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  • Milan: Montella, Donadoni o Klopp?

    Milan: Montella, Donadoni o Klopp?

    Il Milan di Filippo Inzaghi sembra già naufragato e destinato ad una fine anticipata rispetto alle previsioni. Nel futuro rossonero sembra avere una possibile collocazione Vincenzo Montella o Roberto Donadoni ma sempre più forte arriva la voce dell’inizio di un avvicinamento tra l’entourage meneghino con Jurgen Klopp, attuale tecnico del Borussia Dortmund.

    Inzaghi era stato annunciato come l’inizio di una nuova era che prendeva sempre ispirazione da un canovaccio consolidato in casa Milan, ovvero il crearsi il tecnico vincente e del futuro in casa propria attingendo dalla sua storia. Così è stato nel recente passato con CapelloAncelotti ma anche con Seedorf e Inzaghi e così potrebbe essere in futuro pensando a Roberto Donadoni, già riavvicinato dal Milan l’estate scorsa prima della scelta condivisa sia da Barbara Berlusconi che da Adriano Galliani, su Superpippo.

    Filippo Inzaghi | Foto Twitter
    Filippo Inzaghi | Foto Twitter

    Il Milan si avvicina all’ennesima stagione incolore, dove il rischio di rimanere ancora una volta fuori dalle competizioni europee è alto e ancora una volta la piazza vuole la testa di chi ha sbagliato . L’esperienza dice che quando gli errori sono tanti e sono da attribuire a più persone la scelta del capro-espiatorio ricade sempre sulla parte più debole, che è sempre quella del tecnico in questi casi. Ecco che quindi il Milan si ritrova a lavorare duro, sia a Milanello che nei propri uffici per cercare un cambio di rotta fatto anche di conti ancora una volta da mettere a posto e tanti nuovi progetti, stadio per esempio, che devono essere realizzati tra mille difficoltà.

    Dal punto di vista del campo a Inzaghi sono dati strumenti a sufficienza per cercare di raddrizzare la stagione ma anche con i nuovi arrivi, Cerci e Destro su tutti, il trend non è cambiato, per questo la dirigenza ora cerca la guida giusta per la prossima stagione per riportare il Diavolo in alto. I nomi caldi sono tre.

    Donadoni è alle prese con il difficile momento del Parma che al tempo stesso ha una linea tracciata definita, alla quale non vuole credere nessuno ma che sembra segnata. Il tecnico dei parmigiani non vuole al momento sentire parlare di queste cose ma rappresenta la scelta che coniuga perfettamente lo stile Berlusconi-Milan portando una vecchia gloria a guidare la battaglia, inoltre non ha un ingaggio impossibile e nonostante non abbia una squadra di prima fascia fa giocare la sua squadra con equilibrio ma non difensivismo, cosa che al presidente piace.

    Vincenzo Montella è coccolato per il rinnovo di contratto dalla Fiorentina giustamente, rappresentava una prima scelta di Galliani che sposava così anche l’idea giovanile di Barbara Berlusconi. Tuttavia il tecnico campano andrebbe in rossonero con un suo schema ben definito, fatto anche di uomini di secondo piano di sua fiducia, questo vorrebbe dire un cambio radicale a partire dal tecnico in seconda (Tassotti) fino ad oggi unica vera linea di continuità tra il glorioso passato e il brutto presente sul campo.

    La terza via porta a una figura affascinante e vincente, si tratta di Jurgen Klopp attuale allenatore del Borussia Dortmund. Il tedesco piace a Barbara Berlusconi e non dispiace al Presidente, ma per Galliani si tratterebbe di una complicata gestione, a meno che, come si vocifera, lo stesso Klopp non abbia idee ben definite su anche chi portare in rossonero per il suo nuovo Milan e anche questo sarebbe però un altro blocco per il mago del mercato rossonero perché limiterebbe le sue trattative che sarebbero più gestite in stile manager dal tecnico.

