La Ducati non va. Rossi: “Siamo lenti, dobbiamo migliorare”

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Sono passati tre giorni dalla fine del penultimo test pre-campionato sul circuito di Sepang che ha messo in evidenza ancora una volta il grande strapotere Honda e i miglioramenti della Yamaha grazie alle nuove componenti. Delle poche scuderie rimaste in MotoGP, la moto che sembra fare più fatica, CRT a parte, è la Ducati che per bocca del suo pilota di punta Valentino Rossi cerca a mente fredda di tracciare un bilancio complessivo delle sei giornate di test fin qui disputate.

Il morale del Dottore non è certo alle stelle perchè se è vero che il distacco dal primo in classifica Stoner è diminuito rispetto ai primi test sempre svoltisi sul circuito malese se pur di soli due decimi, è anche vero che con il decimo tempo ottenuto davanti alle sole CRT le moto che si sono frapposte fra il pesarese e i primi sono diventate molte di più, ora non solo quelle ufficiali ma anche quelle dei team satelliti, che è la cosa che preoccupa di più il nove volte campione del mondo: “Sono state prove abbastanza negative purtroppo, perchè il nostro distacco dal primo è diminuito rispetto al primo test ma ci sono altre squadre che hanno fatto meglio di noi e che al momento sono davanti. Non ce lo aspettavamo”.

In effetti nessuno si aspettava questo piccolo campanello d’allarme lanciato da Rossi dopo che i test del 2 febbraio avevano lasciato un certo ottimismo nella casa emiliana. Il pesarese aveva infatti dichiarato che sarebbe stato disposto a firmare se solo avesse mantenuto nei successivi test il buon feeling con la moto anche se avesse ottenuto dei distacchi superiori. E invece neanche quello perchè le novità portate dalla Ducati non hanno funzionato come ci si aspettava: “Abbiamo provato un sacco di cose per cercare di fare un passo avanti rispetto ai primi test ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta e abbiamo peggiorato. Ho fatto molta fatica a guidare rispetto a tre settimane fa, soprattutto in percorrenza di curva. E’ anche vero che sono stati test più complicati sotto il punto di vista delle condizioni meteo e della pista ma noi abbiamo sofferto più degli altri e onestamente mi aspettavo di fare meglio di decimo”.

In sostanza comunque la situazione non sembra poi cosi critica perchè le tantissime regolazioni provate durante i test servivano sicuramente per cercare il miglior assetto della GP12 e non la prestazione sul giro singolo, cosa su cui si sono concentrati maggiormente Barbera con la Ducati Pramac e gli altri piloti dei team satellite. Gli unici piloti che hanno mostrato un passo davvero irraggiungibile sono stati Stoner e Lorenzo, mentre gli altri sono per lo meno alla portata: “Abbiamo ancora un secondo di ritardo sul giro singolo e sette decimi sul passo gara. Non sono un’enormità ma siamo comunque indietro”.

Il Dottore poi cerca di analizzare anche gli aspetti positivi di questo pre-stagione: “La nuova elettronica ha funzionato bene ed ha contribuito in rettilineo, ma io sono troppo lento in ingresso curva e non riesco ad essere veloce. Ho anche qualche movimento in accelerazione“.

Per questo motivo la base di partenza rispetto allo scorso anno è nettamente migliore anche grazie al telaio perimetrale in alluminio più congeniale allo stile di guida di Rossi: “Penso che abbiamo migliorato rispetto allo scorso anno perché abbiamo avuto due o tre momenti in cui oggi, di sicuro con la moto dello scorso anno sarei caduto. Ora, quando si fanno delle modifiche la moto è abbastanza precisa e la risposta è più normale rispetto allo scorso anno”. 

Manca ancora l’ultima sessione di test che darà un quadro sicuramente più completo dei valori in campo. Si terrà sul circuito di Jerez de la Frontera, un ritorno nei test MotoGP, dal 23 al 25 marzo e si avrà anche la possibilità di girare su un tracciato diverso per caratteristiche da quello di Sepang (che pure è da sempre uno dei preferiti da Rossi) che grazie ai suoi lunghi rettilinei è considerato uno dei circuiti più veloci del motomondiale: “Continueremo a lavorare per ottimizzare tutto quello che abbiamo, anche perchè a Jerez non arriverà nulla di nuovo e dovremo fare con quel che già abbiamo.  Prima di buttarci giù aspettiamo, ma se anche lì siamo cosi lontani allora c’è da preoccuparsi”.

E’ presto per allarmarsi e il mondiale è tutta un’altra cosa ma certo è che queste dichiarazioni lasciano presagire che l’anno del riscatto in casa Ducati non nasce sotto i migliori auspici.

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