neppure quella volta del cambio con Marchisio che poi non feci, scrissero che era come Totti, decideva lui al posto dell’allenatore. Ma anche in quella occasione avevamo avuto la stessa intuizione”.

    E con gli altri?
    “Ero benvoluto da tutti, sapevano in quali condizioni lavoravo. Blanc è sottostimato eppure aveva messo in piedi una squadra di grande qualità. Felipe Melo eccezionale, negli allenamenti nell’uno contro uno nessuno voleva marcarlo, ha una forza fisica atomica, Sissoko ne ha passate di tutti i colori, ha vissuto un dramma, lasciamo perdere, è finita che si è dovuto far carico dei sei fratelli minori della moglie, psicologicamente era distrutto. Buffon mi aveva proposto per la nazionale, Diego un fuoriclasse che non è riuscito ad adattarsi. Andrà via. Quando Del Neri arrivò al Porto disse: Diego? Grande talento ma con me non gioca”.

    Tutti con l’allenatore…

    “Tranne uno. Venne da me e mi disse: Mister, io sono qui ma non conti su di me”.

    Adesso?

    La Juventus sta facendo una grossa squadra. Anche perché Giraudo, sebbene da Londra, continua a gestire il patrimonio di Agnelli. La Juve sarà l’antagonista principale dell’Inter”.

  • Leonardo si congeda con una vittoria. Il Milan passeggia sulla Juve

    Leonardo si congeda con una vittoria. Il Milan passeggia sulla Juve

    Leonardo saluta San Siro nel migliore dei modi festeggiando l’ultima sulla panchina del Milan con una vittoria sulla Juventus con il medesimo risultato dell’andata, 3-0. Un addio dolce quello dell’ormai ex allenatore rossonero con i tifosi che hanno intonato cori in suo onore per tutta la durata della partita, segno del grande affetto (reciproco) del pubblico milanista verso il tecnico, e contestato invece apertamente la società.
    Ma Leonardo non è stato l’unico a congedarsi: stasera è terminata anche l’avventura di Zaccheroni sulla panchina della Juventus. Un addio diverso dal brasiliano, i bianconeri concludono una stagione iniziata male e finita nel peggior modo possibile con la mancata qualificazione alla Champions League, il settimo posto in classifica eguagliando il record negativo di sconfitte (15) e di gol subiti in campionato (56) terminando la stagione 2009-2010 addirittura con una differenza reti negativa (-1). Un fallimento enorme e senza precedenti.

    La partita, con entrambe le squadre senza stimoli campionato, ha poco da raccontare. Il ritmo è elevato, le squadre lasciano ampi spazi agli avversari e il pubblico di San Siro si diverte soprattutto nel vedere la propria squadra infilare, come se fosse burro, la retroguardia bianconera. Al 14′ è già vantaggio rossonero con il primo gol in campionato di Antonini lanciato in profondità da Seedorf che beffa, con la complicità di Cannavaro che devia leggermente la sua conclusione, Buffon. Passano altrettanti minuti e Ronaldinho raddoppia: errore in disimpegno di Grosso con il fantasista che trafigge il numero uno bianconero per la seconda volta. Alla mezz’ora dunque il Milan si trova già con due reti di vantaggio.
    La reazione della Juventus è sterile e tutta in una conclusione di Del Piero da distanza siderale che impegna Dida. Iaquinta deve lottare con un Thiago Silva in serata stellare che non gli concede un attimo di respiro, la fantasia del centrocampo è affidata ai piedi buoni di Candreva (Diego come Felipe Melo in tribuna) che però non trova collaborazione nei compagni di squadra.

