Il tribunale di Pretoria ha deciso per la scarcerazione dietro pagamento della cauzione di centomila euro di Oscar Pistorius, accusato di omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp nella notte di San Valentino, quando la povera ragazza si trovava nella villa dell’atleta, definita a seguito del tragico episodio “casa degli orrori”. Si tratta di una decisione presa dal giudice Desmond Nair, dopo un’attesa di due ore circa in cui sono state passate in rassegna dettagliata le motivazioni dell’accusa e della difesa. Il giudice ha, così, deciso di accordare la scarcerazione all’atleta paralimpico facendo leva su due aspetti principali: la non sussistenza del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, e l’assenza di pericolo per la società. Questo, ovviamente, non ha nessun tipo di conseguenza sull’esito del processo che dovrà stabilire la sua colpevolezza, o meno, nell’omicidio della sua fidanzata ma è un provvedimento consentito dalla legge sudafricana che affonda la sua ratio sul sovraffollamento delle carceri: pertanto, è possibile accordare la libertà condizionata – in casi particolari, come questo – prima di conoscere il giudizio finale.
Sulla decisione di scarcerazione presa dal giudice Nair pesa anche la condizione fisica di Oscar Pistorius che, essendo costretto ad adoperare le protesi ad entrambe le gambe, non avrebbe possibilità di fuggire, sentenziando l’impossibilità di evadere da qualsiasi posto con le protesi. Per evitare ulteriormente tale pericolo di fuga, è stato deciso il ritiro del passaporto di Oscar Pistorius ed è stato predisposto che non si rechi in aeroporto.
La notizia della scarcerazione è stata accolta, così, in maniera totalmente contrastante: soddisfazione da parte dei suoi familiari presenti in aula, lacrime da parte dell’imputato, cori e urla di protesta anche al di fuori del Tribunale, provenienti in particolare dai diversi movimenti che lottano contro la violenza sulle donne.
Una beffa per chi crede nella colpevolezza e nella premeditazione dell’unico indiziato, ancor di più ad ascoltare le parole del suo tecnico Ampie Louw, presente in aula, che ha subito annunciato il ritorno agli allenamenti da parte di Pistorius per ritrovare la “routine necessaria” e la “normalità” preferendo evitare ogni tipo di commento nel merito delle responsabilità del suo atleta.
Come se nulla fosse, dunque, nonostante siano trascorsi soltanto tre giorni dalla cremazione del corpo della povera Reeva Steenkamp.