Perin e Scuffet, da ragazzi a guerrieri promossi sul campo

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Mattia Perin esulta verso la Gradinata Nord di Marassi dopo il successo contro l'Inter del Genoa. | © Valerio Pennicino / Getty Images

Ne parlano poco, forse perché c’è sempre quel “mostro” di Buffon, che tiene banco nel bene e nel male, ma nel marasma della Serie A, che si dice non permetta ai giovani di crescere, ci sono due ragazzi che nell’arco di una stagione sono diventati veri e propri baluardi delle proprie squadre in un ruolo dove il singolo ancora fa la differenza.

Mattia Perin, 21 anni, ha iniziato la stagione con Fabio Liverani alla guida del Genoa che lo ha scelto come primo portiere dei rossoblù, dopo che il ragazzo aveva fatto un anno di esperienza in Serie A nel Pescara. La storia di Liverani coincide un po’ con quella della prima parte di stagione di Perin. Insicurezza totale, squadra senza identità e per il portierino genoano qualche papera che ha fatto tremare la Gradinata Nord. Tanto che dopo le prime uscite qualcuno sussurrava già al caso per l’estremo difensore del Genoa e l’ombra di Bizzarri, portiere d’esperienza voluto dal presidente Preziosi, si allungava sul ragazzo.

Mattia Perin esulta verso la Gradinata Nord di Marassi dopo il successo contro l'Inter del Genoa. | © Valerio Pennicino / Getty Images
Mattia Perin esulta verso la Gradinata Nord di Marassi dopo il successo contro l’Inter del Genoa. | © Valerio Pennicino / Getty Images

Liverani esonerato ecco il ritorno a Genova di quel Gasperini che ha fatto la fortuna recente del Grifone e del presidente Preziosi. In tanti si aspettavano il cambio nel ruolo e giravano i primi rumors di mercato per Perin. Non è cambiato nulla, Mattia è rimasto tra i pali e Gasperini gli ha consegnato le chiavi della porta definitivamente facendo la scelta più saggia.

Milan-Genoa arriva a fine novembre, mentre la Curva Sud di “S. Siro” snocciolava striscioni di contestazione ed anatemi contro la società, sotto il diluvio Perin si scaldava solitario ben prima ancora che tutti gli altri entrassero a fare lo stesso. Così, senza pensieri ma con una grande concentrazione addosso, visto da lontano nella “scala del calcio” sembrava un bambino sperduto in un campetto che si divertiva a tuffarsi per parare i tiri degli amici. Un effetto straordinario perché da lì a poco più di mezz’ora dopo, quello che sembrava un ragazzino diventava un gladiatore capace di sfidare il campione locale nel più infimo colosseo.

Lazio-Genoa, Mattia Perin esce sicuro tra una selva di uomini | © Paolo Bruno / Getty Images
Lazio-Genoa, Mattia Perin esce sicuro tra una selva di uomini | © Paolo Bruno / Getty Images

Mattia non parte benissimo, al primo tiro da lontano, complice la pioggia devia scomposto un pallone semplice che dopo il suo tocco lambisce il palo facendo temere, nella sua traiettoria al più goffo autogol. Poco dopo il Milan passa in vantaggio lasciando intendere al’ennesima serataccia per il Grifone. Poi arriva la metamorfosi, Mattia Perin si prende per mano la squadra e tiene a galla i suoi, calcio di rigore per i rossoneri e Mattia neutralizza Balotelli che non aveva mai steccato dagli undici metri fino a quel momento. Una prestazione, rigore a parte, che darà il là ad una nuova stagione dove il giovane estremo genoano diventerà protagonista assoluto.

Con il Milan finirà 1-1 e Mattia Perin in quella serata da giovane promessa si è trasformato in un uomo squadra capace di sostenere il peso di quel ruolo infinitamente solitario.

Simone Scuffet in uscita neutralizza da campione Matri in Udinese-Fiorentina di TIM Cup | © Dino Panato / Getty Images
Simone Scuffet in uscita neutralizza da campione Matri in Udinese-Fiorentina di TIM Cup | © Dino Panato / Getty Images

Simone Scuffet esordisce in Serie A a 17 anni, prima di quanto sia riuscito a fare lo stesso Gialuigi Buffon è un prodotto tutto made in Friuli, attraverso la scuola calcio dell’Udinese, come un altro grande illustre predecessore. Dino Zoff.

Si è potuto visionare quest’estate nel Mondiale Under 17 giocato negli Emirati Arabi con la Nazionale, dove è stato addirittura indicato nella Top 11 ideale a fine torneo.

Contro il Bologna è partito subito sicuro, forte della fiducia del suo mister Guidolin. Ottime uscite, parate decise, senza fronzoli e senza dare troppa spettacolarizzazione all’intervento. La difesa bianconera si è sentita subito protetta, forse anche di più rispetto a quando gioca il titolare Brkic.

Nella vittoria di di Bologna dell’Udinese c’è molto di Scuffet, ma il bello doveva ancora venire, terminato l’esordio in Serie A ci si aspetta un suo ritorno in panchina, invece no.

Guidolin lo schiera titolare anche nella semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina e Simone non tradisce. Prende la rete del momentaneo pareggio viola, ma mostra tutto il suo talento, sembra che non abbia 17 anni ma che sia già un portiere fatto e finito. Calmo tra i pali ed al tempo stesso sicuro, ferma i tentativi di Matri e Joaquin con una scioltezza disarmante. L’Udinese trionfa anche in questo caso ed una buona fetta di merito va al suo portiere che da una settimana all’altra si è trasformato anche lui da giovane talento a portiere da Serie A bruciando le tappe costate care ad altri suoi colleghi in passato.

Perin e Scuffet, due ragazzi con lo spirito di guerrieri promossi sul campo di battaglia nel momento di difficoltà delle loro squadre è il destino dei campioni. Si parla spesso del nostro calcio come di un movimento che brucia i giovani e che non gli permette di esprimersi.

Nel ruolo del portiere abbiamo una bella filiera, Alessio Cragno del Brescia, Nicola Leali dello Spezia, Mattia Perin e Simone Scuffet, che in futuro potranno tranquillamente con merito indossare quella maglia magica che è sempre appartenuta a grandi estremi difensori della nostra Nazionale.

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