Non smettere mai di sognare: Saccoia il suo Posillipo

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Paride Saccoia

Orgoglio, passione, il rossoverde che si staglia tra il mare e il sole di Napoli, la storia pallanuotistica è stata scritta dal Circolo Nautico Posillipo. Scudetti, Coppe, trofei, il passato parla chiaro, non sono lontani i tempi in cui la squadra campana dominava in lungo e in largo, lottava per lo scudetto o comunque si contendeva sempre le prime posizioni. Quanti giocatori passati da quella che era formazione di blasone in Italia e nel mondo, ma che con il passare del tempo, come spesso accade nel mondo pallanuotistico, ha dovuto attraversare momenti non felicissimi, in società e da un punto di vista economico.

CN Posillipo vincitore Coppa Len
CN Posillipo vincitore Coppa Len

Ecco il ridimensionamento, l’orientamento verso un altro tipo di politica, basata sui giovani. L’ultimo titolo risale al 2003 – 2004, Posillipo Campione d’Italia, poi la scena rubata dal Recco e l’impossibilità di ostacolarne la marcia hanno un po’ reso tutto più monotono ma per la formazione napoletana vincere la Coppa Len nella passata stagione è stato un momento di grande soddisfazione, la strada da cui ripartire.

La Scandone gremita, ancora negli occhi dei giocatori e dei tifosi rossoverdi, pronti ad affrontare l’ennesimo campionato. Dal 1980 sempre nella massima serie, gioie e dolori, vittorie e passi falsi, ma sempre con la passione, quella che non è mai mancata a chi ha indossato una calottina così importante. Sacrifici coronati da un’impresa incredibile, quella dell’anno scorso, l’ennesimo risultato firmato Mauro Occhiello, colui che ha cresciuto la maggior parte dei ragazzi posillipini, che ha vinto tanto a livello giovanile e ha meritato la panchina della prima squadra, dopo alcuni anni di gestione sul bordo vasca abbastanza difficili per chiunque.

Tanti giovani, perchè ormai intanto investire tanto non ha più senso, l’obiettivo dichiarato del Posillipo è quello di fare un campionato dignitoso, migliorando la posizione dell’anno scorso, ma senza spese folli, anche perchè le possibilità sono quelle che sono, mentre la voglia di far crescere i prodotti del vivaio è tanta. Tommaso Negri, sempre lui, difenderà la porta rossoverde, lui, napoletano d’adozione ormai, con la sua calottina numero 13 sarà chiamato a fare l’ennesimo campionato da protagonista, tra parate, urla e disposizioni impartite ai compagni. Dietro di lui Enrico Caruso, già secondo nella scorsa stagione, mentre il resto della formazione sarà abbastanza rinnovato.

Rimane il mancino Valentino Gallo, che dopo la delusione mondiale, con la mancata chiamata del CT Campagna è pronto a dimostrare al tecnico di essersi sbagliato, mettendosi in lizza per l’europeo di Gennaio. Tra i ” vecchi ” in rosa ci sono il centroboa Filip Klikovac, tra i più in luce in un Montenegro che a Kazan ha mostrato solo ombre, Vincenzo Renzuto Iodice, autore di un’ottima prestazione nell’amichevole giocata a Capri contro la Spagna e prodotto del vivaio, impiegabile in più ruoli, Gianluigi Foglio, reduce dal mondiale under 20, il difensore Elio Russo, Lorenzo Briganti, già tornato l’anno scorso dall’esperienza alla Roma Vis Nova, mentre è atteso in questi l’esito dell’arbitrato che vede protagonista Vincenzo Dolce. Il giocatore è pronto a svincolarsi dal Posillipo e a trasferirsi a Brescia, squadra dove invece si è già accasato Zeno Bertoli. Un’altra perdita, laddove gli arrivi sono stati quelli di due pedine straniere, ed entrambi parlano croato. Andro Buslje, vincitore con la calottina della Nazionale e dello Jug Dubrovnik di una serie infinita di titoli ha l’esperienza e può garantire la personalità che serviva alla squadra di Occhiello, in marcatura, vista la sua fisicità di giocatore arcigno e muscolare in grado di sbrogliare diverse situazioni in fase difensiva, ma non solo. Con lui è arrivato l’attaccante classe ’91 Jerko Marinic Kragic, una carriera al Mornar Spalato per colui che può giocare sia da mano buona che sul lato cattivo, mostrando buona personalità nonostante la giovane età. Saranno da traino per i ragazzi del vivaio, Andrea Criscuolo, Riccardo Esposito, Pasquale Nina e Stefano Mauro, nella rosa della prima squadra e parte integrante del sodalizio rossoverde.

Abbiamo tralasciato volutamente chi rappresenta questa squadra da anni, il simbolo, l’esempio di come si possa crescere e vivere una ” vita ” per il Circolo Nautico Posillipo. Sarebbe un sogno per tutti muovere le prime bracciate e indossare la calottina di una squadra dal nome così altisonante, giocare a fianco a campioni di caratura mondiale, affrontarne altrettanti di blasone, vincere titoli, passare momenti indimenticabili e poterli raccontare. Paride Saccoia si è un pò raccontato, lui, napoletano e posillipino puro sangue, ha passato ogni momento, dai più belli ai più brutti, trainando sempre il gruppo. Riportiamo l’intervista fatta al classe ’89, primo tifoso di questa squadra.