    Secondo tempo che riprende senza Buffon, sostituito da Manninger, e Salihamidzic, al suo posto Camoranesi. La Juventus però continua a non pungere li davanti anche se qualcosa il Milan la concede, soprattutto a Del Piero che in un paio di occasioni non trova il guizzo giusto.
    Al 66′ il tris di Ronaldinho: doppietta personale per lui con un destro rasoterra nell’angolino più lontano da Manninger, un colpo da biliardo; ma la marcatura su di lui di Poulsen fa venire i brividi.
    Il finale è riservato alle passerelle rossonore: ad aprire è Favalli, in scadenza di contratto che non gli verrà rinnovato, poi è la volta di Ronaldinho, salutato dai compagni quasi come se si trattasse di un addio, prendersi la standing ovation di San Siro, la stessa riservata a Nesta entrato al proprio al posto del brasiliano, poi a 5 minuti dal termine finisce anche l’era Dida dopo 7 lunghi anni di militanza in rossonero e dopo aver conquistato da protagonista 1 scudetto, 2 Champions League, 1 Mondiale per Club, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana. Al fischio finale tocca a lui, Leonardo, salutato con l’ovazione di tutto San Siro; per lui si spalancano le porte della nazionale brasiliana.
    Archiviato questo campionato, sia per Milan che Juventus è giunta già ora di voltare pagina: Tassotti e Galli si vestiranno quasi certamente di rossonero, Del Neri potrebbe emularli indossando però il bianconero.

    Il tabellino
    MILAN – JUVENTUS 3-0
    14′ Antonini, 28′ Ronaldinho, 66′ Ronaldinho
    MILAN (4-2-1-3): Dida (87′ Abbiati); Zambrotta, Thiago Silva, Favalli (61′ Nesta), Antonini; Gattuso, Pirlo; Seedorf; Pato, Borriello, Ronaldinho (70′ F. Inzaghi).
    A disposizione: Abate, Jankulovski, Mancini, Huntelaar.
    Allenatore: Leonardo
    JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon (46′ Manninger); Zebina (76′ Caceres), F. Cannavaro, Chiellini, Grosso; Salihamidzic (46′ Camoranesi), Poulsen, Marchisio; Candreva; Iaquinta, Del Piero.
    A disposizione: Legrottaglie, Paolucci, Amauri, Trezeguet.
    Allenatore: Zaccheroni
    Arbitro: Trefoloni
    Ammoniti: Gattuso (M), Cannavaro (J), Grosso (J), Ronaldinho (M)

  • C’è Milan – Juventus, qualcuno se n’è accorto?

    Tra qualche ora Milan e Juventus si incontreranno a San Siro per chiudere una stagione incolore e ricca di frustrazioni. La partita che qualche anno addietro assegnava lo scudetto intrattenendo davanti alla tv milioni di telespettatori è stata ridotta a poco più di una passerella degli addii.

    Saluterà Leonardo tra le ovazioni dei coraggiosi tifosi rossoneri che gremiranno San Siro, saluterà Alberto Zaccheroni e per gli juventini inizierà finalmente il tempo dei bilanci e della riprogrammazione. Sarà l’ultima apparizione a San Siro per Favalli, Dida e chi sa quanti altri.

    La partita non ha nessun motivo per esser interessante e paradossalmente vale meno del Trofeo Berlusconi che in estate misura la competitività delle due squadre. A puro fine statistico Leonardo dovrebbe riproporre il 4-2 fantasia con Dinho, Seedorf e Pato alle spalle di Borriello. Nella Juve dovrebbe rivedersi Caceres sull0out di destra, in avanti la coppia Del Piero Iaquinta.

  • Juventus: Zac tentato dalla difesa a 3, out Sissoko

    Zaccheroni è fortemente tentato di schierare la difesa a tre. Vista l’assenza di Jonathan Zebina e il rientro di Martin Caceres, il tecnico bianconero potrebbe schierare Fabio Cannavaro, Nicola Legrottaglie e Giorgio Chiellini davanti a Gigi Buffon. A centrocampo proprio Caceres prenderà posto sulla fascia destra, Felipe Melo e Claudio Marchisio al centro e Grosso (o De Ceglie) sulla fascia sinistra. Davanti Diego a sostegno di Vincenzino Iaquinta e del capitano Alessandro Del Piero. David Trezeguet dovrebbe recuperare per la panchina. Ancora out Sissoko, Giovinco e Grygera.

    A proposito del maliano bisognerà valutare attentamente le sue condizioni, il rischio di aver terminato la stagione in anticipo è forte ma si vuole evitare in casa bianconera, il riproporsi degli stessi eventi dello scorso anno, quando per un guaio al piede Sissoko saltò tutta la preparazione estiva e tutta la prima parte del campionato, non riuscendo mai ad entrare in condizione una volta ritornato a calcare i campi. Molta prudenza e tanta scrupolosità sono la parola d’ordine in casa Juve, visto che il giocatore africano sarà uno dei punti fermi della nuova squadra del prossimo anno.

