Rossi e Ducati, è l’inizio della fine. Il divorzio la soluzione migliore

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Rossi e Ducati © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

L’esito del week-end in Qatar, primo appuntamento stagionale del Motomondiale, potrebbe aver aperto una voragine incolmabile tra Valentino Rossi e la Ducati. Il responso della pista nella notte di Losail è netto, chiaro e crudo, il feeling tra il Dottore e la Desmosedici non c’è. Pilota e moto sono agli antipodi, sono gli opposti che non si attraggono come ci insegna la fisica da secoli ma si respingono. Il binomio tutto italiano che doveva far sognare milioni di tifosi e appassionati delle due ruote si è rivelato al momento un qualcosa di fallimentare, un matrimonio quello tra Rossi e la Rossa nel quale non è mai sbocciato veramente l’amore e la parola divorzio comincia già a risuonare con una certa insistenza dalle parti di Tavullia e Borgo Panigale.

Decimo al traguardo con oltre mezzo minuto accumulato dal vincitore in 22 giri di gara, dodicesimo in griglia a due secondi dalla pole e ultimo delle 1000 cc, più lento non solo del compagno di team Nicky Hayden che dispone di una Ducati GP12 ufficiale ma anche di Hector Barbera che si ritrova tra le mani una GP12 non evoluta. Numeri inesorabli che non possono, per ovvie ragioni, far contento Rossi che nelle interviste post gara ha espresso tutta la sua amarezza per il deludente risultato conseguito ieri sera nel Gran Premio d’apertura di quella che doveva essere la stagione del riscatto ma che, da quanto si è visto, rischia di essere ancor più disastrosa della precedente. Sul viso del 7 volte campione del mondo della classe regina si legge lo sconforto di chi ormai le ha tentate tutte e sta per alzare bandiera bianca, la “bestia da gara” che è sempre riuscita a rimediare alle pessime qualifiche sfornando il giorno dopo prestazioni brillanti (per quanto brillanti si possano definire la sfilza di quinti e sesti posti collezionati lo scorso anno per un pilota abituato a salire sul gradino più alto del podio, ndr) si è smarrita in quel di Losail.

Rossi e Ducati © KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images

Il duro sfogo non è dettato da un eccesso di emotività nè frutto di un commento fatto troppo “a caldo”, Rossi è consapevole delle sua azioni e dice sempre quel che pensa: “Abbiamo perso le speranze, non è la moto che volevo io, non sono un ingegnere e non posso risolvere i problemi, ma solo dare indicazioni – aggiungendo – Dopo il duro attacco di Barbera e l’uscita di pista ho pensato di tornare ai box e ritirarmi, ho continuato perchè sono un professionista“.

La stoccata del Dottore è portata dritta al cuore della Ducati che, attraverso il team manager della scuderia Vittoriano Guareschi e il direttore generale Filippo Preziosi, si assume tutta la responsabilità di tale situazione “Vale non ha colpe, siamo noi che dobbiamo metterlo nella condizione per fargli esprimere tutto il suo talento” ma allo stesso tempo rimane spiazzata dalle parole forti e cariche di amarezza del pilota.

Troppe le diversità che separano pilota e moto, lo stile di guida di Rossi non si adatta a quello della Ducati e viceversa. Lui ama le moto che si lasciano guidare e tendono ad avere una maggiore precisione nell’inserimento in curva e una ciclistica migliore rispetto alla potenza del motore, lei invece fa le bizze e non si lascia addestrare tanto facilmente, è più potente ma scorbutica in uscita di curva quando è necessario spalancare al massimo la manopola del gas. Lo scenario futuro non è per niente roseo e non ci vuole di certo un indovino per  intuire che il rapporto tra marito e moglie è ormai logoro e sta per giungere alla conclusione. Per tali ragioni il divorzio pare essere la soluzione migliore, sia per l’uno che per l’altra per evitare che entrambi continuino a farsi del male. Resta da determinare quando ciò avverrà, se a fine stagione alla scadenza naturale del contratto quando gli accordi di tutti i big scadranno per un mercato piloti che è già in fermento o addirittura anche prima, con Rossi che potrebbe essere ingaggiato da un team satellite della Honda (Team Gresini?) se le cose non dovessero migliorare nell’immediato. Salvo miracoli. Ma se la “resurrezione” del binomio Ducati – Rossi non è avvenuta nel giorno di Pasqua è difficile che possa accadere da qui a breve.

 

Rossi e Ducati, esiste una soluzione?

  • No, divorzio immediato (80%, 269 Voti)
  • Si, continuare nello sviluppo della GP12 (20%, 69 Voti)

Totale Votanti: 338

3 COMMENTI

  1. Vale se solo hai una proposta dal team Gresini accetta anche a stipendio zero.La Ducati non è,non sara mai una moto adatta al tuo stile di guida.Io sono italiano ma le giapponesi sono sono le migliori.

  2. Caro Vale,
    che tristezza la tua intervista di ieri dopo gara su Italia 1, sei diventato fratello gemello di Biaggi, che s’è sempre comportato da piangina, adducendo colpe altrui.
    Possibile che con la tua esperienza, parlando pure Italiano, non riuscite a capirvi con la Ducati? Con Stoner si capivano benissimo, hanno vinto pure dei mondiali…..
    Peccato, pensavo che crescendo saresti diventato uomo…

  3. Quando va tutto bene si è campioni altrimenti la colpa è sempre degli altri. Qualcuno dovrà dire a Guido Meda che il famoso “mezzo decimo” sul polso si è “momentaneamente”smarrito.

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