    Jurgen Klopp | Foto Twitter
    Jurgen Klopp | Foto Twitter

    Insomma un ridimensionamento non da poco. Adriano Galliani, uomo di fiducia del Presidente, non si opporrà di certo e accetterà la sfida per aiutare comunque Klopp nell’intento e poi la figura del tecnico è importante proprio per il suo modo di far esprimere al meglio i giovani e non chiedere giocatori impossibili o fuori budget, quindi quanto ha fatto nel Borussia Dortmund è un ottimo biglietto da visita anche per lo stesso Galliani che pare si stia abituando all’idea.

    Insomma il Milan anche quest’anno, a metà stagione, è già al lavoro per ricostruire il proprio futuro intanto all’orizzonte c’è il Verona e il tentativo di una qualificazione per le coppe europee che sembra difficilissima ma è l’ultima richiesta fatta ad uno già sfiduciato Filippo Inzaghi.

  • Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Elezioni FIGC, unica vincitrice l’ingovernabilità

    Finalmente siamo, almeno momentaneamente, usciti da una situazione alquanto ridicola. Non era possibile vivere ancora di polemiche stantie su frasi e “vecchie massime” del candidato principale alla presidenza federale. Era l’ora di fare o un salto oltre la barricata o tentare la via della condivisione attraverso un Presidente voluto da tutti che avesse una linea guida condivisibile da tutte le Leghe del calcio.

    Come spesso accade in questo paese, dalla politica ad una semplice riunione di condominio, non viene mai scelta la strada della soluzione, ma semplicemente la scelta del “minor male, ed ecco allora che subentrano gli interessi personali, l’attaccamento alle poltrone ed il poco senso del dovere partorendo una via talmente difficile da percorrere che ad oggi, dopo l’elezione in terza battuta di Carlo Tavecchio, appare impossibile.

    Non sono serviti nemmeno gli interventi del presidente del CONI Malagò e del vice UEFA Gianni Infantino per illuminare i membri elettivi e gli stessi candidati che a più riprese erano stati invitati a ritirarsi per trovare una via comune e condivisibile.

    L’ingovernabilità del calcio non è evidente  per colpa del suo nuovo Presidente Federale, ma è evidente per quanto uscito fuori in queste settimane. Abbiamo di fatto un Carlo Tavecchio che dopo la prima conferenza stampa e le successive dichiarazioni è invitato dai suoi stessi elettori a non esprimersi più se non per parlare del programma. Programma che si conosce solo a bozze, infatti è solo un minimo elenco di problematiche da risolvere e che nonostante lui stesso abbia ricoperto la carica di Presidente della Lega Nazionale Dilettanti nella sua stessa Lega tali problematiche esistono tuttora.

    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare
    Carlo Tavecchio a colloquio con il Presidente della commissione antidoping | Foto Twitter / Il Pallonare

    Vince un candidato, come sarebbe stato il caso di Albertini, caldeggiato da un’asse di “grandi elettori” (Lotito-Galliani-Preziosi) che nessuno comprende quale possa essere il reale interesse da parte loro per la sua vittoria visto che tutti navigano in “cattive acque“, per motivi diversi, nelle rispettive piazze e dovrebbero prima risolvere i problemi dalle loro parti.

    Nel programma elettorale di Tavecchio, che non si conosce ma dalle sue parole si intuisce,  si parla di riportare il pubblico negli stadi e la Curva Nord della Lazio conta ad oggi 258 abbonati, si parla di giovani calciatori italiani e del  loro futuro quando il Genoa è una delle prime società a vendere i propri gioiellini per comprare tanti giocatori stranieri in una sorta di girandola di mercato annuale e si parla di gestione manageriale o governance quando l’Amministratore Delegato del Milan vive la sua carica da separato in casa e non riesce a fare calciomercato perché é “bloccato” dai contratti onerosi con i suoi giocatori che lui stesso ha sottoscritto anni prima, ma non solo loro la Lega Pro, che appoggia in pieno Carlo Tavecchio, negli ultimi anni si è vista assottigliare le proprie squadre iscritte quasi del 50% proprio per una gestione fallimentare delle società. Per non parlare poi degli scandali succeduti in sequenza negli ultimi dieci anni di calcio, dove a guidare il vapore c’erano sempre gli stessi personaggi tra cui Abete, Tavecchio, Macalli e C. a cui non si può attribuire alcuna colpa, tuttavia si deve considerare la loro scarsa vigilanza nei rispettivi ruoli.

