Partita rimasta in equilibrio solo nel primo quarto terminato sul 21-17, con i biancoverdi che operano l’allungo nei successivi due periodi (parziali di 29-18 e 38-26) per un perentorio 88-61 che viene poi tranquillamente gestito nel quarto parziale che porta al +28 finale.
Si sono visti i Celtics dei periodi migliori, attenti, aggressivi e concentrati in difesa, pungenti e a tratti devastanti in attacco, segno che lo staff di allenatori durante la pre-season ha lavorato in modo eccellente. Una squadra sicuramente in salute, alla terza vittoria in 3 partite, tutte ottenute tenendo gli avversari a percentuali bassissime dal campo e senza concedere piu’ del dovuto. Rotazioni che funzionano, apporto della panchina sempre efficiente, meccanismi ben collaudati, schemi eseguiti nel miglior modo possibile, ma soprattutto il ritorno a pieno ritmo di Kevin Garnett, vera anima della squadra, che, superati i noti problemi al ginocchio che lo avevano costretto a saltare i play off lo scorso anno, sembra ritornato più forte e concentrato di prima. Questi sono i Celtics di inizio stagione, una macchina molto difficile da fermare. E che dire dei Bulls… Avevano sorpreso all’esordio, quando in casa avevano battuto (convincendo) i San Antonio Spurs, squadra tra le favorite per la vittoria finale del campionato. Per avere un campionato all’altezza sicuramente serve più continuità, nella NBA gli alti e bassi sono la premessa e poi la condanna ad un campionato mediocre. Servirebbe più equilibrio.
Tornando alla partita, da registrare i 22 punti del capitano Pierce, i 20 di Ray Allen e i 16 di Garnett. Rondo segna solo 2 punti ma distribuisce 16 assist mentre dalla panchina si alza un Eddie House da 22 punti, top scorer ex aequo con Pierce.
Tra i Chicago Bulls si salva Noah autore di una doppia doppia da 16 punti e 10 rimbalzi. Il resto e’ da anonimato completo. Serve l’inversione di rotta immediata. E a proposito di rotta, tutti si chiedono dove vorranno arrivare questi Celtics.
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