Le notizie dei problemi giudiziari del presidente Anthony Armstrong-Emery erano state campanelli d’allarme gravissimi per i giocatori del Monza che già avevano rinunciato ufficialmente ad una mensilità. Dopo la rotonda vittoria contro il Lumezzane erano arrivate anche le parole del giocatore decisivo per la vittoria maturata Valerio Anastasi: “La messa in mora è un’ipotesi che stiamo valutando con i legali dell’Associazione Italiana Calciatori. “. La tempistica prevista parlava di oggi o domani e, come previsto, è arrivata la conferma.
Dopo lunghe riunioni i giocatori hanno deciso proprio questa sera di mettere in mora la società. Ci saranno comunque nuovi incontri con gli avvocati dell’AIC per definire al meglio la strategia da adottare per tutelare i propri interessi.
Sempre secondo quanto riportato dal portale brianzolo la dirigenza starebbe lavorando per il fallimento concordato, ma la strada appare lunga e tortuosa.
Tecnicamente andrà fatta una prima richiesta nei prossimi giorni, mercoledì o giovedì tramite raccomandata. La richiesta al Collegio arbitrale: se entro 21 giorni la società non provvederà a pagare gli stipendi arretrati, i giocatori potranno ricorrere al Collegio arbitrale per ottenere lo svincolo dal club. E se dopo i successivi 21 giorni non arriveranno gli emolumenti, i ragazzi di Pea saranno liberi di trovarsi una nuova squadra. Nel mezzo di tutte queste voci emerse i giocatori e lo staff tecnico pretendono, giustamente, chiarezza. La presa di posizione da parte dei tesserati del Monza è chiara e netta, poche parole ma precise indirizzate a chi ha fatto tante parole e promesse, a chi ha fatto credere cose che forse sapeva non poter mai essere veramente realizzate, “Noi ci fidiamo solo di noi“: è questo il messaggio lanciato dalla squadra di Pea.
Tutto ciò mentre il presidente Anthony Armstrong-Emery, inseguito da creditori di un po’ tutto il mondo, soprattutto Brasile e Singapore (anche il Tribunale di Monza ha inviato altri decreti ingiuntivi al centro sportivo Monzello), pare essersi rifugiato a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. E lì, secondo alcune voci di corridoio, starebbe per ottenere dei finanziamenti.