    Se l’elezione doveva dare una manifestazione di forza democratica del nostro calcio non si può rimanere contenti di fronte al fatto che l’elezione di un Presidente di una Federazione Sportiva (qualunque essa sia) debba essere determinata da Presidenti che ci mettono e ci guadagnano un sacco di soldi sfruttando lo sport più amato. Insomma se la Lega deve rappresentare i poteri la Federazione dovrebbe rappresentare il sano sport. Ma da quello che si evince è che gli interessi hanno eletto un Presidente e quindi se si devono fare delle scelte impopolari per il bene dello sport, queste scelte non verranno fatte perché chi ha consegnato il potere a Carlo Tavecchio può avere in qualsiasi momento la tentazione di ricattare e battere cassa nei confronti del Presidente. E’ un po’ come se la Confindustria senza ascoltare il popolo eleggesse il Presidente del Consiglio e lo facesse alla “luce del sole” verrebbe ad ogni cittadino il dubbio che c’è un conflitto d’interessi e soprattutto che la democrazia possa essere finita.

    Inoltre da quest’elezione, che ha appassionato i tifosi, viene fuori in modo netto che la Lega di Serie A è spaccata in due tra vecchie e nuove generazioni, tra vecchi e nuovi modi di vedere il calcio. Con liti furbonde e continui strali tra le parti che proseguiranno ad ogni decisione che la FIGC farà, a cominciare dalla scelta del nuovo Commissario Tecnico della Nazionale.

    L’indomani delle elezioni FIGC appare molto nebuloso, forse più di quanto già si pensava dopo le celebri uscite su Optì Poba, sulle donne “handicappate” o sull’omicidio di Kennedy e rimane addirittura cupo dopo il discorso fatto da Carlo Tavecchio dopo la terza e trionfale votazione.

    La sfida che si pone dopo le elezioni FIGC è quella di preparare la “squadra di governo” e la nomina del C.T. della Nazionale i nomi caldi per tutti i tifosi sono quelli di Mancini o Conte ma bisogna già fare alcune considerazioni. Essendoci l’ombra lunga di Claudio Lotito viene difficile pensare a Roberto mancini, ex tecnico Lazio, che ha tenuto in piedi una causa civile per anni con il suo vecchio Presidente ed al tempo stesso non si può pensare ad Antonio Conte, che se non avrà carta bianca e libero coordinamento su tutte le Nazionali, difficilmente accetterà l’incarico vista la sua giovane età lavorativa e le prospettive di carriera che fare il C.T.  può sbarrargli per almeno quattro anni. Ci sono poi le soluzioni tecniche e più facilmente percorribili Guidolin, Zaccheroni e l’ultimo papabile Cabrini. Ma anche quì, il neo Presidente Federale scivola su una “buccia di banana“, perché dopo la sua nomina, nel discorso davanti all’assemblea dice di non aver avuto ancora alcun contatto con qualcuno per il futuro della Nazionale e dire che di tempo ne ha avuto e che tra tre settimane la Nazionale dovrebbe scendere in campo.

    Proprio quì, all’inizio del suo mandato Tavecchio si gioca il suo futuro e lo fa in partenza già su un campo minato vedremo se le scelte saranno per una rivoluzione vera o, come si presuppone, per il “minor male” con la compiacenza dei “soliti noti“.

  • Il Milan riparte da Rami, rebus Balotelli

    Il Milan riparte da Rami, rebus Balotelli

    Il Milan nella giornata di ieri ha cominciato il suo ritiro in vista della stagione 2014/2015, stagione nella quale la compagine rossonera, sette volte Campione d’Europa, non disputerà le coppe.

    Il diktat rossonero su questo mercato estivo sarà prima vendere e poi comperare. L’obiettivo primario sarà quello di snellire la rosa, il Milan dovrà affrontare solamente due competizioni: campionato e Tim Cup. Adrian0 Galliani, dopo aver messo a segno due ottimi colpi come quelli di Menez e Alex, ha pensato di concentrarsi proprio sul mercato in uscita.

