Non c’è pace per il Cagliari Calcio che dopo ben tre giornate si ritrova ancora senza stadio e senza pubblico. Un vero dramma per la società rossoblu che ha già dovuto affrontare l’Atalanta a porte chiuse in un clima surreale, con la tribuna centrale in costruzione e un faro posizionato proprio in mezzo al cantiere per migliorare la visibilità notturna del campo. La sosta per gli impegni con le nazionali ha portato tempo utile agli operai per completare la costruzione dello stadio Is Arenas e per fornire l’impianto di ogni garanzia sul piano della sicurezza. Ma, ieri sera c’è stata la doccia gelata. Infatti, il campo di Quartu Sant’Elena non è risultato idoneo e la commissione provinciale di vigilanza ha invitato la società sarda a chiudere immediatamente la vendita dei biglietti per la sfida Cagliari-Roma.
LE ORIGINI – Vista l’inagibilità del Sant’Elia, il Cagliari ha dovuto disputare le ultime partite casalinghe della stagione 2010-2011 a Trieste, subendo una forte perdita sia dal punto di vista economico che di immagine. Per questi motivi, il presidente Cellino, onde evitare spiacevoli sorprese per l’anno successivo, si accordò con il sindaco di Quartu Sant’Elena, Mauro Contini, per la concessione dello stadio Is Arenasper minimo 3 anni. Fin lì tutto bene, iniziano i lavori e a tempo di record (3 mesi di lavoro giorno e notte, festivi compresi) viene terminato parzialmente l’impianto che dovrebbe (il condizionale a questo punto è d’obbligo) ospitare i rossoblu per le partite in casa.
I PRIMI PROBLEMI – Cellino si sa, non ha un carattere semplice e nel corso degli anni si è fatto parecchi nemici che non vedono l’ora di ostacolarlo. E quale miglior momento se non questo? Gli operai continuano nella costruzione del nuovo impianto ma iniziano a qualche settimana dall’inizio del campionato, iniziano a circolare voci pessimistiche da prefettura e Lega Calcio, con questi ultimi che confermano lo stadio triestino come “casa” dei rossoblu. I distinti e le curve vengono montate (stessi tubi innocenti presenti al Sant’Elia) e il Cagliari chiede di poter disputare la prima partita in Sardegna con l’utilizzo parziale della capienza.
INIZIO DEL CAMPIONATO – Per Cagliari-Atalanta, la società rossoblu ottiene il permesso di poter disputare la gara nello stadio Is Arenas ma a porte chiuse, nella speranza che il tutto si possa concludere per la sfida contro la Roma. E invece, niente. La prefettura ha rilasciato il seguente comunicato: “la commissione ha espresso un parere di non conformità al progetto, mancando alcuni elementi di rilievo per la sicurezza e la tutela della pubblica incolumità che riguardano in particolare gli impianti antincendio, le strutture in cemento armato e in metallo e la sicurezza delle aree esterne” mettendo a rischio addirittura la disputa della partita a porte chiuse.
TUTTI CONTRO – Una decina di giorni fa era stato il WWF a chiedere addirittura la chiusura del campo perché l’illuminazione recava danni ai fenicotteri presenti nello stagno di Molentargius, a pochi passi dallo stadio. Non calcolando che l’impianto è costruito al centro della città e che non saranno solo le luci di Is Arenas a disturbare gli animali.
Il presidente rossoblu Massimo Cellino, è pronto a rimborsare tutti i tifosi che hanno acquistato il biglietto per Cagliari-Roma però, resta un dubbio. Come è stato possibile far disputare la sfida contro i bergamaschi 20 giorni fa a porte chiuse e ora mettere in dubbio (nonostante l’avanzamento dei lavori intorno allo stadio) lo svolgimento anche senza pubblico della partita contro la formazione di Zeman?
Conti e compagni aspettano e sperano che questa situazione possa concludersi a breve.