  • La Juve pareggia a Catania e saluta la Champions

    La Juve pareggia a Catania e saluta la Champions

    E ora anche la matematica taglia la Juventus dalla corsa al quarto posto già difficile da conquistare per come si era messa la stagione. Con il pareggio a Catania per 1-1 la classifica recita impietosa: bianconeri a -8 dalla Sampdoria e -6 dal Palermo, accontentandosi così di partecipare alla prossima edizione dell’Europa League. In virtù dell’1-1 gli etnei si salvano con due giornate d’anticipo dopo una lunga rincorsa partita dal fondo della classifica e con al timone Sinisa Mihajlovic.

    La Juventus parte meglio del Catania ed ha sin da subito la palla del possibile vantaggio sprecata malamente da Del Piero che non riesce ad approfittare di un retropassaggio sbagliato da un giocatore rossoazzurro che lo mette da solo davanti ad Andujar con quest’ultimo bravo a salvarsi in calcio d’angolo. I bianconeri si rendono pericolosi ancora con il capitano ma a segnare sono i padroni di casa con Silvestre al suo primo gol in stagione che ribatte in rete una respinta di Buffon al minuto 24.

    Nella ripresa Zaccheroni toglie Del Piero che rimane negli spogliatoi per far posto ad Amauri (ancora una prestazione in ombra per l’italobrasiliano). Il gol però non arriva dagli attaccanti bianconeri bensì da Marchisio che di forza e dopo un rimpallo favorevole trafigge Andujar per il definitivo 1-1.
    Il Catania tira i remi in barca mentre la Juve non riesce a graffiare demotivata anche dai risultati sugli altri campi di Samp e Palermo. Maxi Lopez in chiusura impegna serieamente Buffon. E’ l’ultimo ruggito del Catania che si accontenta del punto.

    La Juventus ora deve ricominciare a pensare alla prossima stagione: il primo tassello è Benitez che nel pomeriggio ha praticamente confermato il suo arrivo a Torino dichiarando di aver chiuso la sua parentesi a Liverpool.

    Il tabellino
    CATANIA – JUVENTUS 1-1
    24′ Silvestre (C), 52′ Marchisio (J)
    CATANIA (4-3-3): Andujar; Potenza, Silvestre, Terlizzi, Alvarez; Ricchiuti (57′ Ledesma), Carboni, Biagianti (68′ Spolli); Izco (86′ Sciacca), Maxi Lopez, Mascara.
    A disposizione: Campagnolo, Marchese, Delvecchio, Morimoto.
    Allenatore: Mihajlovic
    JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina (77′ Salihamidzic), Cannavaro, Chiellini, De Ceglie; Marchisio, Felipe Melo, Poulsen; Diego (83′ Candreva); Iaquinta, Del Piero (46′ Amauri).
    A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Grosso, Camoranesi.
    Allenatore: Zaccheroni
    Arbitro: Orsato
    Ammoniti: De Ceglie, Zebina, Cannavaro, Salihamidzic, Melo (J), Mascara (C)

  • La Juventus non molla la Champions, 3-0 al Bari. Doppietta di Iaquinta

    La Juventus non molla la Champions, 3-0 al Bari. Doppietta di Iaquinta

    Una buona Juve porta a casa un prezioso successo che al momento non la esclude dalla corsa al quarto posto che vale la qualificazione in Champions League. All’Olimpico di Torino i bianconeri battono 3-0 il Bari con reti arrivate tutte nella ripresa e con l’ingresso di Iaquinta, autore di una doppietta, nella ripresa che ha dato lo scossone definitivo al match. L’altra marcatura bianconera è firmata
    Alessandro Del Piero direttamente su calcio di rigore.

    Primo tempo piuttosto confusionario con la Juve che cerca di spingere e di tenere schiacciati i pugliesi nella propria metà campo, ma con quest’ultimi che ripartono velocemente creando nei primi 45′ due occasioni pericolose e sempre con l’ungherese Koman che di testa e di piede impegna Buffon. I bianconeri sono troppo impacciati negli ultimi 20 metri e non crea particolari pericoli alla porta difesa da Gillet. Il nervosismo rischia di prendere il sopravvento tra gli uomini di Zaccheroni con Camoranesi che rischia il cartellino rosso per aver dato una spallata al guardalinee e che avrebbe complicato e non poco l’andamento della gara.

