NFL: Indianapolis Colts-Peyton Manning, fine di un amore lungo 14 anni

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Peyton Manning | © Joey Foley/Getty Images

Alzi la mano chi avrebbe scommesso un solo centesimo sul fatto che la partita tra Indianapolis Colts e New York Jets dell’8 gennaio 2011 e valida per il Divisional Round dei playoff NFL sarebbe stata l’ultima in maglia blu-navy per Peyton Manning. Eh già, sono passati esattamente 14 mesi da quel fatidico giorno in cui i Jets sbancarono il Lucas Oil Stadium (teatro un solo anno più tardi, ed è storia di qualche settimana fa, del 46esimo Super Bowl vinto dal fratellino di Peyton, ovvero Eli, e dai suoi Giants al cospetto dei Patriots), ponendo fine alla corsa in post season di Indianapolis che da possibile protagonista e da grande favorita vide infrangersi tutti i sogni di gloria e di riflesso anche quelli di Manning che puntava dritto a vincere per la seconda volta il Vince Lombardi Trophy. Poi il calvario, per il quarterback che ha scritto pagine memorabili della storia del football moderno, con l’infortunio al collo che lo ha costretto a subire numerose operazioni in Estate per cercare di tornare ai massimi livelli.

In una conferenza stampa a tratti anche commovente, Payton Manning ed il proprietario dei Colts Jim Irsay hanno ufficializzato il divorzio. Peyton ha ringraziato tutto e tutti ed Irsay lo ha inserito a pieno merito nell’Olimpo dei più grandi, il suo numero 18 non sarà più indossato da nessun giocatore in maglia bianco e blu. Queste le sue parole più significative:

“E’ stato un vero onore giocare a Indianapolis, sarò sempre uno dei Colts!”

Pensiero che mette in luce anche la signorilità e la classe della persona anche al di fuori del rettangolo di gioco.

14 mesi, da quel fatidico 8 gennaio 2011, in cui nella sua mente, il grande Peyton, ha rivissuto (complice la stagione di stop per l’infortunio)i 14 anni passati nello Stato dell’Indiana, di cui è diventato il simbolo incontrastato grazie al suo talento ed alle sue prodezze (fu scelto come numero 1 assoluto al Draft del 2008 da Indy). Con l’uniforme dei Colts è diventato famoso ed ha reso famosa la squadra, un binomio che sembrava inscindibile fino allo scorso anno ma che in queste ore ha avuto un epilogo che in molti davano per scontato da qualche giorno e per 4 motivi:

1) L’età: gli anni passano per tutti e Manning si affaccia alla nuova stagione con 36 anni sul groppone.

2) L’infortunio: l’integrità fisica è una delle componenti più importanti nel football visto che è uno degli sport più duri che ci siano al momento. Ovviamente i problemi ai nervi del collo (ben 4 le operazioni subìte da Peyton in tempi recenti) secondo alcuni potrebbero mettere fine anzitempo alla carriera (gloriosa) del numero 18.

3) L’ingaggio: dare 28 milioni di dollari (uno degli ingaggi più alti tra tutti i giocatori NFL) per un atleta che non si reputa integro al livello fisico sono un azzardo, per quanto si possa essere affezionati all’uomo ed al professionista. La dirigenza dei Colts ha valutato anche questo aspetto.

4) Andrew Luck: Indianapolis, che sceglierà per prima al prossimo Draft, ha già pronto l’erede, Luck, quarterback da Stanford University, talento in divenire e futura star della Lega. In molti dicono che Luck assomiglia tantissimo, come potenzialità e stile di gioco, all’illustre predecessore Manning, ecco perchè i Colts hanno inevitabilmente deciso di separarsi dalla loro Stella. Per aprire una nuova era, partendo ed avendo come base il giocatore che più assomiglia a colui che ha contribuito a rendere grande la franchigia nel corso dell’ultimo decennio.

Peyton Manning | © Joey Foley/Getty Images

Ovvio che sarà strano vedere i Colts e non scorgere il numero 18 tra i giocatori in campo, sarà strano pensare a Peyton Manning e doverlo immaginare con un’altra maglia indosso dopo le gesta compiute ad Indy. Un curriculum personale e di squadra di grande prestigio e di valore assoluto: per lui ci sono ben 11 partecipazioni al Pro Bowl, per 4 volte è stato nominato M.V.P. della stagione (record assoluto per un giocatore NFL), ha vinto il Super Bowl nel 2006 battendo in Finale con i Colts i Chicago Bears (perdendo poi nel 2009 un’altra finale contro i New Orleans Saints), per 2 volte ha condotto Indianapolis alla conquista del titolo di campione della Conference AFC e per 8 alla conquista del titolo Divisionale. E’ inoltre il leader di ogni tempo della franchigia nei passaggi da touchdown (399), nelle vittorie conseguite (141 a fronte di sole 67 sconfitte), nelle yard lanciate (quasi 55mila) e nei passaggi completati (4682). Numeri da far girare la testa , pesante eredità per Luck che si troverà sempre davanti l’ombra e l’eco del suo grande e forse inimitabile predecessore.

Ora che il futuro di Manning sarà lontano da Indianapolis si è scatenata la caccia ai suoi servigi ed al suo talento: in lizza ci sono Arizona Cardinals, Seattle Seahwks, Washington Redskins, Tennessee Titans, Kansas City Chiefs ma soprattutto New York Jets e Miami Dolphins. Abbiamo lasciato per ultime queste 2 squadre perchè se Peyton andasse ai Jets sarebbe come vedere (per fare un esempio del nostro calcio) Del Piero all’Inter, oppure Zanetti alla Juventus oppure ancora Totti alla Lazio! I Dolphins invece (o meglio i tifosi di Miami) stanno mettendo su una vera e propria campagna mediatica per attirare il quarterback nella loro squadra, con campagne pubblicitarie, mega-cartelloni appesi in giro per la città ed addirittura un sito internet ad hoc. Una vera e propria mobilitazione che fa capire la grandezza di questo personaggio.

Sono tanti gli esperti NFL che si chiedono se Peyton Manning sia il quarterback più forte della storia. Al quesito è molto difficile rispondere, ma per quello che si può dire il grande Peyton ci va molto ma molto vicino! E lui vuole dimostrarlo continuando a giocare ancora per tanti anni.

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