Claudio Ranieri ormai ex tecnico giallorosso dopo le dimissioni successive alla sconfitta contro il Genoa, si toglie qualche sassolino dalla scarpa nell’intervista del Tg1 a cura di Donatella Scarnati: “Nel calcio c’è il Paradiso e c’è l’Inferno, uno può scegliere dove stare tra i due. Qui, rispetto all’Inghilterra, è l’Inferno – ha spiegato il tecnico romano che ha vissuto entrambe le esperienze- Io voglio allenare ancora l’Inghilterra mi affascina, ma mi piace anche il campionato italiano” quasi a non voler precludersi ogni possibilità in altre squadre della Serie A.
Sulle sue dimissioni subito dopo il rocambolesco 4 a 3 con il Genoa, Ranieri usa parole chiare: “Ho cercato fino in fondo di stimolarli ma quando pur vincendo 3-0 al primo gol si bloccavano ho capito che solo il mio sacrificio poteva sbloccarli”.
Nel seguito dell’intervista c’è un attacco frontale alla sua ex squadra, spiegando cosa realmente non andasse dal suo punto di vista, con parole abbastanza forti: “Alla Roma, quest’anno, ero diventato l’unico parafulmine. Ora ci sono loro, la squadra, a dover dimostrare tutto”. Il discorso continua e Ranieri non le manda di certo a dire: “Quest’anno sono prevalsi gli interessi personali su quelli della squadra, quando parlavamo nello spogliatoio, tutti d’accordo che ci dovesse essere turnover. Poi in campo alcuni giocatori quando sono stati sostituiti… Anche ora che non ci sono più io, però, qualcuno in panchina dovrà andare”.
Il tecnico romano continua spiegando in parole povere il suo modus operandi, riferendosi ancora una volta al calcio inglese di cui risulta evidente la sua ammirazione: “Non ero un campione e il mio motto era ‘non mollare mai’. È un po’ lo spirito del calcio inglese, i giocatori sono leoni e li devi frenare”.
Spiegando come in questa stagione non sia stato recepito il messaggio e di conseguenza il Ranieri pensiero: “Ecco, per quest’anno di Roma sono dispiaciuto perché non tutti i giocatori hanno avuto questo spirito”.
Alla domanda sul suo più grande sbaglio di questa stagione risponde con un sorriso amaro: “Non essermene andato a giugno, forse?…”.
Ranieri inoltre non crede all’ipotesi di uno spogliatoio che gli remasse contro, o che voleva “farlo fuori” in gergo calcistico: “Non ci credo. Ci sono giocatori che con un allenatore danno il 110 per cento, e con un altro non entrano in sintonia. Certo: sono dell’idea che un buon allenatore debba sapere sfruttare al meglio le caratteristiche di ciascun giocatore. Però, quando ero giocatore io, mi sforzavo di capire cosa voleva il mio tecnico”.
Ultime parole sul ‘caso Pizzarro’ che sicuramente ha lasciato spiazzato e amareggiato il tecnico romano. Soprattutto vedendo come il cileno, sia tornato a disposizione della squadra solo dopo le dimissioni di Ranieri. L’amarezza rimane nelle parole del tecnico, ma Ranieri spiega come il mancato utilizzo a Genoa sia stato dettato solo da un problema fisico: “Avevamo deciso che giocasse col Genoa, la sera avevo parlato con lui, era tutto ok. Poi la mattina alle 11, il medico mi ha detto che aveva la schiena bloccata. Non voglio credere che l’abbia detto perché non voleva giocare. Entrerebbe in gioco la professionalità, la società che ti paga, i tifosi. Non sarebbe più una questione di allenatore”.
Ranieri continua il discorso sul centrocampista cileno, giustificando la sua stagione negativa e non credendo che la sua assenza dai campi da gioco sia stata dettata da motivi extra calcistici: “Ha avuto una stagione travagliata: durante la preparazione ha lavorato il 3 per cento rispetto al resto della squadra, poi ha avuto un dolore al ginocchio che per lui è un problema cronico. Lui è sempre stato un punto di riferimento: no, io devo per forza pensare bene. Certi discorsi non potrei accettarli, ne va della professionalità”.
(Fonte: Corriere dello Sport)