    Uno dei primi giocatori ad avere salutato Milanello è stato Bakaye Traorè passato al Bursaspor. Antonio Nocerino invece vestirà la maglia del Torino per un anno. Fernando Coppola, quarto portiere, ha salutato e si è accasato al Bologna retrocesso in serie B. Walter Birsa, nelle ultime ore, è passato in prestito al Chievo; stessa formula con la quale Jherson Vergara si è trasferito all’Avellino. Il colpo più importante in questo senso è sicuramente la cessione di Kakà, con il suo addio i rossoneri si sono liberati di un ingaggio davvero oneroso che, di fatto, poteva bloccare gran parte delle operazioni in entrata.

    Rami-AC-Milan
    Rami – Milan

    Si sta cercando di piazzare anche Alessandro Matri il quale è molto vicino al Genoa; già nel pomeriggio odierno l’attaccante sosterrà le visite mediche di rito e si legherà, in prestito, ai rossoblù con il Milan che si impegnerà a pagare una parte (900 mila euro) del suo ingaggio che attualmente è 2.6 milioni di euro. Tra i possibili partenti vanno segnalati anche Robinho, sempre alla ricerca di una sistemazione in Brasile o in America. L’attaccante brasiliano ha rifiutato un offerta proveniente dal Messico ed esattamente dal Monterrey  ed Essien, per il quale il Trabzonsport sembra voler formulare un’offerta. Andrea Petagna non rimarrà a lungo al Milan, sono quattro le squadre di Serie B interessate a lui: Livorno, Spezia, Crotone e Latina.

    Per la difesa si avvicina il ritorno di Adil Rami. Il Milan ha presentato un’offerta di 3.75 milioni di euro al Valencia per acquistare il cartellino del difensore francese, mentre gli spagnoli ne vogliono 4.250; la volontà del calciatore è quella di rimanere a Milano e le prossime ore saranno decisive per il buon esito della trattativa. Adriano Galliani non risulta granchè intenzionato ad alzare l’offerta e cosi a sbloccare la trattativa potrebbe essere lo stesso difensore disponibile a far risparmiare il Milan riducendosi l’ingaggio pur di rimanere in rossonero. Il francese non si è presentato al raduno del Valencia su autorizzazione del club francese. Rami nella serata di ieri ha twittato “aspettiamo“; poco prima aveva spaventato i tifosi con un “devo tornare a Valencia” poi cancellato.

    Niente Milan per Juan Manuel Iturbe che andrà alla Juventus: il Verona ha accettato l’offerta di Beppe Marotta di 25 milioni di euro più 2 milioni di bonus.

    Il futuro di Mario Balotelli è un rebus. Dopo il negativo Mondiale brasiliano sembra che nessuno lo voglia più. Ci sono stati timidi interessamenti di Liverpool e Monaco, che però non lo ritengono una priorità in attacco. La società rischia di doverlo tenere sapendo che il nuovo mister Filippo Inzaghi, il quale parlerà oggi in conferenza stampa alle ore 18, dovrà tentare l’ennesimo recupero più psicologico che tecnico.

  • In Turchia ne sono certi: Mario Balotelli al Galatasaray

    In Turchia ne sono certi: Mario Balotelli al Galatasaray

    Dalla stampa turca arriva una vera e propria bomba di calciomercato proprio a pochi giorni dall’inizio del mondiale di calcio in Brasile: Mario Balotelli avrebbe trovato un accordo per giocare la prossima stagione nelle file del Galatasaray.

    Secondo i Media della Turchia il presidente del Galatasaray Unal Aysal avrebbe promesso al proprio tecnico Roberto Mancini due Top Player di altissimo livello, uno di questi sarebbe proprio il centravanti della nazionale italiana e del Milan.

    Balotelli in Turchia ritroverebbe il tecnico con cui al Manchester City ha avuto qualche screzio ma dal quale è molto stimato.

