Mondiali Daegu, Bolt perde da solo. Dominio Kenia tra le donne

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Si sono concluse le prime due giornate ai mondiali in corso di svolgimento in Korea del Sud, a Daegu, due giornate che hanno fornito degli spunti di riflessione piuttosto interessanti ed in alcune situazioni, inimmaginabili alla vigilia del mondiale. Usain Bolt non ha vinto i suoi 100 m, la gara regina del mondiale, inchinandosi ad una regola assurda della falsa partenza che condanna subito, al primo errore, un atleta alla partenza.

©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
Ci perdono un po’ tutti, ovviamente Bolt per primo che, viste le semifinali ed i turni precedenti, aveva dimostrato di non avere rivali e poi l’atletica in generale che non permette al suo uomo simbolo di pubblicizzarla davanti al mondo intero stabilendo una regola assurda ed inchinandosi, per l’ennesima volta, al potere delle televisioni che non volevano le continue false partenze al via degli atleti. Il titolo è rimasto comunque in Giamaica con l’astro nascente Blake che sul traguardo ha bruciato l’americano Dix ed il sorprendente 35enne, Kim Collins iridao sui 100 a Parigi nel 2003. En plein Kenia nella prima giornata di gare con la tripletta nella maratona femminile, vinta da Edna Kiplagat su  Priscah Jeptoo al secondo posto e Sharon Jemutai Cherop al terzo; tripletta bissata nei 10.000 donne con la vittoria di Vivian Cheruiyot, che ha coperto la distanza in 30’48″98, precedendo nell’ordine Sally Kipyego (argento, con il tempo di 30’50″04″) e Linet Masai (campionessa uscente, bronzo, con il tempo di 30’53″59). Quarta, Priscah Cherono davanti alla vicecampionessa uscente, l’etiope Meselech Melkamu. Gli altri titoli hanno visto la Russia conquistare l’oro nella 20km di marcia con Borchin, che bissa il successo di Berlino 2009 e gli Stati Uniti d’America che conquistano gli allori con la Reese nel lungo femminile e Trey Hardee nel Decathlon. Splendida la gara dei 10.000 metri, vinta dall’etiope Ibrahim Jeilan in 27’13″81 davanti al britannico Mo Farah. Ha deluso l’uomo più atteso, Kenenisa Bekele: l’etiope, tre volte campione del mondo sulla distanza, tornava alle gare dopo una lunga serie di infortuni, ma dopo essere rimasto nel gruppetto di testa fino a metà gara si è ritirato, stroncato da un ritmo non impossibile ma difficile da sostenere per un atleta che, seppur immenso, non gareggia da due anni.

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