Sergio Pellissier, capitano del Chievo alla ricerca del centesimo gol in maglia gialloblu, non ha motivi per esultare in questi ultimi giorni dell’anno, segnati dalla seconda fase dello scandalo scommesse del calcio italiano.
Il punto rilevante della questione riguarda il peso che si vorrà attribuire a tali parole, anche se la telefonata in questione è comunque stata considerata “rilevante”, poichè Pellissier è ritenuto coinvolto come compartecipe della manipolazione delle partite in cui è impegnata la squadra.
In ogni caso, la società gialloblu, ed in particolare il presidente Luca Campedelli, si sono schierati dalla parte del giocatore, pur imponendogli ed imponendosi la linea del “no comment”, almeno finchè le cose saranno chiarite, anche se il presidente Campedelli ha comunque voluto precisare che “si butterebbe nel fuoco credendo all’estraneità di Pellissier ai fatti in questione”, riservandosi comunque di agire nelle opportune sedi per difendere la reputazione del Chievo Verona e dei suoi tesserati.
Il legale dell’attaccante valdostano, l’avvocato Malagnini, inoltre, ha precisato quanto emerso già dal mese di giugno, all’avvio dell’inchiesta da parte della procura di Cremona, ossia che non sussiste la volontà di indagare il giocatore e che, pertanto, il polverone solleavato da tale intercettazione può essere racchiuso in un’ unica parola: “Millanterie”.
Quel che realmente è stato, e quel che dovrà essere, lo si potrà scoprire soltanto quando la giustizia sportiva deciderà come pronunciarsi in merito, e sarà necessario attendere comunque almeno la fine di gennaio.
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