    Mario Balotelli
    Mario Balotelli

    Supermario, sempre secondo la stampa turca, stanco delle continue polemiche che ci sono in Italia sul suo conto e invogliato dalla possibilità di disputare la prossima stagione in Champions League, non avrebbe avuto alcun problema ad accettare l’offerta, un triennale da ben 4,5 milioni di euro annui, tant’è che molti hanno voluto vedere un segnale nella nuova immagine di copertina sull’account di Twitter di Balotelli che ritrae un leone, animale simbolo del Galatasaray il cui nome di battaglia è proprio “I Leoni di Istanbul”.

    Negli ultimi giorni, in seguito alla molto probabile promozione di Inzaghi, non ancora non ufficializzato ma prossimo ad essere il nuovo allenatore del Milan, sia l’amministratore delegato Adriano Galliani che il presidente Silvio Berlusconi avevano rilasciato dichiarazioni che vedevano Mario non più incedibile e di fronte a un’offerta seria il Milan avrebbe considerato l’ipotesi di liberarsene. L’offerta del Galatasaray, che però non si sarebbe ancora concretizzata ma che porterebbe ad un eventuale addio di Balotelli dopo i Mondiali, sarebbe sui 20 milioni di euro con 7 milioni di Bonus, una cifra che al giorno d’oggi farebbe molto gola al calcio italiano.

    I tifosi turchi sono già entusiasti tant’è che molti di loro hanno già inviato commenti del tipo “Vieni al Galatasaray”, “Ti aspettiamo” sul profilo di Supermario.

    Non ci sarebbe solo il Galatasaray però sulle tracce di Balotelli, secondo il quotidiano britannico ‘Express’, potrebbe arrivare un offerta da circa 25 milioni di euro anche dall’Arsenal. Senza dimenticare altre due squadre di Premier League, Chelsea e Liverpool, che seguono costantemente il centravanti azzurro.

     

  • Sarà Menez il primo rinforzo nel Milan di Inzaghi?

    Sarà Menez il primo rinforzo nel Milan di Inzaghi?

    Quattro persone sedute per pranzo ad un tavolo sotto lo splendido sole dell’isola di Ibiza, niente di strano o di particolarmente interessante se non fosse che tra quelle quattro persone ci sono l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, il probabilissimo futuro tecnico dei rossoneri Filippo Inzaghi e il trequartista francese del Paris Saint Germain Jeremy Menez.

    Lo scoop è stato fatto dal sito Marte.com che ha pubblicato gli scatti del pranzo, dove oltre ai tre già citati si intravede un quarto personaggio che potrebbe essere il procuratore del calciatore francese.

    Jeremy Menez
    Jeremy Menez

    Menez è in scadenza di contratto e non sarebbe certo contrario ad ritorno in Italia, dove ha disputato tre stagioni con la maglia della Roma dal 2008 al 2011 registrando però una certa discontinuità con molti più bassi che prestazioni brillanti, segnando solo 7 reti in 84 partite giocate.

    Dal luglio 2011 Menez è passato al Paris Saint Germain ma anche in terra francese non è riuscito ad imporsi nè sotto la guida di Carlo Ancelotti e neppure sotto quella dell’attuale tecnico dei parigini Laurent Blanc. 

    Attenzione però che sulle tracce di Menez c’è da tempo anche un’altra società italiana, da quello che si percepisce dai rumors il tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella stravederebbe per il francese che potrebbe essere il tassello giusto per andare a rafforzare ed aumentare qualitativamente la rosa dei viola.

    Tornando al Milan, un eventuale arrivo alla corte dei rossoneri di Jeremy Menez potrebbe portare al non riscatto di Adel Taarabt dal Qpr, visto che il transalpino andrebbe a riempire una zona del Milan già numericamente ricca.

    Rimanendo in tema di riscatti sembra sempre più vicino quello del difensore Adil Rami dal Valencia. Rami che poi potrebbe andare a completare una coppia difensiva rocciosa e fisicamente valida con un altro giocatore in scadenza di contratto con il Psg, ovvero Alex. I contatti con il brasiliano sono molto serrati e si parla di firma vicina ad ore con il verdeoro che andrebbe a legarsi per 2 anni con il Milan.

