Soli due anni fa l’Inter scriveva una pagina della sua storia e della storia del calcio italiano fregiandosi del Triplete, impresa mai riuscita ad una squadra dello stivale. Poi, l’addio di Mou e lascietecelo dire di Oriali al pari della convinzione di esser invincibili portò a delle scelte opinabili quali non effettuare la campagna acquisti ed affidarsi ad un allenatore inadatto al temperamente dello spogliatoio nerazzurro. Dopo il Mondiale per Club il patto tra giocatori e presidente portò all’esonero di Benitez affidando la panchina a Leonardo, il brasiliano un pò motivatore, un pò predestinato arrivò vicino all’impresa cadendo rovinosamente nella trappola orchestrata da Milan e Schalke e l’Inter magicamente ritornò alla ricerca di un nuovo trainer. Le telefonate con lo Special One, gli ammiccamente con lo Special Two, la speranza che Guardiola rompresse con il Barcellona. Ci troviamo adesso al 20 giugno e l’Inter si ritrova senza guida tecnica e seppur il presidente Moratti dimostra un cauto ottimismo, noi abbiamo la sensazione che chiunque arriverà si sentirà subito una soluzione di ripiego pronta a saltare dopo il primo errore stagionale. Proprio in questi giorni in cui Calciopoli emette un’altra storica sentenza con la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini l’Inter da l’impressione di esser ripiombata nel caos pre 2006, quando in molti avevano l’ambizione di voler decidere e spesso lo si faceva d’impulso e senza un filo conduttore. Il pragmatismo portato da Mou sembra oramai un ricordo e per non rovinare il giocattolo Moratti deve estrarre un coniglio dal cilindro, altrimenti il campionato sarà perso ancor prima di partire.