La sfida, tra l’altro, non era delle più semplici: Washington, dopo la disgraziata stagione dello scorso anno (chiusa con il secondo peggior record NBA), è una squadra tosta, arcigna e talentuosa, coperta in ogni ruolo e reparto, grazie al recupero di molti dei suoi giocatori infortunati (anche se all’appello manca ancora Jamison) e con un nuovo capo-allenatore, quel Flip Saunders che ha portato i Detroit Pistons nell’elite del basket negli ultimi anni.
Il match inizia subito male per i Cavaliers costretti ad inseguire già dal primo quarto, chiuso 31-17 per i Wizards. Cleveland reagisce e recupera 10 punti nel secondo parziale, va al riposo sul 54-50, sotto di 4 punti ma col morale sicuramente alle stelle dopo il bel recupero. E infatti anche il terzo quarto è appannaggio dei padroni di casa (28-19) che riescono a portarsi avanti per 78-73. A questo punto, sull’onda dell’entusiasmo generale, (non corre buon sangue tra le 2 franchigie, rivalità nata in molti scontri playoff degli ultimi anni ed acuita da molte dichiarazioni al veleno della guardia di Washington Deshawn Stevenson nei confronti della stella Cavs ed NBA LeBron James, che a suo dire sarebbe un “overrated” ovvero un sopravvalutato) Cleveland fa il vuoto e si aggiudica la sfida.
Nel 102-90 finale sono da segnalare i 27 punti di James, i 21 di O’Neal, i 15 di Mo Williams e la doppia-doppia di Varejao (10+10). Dalla panchina Gibson, poi, ne mette altri 14. Washington si è affidata ad Arenas ma non sono bastati i suoi 22 punti, nè gli altri 22 di Caron Butler. Da elogiare anche la prova di Mike Miller che ha avuto (con soli 12 punti) un’efficienza di +21. Tutti sperano nell’Ohio che Cleveland abbia trovato la strada giusta per arrivare al titolo. Se si vuole trattenere James (che in Estate sarà eventualmente libero di cercarsi un’altra squadra a causa della scadenza del contratto) è d’obbligo puntare al massimo obiettivo.
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