    Nella ripresa, con l’ingresso in campo di Iaquinta per lo spento Amauri, si vede un’altra Juve: l’attaccante calabrese porta subito in vantaggio i bianconeri dribblando Gillet e depositando in rete di sinistro, poco prima del gol Del Piero aveva preso da due passi la traversa di testa, poi Diego si vede annullare, giustamente, un gol per fuorigioco. Si arriva al minuto 69′ quando su azione di contropiede Iaquinta, che poteva servire Del Piero da solo in mezzo all’area, sceglie l’opzione Diego che viene atterrato in area: calcio di rigore e il capitano bianconero che fa 2-0 e ottavo gol in stagione. La partita è chiusa anche per l’atteggiamento rinunciatario del Bari che subisce la terza rete ancora per mano di Iaquinta su assist di Candreva. Prima del fischio finale c’è il tempo per Zebina di esaltare le doti di Buffon con un tentativo, involontario, di autorete.

    La Juventus così rimane in corsa per il quarto posto a -4 dal Palermo e -3 dalla Sampdoria che stasera, nel posticipo contro la Roma, può però allungare. Ai bianconeri non resta che tifare Ranieri per avere qualche speranza in più di agguantare la qualificazione, comunque difficile, in Champions.

    Il tabellino
    JUVENTUS – BARI 3-0
    53′ Iaquinta, 69′ rig Del Piero, 86′ Iaquinta
    JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina, Cannavaro, Chiellini, De Ceglie; Camoranesi (46′ Candreva), Poulsen, Marchisio (78′ Salihamidzic); Diego; Del Piero, Amauri (46′ Iaquinta).
    A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Grosso, Marrone.
    Allenatore: Zaccheroni
    BARI (4-4-2): Gillet; Belmonte, Stellini, Bonucci, Masiello; Alvarez (71′ Gosztonyi), Almiron, Donati, Koman (63′ Rivas); Barreto, Castillo (55′ Meggiorini).
    A disposizione: Padelli, Diamoutene, Parisi, De Vezze.
    Allenatore: Ventura
    Arbitro: Gervasoni
    Ammoniti: Almiron, Meggiorini, Gillet (B), Camoranesi (J)
    Espulsi: –

  • Il Pagellone Settimanale di Crazy Diamond. Speciale Inter Juve

    Il Pagellone Settimanale di Crazy Diamond. Speciale Inter Juve

    BUFFON 6.5 Gli interisti gli tirano addosso , lui non fa una piega e respinge. A quanto pare sarà il suo ultimo Inter- Juve, ma solo perchè è stato ingaggiato come sacco d’allenamento da Manny Pacquiao

    CANNAVARO 7 (5) Come immaginavamo, si avvicina il Mondiale e dopo una stagione pietosa torna a sfornare prestazioni di livello. Puntuale come un politico in campagna elettorale.

    MARCHISIO 5.5 Volenteroso e combattivo quanto impreciso. Nulla da obiettare sull’impegno ma anche i kamikaze sarebbero stati uno spreco per il Giappone avessero beccato la barriera corallina anzichè gli incrociatori alleati

    SISSOKO 3 Sprovvisto dalla nascita di piedi e cervello, la natura ha compensato fornendolo di altrettante doti fisiche. Se vengono meno i polmoni d’acciaio è evidente che non può fare il calciatore, ma gli resta sempre la carta del porno

    POULSEN 6+ In effetti aveva ragione Ranieri quando disse che questo onesto randellatore è meglio di Sissoko, ma non pensavamo in quel senso…

    MELO 6+ buona prestazione di tamponamento anche se rischia la solita espulsione idiota. Uomo dai saldi principi Felipe Melo, quando fare danni è una vocazione

    DIEGO 5.5 Lo chiamano “Il Panda”, perchè è un fuoriclasse puro ,di quelli in via d’estinzione. Scemi noi a pensare fosse perchè è lento, panciuto e dall’aspetto tenero ed orsacchiottoso

    DEL PIERO 6+ Nulla di trascendentale ma sembrava in serata e stava guadagnando una marea di punizioni, solo una mente obnubilata dalle polveri dell’Eyjafjallajokull poteva sostituirlo. Devono aver raggiunto la Romagna, mi chiudo in casa

    AMAURI 5.5 Per carità, Maicon segna un gol da fuoriclasse, ma lui fa opposizione peggio del PD.

