Soltanto due le partite giocate nella notte Nba. Una di queste vedeva il nostro Danilo Gallinari ospitare al Pepsi Center Minnesota. Ci si attendeva una vittoria dai padroni di casa, e invece i Timberwolves hanno sorpreso tutti andando a battere Denver 101-97, grazie ad un ultimo quarto da urlo, sopratutto per J.J. Barea, autore di 12 dei 17 punti totali messi a referto proprio nell’ultimo periodo.
Per assurdo, Minnesota ha giocato meglio dopo l’uscita di Kevin Love, infortunatosi al dito di una mano durante il terzo periodo, nonostante avesse già segnato 12 punti e catturato 17 rimbalzi in meno di 25 minuti. Sedutosi in panchina Love, i Timberwolves hanno trovato ritmo e velocità, cambiando di fatto l’incontro, che aveva visto Denver condurre le operazioni con relativa tranquillità.
Il vero episodio decisivo della partita si è registrato a 2.43 dal termine, quando Luke Ridnour con un tiro da tre punti consegnava il vantaggio agli ospiti. Tripla subito replicata da J.J. Barea, canestro che si rivelerà un colpo mortale alle ambizioni di vittoria dei Nuggets. Protagonista assoluto dell’ultimo periodo, J.J. Barea a fine partita dichiara tutta la propria gioia per la vittoria, che consegna a Minnesota l’ottavo posto nella Western Conference, proprio alle spalle di Denver, con un record di 15-14.
E’ tanta la delusione tra i tifosi presenti questa sera al The Can, i quali si aspettavano qualcosa in più dallo stesso quintetto che due notti prima aveva posto fine all’epica striscia di vittorie consecutive dei Clippers. Partita in chiaroscuro per Danilo Gallinari, che con 12 punti (3 triple, una schiacciata, 1/2 dai liberi) non vive di certo una serata indimenticabile. Top scorer della serata per i Nuggets Kosta Koufos, che chiude con 16 punti.
Prestigioso traguardo infine per Andre Miller. Il playmaker (11 punti e 10 assist), ha abbattuto la soglia dei 15 mila punti, ed è l’ottavo giocatore di sempre ad aver siglato contemporaneamente anche 7500 assist. Roba da Magic Johnson e John Stockton per intenderci.
NEW YORK KNICKS – SAN ANTONIO SPURS 100-83
Al Madison Square Garden San Antonio perde la sua imbattibilità che durava ormai da sette partite. Duncan e compagni hanno pagato a caro prezzo la loro quarta partita consecutiva nelle ultime cinque notti, mostrando preoccupanti segnali di stanchezza che nel quarto periodo hanno consentito ai padroni di casa di allungare le mani verso la vittoria.
Ai Knicks è sufficiente un Carmelo Anthony a mezzo servizio (si fa per dire), che chiude con 23 punti, 8 rimbalzi e 3 assist, per avere la meglio sugli ospiti per 100-83. Melo, andando sopra i 20 punti anche questa sera, diventa il sesto giocatore nella storia dei Knicks a timbrare almeno 20 punti in 20 partite consecutive, in compagnia di Richie Guerin, Patrick Ewing, Stoudemire, Bernard King e Wal Frazier. Non male per l’ex Denver, sbarcato a New York la scorsa stagione nell’ambito della maxi operazione che ha portato Gallinari al the Can.
Tornando alla partita di questa notte, il momento decisivo dell’incontro si è registrato ad inizio quarto quarto, quando i Knicks avanti di 7 punti (67-60), hanno segnato i primi 10 punti del periodo, guadagnando così un vantaggio incolmabile per gli Spurs di 17 punti.
Coach Gregg Popovich ha visto le streghe da subito, quando Stephen Jackson appena entrato dalla panchina ha dovuto abbandonare il match per uno stupido infortunio alla caviglia destra causato da una waitress a bordo campo, proprio davanti agli occhi del sindaco di New York Michael Bloomberg.
Quando infine J.R. Smith si è reso protagonista della giocata più bella dell’intera serata Nba, con una meravigliosa schiacciata all’indietro ricevendo l’assist di Prigioni avendo già abbandonato la sicurezza del parquet preferendo a quest’ultimo la leggerezza dell’aria. Oltre a Carmelo Anthony, New York vola con i 20 punti di J.R. Smith, i 15 di Novak e il contributo sempre importante di Chandler (10 punti e 14 rimbalzi).
In classifica i Knicks si confermano seconda forza ad Est, dietro solo Miami, con un record di 22-10. Dall’altra parte, sconfitta indolore per San Antonio, che resta al terzo posto nella Western Conference alle spalle di Thunder e Clippers.