Iniziano nel migliore dei modi i mondiali di scherma in corso di svolgimento a Catania con subito due ori, conquistati nel fioretto femminile da Valentina Vezzali e nella sciabola maschile da Aldo Montano. Non a caso i due atleti simbolo della scherma azzurra non hanno tradito le grandi aspettative sulle loro prestazioni, ampliate dal fatto che si gioca in casa, situazione mai facile da affrontare. Ma come dice Valentina Vezzali subito dopo la vittoria sulla connazionale Elisa Di Francisca, “quando uno è in pace con se stesso può raggiungere tutti i traguardi possibili”, una condizione psico – fisica che tutta l’Italia si augura che la fuoriclasse azzurra possa mantenere a lungo per conquistare il quarto oro olimpico consecutivo a Londra. Sesto alloro mondiale per la jesina che in finale non ha dato scampo alla sua amica nonché concittadina, Elisa Di Francisca strapazzata con un netto 14-7 ma comunque soddisfatta, quest’ultima, di essersi mantenuta ai vertici mondiali dopo il titolo conquistato un anno fa a Parigi. Se la Vezzali rappresenta una felice abitudine con le sue vittorie, sicuramente l’opposto è rappresentato da Aldo Montano che finalmente, si spera, sembra aver trovato anche lui la serenità necessaria per dimostrare tutto il suo immenso talento che lo portò al titolo olimpico ad Atene 2004 nella sorpresa generale. Il livornese ha avuto la meglio nei confronti del tenace tedesco Limbach superato per 15-13 in una finale sempre condotta dall’azzurro con il pathos finale dove Montano, avanti 14-9, si fa recuperare quattro stoccate prima di chiudere in bellezza. Queste le parole di Montano dopo la finale: “Sono contentissimo, non ci credo nemmeno – racconta Montano -. C’era un punto interrogativo, ho fatto una grandissima gara. Non mi sento il più forte ma uno dei più forti, che un giorno può vincere ed un altro perdere. Sono stracontento, sono riuscito a vincere un’Olimpiade, un Mondiale ed un Europeo. Ero finito? Lo dicevate voi. Il fatto è che la vita di un atleta ha alti e bassi”. Come nel fioretto femminile, l’Italia poteva avere un’altra finale tutta azzurra, ma fa ben sperare anche il bronzo di Luigi Tarantino, superato in semifinale proprio dal tedesco Limbach.