    JULIO CESAR 6.5 Attento nei 15 minuti in cui la juventus ha fatto la partita, sulla punizione di Diego gli scorre davanti tutta la vita. Nel senso che ora che arriva la palla passano una trentina d’anni

    LUCIO 7 Le sue sembianze sono la prova tangibile che l’uomo discende dalla scimmia. E anche che per marcare Iaquinta basterebbe un gibbone

    THIAGO MOTTA 5.5 Un Felipe Melo ancora più ignorante. Ma i brasiliani una volta non erano quelli allegri e un po’ tontoloni bravi a giocare a pallone?

    SNJEIDER 5.5 Non una gran partita per il trequartista olandese che dopo mesi di brillanti prestazioni ora avrebbe bisogno di rifiatare in vista della Champions. Da Barcellona consigliano un week-end in Islanda.

    ZANETTI 7 Probabilmente non è giocatore da fantacalcio ma è più facile spettinarlo che togliergli il pallone

    ETO’O 6.5 Attaccante tuttofare, oltre a segnare corre, pressa, suggerisce e durante l’intervallo insegna le tabelline a Muntari

    MUNTARI s.v. Ah già, dopo aver segnato il gol vittoria l’anno scorso quest’anno si veste da assistman. La newentus macina record su record

    BALOTELLI 6 Contro la difesa juventina potrebbe fare la differenza bendato se non entrasse in campo scazzato come un commesso dell’Upim la vigilia di Natale

    MOURINHO 6.5 Sarà che ha la testa alla Coppa ma l’inter di campionato sembra andare avanti col freno a mano tirato e anche venerdì solo l’espulsione di Sissoko ha spostato gli equilibri di una gara bloccata. Mezzo voto in più perchè non s’è lamentato dell’arbitro, del campo da gioco, delle luci troppo forti e dei colori sociali avversari che non gli piacciono. E’ aiutato dal silenzio stampa, ma conoscendolo avrebbe anche potuto affidare la sua comprensibilissima rabbia ai mezzibusti di Minzolini o utilizzare Beppe Baresi come pupazzo da ventriloquo

  • Inter – Juventus 2-0. Maicon ed Eto’o riportano in vetta i nerazzurri

    Inter – Juventus 2-0. Maicon ed Eto’o riportano in vetta i nerazzurri

    L’Inter si aggiudica il derby d’Italia numero 155 battendo a San Siro la Juventus 2-0 riprendendosi la vetta della classifica, in attesa del derby della capitale di domenica. Una gara che si mette subito in discesa per i nerazzurri favoriti dall’espulsione di Sissoko per doppia ammonizione che ha lasciato con un uomo in meno i bianconeri per oltre un tempo. Decisiva le rete spettacolare di Maicon che precede il bis di Eto’o a tempo scaduto. Non ci poteva essere festeggiamento migliore per Zanetti, 500 gettoni con la maglia nerazzurra in campionato, e Mourinho alla sua 100esima presenza sulla panchina dell’Inter.

    La Juventus incassa un’altra sconfitta, la 13esima in campionato quest’anno, giocando comunque una buona gara difensiva, forse una delle migliore della stagione: Cannavaro e Chiellini tengono a bada il trio d’attacco Eto’o, Milito, Pandev fino a quando poi sono costretti ad arrendersi sul tiro da fuori area di Maicon. Impalpabile ancora una volta Diego, recuperato in extremis e gettato nella mischia da Zaccheroni dal primo minuto mentre Del Piero riesce a fare ben poco fino a quando il tecnico non decide di sostituirlo con Poulsen per sopperire all’espulsione di Sissoko e tappare il buco in mezzo al campo lasciato vuoto dal maliano.

