Un inizio tempestoso per gli uomini di Luis Enrique. La sconfitta casalinga contro il Cagliari addensa le nubi sopra Trigoria e diffonde un’epidemia di critiche. In realtà nella debacle romanista non è stato tutto da buttar via. La Roma ha tenuto in mano il pallino del gioco per tutta la gara e la difesa ha retto parzialmente dando comunque buone sensazione sulla tenuta a lungo termine. Il vero problema, ai fini del risultato, è stato la mancata concretezza sotto porta e gli errori, anzi l’errore difensivo di J.Angel. Con un pizzico di fortuna, infatti, la compagine giallorossa avrebbe potuto ottenere almeno un punto dalla prima di campionato. Detto ciò rimangono alcuni problemi strutturali non trascurabili. Il gioco di Luis Enrique sembra ancora ad uno stato grezzo. Si intravedono alcuni schemi e giocate, ma gli interpreti e forse lo stesso allenatore non riescono ancora a trasformare un’idea di gioco affascinante in tattica in grado di regalare successi. La manovra è troppo compassata e spesso i centrocampisti in possesso di palla sulla trequarti avversaria non sanno cosa fare col pallone oppure lo giocano in ritardo. La macchina va oleata perchè i movimenti diventino rapidi e mandati a memoria. L’altro aspetto cruciale è la cura dei movimenti degli attaccanti esterni. Bojan e Osvaldo sono apparsi troppo statici, spaesati a tratti e incapaci di pungere in ogni frangente. Lo stesso Totti, pur giocando una discreta partita, ha agito quasi sempre molto lontano dalla porta non potendo liberare il suo fiuto del gol. Molto è migliorato in questo senso quando Luis Enrique ha sostituito i due esterni gettando nella mischia Borriello e Borini. Questo fa pensare che il problema dell’attacco possa essere risolto con l’inserimento di giocatori più determinati e che conoscono meglio il gioco italiano. Anche perchè quando Totti dalla posizione di punta centrale arretra sulla trequarti creando lo spazio per l’inserimento degli esterni sono proprio questi attaccanti che partono dalla fascia a dover fare i gol. Come accennato la nota positiva è la difesa. Il nuovo esterno sinistro J.Angel ha le potenzialità per diventare una colonna di questa squadra, ma gli servono un poco di tranquillità ed esperienza in più che potrà acquisire dai veterani. Sua responsabilità il primo gol del Cagliari e l’espulsione che ha spaccato in due la partita in favore degli isolani. Per il resto, senza considerare lo 0-2 subito perchè sbilanciati in cerca del pari, la difesa è sembrata sicura e concentrata oltre che propositiva. Questo anche grazie alla tattica di Luis Enrique che prevede un De Rossi nel ruolo di mediano davanti alla difesa che si abbassa continuamente tra i due centrali difensivi andando a formare una retroguardia a tre. Questo movimento permette ai due terzini di scatenarsi in incursioni offensive e creare superiorità numerica nella fase di attacco. Per quella che vuole essere una rivoluzione tattica bisognerà aspettare del tempo. La parola d’ordine è avere pazienza perchè non si cambia tutto in due mesi e perchè gli sprazzi intravisti di questo sistema di gioco sembrano molto interessanti. Il calcio italiano divora le novità e le bolla come bidoni nello spazio di una settimana. Forse è giunta l’ora di far lavorare gli allenatori giovani senza pressioni che ne cancellano l’innovazione.