Real Madrid, Mourinho rinnova fino al 2016

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jose mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

Il bello deve ancora venire. Verrebbe da dire questo all’annuncio dei Blancos di Spagna circa il rinnovo fino al 2016 dello Special One. Due anni che vanno ad aggiungersi al post 2014, data designata in precedenza come termine del lavoro di Mourinho all’interno del Real. Il portoghese ha convinto anche il tifoso più scettico riguardo la dote che porta con sé in ciascun club che allena: tituli. Un decennio fa era impegnato in Portogallo, dirimpettaio della terra iberica ma lontano anni luce dalla fama che ora può decantare in ogni Paese in cui risiede. Sia che si trovi a Oporto, in Inghilterra, in Italia, o in Spagna, Mou è da sempre riconosciuto come lo Special One. Dopo esser arrivato su una delle panchine più prestigiose d’Europa, il vate è pronto a cogliere il trionfo più importante.

Non c’è due senza tre. Semplice proverbio, che va letto come tale, ma che ancora oggi è capace di rivestire una fetta concreta della realtà. Sono tanti i luoghi comuni che popolano il mondo del calcio, tra leggi non scritte e divinità non meglio precisate. Mourinho sta rincorrendo un sogno che ormai conosce alla perfezione sotto ogni suo aspetto. Oltre ad esserne protagonista, ne vuole diventare il primo regista. Nella sua bacheca personale può abbracciare due Champions. E la terza? Appunto.

jose mourinho | © Denis Doyle/Getty Images

Se lo chiamano Special One un motivo ci sarà. Chissà se Mourinho avrà letto “La solitudine dei numeri primi”. O meglio, se Paolo Giordano sia stato in qualche modo influenzato dalla cavalcata del portoghese. Disarmante, continua. Una Champions incredibile nel 2004 con il Porto. Lo sbarco in Inghilterra, dove forse ha superato alcune leggende come Cesare o l’ammiraglio Nelson. Altre sfide lo attendono in Italia, dove sbarca alla corte di Massimo Moratti. La prima conferenza diventa nel giro di poche ore un must. Forse non servivano le dimostrazioni pratiche per riconoscere come Mourinho non sia decisamente un pirla, ma il triplete nerazzurro del 2009 è in ogni caso a disposizione di chiunque voglia toccare la mano di Re Mida.

Saluta Milano e l’Italia a modo suo, da vincente. Lo aspetta ulteriore gloria, fama Reale. Il primo anno è deludente per i suoi standard. Perde clamorosamente il duello con il Barca, sia in campionato che in Champions. In pochi si ricorderanno la vittoria in Copa del Rey, lui stesso forse non se ne ricorderà più in un prossimo futuro. La stagione successiva sarà invece la rivincita quasi perfetta. Il Nou Camp è espugnato, la Liga conquistata, Guardiola affondato. Tre vittorie in una sola notte. Niente male, se difronte si hanno i blaugrana. Il resto della storia è soltanto per gli amanti delle statistiche. Cento punti (record), 121 gol (record). La solitudine dei numeri primi, appunto.

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