    L’inizio di gara è della Juventus che è più determinata dell’avversario e si fa pericolosa con Iaquinta e Del Piero, in entrambe le occasioni è bravo Julio Cesar ad opporsi. Il primo tiro dell’Inter verso la porta bianconera avviene al 16′ con Thiago Motta, Buffon si distende e sventa il pericolo. Il centrocampo nerazzurro cresce pian pianino come il nervosismo, soprattutto quello juventino che prima vede i gialli di Felipe Melo e Sissoko e poi il rosso a quest’ultimo che ne condizionerà il prosieguo della gara.

    Nella ripresa, dopo una decina di minuti di assestamento, Eto’o ha sul piede giusto l’occasione del vantaggio ma arrivato nei pressi di Buffon calcia alto sulla traversa. La pressione dell’Inter si fa maggiore e Milito si mangia clamorosamente un gol già fatto a due passi dal numero uno bianconero mandando di poco a lato la sfera di testa, ci prova anche Stankovic dalla distanza ma Buffon è attento e smanaccia in calcio d’angolo. E’ il preludio al gol che arriva grazie alla magia di Maicon ad un quarto d’ora dal termine che raccoglie la sfera al limite dell’area e con un bel palleggio come solo i brasiliani sanno fare scaglia il destro imparabile per Buffon. San Siro si alza in piedi ad applaudire il gesto tecnico di Maicon.
    La Juventus è alle corde e, prima del raddoppio di Eto’o al 92′, coglie una traversa su punizione calciato da Balotelli.

    Il tabellino
    INTER – JUVENTUS 2-0
    75′ Maicon, 92′ Eto’o
    INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, J. Zanetti; Cambiasso, Thiago Motta (46′ Stankovic); Eto’o, Sneijder (89′ Muntari), Pandev (55′ Balotelli); Milito.
    A disposizione: Orlandoni, Cordoba, Materazzi, Arnautovic.
    Allenatore: Mourinho
    JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Zebina, Cannavaro, Chiellini, Grosso; Sissoko, Melo, Marchisio (77′ Salihamidzic); Diego; Iaquinta (72′ Amauri), Del Piero (42′ Poulsen).
    A disposizione: Manninger, Legrottaglie, De Ceglie, Camoranesi.
    Allenatore: Zaccheroni.
    Arbitro: Damato
    Ammoniti: Samuel (I), Iaquinta (J), Melo (J), Thiago Motta (I), Chiellini (J), Balotelli (I)
    Espulso: Sissoko (J)

  • Le interviste di Inter – Juventus 2-0

    Queste le dichiarazioni dei protagonisti di InterJuve finita con la vittoria dei nerazzurri per 2 reti a zero. Mentre Mourinho prosegue il suo silenzio stampa, Zaccheroni, polemico come non mai, così ai microfoni di Sky:

    Sulla seconda ammonizione a Sissoko non dico niente perchè ero lontano, ma la prima proprio non l’ho capita. Era solo Motta a spingere. Qualcuno mi spieghi il primo giallo di Sissoko perchè proprio non ha senso e l’espulsione ha deciso la partita. Eravamo molto bene in gara, l’avevamo preparata per non dare loro punti di riferimento e stavamo andando bene. Una partita così importante non può essere decisa da un episodio del genere, ci vuole buon senso. Io non parlo mai degli arbitri ma stasera è stato troppo decisivo l’errore. L’Inter è superiore alla Juventus e l’unico modo per giocarcela era quello di mettere in campo più determinazione di loro. Diego nel secondo tempo ha disputato la sua miglior prova della stagione. Oggi non ho visto la differenza che invece evidenzia la classifica“.

    Chiellini: “Oggi stavamo facenbdo bene, ma l’espulsione di Sissoko ha cambiato tutto. Penso l’abbiano visto tutti, la prima ammonizione non ha senso, non esiste. Ma non è solo quello. Samuel ha fatto una quantità di falli incredibile, Motta doveva essere ammonito prima. Insomma, tante piccole cose senza le quali l’Inter oggi non avrebbe vinto nonostante sia una grandissima squadra. Il futuro? Zaccheroni ha la stima di tutti i giocatori, il resto per ora non ci interessa“.