    Dunque Pippo Inzaghi, che ancora non è ufficialmente allenatore del Milan, ha già mosso i primi passi insieme ad Adriano Galliani per costruire la prossima stagione che per i rossoneri deve essere quella del rilancio.

     

     

     

  • Il Milan riparte da Pippo Inzaghi. Berlusconi silura Seedorf

    Il Milan riparte da Pippo Inzaghi. Berlusconi silura Seedorf

    Sembra tutto fatto, manca soltanto l’ufficialità che dovrebbe arrivare nelle prossime ore ma ormai tutto è deciso, Silvio Berlusconi ha scelto Filippo Inzaghi come prossimo allenatore del Milan.

    La decisione è stata presa ieri sera nel vertice di Arcore tra Berlusconi, Galliani e lo stesso Inzaghi, dopo che il presidente avrebbe scartato la pista Unai Emery, che a questo punto non dovrebbe avere problemi a rinnovare e prolungare con il Siviglia, per mantenere la linea del Milan ai milanisti.

    Veniamo quindi al racconto di una giornata intensa per la dirigenza ed il popolo milanista.

    Nel primo pomeriggio, come ci racconta Sportmediaset, c’ è stato un incontro tra i dirigenti del Milan e le persone che curano gli interessi di Pippo Inzaghi, l’incontro è sembrato subito positivo, a togliere di mezzo un rivale dell’ex attaccante rossonero alla corsa per la panchina ci ha pensato un protagonista, lo stesso Emery avrebbe pronunciato ai dirigenti del Siviglia queste parole che non lasciano dubbi:

    Mercoledì firmo il rinnovo del contratto col Siviglia, io mantengo la parola data.

    Filippo Inzaghi
    Filippo Inzaghi

     

    Dunque un rivale in meno per Superpippo, che con il passare delle ore si avvicinava sempre di più a divenire il nuovo tecnico del Milan, tant’è che alle 20.50 in macchina con Adriano Galliani, come svelato da Sky Sport, ci sarebbe stato proprio Filippo Inzaghi.

    Il vertice di Arcore si è concluso intorno alla mezzanotte, dopo tre ore abbondanti, protagonisti Adriano Galliani, Fedele Confalonieri, Pippo Inzaghi e Silvio Berlusconi. La macchina dell’amministratore , con dentro SuperPippo, se n’è andata pochi minuti prima della mezzanotte, dietro all’auto di Fedele Confalonieri. Non c’è stata la tanto attesa fumata bianca, pare però che per l’annuncio sia soltanto questione di ore, non abbiamo l’ufficialità ma ormai è quasi certo che dopo aver guidato la primavera, conquistando la ViareggioCup 2014, Pippo Inzaghi si siederà sulla panchina della prima squadra dei rossoneri.

    Quindi il futuro sarà Inzaghi ma Seedorf? L’allenatore olandese, prima fortemente voluto da Berlusconi che ora però non lo vuole più, ha pagato un approccio non certo semplice con lo spogliatoio e con parte della dirigenza. Una crepa nel rapporto con la società rossonera che si è allargata molto in fretta, ma anche parte del gruppo dei calciatori ha pesato sulla non conferma di Seedorf, il gruppo non avrebbe approvato i metodi di allenamento e alcune scelte di formazione. Al tecnico non è bastata nemmeno l’ultima serie vincente in campionato, compreso il successo nel Derby, ed anche i tifosi si sono dimostrati sempre più fedeli alla figura dell’olandese con i cori dell’ultima partita contro il Sassuolo che hanno testimoniato il tutto, ma non è bastato.

    L’addio è fatto, ma di buonuscita non se ne parla nemmeno, Seedorf costerà alla società rossonera 10 milioni di euro in due anni, anche se Galliani spera che gli ultimi buoni risultati ottenuti dal tecnico gli permettono di trovare un club in cui potersi accasare prima del 2016.