Paride Saccoia - CN Posillipo
Paride Saccoia – CN Posillipo

Paride, anche voi come le altre squadre campane in A1, avete puntato molto sulla crescita dei vostri giovani e continuate a farlo anche in questa stagione. Che valore pensi abbia raggiunto la pallanuoto napoletana, se si contano anche i tanti atleti prestati alle varie nazionali?

Diciamo che la pallanuoto a Napoli, e in Campania in generale, ha da sempre occupato un posto di rilievo nella nostra società. E’ uno sport con grande tradizione e questo lo si deve anche all’impegno e al lavoro svolti dai diversi circoli nautici. Dopo un periodo di crisi, finalmente da qualche anno possiamo vantare ben tre squadre in serie A1 e questo si collega anche al lavoro svolto a livello giovanile. Il valore della pallanuoto napoletana lo si deduce da questi risultati, è ovvio, quindi il mio auspicio è che si faccia sempre meglio in modo tale che un numero elevato di atleti campani arrivino fino alla Nazionale maggiore“.

Nonostante la tua carriera parli da sola sei ancora giovane. Quante battaglie, anche importanti, hai fatto con la calottina del Posillipo. Cosa significa per te, essendo nato e cresciuto in questa squadra, rappresentarla giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, e quando pensi possa tornare ai vertici, pur essendo cambiati i tempi?

Ho iniziato a fare nuoto al Posillipo all’età di 4 anni, quindi dopo 22 anni è facile dirti che per me è come una seconda famiglia. Sono cresciuto tifando i grandi campioni e con il sogno di poter indossare un giorno la calottina dei miei idoli e ora che ci sono non posso che ritenermi fortunato. Do sempre il massimo per onorare questa società e cercare di vincere tutte le partite, poi si vedrà. Per quanto riguarda le ambizioni, ti posso dire che la mentalità vincente è nel dna di questa società e credo che con le squadre allestite in questi anni il massimo obiettivo raggiungibile sia sempre ( o quasi ) stato conseguito, laddove mirare alla vetta, lo scudetto per intendersi meglio, è diventato impossibile a causa dello strapotere economico del Recco. Credo che l’unica strada sia quella di investire nel settore giovanile, senza dubbio, allevare campioni in casa, con la speranza però che questi non partano per altri lidi una volta raggiunta la maturità pallanuotistica“.

Paride Saccoia
Paride Saccoia

Sei un esempio da seguire, dentro e fuori dall acqua. Che squadra e che gruppo siete, con i nuovi arrivati dove pensi possa arrivare questo Posillipo?

Ti ringrazio per questi complimenti ma guardiamo alla squadra. Abbiamo cambiato molto e quindi ci vorrà un pò di tempo per trovare i giusti meccanismi di gioco. Saremo comunque una squadra tosta, con le idee chiare e consapevole che la nostra organizzazione di gioco insieme alla voglia di vincere potrà mettere in difficoltà anche squadre sulla carta favorite per vincere il campionato. I nuovi arrivati hanno tutti grande voglia di fare bene, l’obiettivo primario è costruire un gruppo coeso e competitivo. Punteremo a vincere tutte le partite con in testa la final six, che rappresenta la grande novità di questo campionato“.

Chi potrà essere la rivelazione del Posillipo e, personalmente, a chi ti ispiri nel modo di giocare e pensi ancora di poter raggiungere la Nazionale?

Non amo parlare dei singoli, quindi la mia speranza è che tutti i nostri giovani si possano mettere in evidenza, anche perché il successo di questa squadra dipende molto anche dalla loro crescita personale. Per quanto riguarda la Nazionale penso essa sia un’aspirazione costante di ogni atleta, per questo raggiungerla rappresenta un obiettivo anche per me, il mio impegno quotidiano è dovuto anche a questo mio desiderio. Quando gioco non mi ispiro a qualcuno in particolare, piuttosto, avendo avuto la fortuna di giocare con tanti campioni e di carpire, nel corso degli anni, i loro segreti, cerco di fare la cosa giusta a seconda delle situazioni“.

Ripartiamo dal ricordo più vivo nella tua mente, la finale di Coppa Len con l’ Acquachiara. Avrai ancora negli occhi quella partita ma se dovessi descrivere il momento piu importante e bello della tua carriera sceglieresti quello?

Senza ombra di dubbio. Una finale di Coppa Len ha il suo fascino, soprattutto perchè giocata in casa qui a Napoli. Spero in futuro di aver la possibilità di giocare altre finali e altre partite importanti, ma credo che difficilmente riproverò le emozioni e l’atmosfera che ho respirato vincendo una finale tutta napoletana, davanti a un pubblico così numeroso come quello che ha partecipato quella sera alla Scandone“.

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