Calciatrice versatile, capace di ricoprire il ruolo d’attaccante ma anche quello di centrocampista offensivo, con esperienza in Champions League e con la maglia della nazionale italiana, questa in breve è la descrizione di Sandy Iannella.
Nata a Livorno il 6 Aprile 1987, Sandy ha mosso i primi passi in squadre toscane, ha disputato due stagioni al Livorno mettendo in mostra le proprie qualità prima del passaggio alla Torres, squadra con la quale rimarrà dal 2006 al 2014 conquistando 4 campionati, 2 coppe Italia e 5 Supercoppe italiane. Da questa stagione è passata al Mozzanica e anche con la compagine lombarda Iannella ha messo in luce tutto il suo talento ed il suo fiuto del gol, 8 reti nelle 13 partite sin qui disputate.
Conosciamola meglio, partendo dai suoi inizi, sino a giungere a questa sua prima stagione al Mozzanica.
Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?
Fin da piccola giocavo nel cortile di casa e a scuola a pallone con i miei amici, la palla non la lasciavo neanche un secondo.
Devo ringraziare la mia cara nonna, che ha visto la mia passione immane per questo sport, e mi ha iscritto alla scuola calcio di Livorno nord-Pontino, da lì tutto è iniziato!
Hai un idolo, un calciatore a cui ti ispiri?
Da piccola mi piacevano tanto Weah e Davids. Adesso non ho un calciatore preferito però mi piacciono quelli completi e che hanno facilità nel gol, come Vidal, Tevez. Come esempio da seguire ho molta stima per Totti.
Se tu potessi scegliere una calciatrice di un campionato straniero con cui ti piacerebbe giocare, chi sceglieresti?
Sono molte le giocatrici straniere con cui avrei l’immenso piacere di giocare, ma ti dico Lotta Schellin l’ho incontrata da avversaria sia con il Lione che con la Svezia e devo dire che sono rimasta impressionata, sarebbe una favola giocarci insieme.
Capitolo nazionale, ricordando la tua buona esperienza ad Euro 2013 qual è il tuo rapporto con la maglia azzurra?
Ho sempre cercato di fare del mio meglio con la maglia azzurra. Ci sono dei momenti in cui ho fatto bene, tipo l’europeo, ed altri meno. Per l’ultimo raduno il mister ha deciso di lasciarmi a casa, evidentemente in questo momento ci sono persone che stanno meglio di me, io comunque sia continuo a lavorare e spero in una sua richiamata! È sempre un orgoglio indossare la maglia azzurra.
Vista la delusione dell’eliminazione della nazionale ed i risultati non certo esaltanti delle squadre di club in Champions League, cosa pensi che manchi al calcio femminile italiano per competere con le altre nazioni?
Nessuno in Italia investe nel calcio femminile, nel nostro paese mancano le strutture adeguate per poter praticare questo sport a 360 gradi e per poterci dedicare completamente al calcio senza dover lavorare tutto il giorno per mantenersi, come fanno la maggior parte delle ragazze.
All’estero è tutto un altro mondo, la maggior parte delle squadre è affiliata alla maschile beneficiando di sponsor e budget più elevati, è proprio un vero business. In Italia viviamo in un mondo maschilista dove siamo all ombra del calcio maschile.
Comunque sia, non smetteremo mai di lottare con la speranza che un giorno anche noi potremmo diventare professioniste.
Venendo all’attualità, dopo una lunga carriera alla Torres, con cui hai avuto modo di conquistare parecchi successi, sei passata al Mozzanica. L’inizio stagione vi ha visto partire fortissimo per poi avere un calo nella seconda parte. Qual è adesso l’obiettivo tuo personale e della squadra?
E’ stata dura dover andar via da Sassari ma per vari motivi sono stata costretta. Diciamo che ho sposato il progetto Mozzanica perché sapevo che potevamo fare bene. Abbiano iniziato forte e poi abbiamo avuto una brusca frenata, spero che la vittoria contro il Tavagnacco abbia portato una ventata di aria buona e ci abbia permesso di riprendere la consapevolezza giusta per poter far bene, noi faremo del nostro meglio per arrivare più in alto possibile, ci siamo prefissati degli obbiettivi importanti a cui non rinunceremo fino alla fine.
Personalmente spero di ritornare a fare ottime prestazioni e tornare al gol magari arrivando alla doppia cifra per poter festeggiare i miei 100 gol in Serie A.
Veniamo ad un’analisi tecnica, in quale posizione del campo preferisci giocare? Quale il tuo punto di forza e dove pensi di dover migliorare?
Sono una giocatrice molto duttile. I miei allenatori precedenti mi hanno usata in più ruoli dove c’era bisogno, preferisco comunque sia giocare vicino alla porta, sia da esterno d’attacco che centrocampista avanzato, cercando sempre di stare al centro del gioco, ho molta corsa e buona tecnica. Ho un tiro molto forte ma devo migliorare la precisione!
C’è un gol, tra tutti quelli che hai segnato, che ricordi particolarmente volentieri?
Il gol che ricordo sempre con molto entusiasmo è il gol che feci in Torres-Bardolino nella mia prima finale di coppa Italia. Vincemmo 1-0 e quel giorno alzammo la coppa, il primo trofeo importante della mia carriera.
Tra le tue compagne c’è qualche giovane talentuosa che a tuo parere può avere un futuro brillante?
Ci sono alcune compagne giovani con talento come Mauri, Mason, Brambilla, ma credo che di Giacinti ne sentiremo parlare un bel po’ per i prossimi anni, comunque sia auguro a tutte le mie compagne una lunga carriera piena di soddisfazioni.
Prima di salutarti e ringraziarti, vogliamo chiederti secondo te perché i nostri lettori dovrebbero seguire ed appassionarsi al calcio femminile?
Invito i lettori di questa rubrica a seguire il calcio femminile Perché è uno sport genuino e pulito, dove prevale la passione e l’amore per questo sport. Faccio un appello ai genitori di avvicinare le loro bambine a questo mondo perché sicuramente diventeranno grandi donne.
La mia più cara e preferita calciatrice