Paul Pierce si beve Ray Allen | ©Jared Wickerham/Getty Images
Emozioni a non finire nella notte di ieri. Erano sette le partite Nba in programma. A catturare l’attenzione di tutti gli appassionati sono state le prime due partite, ovvero la sfida al TD Garden di Boston tra Celtics e Miami, e quella dello Staples Center, dove Bryant ha dato ulteriore assaggio della sua classe di fronte ai Thunder di Kevin Durant. Negli altri incontri, vittorie casalinghe per New York, Dallas e Clippers. Quest’ultimi pongono fine alla serie negativa di tre sconfitte consecutive battendo i Blazers nel secondo back-to-back tra le due squadre (24 ore prima era stata Portland a vincere). Non possiamo non tacere neanche di fronte alla prestazione di Carmelo Anthony, che da solo ha avuto ragione degli Hawks segnando 42 punti. A Dallas invece, oltre alla vittoria, si festeggiano due importanti avvenimenti statistici: Shawn Marion ha giocato la millesima partita della sua carriera, e Dirk Nowitzki ha superato al 18° posto Allen Iverson nella classifica dei migliori marcatori di sempre.
Tutti sapevano, tranne loro, i suoi compagni di squadra. Ed è così che il successo di ieri dei Celtics su Miami si trasforma in un qualcosa di più che una semplice vittoria. Era una notte speciale quella di ieri per gli abitanti del TD Garden. Contro gli Heat infatti Boston ha giocato la sua prima partita da qui fino al resto della stagione (eventuali play-off inclusi) senza lui, Rajon Rondo, che di recente aveva incantato tutti con ripetute triple-doppie sensazionali. Vederlo seduto lì, come uno spettatore chiunque, con la consapevolezza che quello sarà il trend per tutto il 2013 dopo la rottura del crociato anteriore destro, lascia un certo sconforto anche a chi tifoso dei Celtics non è. Una prima risposta alla domanda se Boston riuscirà o meno a raggiungere i play-off anche senza il suo apporto è comunque arrivata ieri, con Kevin Garnett (24 punti, 11 rimbalzi, 3 stoppate) e Paul Pierce (17 punti, 13 rimbalzi, 10 assist) protagonisti nella vittoria “speciale” della loro squadra contro i detentori dell’anello. La partita è stata equilibrata fin dall’avvio del primo quarto, sebbene Miami desse sempre l’impressione di poterla portare a casa quando voleva. Il problema appunto è che gli ospiti in realtà non hanno mai dato quell’accelerazione necessaria per spezzare l’equilibrio del match, volendosi affidare soltanto alle giocate di LeBron (34 punti, 16 rimbalzi) e al grande ex dell’incontro, Ray Allen (21). La fotografia che rimarrà di questo incontro sarà il canestro decisivo di Pierce a 30″ dal termine per il momentaneo 99-98, e il tentativo disperato da tre punti allo scadere di Shane Battier (sì, avete letto bene).
Stavolta possiamo dirlo a voce alta? Sì, i Lakers visti ieri sera ci danno quel feeling necessario da poter utilizzare la parola svolta. La squadra di Mike D’Antoni ha confermato i progressi mostrati nell’ultima partita casalinga vinta contro i Jazz, conquistando la loro seconda vittoria consecutiva. Sinceramente la prestazione offerta ieri dai giallo-viola ha spiazzato pure noi, facendoci ricredere sui pronostici che avevamo dato qualche ora prima dell’inizio della partita. La palma di migliore in campo va ancora una volta a quel genio di Kobe Bryant (21 punti, 14 assist, 9 rimbalzi), che in partite come queste sa esaltarsi come pochi. Come contro Utah, Kobe gioca per la squadra, dispensando assist (14, again) mai banali (vero Pau?) ai propri compagni. Non è dunque un caso che le migliori partite dei californiani siano coincise con Bryant in versione assist-man, quasi volesse rubare il mestiere a chi con gli assist, fino ad oggi, è campato, e pure bene (leggi Steve Nash). Vittoria meritata quella dei Lakers, che sono riusciti a contenere i Thunder sotto i 100 punti, nonostante Durant ne abbia messi a referto da solo 35. Ad Oklahoma è mancato ancora una volta Russell Westbrook, che chiude la serata con un disastroso 7/27 dal campo, segnando “solo” 17 punti.
In attesa del rientro di Chris Paul, i Clippers ritrovano la vittoria dopo tre sconfitte consecutive, battendo nettamente Portland nel secondo back-to-back tra le due squadre. A trascinare i rosso-blu ci pensa Blake Griffin, autore di 23 punti, 9 assist e 5 rimbalzi, con un ottimo 9/15 da due. Prezioso anche l’apporto dalla panchina di Lamar Odom, che in 29 minuti di gioco cattura 13 rimbalzi, confeziona 6 assist, segnando anche 8 punti. Agli ospiti non bastano i 21 punti e 11 rimbalzi di LaMarcus Aldridge. Sottotono Lillard nonostante i 16 punti (5/14 da due).
La vittoria, comunque importante per la classifica, dei Mavericks contro i Suns passa in secondo piano di fronte ai due prestigiosi traguardi tagliati da Shawn Marion e Dirk Nowitzki. Il primo ha segnato 18 punti, preso 9 rimbalzi e inventato 5 assist nella sua partita numero mille in oltre 14 anni anni di carriera. Il secondo invece ha superato nella classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi Allen Iverson, portandosi al 18° posto a quota 24,375 punti. Patrick Ewing è lì, ad un passo, con i suoi 24,815 punti. Nei Suns si registra la grande prova di Goran Dragic, che mette a segno 18 punti e 8 assist.
C’è tanto Anthony nella vittoria dei Knicks sugli Hawks. Nove le triple segnate da Melo (eguagliato il record della franchigia newyorchese), per un totale di 42 punti, fra cui il canestro vittoria a dodici secondi dal termine con il punteggio che vedeva gli ospiti avanti 103-104. Non sono bastate quindi ad Atlanta percentuali da best-season al tiro (60%) per violare il Garden di New York. Tra gli Hawks segnaliamo i 27 punti di Jeff Teague e i 20 di Josh Smith.
Dopo la vittoria dei Lakers, il successo degli Hornets sul parquet dei Grizzlies è la sorpresa della serata. Il protagonista assoluto è stato Ryan Anderson con le sue sette triple, Anderson che chiuderà la serata con 22 punti e 5 rimbalzi, il migliore dei suoi. Proprio i tiri dall’arco hanno giocato un ruolo decisivo nella vittoria degli ospiti, con Memphis incapace di superare la già modesta soglia del 20%, tirando con un pessimo 3/16, a differenza dei padroni di casa che hanno viaggiato quasi al 50% (9/20). Tra i Grizzlies il migliore è Zac Randolph con 20 punti e 13 rimbalzi.
Dev’essere frustante per J.J. Redick eguagliare un career-high con 31 punti se a vincere è la squadra avversaria, sopratutto dopo che i tuoi compagni hanno sciupato l’inverosimile sotto canestro a pochi secondi dal termine. E così a diventare il protagonista è Brandon Knight con 31 punti (fra cui 5 triple), che può davvero essere felice del suo career-high. Orlando perde una partita dominata sotto canestro (51-37 i rimbalzi), venendo letteralmente ricacciata indietro (7 le stoppate degli ospiti) nei momenti clou. Da segnalare infine i 12 assist dalla panchina di Will Bynum, che aggiunge a referto anche 9 punti in 20 minuti di gioco.
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