Pato e Allegri, uno è di troppo

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Alexandre Pato | © MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images

Pato sta attraversando il periodo più grigio al Milan da quando è stato acquistato nel 2008. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport racconta il suo complicato rapporto con Allegri. Come reagirà la dirigenza rossonera? E l’arrivo ormai sempre più probabile di Tevez porterà ancora più tensione nello spogliatoio milanista?

La punta brasiliana spara a zero sull’attuale tecnico del Milan. Parole pesanti che potrebbero avere conseguenze gravi all’interno dell’ambiente rossonero, la cui serenità spesso si è rivelata uno dei punti di forza del club di Via Turati. In uno stralcio di intervista il Papero dichiara:

Se devo migliorare mi dovrebbe suggerire lui (Allegri ndr) in cosa. Un tecnico dovrebbe suggerire ai suoi calciatori il modo per correggere i difetti“.

Il brasiliano ha invece parole al miele per l’ex allenatore Ancelotti, con il quale ha iniziato la sua avventura al Milan ed è diventato il calciatore più giovane di sempre della storia rossonera a superare le 50 reti in partite ufficiali a una media strepitosa di un gol ogni due partite. Nonostante i numerosi infortuni muscolari avuti nelle ultime stagioni, Pato rimane un giocatore fondamentale. Il patron del Milan, Silvio Berlusconi, insieme all’amministratore delegato Galliani difficilmente permetteranno che la frattura tra tecnico e attaccante diventi una bomba ad orologeria pronta a distruggere il clima di famiglia che si respira a Milanello. Se la situazione dovesse sfociare in un muro contro muro occorrerà prendere in mano la situazione e la soluzione che al momento sembra più probabile è l’allontanamento del tecnico livornese.

Alexandre Pato | © MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images

Tre indizi fanno una prova. Prima l’allontanamento di Ronaldinho, poi la vicenda Inzaghi e adesso le clamorose dichiarazioni di Pato. Appena una settimana fa Berlusconi aveva chiarito di voler vedere giocare la propria squadra con il 4-3-1-2, dando come imperativo la presenza di Pato al fianco di Ibra con Robinho alle spalle delle due punte. Nel caso si arrivasse al punto di non ritorno fra il Papero e Allegri, appare già scontata la posizione che assumerà il patron rossonero a riguardo.

Le parole al vetriolo del brasiliano sono arrivate in risposta ad un’intervista dello stesso mister livornese durante la vigilia di Natale, durante la quale dichiarò di “avere voglia di rivedere il giocatore di qualche mese fa”. Un desiderio che potrebbe non realizzarsi mai, qualora si arrivasse ad uno strappo definitivo tra presidente e allenatore.

La questione diventa ancora più complessa se si tiene conto del prossimo arrivo di Tevez. Già adesso la presenza del brasiliano nell’undici titolare non è così scontata come in passato, e l’acquisto dell’argentino lo farebbe retrocedere in terza fascia, alla stregua dei fantasmi El Shaarawy e Pippo Inzaghi. Dando per scontato l’utilizzo di Boateng nel ruolo di trequartista, e l’insostituibile Ibrahimovic in attacco, resterebbe libera la maglia del numero 11. In questo avvio di campionato Robinho è stato preferito al connazionale in più di una circostanza, e nonostante i suoi errori sotto porta (clamoroso quello contro il Barcellona) viene difeso a spada tratta da Allegri.

Inoltre Galliani sta facendo di tutto per portare a Milanello l’attaccante del City, e gli sforzi del dirigente rossonero non devono passare in secondo piano. L’operazione che sta per concludere ha numerose analogie con quella che portò Ibrahimovic al Milan la scorsa estate. E’ evidente che l’acquisto di Tevez rientri nella strategia che deve reinserire il Diavolo tra le prime tre d’Europa, insieme alle due big spagnole Barcellona e Real Madrid. E’ quindi da escludere che Pato al momento possa competere per una maglia da titolare con l’argentino. Se Allegri resta con questo modulo, e ciò rappresenta una certezza quantomeno indiscutibile, la punta 22enne rischia di scaldare la panchina in tante partite. Il punto è proprio questo: il livornese resta? Da tempo il fantasma di Van Basten aleggia a San Siro. I tifosi lo venerano come se fosse un dio, Berlusconi ne apprezza il carisma. Il 4-2-3-1 non è fantascienza, con Pato e Robinho esterni e Tevez dietro Ibra, per un Milan a trazione offensiva come sogna il numero uno della società di Via Turati. Pato o Allegri, questo il dilemma.

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