La partita è stata però a senso unico, con i campioni in carica che hanno preso il largo fin dalle prime battute (Los Angeles non è mai stata una sola volta in svantaggio) ed hanno mantenuto sempre un discreto e tranquillo margine di punti di vantaggio.
Non c’è molto da descrivere in una partita che si preannunciava combattuta e che invece non lo è stata per niente. I parziali sono inequivocabili e fanno capire come i gialloviola non abbiano dato scampo agli avversari: 27-17, 28-25, 27-16, 30-22 per il 104-88 finale.
Top scorer, ancora una volta, è stato Kobe Bryant con 28 punti. Tra gli Hornets invece prove opache per tutti, anche per Chris Paul con soli 15 punti a referto. Un buio a cui non si riesce a dare una spiegazione. Perchè se è vero che affrontare i campioni sul proprio parquet (lo Staples Center), è anche vero che a Los Angeles mancavano 2 cardini della formazione titolare come Pau Gasol ed Andrew Bynum, che portano alla causa losangelina una ventina di punti e una decina di rimbalzi ciascuno. Le assenze quindi erano gravi e non si capisce come i “calabroni”, pur essendo al completo, abbiano preso la “paga” in ogni momento dell’incontro. Los Angeles sta dimostrando di meritare il titolo conquistato a giugno.
Per New Orleans la strada da fare non solo è lunga ma probabilmente anche in salita. Il male oscuro che affligge questa franchigia è davvero un mistero. L’unica cosa chiara come la luce del sole sono gli enormi passi indietro mostrati gara dopo gara.
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