L’attacco di Moratti alla Gazzetta dello Sport lanciato ieri attraverso i microfoni di Inter Channel ha stupito tutti ma ha forse ridato credibilità al maggior quotidiano nazionale in questi anni spesso additato dai tifosi della Juventus come principale grimaldello e cassa di risonanza per il propagarsi dello scandalo Calciopoli. La rosea a dire il vero veniva presa anche come punto di riferimento dal generale Auricchio per comprovare i presunti torti subiti dalle avversarie della Juventus principalmente. Oggi il direttore della Gazzetta, risponde, a Moratti rigettando ovviamente ogni accusa e accusando il presidente nerazzurro di un offesa ingiusta nei suoi confronti e sopratutto della credibilità della rosea. A Moratti, che continuo a considerare un galantuomo nonostante le accuse gravi e ingiustificate che mi riserva, chiedo solo di meditare su un passaggio delle sue dichiarazioni. Quello in cui, dopo aver evocato in toni altissimi la memoria di Facchetti, addebita a me e alla Gazzetta la paternità di un attacco “determinante, duro, duraturo e calcolato contro di noi e quindi a favore di qualcun altro”, ovvero “non un’opinione ma una politica calcolata dalla direzione del giornale”. Monti attribuisce alla rabbia per le nuove accuse lo sfogo di Moratti ma allo stesso tempo non lo giustifica in quanto una persona del suo carisma e dalla sua posizione non può permettersi questo tipo di attacchi che non fanno altro che esagitare chi si reputa tifoso ma che utilizza ogni pretesto per far sfociare nella violenza. Inevitabile poi il paragone con Andrea Agnelli, il presidente bianconero qualche giorno fa in una intervista alla Gazzetta aveva in qualche modo tirato le orecchie alla Gazzetta attribuendogli la paternità di Calciopoli. Questa, più che una sassata alla libertà di stampa – non mi impressiona, il tiro al giornalista è ormai uno sport nazionale, solo mi fa strano che venga da lui – è una brutta offesa a me e alla limpida tradizione della rosea. Per conto di chi avrei ordito la congiura? Della Juve che, per bocca di Agnelli ma con toni ben più civili, in un’intervista alla Gazzetta ha accusato la medesima di essere stata il motore di Calciopoli? Dei miei azionisti? Di Abete, di Moggi, di Palazzi, cioè di tutti quelli con cui stranamente il presidente nerazzurro non se la prende nell’intervista a Inter Channel? Il direttore della Gazzetta conclude però chiedendo a Moratti di tornare indietro almeno su un passo della sua intervista e cioè quando attribuisce alla rosea le offese alla memoria di Giacinto Facchetti “In questa brutta storia, una sola verità mi preme di ristabilire. Sulla Gazzetta non è mai comparso un rigo che abbia oltraggiato la memoria di Giacinto Facchetti o che lo abbia equiparato a Moggi sul piano delle responsabilità. Al contrario,ho e abbiamo sempre scritto che nulla potrà scalfire il suo monumentale profilo di uomo e di atleta. Su questo punto, almeno su questo, vorrei da Moratti un’onesta correzione di rotta. Dura presa di posizione anche della redazione che chiede a gran voce l’intervento della Federcalcio nel riprendere Moratti e quello della Federazione Nazionale della Stampa e di Rcs nel difendere la libertà di espressione tutelando l’immagine della testata e dei giornalisti.