Spurs: Aldridge a scuola da Duncan per il futuro della franchigia

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Lamarcus Aldrige | Foto Web

Iniziamo il nostro percorso di introduzione al campionato Nba che andrà ad iniziare a breve, analizzando due formazioni che si sono distinte nella free agency di quest’estate guadagnando con pieno merito il titolo di regine del mercato: San Antonio Spurs e Los Angeles Clippers.

Un altro giro, ancora un altro giro anzi un ultimo giro, queste sono le parole che sono nella testa di due autentici simbolo dell’Nba come Ginobili e Duncan; queste sono le parole che hanno scosso tutta l’America cestistica.

Si perché i due veterani degli Spurs, hanno deciso di ritardare il ritiro dai parquet per provare ancora una volta la rincorsa verso quell’anello tanto desiderato che viene assegnato ai campioni dell’Nba.

Un altro giro con una squadra dove l’era dei Big Three sembra arrivata al capolinea ma dietro i vari Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker stanno crescendo giocatori capaci di continuare a mantenere i neroargentoai vertici del campionato, la dove una leggenda delle panchine come Greg Popovich merita di stare.

Leonard e Green sono il futuro della franchigia ma per completare un futuribile triumvirato i dirigenti della società hanno portato in Texas il pezzo più pregiato del mercato free agent del 2015: Lamarcus Aldridge.

Aldridge dopo essersi imposto agli occhi degli appassionati con la casacca di Portland tenta il salto di qualità in una franchigia abituata a vincere dove lui può diventare l’uomo franchigia per le stagioni future. Lamarcus ha mani delicate e centimetri per imporsi definitivamente in questa lega e sicuramente la presenza sotto canestro di Tim Duncan potrà solo farlo crescere, cosa che non è successo all’uscente Thiago Splitter (sacrificato dalla dirigenza in direzione di Atlanta per liberare spazio salariale).

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Si perché alla fine tutti i sogni della franchigia neroargento passano sempre dal numero 21 (normale direte voi quando si parla di uno dei giocatori più forti della storia dell’Nba) ma il caraibico è ancora l’ago della bilancia per il gioco di Gregg Popovic e sicuramente con Aldridge vicino a lui le difese avversarie avranno molte difficoltà nel decidere il da farsi.

Aldridge è l’emblema del cambiamento di mentalità da parte della dirigenze texana perché se una volta i cicli vincenti degli Spurs si costruivano partendo dalle scelte del draft invece quest’anno ha fatto la voce grossa nella “campagna acquisti” dei free agent portando a casa il centro ex Portland ma anche un ottimo rincalzo per il reparto lunghi come David West.

West dopo le ulltime stagione passate con Indiana dove ha sfiorato le Finals dovendo arrendersi solamente ai Miami Heat di Lebron James, arriva a San Antonio desideroso di dare il suo contributo nella rincorsa a un titolo che può essere il coronamento di una ottima carriera.

Due grandi acquisti per un organico che ha cambiato molto soprattutto tra i giocatori che compongono la panchina (Belinelli a Sacramento ne è un esempio) ma che si presenta ai nastri di partenza con lo status di una delle squadre favorite in una conference come quella dell’Ovest che vede la qualità delle sue formazioni sempre più in crescita con i campioni in carica di Golden State che dovranno difendersi da molte pretendenti al loro titolo.

Unico punto di domanda per Popovic e il suo staff, tra i quali ricordiamo esserci anche Ettore Messina; è sicuramente la questione riguardo la tenuta fisica di Tony Parker e Manu Ginobili. Si perché se i due geometri del gioco neroargento riusciranno a mantenersi in forma fino alla fine della post-season allora San Antonio avrà delle grossissime possibilità di arrivare fino all’ultimo possesso delle Finals, in caso contrario se dovessero avere problemi come la passata stagione Popovic dovrà trovare un alternativa per far si che non si rivelino un peso sui due lati del campo

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