Non c’è dubbio che mai come in quest’occasione, è stato atteso con trepidazione il debutto di un nuovo C.T. della Nazionale. Lo dimostrano i cinquantamila tifosi che saranno presenti al “San Nicola” di Bari questa sera, lo dimostrano i social network, in fermento che evidenziano la spaccatura tra i calciofili, tra chi dice Conte sì e chi Conte no, lo dimostrano i tanti fiumi d’inchiostro versati da quando è stato scelto per rifondare il gruppo azzurro fino ad oggi. Ma soprattutto lo dimostrano i giocatori stessi, scelti dal tecnico leccese, che sanno di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, cosa che forse a Coverciano mancava da troppo tempo.
Poi c’è il fattore della caratura del personaggio, che spacca! Capace di camaleontismo, come abbiamo visto nella veste di C.T. e come lo abbiamo visto nella veste dell’allenatore della squadra più amata e più odiata d’Italia, la Juventus. Antonio Conte sa che non è tutto così tremendamente normale e sa che la strada che si è scelto è una delle più tortuose e complicate, ma sa anche come domare le salite e godersi le discese arrivando in fondo stanco, esausto, ma vincitore.
Se fallirà la critica sarà unanime, “la colpa è di Conte“, se riuscirà nella sua mission di costruire un gruppo compatto, unito, e innamorato del tricolore al punto da sacrificarsi allo stremo la critica sarà unanime ugualmente “merito di Conte“, e lui sa di essersi preso una responsabilità enorme perché fallirà o vincerà da solo. Così si parte per una scelta di cambiamento:
“Voglio un’Italia giovane e vincente”.
E i giovani li ha convocati, e ha iniziato a plasmarli e a farli sentire protagonisti del gruppo azzurro, tanto è vero che se eravamo abituati a vedere in conferenza stampa sempre le stesse facce anche prima delle amichevoli, invece ecco dopo il primo allenamento Zaza ed El Shaarawy e ieri Ranocchia entusiasti della loro chance. Adesso Antonio Conte inizia il lavoro più difficile, quello motivazionale e così ecco la carica:
“Vincere piace a tutti ma non è per tutti, è per gente speciale. Iniziamo subito ad essere speciali!“.
Insomma il messaggio è chiaro, la FIGC lo ha voluto perché è un vincente e lui modella la prima fisionomia della Nazionale per renderla tale e soprattutto chi è nel gruppo deve incominciare a sentire la possibilità di diventare speciale e dimostrare di esserlo diventato.
Al “San Nicola” sarà una festa, la città è pronta per onorare l’allenatore che riportò il Bari in Serie A prima della sua ricaduta in cadetteria. Un gruppo sostanzioso (un migliaio) di tifosi ha aspettato sotto la pioggia ed accolto dopo l’allenamento di ieri l’allenatore leccese che divenne re di Bari iniziando così la sua carriera favolosa.
Di fronte in termini amichevoli ci sarà l’Olanda con in panchina Guus Hiddink allenatore che ha sempre fatto male al nostro calcio, a cominciare dai Mondiali del 2002, quando allenava la Corea del Sud, paese ospitante della manifestazione che ci eliminò o nel 2006, quando come C.T. dell’Australia fece venire i sorci verdi ai campioni di Lippi fino a quando Totti con un rigore non sbloccò il match. Olanda che a Brasil 2014 è arrivata terza, ma con Van Gaal in panchina, e che dovrà fare a meno come l’Italia di alcune stelle come Arjen Robben. Anche Hiddink si è detto incuriosito di vedere Antonio Conte sulla panchina azzurra dopo averlo visto da giocatore.
A disposizione le due squadre avranno sei cambi, da qui le scelte del C.T. azzurro che ha deciso di far ruotare, durante la partita, soprattutto centrocampo ed attacco.
PROBABILI FORMAZIONI:
ITALIA (3-5-2): Sirigu; Astori, Bonucci, Ranocchia; De Sciglio, Marchisio, De Rossi, Parolo, Candreva; Zaza, Immobile.
A disp.: Buffon, Ogbonna, Darmian, Florenzi, Giaccherini, Maggio, Pasqual, Poli, Verratti, Destro, El Shaarawy, Quagliarella, Giovinco, Perin, Padelli.
All.: Antonio Conte
OLANDA (4-3-3): Cillessen; Blind, Martins Indi, De Vrij, Janmaat; Sneijder, De Jong, Wijnaldum; Lens, Van Persie, Kuyt.
A disp.: Krul, Pieters, Van Der Wiel, Veltman, Verhaegh, Van Dijk, Afellay, Fer, Klaassen, Depay, Narsingh, Zoet.
All.: Guus Hiddink