NBA: I voti della stagione. Central Division

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Nba | foto tratta dal web

Dopo aver esaminato la stagione delle squadre della Atlantic Division, passiamo a dare i voti alle 5 franchigie che fanno parte della Central Division.

CHICAGO BULLS: 9,5. Stagione strepitosa per i giovani Bulls che guidati dal fenomenale Derrick Rose, premiato alla fine come M.V.P. della regular season, hanno ottenuto un risultato che ad inizio anno nemmeno il più ottimista dei tifosi di Chicago avrebbe potuto prevedere: la squadra dell’Illinois ha infatti collezionato ben 62 vittorie a fronte di sole 20 sconfitte riuscendo ad avere alla fine il miglior record NBA tra tutti i 30 team del campionato, sorpassando proprio nell’ultimo turno i San Antonio Spurs, in testa alla Lega fin dalla prima giornata. Incredibile la crescita tecnica di questa formazione e di questi giocatori che nell’anno precedente erano riusciti a malapena ad arrivare ad un record del 50% (41 vittorie e 41 sconfitte) qualificandosi come ultimi nei playoff ad Est e venendo eliminati per 4-1 dai Cavs di LeBron James. L’avvento in panchina di un coach preparato (anche se privo di esperienza) come Tom Thibodeau, assistente per tanti anni ai Boston Celtics, ha permesso questo salto di qualità, unito come già detto, all’esplosione di Rose che diventerà un giocatore dominante negli anni a venire. Ha contribuito a questo exploit anche l’acquisto di Boozer dai Jazz, mentre per completare l’opera in questo mercato estivo urge trovare una guardia di livello, unico vero punto debole dei Bulls. La finale di Conference contro Miami ha messo in mostra le lacune di questa squadra e se la dirigenza saprà lavorare interpretando al meglio i segnali avuti pare certo che avremo una delle squadre più forti della Lega nelle prossime stagioni, che magari potrà puntare ad eguagliare i grandi Bulls di Michael Jordan, Scottie Pippen e Phil Jackson che portarono ai rossoneri ben 6 titoli.

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CLEVELAND CAVALIERS: 5. Dopo l’abbandono della superstar LeBron James nello scorso mercato estivo, i Cavaliers si affacciavano alla nuova stagione con molti punti di domanda e poche certezze. L’ annata non è stata per niente positiva (19 vittorie e 63 partite perse) culminata con il ben poco invidiabile record di 26 sconfitte consecutive (battuti i Nuggets dei primi anni del 2000 ai quali apparteneva la serie più lunga nella storia della Lega). Tuttavia una piccola fiammella di speranza è arrivata sul finire di campionato tramite 2 diversi episodi: innanzitutto nelle ultime giornate di regular season i Cavs hanno fatto intravedere dei progressi che lasciano ben sperare per il futuro ottenendo molte vittorie che hanno permesso alla franchigia dell’Ohio di lasciare l’ultimo posto in classifica ai Minnesota Timberwolves, poi la Draft Lottey ha regalato la scelta numero 1 e numero 4 alla squadra di coach Byron Scott, 2 posizioni che sicuramente porteranno 2 grandi giocatori a Cleveland tra quelli in uscita dalle Università o in alternativa dall’Europa. Proprio per questo il futuro appare un pò più roseo, anche se la salita non è ancora finita e la ferita causata dall’addio di James è ancora aperta e sanguinante.

DETROIT PISTONS: 5. Campionato assolutamente anonimo per i Pistons che, dopo essere stati la formazione dominante della Eastern Conference per 5-6 anni, da un paio di stagioni sono invece in profonda ricostruzione. Se esaminiamo gli obiettivi stagionali Detroit ha raggiunto la quota di 30 vittorie che in molti si auspicavano all’inizio, tuttavia qualcosa non ha funzionato e ha lasciato insoddisfatti i vertici del team che come prima mossa hanno licenziato coach Kuester. Il futuro dei rossoblu del Michigan è appeso inevitabilmente alle scelte del General Manager Joe Dumars che dovrà dimostrare di saper costruire una squadra vincente come già fatto con quella dei primi anni del nuovo millennio, team rimasto nella storia per talento e completezza: Chauncey Billups, Rip Hamilton, Tayshaun Prince, Rasheed Wallace e Ben Wallace erano il terrore dei parquet americani, una riedizione dei “Bad Boys” degli anni 1988-1990 squadra che vinse 2 titoli su 3 finali disputate. Dumars dovrà operare bene in sede di Draft e mercato, anche perchè con il cambio di proprietà ufficializzato poche settimane fa potrebbero esserci nuovi investimenti per riportare Detroit ai vertici della Lega.

