La notizia è che questo week partirà il campionato di serie A, il come e sopratutto il perchè sono come spesso accade nel nostro paese contraddittori e opinabili. La trattativa fiume che da un anno mette a confronto un agguerrito Damiano Tommasi, a capo dell’assocalciatori, e Maurizio Beretta presidente protempore della Lega Calcio e quindi intermediario per i club ha partorito “un topolino”.
La serie A riparte con un accordo ponte che altro non fa di spostare tra 12 mesi la questione rendendo ancor più assurdo lo sciopero di quindici giorni fa e demandando al futuro decisioni che il sistema calcio non ha voglia di prendere.
Come ho già avuto modo di scrivere lo sciopero è stato l’ultimo tentativo per le nostre società per salvare gli errori di programmazione di campagne acquisti nate in fretta e furia e senza un minimo di programmazione. La cosa che però mi lascia ancor più perplesso è la soddisfazione usata nelle parole di Beretta e Tommasi per annunciare l’accordo. Accordo, scusate la ripetizione, che per il presidente di Lega è addirittura innovativo mentre per l’ex giallorosso identico a quello attuale. Di seguito vi riporto entrambe le dichiarazione tratte da Eurosport
Il presidente di Lega Beretta
“E’ un accordo profondamente innovativo – così ha commentato l’accordo il presidente di Lega Beretta -. Valeva la pena fare una vertenza così dura perché le società hanno ottenuto molto di quello che volevano. Non è un accordo ponte, è un contratto con una durata precisa la ragione vera è che oltre a questo contratto si apra una stagione di vere riforme per il calcio. Se arriveranno, come auspichiamo, delle riforme si potrà raccordare un nuovo contratto collettivo con il quadro collettivo di nuove riforme. Adesso bisognerà mettere in piedi un tavolo di discussione”.
Il presidente dell’Aic Tommasi
“Dispiace essere arrivati così in ritardo alla firma del contratto collettivo. Speriamo sia di buone auspicio per il prossimo. È importante giocare con un accordo collettivo firmato. Sostanzialmente è lo stesso di un anno fa, ma con un cambio di scadenza che ci obbliga ad andare d’accordo. Non è un contratto ponte, ma un punto di partenza“.