    Branca: “E’ una vittoria che vale tre punti. Abbiamo incontrato qualche difficoltà perchè la Juventus si chiudeva molto bene e nonostante l’espulsione si sono compattati benissimo. Era difficile trovare spazi ma per fortuna Maicon ne ha trovato uno bellissimo. C’è tensione ma in senso positivo, ormai sono anni che siamo ai vertici del nostro calcio e quindi sappiamo gestire queste situazioni al meglio. Volevamo vincere, perchè dovevamo vincere, e ci siamo riusciti. Non c’è nessun nervosismo, siamo tutti concentrati per fare il meglio. Sono d’accordo con le scelte di Mourinho, va benissimo così. Messaggi alla Roma? Nessuno, noi giochiamo solo per noi stessi. Pandev in difficoltà da esterno? Ma no perchè all’inizio ha fatto grandi cose, non ci sono problemi. Moratti stanco? Ci sta, è normale, ma ha tutte le forze per reagire

  • Stasera c’è Inter – Juventus, il derby d’Italia. Le ultime e le formazioni

    Stasera c’è Inter – Juventus, il derby d’Italia. Le ultime e le formazioni

    Inter – Juventus, la madre di tutte le partite. Grande attesa stasera per il derby d’Italia numero 154, da quando il campionato italiano è stato rinominato Serie A: il bilancio parla a favore della Juventus che guida con 72 vittorie contro le 43 dei nerazzurri (più 38 pareggi).
    Sarà un derby d’Italia e più infuocato che mai alla luce di quanto sta venendo fuori da quello che sembra essere Calciopoli 2, con i legali di Moggi, ex dg bianconero, che nel corso del processo penale di Napoli hanno portato in tribunale intercettazioni che riguardano in particolar modo l’Inter, con l’intento di dimostrare la discutibile onestà, a livello sportivo, nerazzurra.
    Vicende di Calciopoli a parte, la sfida è stata anticipata al venerdì per consentire all’Inter di favorire di un giorno in più di riposo in vista della semifinale di Champions League di martesì a San Siro contro il Barcellona.
    Quello di stasera sarà anche un derby d’Italia anomalo per le motivazioni e gli obiettivi diversi di questa stagione delle sue squadra: l’Inter si sta giocando lo scudetto e, dopo aver perso la testa della classifica settimana scorsa in favore della Roma, vuole tornare a comandare la Serie A; la Juventus ha l’obiettivo arduo di conquistare il quarto posto che consentirebbe ai bianconeri di disputare i preliminari di Champions League.
    Curiosità: il capitano dell’Inter Javier Zanetti e l’allenatore Josè Mourinho festeggeranno rispettivamente la 500esima presenza in Serie A e e la 100esima panchina nerazzurra.

    Per quanto riguarda le ultime sulle formazioni Mourinho ha intenzione di dare un assetto offensivo alla sua squadra schierando Eto’o, Milito, Sneijder e Balotelli contemporaneamente in campo; al posto di Stankovic dovrebbe esserci Thiago Motta al fianco di Cambiasso mentre in difesa i soliti Maicon, Samuel, Lucio e Zanetti sulla corsia di sinistra.
    Zaccheroni invece ha qualche problema in più: Diego è recuperato ma partirà dalla panchina, out Trezeguet e Giovinco, il tecnico è intenzionato a mandare in campo un 4-4-2 che dia più equilibrio alla squadra. Coppia d’attacco dovrebbe essere Del Piero – Iaquinta con Amauri in panchina, sulle fasce Camoranesi e De Ceglie con in mediana Felipe Melo e Marchisio, il giustiziere dei nerazzurri all’andata, in vantaggio su Sissoko. Infine difesa con Cannavaro e Chiellini centrali, Zebina e Grosso laterali.

    Probabili formazioni INTER – JUVENTUS (ore 20:45)

    INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti; Thiago Motta, Cambiasso; Balotelli, Sneijder, Eto’o; Milito.
    A disposizione: Orlandoni, Materazzi, Cordoba, Quaresma, Muntari, Stankovic, Pandev.
    Allenatore: Mourinho.
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Zebina, Cannavaro, Chiellini, Grosso; Camoranesi, Felipe Melo, Marchisio, De Ceglie; Iaquinta, Del Piero.
    A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Poulsen, Sissoko, Candreva, Immobile, Amauri.
    Allenatore: Zaccheroni.