Dopo due stagioni sulla panchina della Juventus, è ormai possibile riuscire a interpretare gli stato d’animo di Antonio Conte dopo un match, a seconda che il risultato del campo sia una vittoria oppure la gara abbia un esito differente: gli si legge negli occhi la gioia o la delusione cocente, che smaltisce con difficoltà e lentezza, come lui stesso ha ammesso diverse volte. Questa volta, però, la situazione appare diversa e, nonostante la grande gioia e la soddisfazione per una fondamentale vittoria come quella di ieri contro il Bologna, le parole prevalenti nella conferenza stampa del post-partita sono la delusione e l’amarezza. Non per il risultato del campo, ovviamente, un netto 0-2 che permette di portarsi provvisoriamente a +12 sul Napoli prima inseguitrice, ma per il contorno nel quale è maturato. E’ uno sfogo amaro e sincero che non può lasciare indifferenti considerando il fatto che capiti molto raramente che il mister bianconero lasci trasparire così evidentemente uno stato di insofferenza ma, probabilmente, la misura è ormai colma. La Juventus, infatti, anche ieri ha vissuto momenti di tensione e apprensione prima di poter accedere con il proprio pullman allo Stadio Dall’Ara, con bastoni e pietre a colpire il bus, e i tifosi avversari pronti a rivolgere le più becere offese: un copione già noto, accaduto anche a Napoli e Firenze, verso il quale Antonio Conte non riesce più a celare grande fastidio e insofferenza.
Il suo sfogo è, dunque, una sorta di denuncia, un’affermazione forte e decisa che lo induce a rivelare la sua volontà di “cambiare aria” anche se non nel breve periodo, andando all’estero per fuggire ad un clima tanto esasperato, che gli impedisce di recarsi tranquillamente in diverse città italiane insieme alla sua famiglia: “mica siamo in guerra, questo è uno sport e allora uno dice mah e uno prende e se ne va, fa prima”.
Uno sfogo chiarissimo e inequivocabile, che non lascia spazio a diverse interpretazioni e che viene innescato dalla polemica con il tecnico Bolognese Stefano Pioli, che aveva accusato a fine gara Antonio Conte di aver esultato in maniera vistosa, caricando il pubblico con le braccia alzate urlando “Andiamo!”
Il tecnico bianconero, però, non ci sta e “mette i puntini sulle i” per precisare il motivo della sua esultanza e della sua gioia e fine gara per il risultato importante ottenuto dai suoi. Antonio Conte non voleva provocare nessuno e la sua esultanza era rivolta alla parte di curva e di tribuna in cui erano presenti i numerosi tifosi bianconeri: “se non posso esultare neanche con i tifosi della Juve, allora…” sottolineando, poi, che la sua gioia non era altro che il frutto della soddisfazione per il lavoro compiuto e per “la base importante che stiamo mettendo con la squadra per rivincere lo scudetto”.
Un modo per precisare il livello di assurdità connesso all’odio contro la sua squadra da parte delle altre tifoserie, e all’astio diffuso che si manifesta in situazioni di violenza e di assoluta anti sportività, che non può essere più giustificata con il semplice termine di antipatia sportiva, perchè finisce sempre per sfociare in qualcosa di più grande, in senso negativo ovviamente. Probabilmente “fa male perdere” – afferma Conte – ma queste sono cose “che portano grande amarezza”.