  • Balotelli difende Galliani e Seedorf

    Balotelli difende Galliani e Seedorf

    Quando Mario Balotelli parla – anzi, scrive – fa sempre notizia. Ormai, ci si è fatta l’abitudine ma ogni volta i suoi tweet o i suoi “post” fanno sempre discutere. Basti pensare che lui stesso abbia scelto il suo profilo Twitter (FinallyMario) per annunciare al mondo la paternità riconosciuta della piccola Pia dopo più di un anno di polemiche a distanza con la ex compagna Raffaella Fico. A ben vedere, poi, pare che il profilo Facebook che porta il nome di Mario Balotelli non sia gestito personalmente da Super Mario, bensì da alcuni suoi amici e molti della sua “cerchia” seguono questo profilo. In ogni caso, la sostanza non sembra cambiare e, dunque, il Balotelli pensiero è espresso in forma molto chiara. L’argomento in questione è il Milan, in generale, toccando diversi tasti al momento molto dolenti. Il primo è quello relativo alla posizione del tecnico Clarence Seedorf che, secondo Balotelli, deve rimanere in rossonero e non è opportuno, nè giusto, giudicarlo dopo solo due mesi di lavoro. Per la serie: “Date tempo a Seedorf e ne usciremo, non si può criticare un allenatore dopo solo due mesi”. 

    Balotelli difende Galliani e Seedorf
    Balotelli difende Galliani e Seedorf

    Argomento tifosi milanisti, ormai sul piede di guerra contro tutto e tutti, al punto da scendere negli spogliatoi per incontrare la squadra: Mario Balotelli dice di capirli e di comprendere il loro “palato fine” ma sottolinea come la contestazione a lui riservata gli abbia fatto male al punto da indurlo a pensare di dover andare via, nonostante sia milanista dalla nascita, qualora per i tifosi fosse un peso. “Me ne farò una ragione, ma l’importante è essere chiari ed onesti”. 

    Argomento Adriano Galliani, ormai più fuori che dentro la società rossonera, in bilico tra un passato glorioso e un presente da cancellare, criticato senza mezzi termini dallo stesso presidente Berlusconi, proprio lui che per anni gli ha concesso di buon grado carta bianca nella gestione della società e del mercato, pur riducendo drasticamente (negli ultimi anni in special modo) le risorse disponibili. Secondo il Balotelli-pensiero, Adriano Galliani deve rimanere al Milan perchè “nessuno può permettersi di criticare Galliani o di licenziarlo, è il migliore al mondo nel suo ruolo”.

    Così decretò il Balotelli-pensiero.

  • Milan, tutti contro Galliani

    Milan, tutti contro Galliani

    Tutti contro Galliani: sembra questo il leit motiv più gettonato in casa Milan. Uno scenario inimmaginabile solo fino a pochi mesi fa ma che, ora, è realtà. Memoria corta, forse. Analisi superficiali, ancor di più. Gerarchie modificate da questioni familiari. Il quadro d’insieme, per linee generali, è proprio questo. Se poi ci si aggiungono le oggettive difficoltà della squadra che ha cambiato tecnico per risollevarsi ma che, invece, è finita sempre più per sprofondare (uscendo anche in malo modo dalla Champions League) la situazione non può che essere nera. Il “tiro al bersaglio” contro Galliani, però, non era atteso anche considerando il suo ruolo e la sua autorevolezza come manager calcistico di successo, uno dei più vincenti degli ultimi vent’anni.

    Milan, tutti contro Galliani | foto da web
    Milan, tutti contro Galliani | foto da web

