Mino Raiola re del mercato. E quando si arrabbia…

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Mino Raiola | ©JOSEP LAGO/Getty Images

Di Mino Raiola ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno. Anche la finestra del mercato invernale è bella che finita, e ancora una volta è lui l’agente sulla bocca di tutti. Abbiamo iniziato a conoscerlo qualche anno fa, quando iniziò a spostare Ibrahimovic da una parte all’altra. Poi toccò a Balotelli, e quindi di nuovo ad Ibra, ed ecco poi spuntare nuovamente Mario. Il suo nome è legato alla figura di Galliani, col quale ha monopolizzato l’attenzione mediatica di quest’ultimi anni. Due operazioni, ritenute impossibili dai più, ma che con la regia di Raiola hanno trovato la loro concretezza nella realtà: il passaggio di Ibra dal Barça al Milan prima, il ritorno di Balotelli in Italia poi. Ad oggi è davvero difficile trovare un altro agente più potente, capace di ottenere sempre e comunque il meglio, sia per i propri assistiti che per se stesso. Dal niente, Mino Raiola ha saputo crearsi un impero finanziario, senza trascurare l’aspetto mediatico, conquistato grazie ad una geniale naturalezza, che rende il suo modo di agire unico.

Quando Mino Raiola si muove

Mino Raiola | ©JOSEP LAGO/Getty Images
Mino Raiola | ©JOSEP LAGO/Getty Images

La sua bravura è stata quella di aver spettacolarizzato nel corso degli anni il calciomercato, attraverso colpi di scena memorabili e trattative da fantacalcio. Ogni sua parola, gesto, ha trasformato un mercato vecchio e moribondo in azione. Ciak, si gira: avete mai visto un agente presentarsi in camicia hawaiana e infradito nella sede di una società? Ma sopratutto, avete mai visto un procuratore che pur vestito così riesca a farsi rispettare da tutti? No, qualcosa del genere mancava davvero.

Il pubblico italiano, abituato a cose del tipo Grande Fratello eccetera, forse non l’ha capito inizialmente. D’accordo, a prima vista qualche perplessità può farla scattare. La cosa brutta però, quella che più deve far riflettere, è come in tanti si siano fermati alla famosa “apparenza” (o se preferite panza), che spesso e volentieri distorce la realtà meglio di qualsiasi ologramma giapponese. C’è chi lo considera un pagliaccio, altri ancora un montato, c’è persino chi lo ridicolizza a mago.

…e quando parla

Oltre alla panza (e alle infradito) c’è di più però. Mino Raiola è il classico uomo che può essere definito senza troppi giri di parole uno con le palle quadrate. Ha una personalità tale, che anche quando gli viene urlato da qualche tifoso “pizzaiolo” e altre amenità simili, lui continua per la sua strada, domandandosi chi sia quel pirla che perde il suo tempo con lui.

Mino Raiola parla, eccome se parla. Non ha peli sulla lingua, non li ha mai avuti. E l’episodio di ieri, quello che l’ha visto protagonista con il trasferimento di Kasami al Pescara saltato per una connessione ad internet scandalosa in quel dell’Ata-Executive, riassume la sua figura di agente e personaggio insieme. Raiola ha sparato a zero sull’organizzazione del calciomercato in Italia, paragonandola a quella di un altro Paese come l’Inghilterra, affermando che fin quando le cose non cambieranno difficilmente faremo passi in avanti, con un affare di mercato che sfuma perché la rete internet fa le bizze (aggiungerei, nel 2013).

Si accettano scommesse su quale sarà la sede del calciomercato italiano in estate.

Il video di Mino Raiola dopo il “pacco” Kasami

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