Le provocazioni, spesso, possono scatenare polemiche e strascischi, soprattutto se provengono da uno dei più forti giocatori della Storia del Calcio Italiano, oltre che attuale presidente del settore giovanile e scolastico della Figc: Gianni Rivera. In particolare, il desiderio di Rivera sarebbe quello di abolire il calciomercato così come è inteso oggi, che Rivera definisce “mercato delle vacche”, in cui sono le società – con l’intervento dei procuratori tutto fare, che influenzano ed indirizzano le scelte dei propri assistiti oltre che le società stesse – a dover decidere le sorti di un terzo, accordandosi sulle condizioni contrattuali della cessione, oltre che sulla definizione dell’ingaggio e delle alte condizioni contrattuali. Per Gianni Rivera, invece, sarebbe opportuno agire per modificare lo status quo, come accadde 16 anni fa con la sentenza Bossman che rivoluzionò la situazione preesisitente, ed eliminare il vincolo, così come viene richiesto da tempo dall’Assocalciatori, anche se l’ex campione milanista è consapevole della difficoltà di tale battaglia, in cui ritiene di essere “solo”. Dopo tale significativa frecciata ad effetto, l’analisi di Gianni Rivera prosegue nel definire la problematica di mancanza di competitività del nostro calcio nei confronti di quello europeo ed, in particolar modo, di quello Spagnolo, individuando come principale causa di tale gap la scarsa attenzione delle società ai settori giovanili, che – invece – richiederebbero di essere curati e potenziati, sulla scia delle proposte fin qui avanzate da Arrigo Sacchi e Roberto Baggio. Proposte, appunto: in potere dei vertici della Figc, al fine di invertire la rotta e puntare ad investimenti sui settori giovanili, c’è solo la possibilità di inviare dei messaggi che, però, senza il reale intento e la collaborazione delle società rimarrebbero soltanto parole nel vento.