    La gratitudine, però, non sembra essere un valore del nostro tempo ed ecco che lo stesso presidente Berlusconi – nei giorni scorsi – pur difendendo a spada tratta Clarence Seedorf che rimarrà in panchina anche per la prossima stagione  ha voltato definitivamente le spalle al suo vice rossonero, affermando che i problemi del Milan di oggi sono frutto di cattiva gestione: “un Milan costruito male”. 
    Parole come macigni, pesanti e appuntiti, che non possono che provocare ferite profonde soprattutto se, come in questo caso, vanno a colpire il lavoro svolto da chi ha dovuto fare i conti con il taglio delle risorse ed “inventarsi” le scelte di mercato compiute. Singolare, dunque, che lo stesso Berlusconi critichi il mercato non all’altezza degli investimenti compiuti, facendo leva sul fatto che non sia concepibile che una squadra come il Milan venga eliminato dalla Champions League dall’Atletico Madrid che dispone di un monte ingaggi nettamente inferiore a quello rossonero. A ciò si aggiungono anche le parole dell’ex capitano rossonero Paolo Maldini che con grande amarezza, rabbia e delusione per i risultati del campo, si rivolge, con parole a dir poco aspre, sempre ad Adriano Galliani ed a tutta la società: “Galliani si sente onnipotente e Barbara Berlusconi non è esperta di calcio e calciatori”. Probabilmente nelle parole dell’ex bandiera rossonera potrà anche esserci una punta di risentimento per il fatto di non esser mai stato preso in considerazione in veste dirigenziale nonostante la sua figura di spessore in veste di direttore sportivo avrebbe potuto essere un valido contributo alla causa. Il pensiero di Maldini non sembra, comunque, esser dettato da acredini personali ma, bensì, dal sincero attaccamento alla squadra e dalla sincera frustrazione nel vederla nello stato attuale. Paolo Maldini ritiene che il Milan di oggi non abbia alcuna progettualità nè nuove idee e, indirettamente, il riferimento è nuovamente ed inevitabilmente ad Adriano Galliani, al quale sembra sia rimasta “solo la passione”. 

  • Ariedo Braida: addio al Milan dopo 28 anni

    Ariedo Braida: addio al Milan dopo 28 anni

    Dopo 28 anni di servizio, coronati da grandi successi, un altro dei più fidati collaboratori del Presidente Silvio Berlusconi lascia il club. Ariedo Braida (67) lascia la carica di Direttore Sportivo del Milan. (altro…)

  • Adriano Galliani si dimette dal Milan: “Ho subito un grave danno alla reputazione”

    Adriano Galliani si dimette dal Milan: “Ho subito un grave danno alla reputazione”

    L’addio tra Adriano Galliani e il Milan era solo una questione di tempo, qualcuno ipotizzava già da tempo che per l’ad si trattasse dell’ultima stagione con i rossoneri ma le incomprensioni e i malumori di questo ultimo mese con Barbara Berlusconi non hanno fatto altro che accelerare la fine di una storia che dura ormai da 27 anni. E’ di oggi la notizia delle dimissioni di Adriano Galliani che lo stesso ha annunciato ufficialmente con un comunicato stampa diramato per mezzo dell’Ansa:

    Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa fra pochi giorni, forse aspetto la partita di Champions contro l’Ajax. Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo. Ho subito un grave danno alla reputazione, non ci sto più a farmi rosolare a fuoco lento“. Il riferimento di Galliani è chiaramente rivolto alle critiche di Barbara Berlusconi alla sua gestione negli ultimi due anni.

    Si è detto che il Milan spende male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma negli ultimi 5 anni è andata in Champions una volta e la Fiorentina mai. Il Milan ha da due anni il bilancio in pareggio, altre società hanno montagne di debiti. Io sono andato a Madrid quest’estate per prendere Kaká senza un appuntamento e mi hanno aperto gli uffici del Real e quando sono andato nell’agosto 2010 a prendere Ibrahimovic al Barcellona il presidente Rosell è tornato apposta dalle ferie che aveva programmato con la sua famiglia

    Adriano Galliani si dimette da Direttore Sportivo del Milan | © AFP/ Getty Images
    Adriano Galliani si dimette da dirigente del Milan | © AFP/ Getty Images

    Galliani potrebbe quindi dire addio al suo Milan – “che continuerò ad amare a vita“, ndr – nei prossimi giorni. Non è mancato un pensiero verso l’amico e Presidente Silvio Berlusconi – “Il mio affetto per il presidente Berlusconi è immutato e immutabile” – ribadisce Galliani il quale spiega anche di aver comunicato la sua decisione a Bruno Ermolli, persona deputata a questa vicenda per non disturbare il Presidente.

    Per adesso non accetto nulla da nessuno quando si è offesi bisogna avere la forza e l’intelligenza di far passare un po’ di tempo: bisogna essere lucidi per prendere decisioni” – e intanto si tratta con il club per una super liquidazione di 50 milioni di euro.