INDIANA PACERS: 6,5. Ci sono buone prospettive per il futuro dei Pacers: l’annata appena conclusa è stata soddisfacente dato che alla fine la franchigia di Indianapolis ha raggiunto i playoff nonostante alcune vicissitudini interne che hanno minato l’armonia nello spogliatoio. A pagare, a circa metà stagione regolare, ovviamente il coach Jim O’Brien, reo di non avere saputo tenere a bada uno spogliatoio in fermento che stava portando la squadra verso le ultime posizioni della Eastern Conference con una serie impressionante di sconfitte. Capìto il male della sua formazione, il Presidente Larry Bird ha fatto fuori O’Brien e messo in panchina il suo vice Frank Vogel che subito ha dato una raddrizzata alla squadra. Alla fine il record è stato negativo (37 vinte e 45 perse) ed è sembrato a molti che i Pacers abbiano agganciato l’ultimo posto per i playoff più per mancanza di competitività delle altre avversarie che per meriti propri, tuttavia aver disputato la post season rappresenta già una buona base di partenza per il futuro, anche in termini di esperienza. I miglioramenti dei gialloblu sul finire della stagione e nel primo turno dei playoff sono stati davanti agli occhi di tutti dato che i Bulls hanno sudato parecchio (non inganni il risultato finale della serie di 4-1 per Chicago) dato che i Pacers si sono ritrovati nelle prime 2 partite in trasferta ad un soffio dall’espugnare il parquet avversario, episodi che avrebbero potuto cambiare la storia della sfida al meglio di 7 incontri. Indiana ha un grande vantaggio rispetto agli altri team, quello di avere il monte ingaggi più basso (almeno in questa Estate) per poter prendere i migliori free agent disponibili sul mercato. Larry Bird dovrà dimostrare le sue capacità manageriali e riuscire ad assemblare un gruppo giovane e vincente che possa riportare i tifosi ai grandi fasti dei favolosi Indiana Pacers di Reggie Miller.

MILWAUKEE BUCKS: 4,5. La formazione-delusione della Central Division: dopo aver disputato un’eccellente stagione nel campionato 2009-2010, culminata con l’arrivo ai playoff, ci si sarebbe aspettato un ulteriore miglioramento da parte della squadra di coach Skiles, anche perchè il mercato estivo era stato particolarmente gratificante con l’arrivo di 3 ottimi giocatori in Wisconsin come Drew Gooden, Corey Maggette e Chris Douglas Roberts oltre all’importantissima riconferma di un leader come John Salmons. Tutte queste premesse non hanno però trovato riscontro positivo in regular season, sia perchè a Milwaukee si è dovuto far fronte a diversi infortuni che hanno menomato il roster di Skiles, sia perchè alcuni giocatori non hanno reso come ci si sarebbe aspettato. Il tutto si è tradotto in una stagione deludente che ha portato 35 vittorie che non sono state sufficienti per garantirsi quantomeno l’ultimo posto disponibile per la post season, piazzamento andato ai Pacers per sole 2 partite vinte in più. Il voto negativo è quindi dovuto al fatto che a Milwaukee si è fatto un passo indietro (o forse meglio 2) se si paragonano e si mettono a confronto i 2 campionati (2009-2010 e 2010-2011). La prossima regular season sarà importante per i Bucks per capire in quale direzione muoversi per il futuro: in caso di annata positiva si potrà ancora dare fiducia a questo gruppo, altrimenti urgeranno degli aggiustamenti per poter essere competitivi.

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